L’energia totale si conserva…

Sicuramente questo racconto è piuttosto difficile oltre che assurdo. Tuttavia ho cercato di renderlo il più logico possibile. Ho anche inserito una figura alla fine per aiutare la comprensione dell’idea di base. Per chi ne ha voglia, buona lettura …

Maria e suo marito Leopoldo stavano entrando nel supermercato, come facevano ogni sabato mattina. Ormai entrambi oltre i settanta anni, con una misera pensione, si illudevano di andare a fare spese folli in quel luogo dove ogni ben di Dio veniva messo in mostra. Sapevano comunque benissimo che alla fine avrebbero comprato il minimo necessario e della qualità più economica. Era una specie di rito che per un poco li faceva sentire uguali a quelli che potevano permettersi una vita ben più agiata. Si fermavano davanti ai banconi pieni di leccornie esotiche, a quello del pesce e della carne di prima scelta, dei formaggi e dei dolci. Sostavano a lungo dando l’impressione che stessero scegliendo, facendo commenti sull’aspetto, sul colore, sulla maturazione, ecc. Ma sapevano benissimo che era una misera sceneggiata. Tuttavia, li faceva sentire un po’ meglio ed in fondo li divertiva. Dopo circa un paio d’ore di quella specie di teatro, andavano velocemente nei banchi che ben conoscevano, recuperavano in fretta la mercanzia strettamente necessaria ed uscivano quasi di corsa, sperando sempre che non ci fosse troppa coda alle casse.

Quel fatidico sabato avevano svolto tutte le solite azioni, seguendo il rituale ormai ben definito e stavano per raggiungere l’uscita. Quasi senza riflettere, Leopoldo guardò davanti a sé e disse alla moglie: “Siamo riusciti a fare in fretta oggi. Stiamo già uscendo”. Maria lo guardò con aria preoccupata: “Cosa intendi dire? Dobbiamo ancora fare una bella coda!”. Queste parole lo riportarono con i piedi per terra. Non era rimbambito fino a quel punto, ma gli era venuto spontaneo dire quella frase vedendo se stesso e la moglie qualche decina di metri davanti a loro. Si accorse di essere sembrato pazzo ed indicò subito a Maria l’uscita laterale destra. In effetti due figure, della stessa $altezza$, con gli stessi vestiti e con la stessa andatura stavano proprio uscendo. Maria scrollò le spalle e sorrise: “Si, hai ragione. Sembrano tali e quali a noi. Ma ci vestiamo al mercato ed il mondo è ormai pieno di poveri pensionati: non è così strano che ci assomigliamo un po’ tutti”. Anche Leopoldo sorrise, ma non con la stessa convinzione. Lui li aveva visti anche davanti ed i volti erano estremamente simili, delle copie perfette. Forse il ripetere quelle azioni ogni sabato con le stesse identiche modalità lo aveva convinto di potersi addirittura vedere dal “di fuori”. Tuttavia quelle immagini facevano fatica ad essere cancellate dalla sua mente.

Non ne parlarono più ed uscirono anch’essi. Dovevano andare a casa per preparare il loro pasto frugale di mezzogiorno e poi, dopo un pisolino, si sarebbero recati, come tutti i pomeriggi caldi e soleggiati, ai giardini pubblici. Non avevano nipoti e gli piaceva tanto vedere giocare i bambini a nascondino o con la palla. Portavano sempre qualche caramella che regalavano ai piccoli, dopo aver chiesto il permesso alla mamma. Li conoscevano un po’ tutti e si erano fatti degli amici con cui chiacchierare un po’. Quel giorno fecero lo stesso e verso le 15:30 si sedettero sulla loro solita panchina (che tacitamente gli altri frequentatori cercavano di lasciare libera).

La piccola Diana venne loro incontro correndo e chiese subito una caramella, ma venne redarguita dalla mamma: “Te l’hanno già data mezz’ora fa. Non devi esagerare”. E poi rivolta alla coppia: “Per favore, dategliene una sola al giorno, ho paura per i dentini … Sapete troppo zucchero può causare delle carie”. Maria e Leopoldo si guardarono l’un l’altro con una strana sensazione di disagio. Senza nemmeno rifletterci annuirono col capo, ma la loro mente stava già tornando indietro di qualche ora. Alla fine Maria riuscì a dire: “Si sbaglia signora, questa è la prima della giornata”. La mamma sorrise: “Non cercate di prendermi in giro, vi ho visto prima, anche se avete fatto finta di niente …”. In quel momento arrivarono anche i gemelli della signora Giulia che chiesero ai due pensionati leggermente confusi: “Perché siete spariti ? Dove siete andati ?”. Leopoldo e Maria cercarono di spiegare che erano appena arrivati, ma i sorrisi delle mamme e dei bambini li fecero tacere. Non volevano passare per vecchi senza memoria e lasciarono cadere il discorso.

Alle 17 tornarono verso casa e stavano curvando nella via del loro alloggio, quando, entrambi questa volta, si videro chiaramente svoltare nella stradina di destra. Accelerarono il passo, ma nella stradina non vi era più nessuno. Stavamo veramente diventando matti ? Leopoldo pensò di avere suggestionato Maria, ma non ci credeva più di tanto. Possibile che entrambi avessero la stessa allucinazione? Entrarono in casa molto confusi e fecero fatica anche a parlare tra di loro. Era brutta la vita da poveri pensionati ed ecco che cosa poteva comportare. Forse era una malattia degenerativa, oppure un problema agli occhi. E se fosse stato un qualche scherzo messo in piedi da un comune amico? Ma chi poteva essere mai stato nella limitatissima cerchia di conoscenze che avevano? Ad un certo punto Leopoldo ebbe un’idea stravagante ed un po’ rivoluzionaria che si rifaceva alla sua mai sopita passione per la fantascienza. E se fossero degli alieni che cercavano di prendere il loro posto, come nel celebre romanzo di Finney, “L’invasione degli ultracorpi”? Espose la trama alla moglie. Quello che ottenne fu una stiracchiata risata, ma anche un profondo senso di terrore. Forse il mondo era veramente in balia di quelle orribili creature che lasciavano enormi semi nelle cantine e nei seminterrati, da cui si formavano rapidamente perfetti sosia che uccidevano gli abitanti e ne prendevano il posto … Bisognava stare attenti ai vicini di casa e controllare i loro movimenti e le loro abitudini. Sembrava ridicolo, ma valeva la pena non tralasciare questa ipotesi.

I commenti di questo post sono in sola lettura poichè precedenti al restyling del 2012. Iscriviti al Forum di Astronomia.com ed entra a far parte della nostra community. Ti aspettiamo! : )

6 Commenti

  1. Dunque, non solo un salto temporale ma una duplicazione vera e propria? Ottenuta tramite “condensazione” d’energia?
    E poi la domanda più importante: ma l’inventore faceva anche da affittacamere? Non sarà che era tutto un espediente per moltiplicare il guadagno? Mica male, come idea… 😉

  2. Veramente bello e appassionante!! La figura dell’inventore…mi sembra che rappresenti la Forza Universale, che ci permette di vivere più vite…questo spiegherebbe i deja-vu 🙂
    Complimenti!

  3. L’importante è che il nostro giovane amico faccia i suoi esperimenti con persone simpatiche altrimenti sai che incubo!

  4. Ottimo racconto! Mi ha davvero colpito, soprattutto nel finale! Simpaticissimo il modo in cui viene spiegata la conservazione dell’energia …povero(in tutti i sensi, direi) inventore! 😆