Tutto “chiaro” sulla materia “oscura” ?

Ne abbiamo parlato spesso. Se si vuole rimanere legati al modello cosmologico standard si deve ammettere la presenza di un’enorme quantità di materia oscura nell’Universo. Purtroppo, il vero problema è che non si riesce a vedere e si possono avere conferme soltanto in modo indiretto. Questo fatto comporta, spesso, un utilizzo forse perfino eccessivo. E se non esistesse per niente? Forse, la verità potrebbe stare nel mezzo.

Lo spunto per questa chiacchierata, aspettata da molti, me lo ha dato una recente ricerca eseguita presso l’Università del Maryland, basata su dati osservativi ineccepibili e accurati. Essa sembra dare una leggera spinta verso modelli alternativi per spiegare certe incongruenze gravitazionali che si notano nelle grandi strutture cosmiche, come le galassie. Vale la pena allora inquadrare la problematica in modo generale e poi ritornare alla nuova ricerca.

Una delle ragioni fondamentali per avere introdotto la materia oscura nell’Universo (che dovrebbe costituirne più del 70%, se non addirittura più del 90%), sono proprio state le anomalie riscontrate negli effetti gravitazionali delle galassie e dei loro ammassi, per non parlare dei loro meccanismi formativi, troppo veloci per essere dominati solo dalla materia visibile. Questa materia invisibile ma estremamente concreta e massiccia, sarebbe composta da particelle non barioniche, ossia diverse da quelle che compongono ciò che vediamo, cioè protoni, neutroni e cose del genere.

Limitiamoci ai rapporti tra galassie e alle stesse galassie. E’ proprio qui che le cose diventano ambigue. Possiamo identificare due effetti principali, uno su larga scala e uno su piccola scala. Il primo è legato ai movimenti anomali delle singole galassie all’interno di un ammasso. La semplice legge di gravità non riesce a spiegarli: c’è bisogno di molta massa in più.

Il secondo, invece, si riferisce alla rotazione dei dischi delle galassie. La previsione teorica, basata sulla legge di Keplero, fornisce un andamento della velocità decrescente con la distanza dal centro (a parte la zona più vicina dove la massa non è costante): alcuni dati osservativi mostrano invece che l’andamento è diverso dal previsto e che la velocità tende ad essere costante per grandi distanze dal centro galattico (Fig. 1).

andamento della velocità di rotazione in una galassia

Figura 1. L’ andamento della velocità di rotazione in una galassia. La curva (A) tratteggiata segue la legge di Keplero, quella rossa (B) è invece quella osservata. Notare che la legge di Keplero è applicabile solo per distanze notevoli, in quanto solo in quelle zone si può considerare costante la massa della galassia.

Anche nel secondo caso, si presuppone che esista massa oscura all’interno e all’esterno delle galassie (una specie di alone) che in qualche modo controlla la rotazione. In altre parole, considerando le stelle presso la periferia di una galassia spirale, con velocità orbitali osservate normalmente di 200 chilometri al secondo, se la galassia fosse composta solo dalla materia visibile queste stelle l’abbandonerebbero in breve tempo, dato che le loro velocità orbitali sono quattro volte più grandi della velocità di fuga dalla galassia. Dato che non si osservano galassie che si stiano disperdendo in questo modo, deve esistere della massa di cui non si tiene conto quando si sommano tutte le parti visibili.

Non tutti però sono d’accordo e preferiscono ipotizzare una modifica alla legge di Newton, che regola il moto dei corpi e da cui deriva la legge di Keplero. In particolare la seconda legge della dinamica, la celeberrima F = m a (dove F è la forza, m la massa e a l’accelerazione).

All’inizio degli anni ’80 Mordehai Milgrom, un fisico israeliano, propose la sua ipotesi: la legge di gravitazione è stata verificata solo per accelerazioni molto grandi, ma non per valori molto bassi. Proprio in questi casi si evidenzierebbe che l’accelerazione non varia in modo proporzionale con la forza. Ne conseguirebbe che per orbite periferiche (grandi distanze dal centro della galassia) la velocità di rotazione sarebbe una costante. Per chi ha voglia di saperne di più, inserisco qualche calcolo per la spiegazione quantitativa. Gli altri possono saltare questa parte ed accettare la versione qualitativa appena enunciata.

