La costellazione di Cassiopea

Siamo arrivati alla costellazione di Cassiopea, sempre visibile in cielo alle nostre latitudini e facilmente riconoscible per la sua caratteristica forma a “W” o “M”, agganciata com’è alla stella polare, ma dall’altro lato rispetto all’Orsa Maggiore. Provate già da stasera a cercarla in cielo!

Questa serie di articoli fa uso del Simulatore di costellazioni in 3D, descritto in questo articolo. Se si dovessero riscontrare problemi nel caricamento delle pagine, scaricare manualmente l’ultima versione di JRE (Java Runtime Environment) all’indirizzo:
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Introduzione

La costellazione di Cassiopea

La costellazione di Cassiopea è facilmente riconoscibile e perciò ritrovabile in cielo in un qualunque periodo dell’anno: al di là delle lettere “W” o “M”, mai nessuno ha pensato che potrebbe essere vista anche come un “3” stilizzato oppure come una lettera “Σ“, ben nota ad ingegneri e matematici, come pure può essere vista come una scaletta fatta da un paio di gradini. Badate bene: tutto meno che una figura femminile! Nelle intenzioni degli Astronomi antichi, si tratta invece di Cassiopea, la mitica sposa del Re d’Etiopia Cefeo (che è guardacaso una costellazione a suo fianco) e madre di Andromeda (altra costellazione nei pressi): riconoscere le figure di questa allegra famigliola richiede molta fantasia ma almeno riconoscendone una, le altre due si trovano “gratuitamente”. Visto che ci siamo, vediamo subito come gli antichi interpretavano questa sequenza di cinque stelle.

Cassiopea nell’antichità

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Qui vediamo la raffigurazione della costellazione secondo l’Uranometria e secondo Hevelius. In entrambi i casi ho girato il disegno in modo da vedere la regina “dritta”, seduta su di un trono, ma comunque molto irrequieta.

cassiopea nell’uranometria

La bella Cassiopea sul suo trono (molto scomodo e con una prospettiva dello schienale che lascia un po’ a desiderare…)

 

cassiopea secondo Hevelius

qui invece il trono sembra un po’ più sfarzoso e forse imbottito

Cassiopea oggi

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Ecco invece la rappresentazione riportata da Stellarium

cassiopea secondo stellarium

qui più che un trono pare proprio una sedia e la leggiadra fanciulla si osserva in uno specchio deformante. Avete notato che piedini delicati?!

Torniamo seri

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L'Applet della costellazione di Cassiopea in 3D - thumb

Andiamo ora ad analizzare la nostra mappa girevole e tridimensionale della costellazione, nella quale spicca ancora una volta questo strano susseguirsi di stelle a zig-zag. Proprio andando a vedere dietro alla mappa, scopriamo (e non mancherò mai di sottolinearlo!) che le 5 stelle principali di Cassiopea sono tutto meno che un gruppo fisico di stelle: potete constatare facilmente che si trovano rispettivamente a 442, 99, 613, 228 e 54 anni luce da noi. Forse se anche gli antichi avessero avuto il sentore che le stelle si trovano a distanze diversissime da noi e tra loro, magari avrebbero pensato alle costellazioni in modo differente riconoscendole come raggruppamenti casuali di astri: magari non sarebbe nata l’astrologia, basata su fondamenti erronei tra i quali la casualità della disposizione è senz’altro il più eclatante. Ma torniamo alla Scienza vera…

Anche in questo caso, ponendo il foglio di taglio sulla sinistra, non appare nessun raggruppamento fisico evidente: ci sono due-tre stelle vicine (Achird a 19 anni luce, μ Cas a 25 e Caph a 54), mentre le altre sono comunque sparpagliate nel cosmo, con ρ Cas laggiù in fondo ad una distanza astronomica di più di 11000 anni luce. Già sappiamo che gli Astronomi Rocassiopeiani non sanno nemmeno dell’esistenza del Sole, una infima stellina di 17.59-ma magnitudine: vista la distanza è pure inutile mandar loro messaggini o email per segnalare la nostra presenza… Pensate viceversa a quanto deve essere luminosa questa stella per apparire di quarta $magnitudine$ nel nostro cielo: dopo vedremo che è infatti una mostruosa stella ipergigante!

A caccia di mostri

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La variabile V509 da 10 UA

Anche in questa costellazione incontriamo (e vedremo da vicino) tre stelle molto grandi: cominciamo da quella più piccola, appena 130 volte il raggio del Sole e cioè 0.6 UA, qualcosa di meno dell’orbita di Venere. Vista da 10 UA (la distanza di Saturno dal Sole) la stella variabile V509 Cas appare dello stesso colore del nostro Sole, fatto questo che finora non avevamo mai incontrato, ma molto più luminosa e grande (6° e mezzo).

