Blatte cosmiche

Una robusta molecola è stata scovata nello spazio profondo all’interno dell’impressionante onda d’urto generata dall’esplosione di una supernova. L’incredibile resistenza di tali elementi potrebbe aver contribuito all’origine della vita sulla Terra.

Affamati, calpestati, avvelenati. Questo è ciò che accade ai comuni scarafaggi domestici. I maltrattamenti a cui queste creature possono resistere è davvero impressionante. Eppure gli astronomi hanno trovato qualcosa di ancora più tenace – “gli idrocarburi policiclici aromatici” – dice Achim Tappe del Centro di astrofisica di Harvard. “Questi idrocarburi possono sopravvivere addirittura all’esplosione di una supernova.”

Naftalina

Modello di PAH del naftalene

contenuto nelle classiche palline

di naftalina

Gli idrocarburi policiclici aromatici (PAHs) sono composti organici formati da due o più anelli benzenici di carbonio e idrogeno. Essi sono altamente inquinanti e vengono prodotti da combustioni incomplete di prodotti organici come carbone, petrolio, gas e rifiuti urbani. L’EPA ha classificato 7 tipi di composti PAH come cancerogeni per l’uomo.

Stranamente però, anche I PAHs possiedono delle virtù: molecule “anulari” simili ai PAHs sono state trovate nella mappa del genoma umano, e c’è un’enorme consenso fra i biologi nel ritenere che i PAHs fossero già presenti sulla Terra 4 miliardi e mezzo di anni fa, quando ebbe inizio la vita. Fungendo da mattoni di base per costruire le più complesse molecole della vita, i PAHs potrebbero aver giocato un ruolo essenziale nel processo chimico della genesi. Ecco perchè la recente scoperta di Tappe potrebbe essere così importante.

La storia ebbe inizio 3000 anni fa, quando una stella enorme esplose nella Grande Nube di Magellano. Fu la tipica esplosione di una supernova, che rilasciò in pochi giorni l’energia che il sole produce in circa 10 miliardi di anni. Gas bollenti e radiazioni mortali venivano spinti nei vicini sistemi stellari, mentre la stella esplosa veniva per gran parte (e forse completamente ) distrutta.

Il guscio in espansione della supernova, catalogata dagli astronomi come N132D, è tuttora visibile dalla Terra anche dopo tutti questi anni. Si estende per circa 80 anni luce e possiede una massa pari a 600 volte quella del Sole. Alcune immagini provenienti dall’osservatorio spaziale a raggi X Chandra ci svelano i confini ancora caldissimi – vedere il diagramma in basso.

N132D ripreso dallo Spitzer

Sopra: I resti della supernova N132D. I contorni evidenziano i gas surriscaldati rilevati da Chandra. I colori denotano la radiazione IR mappata dallo Spitzer Space Telescope

Lo scorso anno “abbiamo analizzato a fondo N132D usando il telescopio spaziale Spitzer,” prosegue Tappe. Spitzer è un telescopio ad infrarossi (IR), ed è dotato di uno spettrometro sensibile alle emissioni infrarosse dei PAHs. Un sguardo a N132D ha rivelato “PAHs presenti tutti intorno ai resti in espansione della supernova. Sembra che siano travolti da un’onda d’urto di gas ad una temperatura di 8 milioni di gradi. Questo provoca seri danni alle molecole, ma molti dei PAHs stanno sopravvivendo.”

Gli astronomi sanno da tempo che I PAHs sono abbondanti non solo sulla Terra ma nell’intero Cosmo – sono stati rilevati nella polvere cometaria, in meteoriti e in freede nubi interstellari – ma chi avrebbe mai immaginato che fossero così resistenti? “questa è la nostra prima prova che i PAHs possono resistere all’esplosione di una supernova,” afferma Tappe.

La loro abilità nel sopravvivere potrebbe essere la chiave della vita sulla Terra. Molti astronomi sono convinti che una supernova esplose nel nostro lato della galassia circa 4-5 miliardi di anni fa, proprio quando la coesione di gas interstellari primitivi stava dando vita al nostro sistema solare. In un possibile scenario sulle origini della vita, i PAHs sarebbero sopravvissuti a tale esplosione e giunti fino al nostro pianeta. Successivamente si sarebbero aggregati in acqua – pensiamo ai mari primordiali – e avrebbero fornito la struttura di base per acidi nucleici con proprietà architetturali affini a RNA e DNA.

“Questa è una teoria eccitante e promettente,” afferma Tappe. “Ma saranno necessarie molte osservazioni ed esperimenti per decretarne il successo o la sconfitta.” Tappe contribuisce alla ricerca con un nuovo giro di osservazioni attraverso Spitzer: “stiamo mappando la distribuzione dei PAHs attorno a N132D, comparando la localizzazione delle molecole all’arco dell’onda d’urto rilevato da Chandra,” conclude. Da ciò “speriamo di imparare quanti PAHs vengono processati dall’esplosione e quanti invece sopravvivono.”

A conti fatti, la resistenza fisica dei PAHs può aver contribuito alla genesi stessa. Quella degli scarafaggi, invece, ci fa solo dannare l’anima.

Fonte: http://science.nasa.gov/headlines/y2007/31aug_cockroaches.htm

Informazioni su Stefano Simoni 626 Articoli
Di professione informatico, è nato e vive a Roma dove lavora come system engineer presso una grande azienda nel settore IT. E' l'ideatore e sviluppatore di Astronomia.com, portale nato dal connubio tra due delle sue più grandi passioni: "bit" e stelle. Da anni coltiva l’interesse per la progettazione e lo sviluppo di siti web aderenti agli standard e per il posizionamento sui motori di ricerca.

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4 Commenti

  1. Non è che sia molto corretto e nemmeno tanto scentifico inserire a paragone la resistenza degli scarafaggi, verso cui chi scrive sembra avere una profonda avversione

  2. Salve ho girato un poco in giro per guardare le ultime notizie,sono rimasto sbalordito per le bellissime immagini a colori dei gas della atmosfera veramente sbalorditivo complimenti. 😳