Un po’ di formule

Il succo della proposta di Milgrom è relativamente semplice: l’accelerazione dovuta alla forza gravitazionale non dipende solo dalla massa m, ma dal termine m/μ, dove μ è una funzione di a/a0, nel senso che vale 1, per a/a0 grande, mentre vale proprio a/a0, per a/a0 piccolo. a è l’accelerazione dovuta alla gravità, mentre a0 è una costante che vale circa 10−10 m/s2 . Nella realtà a noi vicina (ad esempio, nel Sistema Solare) a è molto più grande di a0 e quindi μ = 1 e niente cambia rispetto alla legge di Newton. Il grande scienziato non poteva quindi accorgersi della non esattezza della sua legge. Cosa capita invece per valori piccoli di a?

Scriviamo allora la legge di gravitazione universale che lega il movimento di due masse nel classico modo “newtoniano”:

F = GMm/r², dove m è la massa della stella distante e M quella dell’intera galassia. G la costante di gravitazione e r la distanza tra il centro della galassia e la stella (GM/r² è l’accelerazione di gravità). Vale quindi:

F = GMm/r² = ma

Nella formulazione di Milgrom, essa diventa:

F = GMm/r² = mμa

Nella periferia della galassia a m si deve, infatti, sostituire . Ma per valori piccoli di a/a0 (e siamo proprio in quel caso) , μ = a/a0 e la formula precedente diventa:

GMm/r² = mμa = ma²/a0

Eliminando m, si ottiene:

GM/r² = a²/a0
e quindi a = (GM a0)½/r

In un’orbita circolare, la relazione che lega la velocità v all’accelerazione a, è:

a = v²/r. Sostituendo, si ottiene:

v²/r = (GMa0)½/r

Ed infine:

v = (GMa0

Conseguentemente, la velocità di una stella su orbita circolare periferica è una costante e non dipende dalla distanza r.

Evidenze osservative

Torniamo alla nostra ricerca dell’Università del Maryland e vediamo come si inserisce nella problematica. Normalmente si indica con MOND la versione modificata della legge di gravitazione (MOdified Newtonian Dynamics) e invece con CDM (Cold Dark Matter) la legge classica, con l’aggiunta di materia oscura.

La galassia ricca di gas F549-1

Figura 2. La galassia ricca di

gas F549-1.

Per verificare l’ipotesi MOND è necessario misurare molto accuratamente la massa delle stelle e questo dà luogo spesso a grandi difficoltà. Il prof. Stacy S. McGaugh ha allora deciso di analizzare galassie con un contenuto minimo di stelle e dominate dalla massa del gas interstellare. La fisica dell’assorbimento e della remissione dell’energia da parte degli atomi delle nubi è ben conosciuta, a tal punto che contare i fotoni è praticamente uguale a contare gli atomi. Ne deriva una determinazione ben più accurata della massa dell’intera galassia e delle sue zone periferiche.

McGaugh ha quindi estratto un insieme di 47 galassie di questo tipo (Fig. 2) e ne ha confrontato la massa e la velocità di rotazione periferica con il modello MOND. L’accordo è stato veramente buono e senza bisogno di inserire materia o energia oscura.

La Fig. 3 è estratta dal lavoro originario e mostra l’ottimo “fit” dei dati osservativi con MOND.

la somma della massa barionica di stelle e gas

Figura 3. la somma della massa barionica di stelle e gas in funzione della velocità di rotazione. L’accordo con MOND sembra perfetto. La forza di questo risultato è che le osservazioni NON sono state ritoccate a posteriori. Per ottenere il CDM va invece fatto un aggiustamento delle osservazioni. Per saperne di più

Va detto che questo studio sembra dare un’alternativa ai problemi di velocità relativi alle singole galassie, ma non può risolvere quelli, su scala più grande, degli ammassi galattici. Per loro la materia oscura sembra ancora l’unico “rimedio”. Tuttavia, MGaugh è stato abbastanza duro con i fautori della materia oscura: “Noi non possiamo vederla e cerchiamo di adattarla ai nostri scopi. Ne aggiungiamo quanta serve per lo scopo, senza alcuna prova diretta. Sembra quasi di essere tornati ai tempi degli epicicli, costruiti per spiegare i movimenti dei pianeti”. In realtà, la Fig. 3 sembrerebbe dargli ragione. La linea di MOND risulta in accordo con le osservazioni effettuate, senza alcun aggiustamento. Per ottenere un accordo con il modello standard si deve invece aggiustare a posteriori la massa mancante attraverso la materia oscura.