La variabile R Cas da 10 UA

Il secondo mostro celeste è un’altra variabile, R Cas, che dal nome ci dice che è la prima stella variabile scoperta in Cassiopea: su tratta di una variabile di tipo Mira Ceti e cioè una stella che cambia la propria luminosità in un lungo periodo di tempo, tra valori molto differenti. In questo caso, R Cas cambia la propria $magnitudine$ da un massimo di 4.7 (visibile ad occhio nudo in città non troppo luminose) ad un minimo di 13.7 (dunque visibile solamente con buoni telescipo) in un tempo pari a 431 giorni. Questa stella ha un raggio di 340 volte quello solare, praticamente quanto l’orbita di Marte e dunque se fosse posta al centro del Sistema Solare ingloberebbe al suo interno tutto quanto fino al pianeta rosso, Terra compresa.

La stella ρ Cas da 10 UA

Il terzo godzilla della costellazione di Cassiopea è la stella ρ Cas, che sfiora di poco i mille raggi solari, toccando il valore spaventoso di 950 volte il raggio del nostro piccolissimo Sole: in questo caso da 10 UA la stella è notevolmente minacciosa, giallina abbagliante, con un diametro di più di 35°. Riflettiamo un attimo sui valori in gioco: questa stella ha un diametro che è 950 volte quello del Sole. A quale distanza ci dobbiamo porre per vedere questo mostro grande quanto il Sole, con un raggio di 31′ ? Vi do 10 secondi per pensarci, dopodiché rispondo con un’altra foto che paragona le due stelle.

Confronto tra ρ Cas ed il Sole

Sono passati i 10 secondi e la risposta è ovvia: ci dobbiamo porre a 950 UA da questo mostro stellare. Riflettiamo insieme: la sonda Voyager I, lanciata nel 1977, perciò 34 anni fa, dopo aver esplorato Giove e Saturno si sta allontanando dal Sistema Solare ed alla data in cui scrivo (fine aprile) si trova a 117 UA dal Sole. La distanza a cui ci dobbiamo porre da ρ Cas per vederla grande come il Sole è attualmente più di 8 volte di quanto percorso in 34 anni dalla sonda della NASA: come dire che per arrivare a quella distanza, alla sonda ci vorranno più di 8 volte tanto, quasi 270 anni, anno più anno meno. Terrificante! E da quella distanza poi questo mostro di stella è praticamente luminoso quanto il Sole, con una $magnitudine$ di -25 rispetto a -26.

Una riflessione dopo tante cifre: trovo che questo tipo di analisi ci fa capire sempre di più quanto è vario e stupendo l’universo, con sorprese dietro l’angolo, che si nascondono dietro a puntini apparentemente anonimi. Tra l’altro confesso che molte delle informazioni che fornisco sono totalmente nuove anche per me, appassionato di Astronomia da 40 anni: tutto questo grazie al fatto di pensare alle stelle come oggetti dotati di una loro grandezza ed immersi in uno spazio sconfinato per giunta tridimensionale. Voi sapete che il discorso delle distanze astronomiche mi sta molto a cuore e sorrido quando sento parlare di possibilità di viaggi interstellari (che non siano quelli fantascientifici di Star Trek & C). Avete idea di quanti anni luce corrispondano al famoso valore di 950 unità astrononomiche? Dieci? Cento? Trecentocinquanta? No, macché, sono appena quindici millesimi di $anno luce$, ossia 5 giorni luce e mezzo, che corrispondono esattamente allo spazio percorso dalla luce in una bazzecola di 5 giorni e mezzo.
Cinque giorni e mezzo rispetto a 270 anni… Una bella differenza!

Ci sono pure stelle normali!

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In questo turbinio di cifre astronomiche sembra quasi che le altre stelle di Cassiopea siano molto meno interessanti: però per una volta tanto lasciamo da parte le stelle più brillanti della costellazione, tanto di loro se n’è parlato fin dall’antichità risvegliando immagini di regine dai piedi più o meno lunghi. Di queste 5 stelle principali aggiungo soltanto che tra queste ci sono dei mostriciattoli, Tsih grande 62 volte il Sole e Shedir, 42 volte la nostra stella: le ritroveremo fra poco nel diagramma in cui faccio il paragone grafico delle grandezze di stelle varie.

Il sole dalla stella Achird

Per adesso ci facciamo un giretto dalle parti di quella stella che è la più vicina tra quelle di Cassiopea, con 19 anni luce ed un diametro di (udite udite) 1.1 volte quello del Sole (Achird A), praticamente una sua gemella, accompagnata da una stella grande la metà (Achird B) e posta ad una distanza irrisoria di appena 88 UA. Da questa piccola distanza di 19 anni luce, gli astronomi Achirdiani (A o B, fate voi) conoscono bene la nostra stella, di $magnitudine$ 3.7, che non sfigura certamente all’interno della Croce del Sud, che probabilmente laggiù chiamano Dus led Ecorc. Avete notato che tutti gli astronomi extrasolari, che abbiamo fin qui incontrato, hanno tutti lo stesso modo buffo, opposto al nostro, di chiamare gli oggetti del cielo?
Aggiungo che dalle altre due stelle vicine (μ Cas e Caph) il Sole è ovviamente meno luminoso ed anche per gli astronomi Mucassidi e Caphiani la stella Elos appartiene alla stessa costellazione dal nome rovesciato.