No comment, per adesso…

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47 Commenti

  1. ciao a tutti,
    la materia oscura è un pò come la singolarità dei buchi neri…cioè un elemento inserito per far quadrare le formule matematiche. ciò non significa che non esista, anzi ciò deve spingere l’uomo alla ricerca della verità ancora di più.
    forse si è troppo affezionati a newton per dire che magari la sua formula va modificata un pò…un pò come sta succedendo alle formule di einstein per il fatto che la sua teoria va bene per il grande ma per il piccolo poi si creano solo casini….
    quindi è una questione matematica per spiegare ciò che si osserva o esiste veramente questa cosa e in cosa consiste?
    a questo punto mi chiedo se la ricerca è avanzata da poter poi un giorno definire di cosa sia fatta questa “materia oscura”

  2. Se tutto è relativo allora le formule potrebbero non essere sempre le stesse,giusto? Comunque è un argomento molto difficile…la matematica non è un’opinione e se alcune formule non quadrano senza l’aggiunta di materia oscura beh,allora è ovvio che si pensa così.Però non mi sento in grado,e nessuno dovrebbe esserlo, di dire : “La materia oscura esiste!” o viceversa.Bisogna parlarne e fare molti più studi su di essa.Che grande mistero :mrgreen:

  3. @enzo,
    una domanda da un milairdo di di dollari…
    Se Migrom avesse ragione che fine fa l’equivalenza tra massa inerziale e massa gravitazionale e, di conseguenza, la relatività generale?
    Sembra comunque una teoria molto interessante, meno deprimente di una materia oscura così abbondante e così sfuggente :mrgreen:

  4. Noooo! La matematica nooo! 😎
    Comunque, non c’è niente da fare, la materia oscura rimane una oscura materia…

  5. Teoria estremamente interessante. Tuttavia mi chiedo se l’introduzione di una costante di valore arbitrario e dal significato fisico non esplicabile, non sia metodologicamente equivalente al postulare la presenza di una materia le cui uniche proprietà “note” sono quelle che la rendono a noi non rilevabile, se non dagli effetti gravitazionali che produce.

  6. caro gaetano,
    preferisco andare con i piedi di piombo… Aspettiamo ulteriori osservazioni.
    caro Bertupg,
    la penso forse come te, anche se bisogna dire che certi effetti faticano sempre di più a spiegarsi senza materia oscura.
    Boh??!! 😕

  7. A proposito della rotazione di una galassia.
    E se fosse la galassia stessa a trascinare le proprie stelle nel suo moto di rotazione come una grande pala, attraverso una sorta di “energia oscura” che proviene dal centro? Potrebbe spiegare anche le forme delle galassie.
    Chissa…. 😯 🙄

  8. @Enzo
    ciao Enzo, volevo porti una piccola domanda: quando si affronta questo argomento mi viene sempre (e dico sempre) un dubbio su come si applichi Keplero a questo caso. Mi spiego meglio: la M scritta in grande nella prima formula da te citata a cosa si riferisce? Alla massa dell’intera galassia o a quella stimata del nucleo centrale? Chiaramente se si riferisce a tutta la galassia non si potrà certo considerarla concentrata tutta nel centro, in quanto il corpo in esame è immerso nella galassia stessa.

    Una seconda domandina: sapresti indicarmi il rapporto tra massa totale e massa del nucleo della galassia (la nostra)? in internet ho trovato la massa della via lattea (6,82*10^11 masse solari) ma non quella del centro galattico.
    Un caro saluto e un sentito grazie, non posso scrivervi sempre ma vi leggo con passione ogni giorno!

  9. caro vito,
    si prendono stelle lontane proprio perchè non vi è grande differenza nella massa della galassia a quelle distanze. La maggior parte della massa è nella zona centrale, come si intuisce anche nel grafico della figura 1. Lo stesso vale anche per la nostra galassia. La massa può considerarsi costante solo se siamo in periferia. Se si va vicini al centro la massa interna è comparabile con quella esterna e quindi l’applicabilità della legge molto difficile.

  10. Pensate all’etere del XIX secolo… qui siamo in una situazione perfettamente analoga.

  11. Cari amici,l’esistenza della materia oscura,come di altre stranezze tipo la singolarità non sono invenzioni matematiche ad hoc,ma delle realtà anche se a noi sembrano strane,oppure nascoste alla nostra vista.
    Infondo cosa sappiamo realmente dell’universo,oppure se l’inflazione caotica e giusta della nostra bolla universo?
    Pensate solo 600 di anni fà cioè nel 1400 dc ancora si credeva che la terra fosse piatta,che essa era il centro dell’universo,che il sole e i pianeti girassero intorno ad essa,che le stelle fossero fisse ecc.
    In appena seicento anni abbiamo stabilito,orbite,classificati pianeti e galassie,quasar e buchi neri,il notro orizzonte si e spalancato sull’infinitamente grande e sull’infinitamente piccolo (particelle e sub particelle atomiche) penso che dovremo solo aspettare la tecnologia giusta e anche l’antimateria e forse anche la struttura del cosmo (multiverso) ci spalancherà le porte del vero infinito! Ciao a tutti :mrgreen:

  12. @enzo,
    non so se mi posso permettere di farti le pulci sulla parte matematica… ma prima dici che μ è una funzione di a/ao e poi la sostituisci con una uguaglianza…
    Il ragionamneto però non fa una grinza.

  13. caro gaetano,
    mi spiace, ma è proprio una funzione di a/ao… Infatti, essa varia da 1 a a/ao. Cosa c’è di male e di strano? La retta y=(ao/a) x vale (ad esempio) 1 per x=a/ao e ao/a per x= 1…. Ma potremmo trovare infiniti esempi.
    Oppure non ho capito cosa intendi dire? ❓

  14. @enzo,
    tu dici: μ è una funzione di a/a0, nel senso che vale 1, per a/a0 grande; se invece sostituisci: μ = a/a0 non potrà mai valere “1”. :mrgreen: :mrgreen:

  15. caro gaetano,
    continuiamo a non capirci… :mrgreen:

    non devi sostituire un bel niente per ottenere 1, è la funzione che vale 1…. è la funzione che è fatta così…
    cerco di spiegarmi in altro modo

    F(a/ao) è la nostra funzione (come dire f(x))

    essa è fatta in uno strano modo, ma quello che importa è che quando a/ao è molto grande essa vale F(a/ao) = 1, mentre quando a/ao è molto piccolo essa vale F(a/ao)=a/ao.

    E come se dicessi che f(x) è una funzione che per x piccolo fale f(x)=1, mentre per x molto grande f(x)=x.
    Tutto lì… :mrgreen: :mrgreen:

  16. Caro enzo,
    Hai ragione io non ho mai avuto il dono della chiarezza…ti riporto dove Tu hai sostituito:
    Nella periferia della galassia a m si deve, infatti, sostituire mμ. Ma per valori piccoli di a/a0 (e siamo proprio in quel caso) , μ = a/a0 e la formula precedente diventa:

    GMm/r² = mμa = ma²/a0

    E’ solo questo passaggio che non mi torna!!

  17. scusa gaetano…
    ho fatto proprio quello che dico: al posto della funzione ho inserito il valore che essa assume per valori piccoli di a/ao, che è proprio a/ao… Continuo a non capire… scusami 😥

  18. caro gaetano,
    sei sicuro? guarda che non c’è niente di male a non capire qualcosa (sapessi quante volte mi capita…). Non avere MAI problemi a chiedere. Se scrivo gli articoli è proprio per farli capire a tutti (spero), se no che senso avrebbe?
    alla prossima 😛

  19. Caro Enzo,
    in effetti mi sono dovuto rileggere l’articolo un paio di volte, per capire che μ era funzione tendente a 1 di a/a0.
    Non è colpa tua, è che ci manca l’abitudine a ragionare in termini di funzioni… 😥