Confrontiamoci

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I mostri di Cassiopea nel Sistema

Solare

Ho parlato prima dei tre mostri Cassiopeiani e di come prenderebbero posto all’interno del Sistema Solare. Come sempre ho realizzato un diagramma (secondo la logica che un disegno vale più di tante cifre) in cui ho posto i mostri che man mano incontriamo, esattamente al posto del Sole: ecco dunque la rossa R Cas che si mangia tutto fin oltre l’orbita di Marte e la gialla ρ Cas che invece supera abbondantemente i mostri sacri Betelgeuse ed Antares. Ancora però la stella KY Cyg sembra irraggiungibile… Riuscirà qualche stella a superarla?

I mostri di Cassiopea rispetto ad

altre stelle

In quest’altro diagramma invece ho effettuato il paragone consueto tra le stelle più famose e significative incontrate finora con quelle viste in questa puntatata: c’è da ribadire il concetto che anche la fulgida Rigel sta sempre più andandosi a nascondere davanti a stelle che le fanno letteralmente mangiare la polvere, tipo V509 Cas che è quasi il doppio, per non parlare di R Cas di cui sappiamo già tutto. Più sotto ho aggiunto le stelle principali della costellazione e diciamo che in tempi di magra la loro figura la farebbero anche loro: ho però la sensazione che nel prossimo diagramma ne ritroveremo pochine… vedremo. E il Sole? Vi ricordo che il puntino è un misero omaggio alla nostra stella, che in scala sarebbe in realtà molto più piccolo, praticamente invisibile.

Facciamo l’appello

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Ecco il significato delle stelle che hanno un nome, ma che forse non viene molto usato: in questo caso basta indicare lassù le 5 stelle di Cassiopea, decisamente difficili da ricordare.

  • Shedir (α Cas): dall’arabo, il petto della regina
  • Caph (β Cas): dall’arabo, la mano macchiata della regina
  • Tsih (γ Cas): dall’arabo, la frusta (della regina? boh!)
  • Ruchbah (δ Cas): dall’arabo, il ginocchio della regina
  • Segin (ε Cas) e Achird (η Cas): citate da varie parti, ma senza spiegazione sull’origine del nome
  • Marfak (θ e μ Cas): dall’arabo, il gomito della regina

Quando e dove è visibile?

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La risposta è semplice: sempre e dovunque. Stando dalla parte opposta dell’Orsa Maggiore rispetto alla stella polare, dovrebbe essere facile trovare e riconoscere successivamente questa costellazione circumpolare.

Informazioni su Pierluigi Panunzi 458 Articoli
Classe 1955, sono nato e vivo a Roma, laureato in Ingegneria Elettronica, in pensione dopo aver lavorato per anni nel campo del software, ma avrei voluto laurearmi in Astronomia. Coltivo la passione per l’astronomia dal giorno successivo allo sbarco dell’uomo sulla Luna, maturando un interesse sempre crescente per la Meccanica Celeste, il moto dei pianeti, la Luna e i satelliti. Da molti anni sono divulgatore scientifico e in passato ho presieduto a serate astronomiche organizzate a Roma e paesi vicini. Da parecchi anni mi sto perfezionando nell’astrofotografia grazie all’auto-regalo di varie apparecchiature digitali

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1 Commento    |    Aggiungi un Commento

  1. Giusto un paio di chicche (ovviamente non astronomiche perché ho solo da imparare)
    Come giustamente è stato fatto notare le immagini delle raffigurazioni della costellazione sono state tutte girate proprio perché Cassiopea è sempre rivolta a testa in giù. Causa di questa sua posizione è la sua superbia e malvagità:
    - superbia perché si vantava che lei e sua figlia Andromeda fossero le più belle, più belle anche delle Nereidi (ninfe marine famose per le affascinanti chiome);
    - malvagità perché, irriconoscente nei confronti di Perseo che ha salvato sua figlia Andromeda (che ha rischiato di essere divorata dal mostro -costellazione della balena- mandato da Nettuno per punire la sua superbia), ha tramato con il cognato Fineo (primo pretendente di Andromeda) l'uccisione di Perseo durante le nozze con Andromeda stessa.
    Gli antichi a questo punto la punirono mettendola in cielo rivolta a testa in giù oppure, secondo un'altra interpretazione, si trovava già in cielo per il suo status di regina poi a causa del suo comportamento finì a testa in giù pronta a cadere da un momento all'altro.

    Non a caso l'immagine di Stellarium raffigura Cassiopea che si osserva in uno specchio perché molti credono che la sua storia abbia ispirato Biancaneve (al tempo non c'era Walt Disney a promuovere le virtù tra i bambini ma i miti)

    Riguardo all'appello delle stelle:

    Caph (β Cas): dall’arabo, la mano macchiata della regina => la traduzione potrebbe anche essere "mano tinta di Henna". Ancora oggi i tatuaggi temporanei usano proprio l'arbusto spinoso dell'Henna (un tempo erano segno di nobiltà)

    Tsih (γ Cas): dall’arabo, la frusta (della regina? boh!) => da quello che ho trovato questa è una delle poche stelle molto luminose che non ha ereditato un nome dal latino o arabo bensì dal cinese