    Sono d’accordo con Bertupg: una costante calcolata a tavolino, ma senza una valida spiegazione del perché questa costante sia necessaria è equivalente al supporre una materia oscura… O ad introdurre una costante cosmologica… :mrgreen:
    In ogni caso, la velocità delle stelle periferiche sembra proporzionale solo alla massa dell’intera galassia.
    A questo punto, mi chiedo se una legge simile possa essere applicabile anche alle grosse galassie irregolari e a quelle ellittiche, o se essa vale solo per le galassie a spirale (barrata o no che siano)…
    E mi chiedo la stessa cosa per le galassie peculiari, tipo quelle ad anello (vedi oggetto di Hoag) o quelle tipo la galassia occhio nero…. 🙄 😕

  20. Sicuro, sicuro… Leggendo mi ero perso che la funzione μ per valori piccoli può essere approssimata con a/ao e quindi tutto torna. Grazie ancora 😐

  21. @AndreaGG,
    Scusa, non so cosa ne pensano gli altri ma Astronomia.com è un’altra cosa 😈 😈

  22. Nessun dubbio sulla qualità ed i meriti di Astronomia.com
    Ho solo citato un buon sito di due care persone che dedicano un po’ del loro tempo ad un interesse comune a tutti qui. 😉
    Resta il fatto che anche in quell’articolo si parla di eventuali modifiche alla legge di gravitazione e della possibilità che alle grandi distanze possa tramutarsi da foza attrattiva in forza repulsiva, divenendo così energia oscura.

    Chi vivrà, vedrà!

  23. Scusa Andrea, spero di no sbagliare… Ma mi pare che parli sempre della teoria di Migrom in maniera un po artigianale :mrgreen:

  24. Su dai, non fare il perfido! Era solo un’introduzione all’articolo… e poi se vai a leggerlo scoprirai che secondo gli ultimi studi la teoria è confutata. :mrgreen:

  25. Credo che la nuova teoria debba esse tenuta in grande considerazione. Proprio perchè le leggi fisiche formulate, finora, per spiegare l’universo, possono non essere adatte anche a spiegare fenomeni assai più vasti, impressionanti ed imponenti, all’opera nelle immense vastità dell’universo. Forse, cerchiamo di spiegarci questi fenomeni sulla base delle conoscenze che abbiamo degli stessi fenomeni locali che interessano il nostro sistema planetario o galattico, che, però, non sono sufficienti a capire il funzionamento degli stessi processi applicati su scale molto più grandi. Altre variabili non previste, potrebbero essere coinvolte ed incidere nella formazione del fenomeno. Ad esempio, come diceva Sandro, forme di energia, nascoste alla nostra osservazione, potrebbero essere prodotte in tanti modi, anche assai diversi da quelli che, finora, siamo abituati ad osservare. L’importante è non tralasciare alcuna ipotesi, tenerle presenti tutte.

  26. caro Dario,
    no, non è una bufala… ma nemmeno ancora così sicura e nemmeno così commovente. La brava ragazza (sicuramente un’ottima ricercatrice potenziale) ha seguito le direttive dei suoi professori investigando osservazioni su cui si stava lavorando. Tuttavia, non stiamo parlando di materia oscura, ma di materia barionica finora non ancora osservata, ma solo ipotizzata. Se fosse vero, sarebbe comunque una bella scoperta!

  27. …e per l’ennesima volta dovremmo rivedere al ribasso l’apporto di materia oscura al totale… Io faccio sempre il tifo per la barionica! :mrgreen:

  28. Vi segnalo un altro articolo di La Repubblica:http://www.repubblica.it/2008/02/sezioni/scienza_e_tecnologia/materia-oscura/materia-oscura/materia-oscura.html?ref=search
    Risulterebbe che la materia oscura è già stata osservata e apparirebbe come una enorme ragnatela. Ciò corrisponde con quanto espresso da scienziati in alcuni video su Youtube, in cui si afferma che la materia oscura sarebbe come l’ossatura su cui si formano le galassie. Questo spiegherebbe il fatto che i corpi celesti periferici non si allontanano, come sarebbe logico, per l’insufficienza di materia, ma rimangano dentro al sistema della galassia stessa.

  29. caro Andrea,
    darò un’occhiata alle fonti ufficiali… Non vorrei che si facesse confusione tra i filamenti di materia barionica di cui si è già detto. Il buon Bignami è una brava persona, ma più di una volta ha sparato un po’ a … cavolo! Mi faccio risentire…

  30. caro Andrea e cari tutti,
    L’artcolo a cui si riferisce Bignami (con tanto di immagine) è del 2008. Si era agli albori del calcolo della massa di un ammasso di galassie attraverso l’effetto lente gravitazionale. Sicuramente, questo tipo di ricerca ha dato indicazioni sul problema di una massa superiore a ciò che si vede. Ma , al momento, non ci sono state conferme. La tencica va avanti, ma non penso sia veramente decisiva: troppe variabili libere…

  31. Caro Enzo,
    Infatti, finora, essendo la materia indagata di natura oscura, l’unico mezzo utile è stato quello dell’effetto lente gravitazionale. Quindi, quelle notizie scientifiche di “osservazione” dovrebbero avere poco fondamento, almeno fino a quando non ci saranno risultati concreti attraverso le sonde spaziali.
    Grazie della cortese risposta.
    Saluti.

  32. Anche un notiziario di Urania.it, il sito ufficiale dell’Istituto nazionale di Astronomia, informa che da nuovi, più precisi calcoli, risulterebbe che la teoria che presuppone l’esistenza della materia oscura stia perdendo la sua attendibilità e che per spiegare il fenomeno del funzionamento delle Galassie, sarebbe, forse, il caso di rivedere la validità e l’efficacia della teoria della gravitazione universale, sulle grandi distanze.

  33. Come ho rimarcato anche in altre occasioni, il mio pensiero è che sono oramai convinto che la materia oscura sia solo un miraggio. Naturalmente sempre pronto a cambiera idea di fronte ad una sua effettiva scoperta. Anche io penso che la gravità su larga scala vada rivista. Comunque aggiungo, sempre a mio modesto parere di appassionato, che la forma delle galssie, in particolar modo quelle a spirale, non possono essere giustificate con la sola gravità. Sono più propenso a pensare di verificare meglio su come intervenga la fisica del plasma, soprattutto quella teorizzata e più volte verificata, del buon Hannes Alfven (anche premio nobel). Non “vedo” per ora un modo diverso per cui le stelle e la maggior parte della materia interstellare possa essere “confinata” nelle braccia di spirale di una galassia o, ancor più marcatamente, in quelle barrate e ruotare come fosse un blocco. Per quanto riguarda invece la rivoluzione degli ammassi di Galassie intorno al comune centro di massa, nel suo libro “Il Big Bang non c’è mai stato”, il fisico Eric Lerner riporta che uno degli errori possibili consiste nell’includere in un ammasso alcune galassie che, pur avendo un redshift compatibile, ma comunque superiore alle altre, siano erroneamente incluse nel calcolo dei moti relativi. Ciò potrebbe far rilevare una massa superiore rispetto quella effettiva.

    Sandro

  34. caro Sandro,
    non so… ma a me la materia oscura non mi convince ancora del tutto…

    caro Moreno,
    avevo già letto qualcosa sull’universo elettrico, ma mi sembrano illazioni e trattazioni che lasciano il tempo che trovano… Poi magari sbgalierò…

  35. Grazie Enzo, era proprio quello che volevo sentirti dire, dal momento che, come avrai ben compreso, a me invece non convince affatto. 😉

  36. Ritengo che nessun astronomo o cosmologo in grado di ragionare ancora in buona fede e con il proprio cervello possa accettare l’ipotesi che l’Universo sia costituito per il 99% di materia oscura e solo per l’1% di materia ordinaria; è evidente che vi è qualcosa nel così detto modello cosmologico standard che non funziona. Un buona parte dei cosmologi, con religiosa obbedienza al “modello standard”, vorrebbero addebitare tali assurde deduzioni ad una inesistente erroneità delle leggi di Newton, inventandosi ulteriori presunte “espansioni spazio-temporali” o in alternativa inventarsi nuove forme di energie determinate da ipotetiche e sconosciute “nuove particelle”. In realtà sarà proprio Newton, attraverso dati di fatto, a riportarci con i piedi per terra e farci capire in quale parte del così detto modello standard si annidano gli errori concettuali che hanno condotto buona parte dei fisici e cosmologi a proporre teorie ( ipotesi ) assurde e paradossali. Infatti per Galileo, Keplero, e naturalmente Newton le interazioni ottiche e gravitazionali sono “istantaneamente localizzate”. Invece successivamente Einstein nella sua teoria della Relatività, pur affermando di formularla stando sulle spalle di Newton, modifica profondamente e concettualmente la precedente teoria gravitazionale introducendo il così detto “localismo relativistico”, smentito matematicamente da Bell nel 1964, dai così detti fenomeni EPR e con prove di laboratorio da Aspect ed altri scienziati nel mondo. Il localismo relativistico con i suoi convenzionalismi mercenari ha formulato un erroneo e convenzionale principio fisico di “simultaneità”, falsando nei fatti la nostra visione cosmologica otticogravitazionale. Non è certo un caso se ad oggi ancora si va alla ricerca della presunta velocità dell’onda gravitazionale prevista in detta teoria relativistica. E non è certo un caso se dopo quasi un secolo la teoria della Relatività e quella Quantistica viaggiano ognuna per la propria strada nella sperimentata consapevolezza della impossibilità di riunirle in una teoria fisica unificata. A mio modesto avviso, da un esame obbiettivo dei più recenti sviluppi in merito alla vana ricerca della “materia oscura” , ritengo che si dovrebbe dedurre quanto segue:
    i ) la così detta “materia oscura non esiste
    ii) In passato, attraverso l’utilizzo artificioso di presunte espansioni e materia oscura si è voluto mascherare il fallimento di un modello cosmologico, ancora oggi alla ricerca di giustificazioni ad hoc, che da oltre un trentennio viene costantemente smentito da realistiche osservazioni astronomiche e astrometriche.
    iii) L’Universo è realmente un TUTTUNO a cui fanno capo le miriadi di galassie che si equilibrano e vivono in simbiosi, confermando la validità universale della legge EPR, già sperimentata sulla Terra, sia come gravità che come luce.

  37. La materia oscura ha una carta d’identità davvero bizzarra: è densa, pesante, trasparente, scura ed invisibile!
    Inoltre, pur dovendo dare fortissime influenze gravitazionali, non collasserebbe, standosene invece intorno alle galassie, o chissà dove…

    Quanto penso io della (ingiustificabile) materia oscura è riportato, ad esempio, al seguente link:

    http://vixra.org/pdf/1112.0082v1.pdf
    (GETTING RID OF DARK MATTER AND FOURTH DIMENSION)
    (pagine 6 ed 11)

    ed anche su questo:
    (WHAT A COINCIDENCE! STRANGE NUMERICAL LINKS IN THE UNIVERSE)
    http://vixra.org/pdf/1112.0093v1.pdf
    (pagine 2 e 5)

    Ciao.

    Leonardo RUBINO.
    leonrubino@yahoo.it

  38. Caro Leonardo Rubino la descrizione da te fornita della così detta “materia oscura” assomiglia molto alle storie dei fantasmi dei castelli inglesi sui quali sono stati scritti tanti romanzi e saggi ma che nessuno ha mai visto. Il link che hai indicato è scritto tutto in inglese, che io non conosco. Da quel poco che sono riuscito a capire tu esponi la tua ipotesi sulla natura fisica particellare della presunta materia oscura senza fornire elementi in merito all’interazione con la materia ordinaria. Poichè sono rimasto alle leggi di gravitazione di Newton e di Keplero, mi potresti spiegare, cortesemente in maniera elementare, con quale legge gravitazionale si relaziona la materia visibile con la materia oscura da te ipotizzata ? . Ti ringrazio ugualmente per il tuo contributo pur non avendo ben capito il tuo pensiero in merito alla carta d’identità della tua materia oscura, che a causa della mia preparazione di non addetto ai lavori ho trovato ovvia e priva di riscontro cosmologico. Saluti da un Angelo, sia pure eretico.

  39. Caro Angelo, io nego la materia oscura. Per me non esiste e non è plausibile. Del resto, non esiste prova della sua esistenza.

    Saluti.

  40. Caro Leonardo ti ringrazio per la precisazione e ti chiedo scusa per il tono un poco ironico da me adoperato in relazione al tuo breve commento. Colgo occasione per chiarire meglio il mio pensiero in merito alla presunta materia oscura. A causa di un erroneo modello cosmologico standard i cosmologi, astrofisici e astronomi vorrebbero addebitare a Newton la colpa del mancato riscontro tra detto erroneo modello e le osservazioni astronomiche e astrometriche. Il tuo modello matematico è conforme alla gravitazione newtoniana ? . Personalmente ritengo che in tutto l’Universo valgono le stesse leggi gravitazionali che sono state ampiamente sperimentate nel nostro sistema solare. Mi rendo conto che i propositori del modello cosmologico standard cercheranno in tutti i modi di tenerlo in piedi anche a costo di inventarsi nuove “strane particelle gravitazionali” o altre ipotesi ad hoc, come quando fu tirata in ballo la presunta materia oscura. In realtà sarà proprio Newton, attraverso dati di fatto, a riportarci con i piedi per terra e indicarci in quale parte del suddetto modello si annidano gli errori concettuali che hanno condotto il mondo della fisica e della cosmologia a proporre ipotesi o teorie che vengono smentite dall’osservazione astrometrica del cosmo. In definitiva in detta teoria cosmologica si evidenziano gli stessi errori che hanno indotto la relatività generale di Einstein a non potersi integrare con la teoria quantistica. Cordiali saluti e buona riflessione.

  41. Ciao; senti, visto che mi dici che il problema è l’inglese, prova a leggere più o meno le stesse cose su un altro mio file, anche in italiano, al seguente link:

    http://www.fisicamente.net/FISICA_2/UNIVERSITIES_RUBINO.pdf

    La mia visione, che non è poi una visione, ma un riscontro, anche numerico, naturalmente è rispettosa di Newton.

    E’ la forza mareale impressa sulle galassie da tutto l’Universo circostante che, a mio avviso, viene ignorata. E, comunque, mai e poi mai andrei ad introdurre oggetti per nulla plausibili, come montagne di materia invisibile ecc.
    Vedo che parli di relatività generale; penso di conoscerla piuttosto bene, e puoi trovare, tramite Google, un mio file dedicato alla stessa, ma, a differenza della teoria ristretta, che è talmente vera e coerente che era già nascosta nell’elettromagnetismo molto tempo prima di Einstein, penso che quella generale, seppur bellissima e matematicamente molto istruttiva, sia falsificabile e non colga la vera essenza della gravità. Non parliamo poi del concetto di quarta dimensione, a mio avviso da abbandonare del tutto (guarda caso, proprio come per la materia oscura, non esiste prova diretta della sua esistenza, nè tantomeno potrebbe esistere, in quanto noi tridimensionali non potremmo coglierla….)

    Ciao.

    Leonardo Rubino.

  42. Caro Leonardo mi rendo conto che ogni persona di buon senso, in buona fede, cerca di dare il suo contributo alla comprensione di quelle tematiche fisiche e cosmologiche che attualmente la Scienza ufficiale, con ipotesi ed aggiustamenti ad hoc, cerca di presentare come teorie, pur nella consapevolezza che i risultati provenienti dalle osservazioni astronomiche ed astrometriche smentiscono abbondantemente tali presunte teorie.
    Poichè le tematiche che hanno per oggetto Big Bang, spaziotempo, buchi neri, espansioni dell’Universo, Materia oscura, energia oscura, richiedono lunghe trattazioni che non possono essere affrontate in un semplice dialogo, voglio dirti che le teorie fisiche e cosmologiche ritroveranno riscontri oggettivi nelle osservazioni astronomiche e astrometriche allorquando il mondo della fisica avrà finalmente capito la reale natura della gravità e della luce. Il teorema di Bell (1964) smentendo il localismo relativistico, ha sancito di fatto che i fenomeni EPR appartengono alla natura della gravità e della luce, come confermato dalle prove di laboratorio che Alain Aspect eseguì nei laboratori di Parigi fin dal 1989 . Newton attraverso il suo terzo principio della dinamica, che guarda caso risulta incompatibile con il localismo relativistico, ci ha comunicato che in natura tutte le interazioni ottiche e gravitazionali si trasmettono “istantaneamente” così come dimostrano i fenomeni EPR. Un cordiale saluto da Angelo Gentile .