Le stelle non vogliono più giocare…

Mentre si discute animatamente sulla profonda crisi economica che coinvolge quasi tutte le nazioni del mondo, pochi si occupano di un’irrefrenabile caduta del “prodotto interno lordo” dell’intero Universo. La conclusione è una sola: la produzione di materia prima sta crollando e vi è una frenata spaventosa delle nascite. Insomma un Universo pieno di attori anziani, che si sta lentamente spegnendo.

L’Universo, come sanno bene coloro che hanno letto il mio libro “Il Gioco delle Stelle”, ha uno scopo fondamentale (forse l’unico):  creare sempre nuove stelle, le quali prolificano e tramandano i loro “geni” alle generazioni successive. Purtroppo, la crisi delle nascite è ormai nettissima e stiamo vivendo in un Cosmo di vecchi pensionati. Le loro luci si spegneranno lentamente e ben poco potranno fare i giovani, che si ridurranno sempre più di numero.

A questo risultato sono giunti ricercatori di molte nazioni, attraverso osservazioni di tre dei più grandi telescopi terrestri: lo UK Infrared Telescope (UKIRT), il Very Large Telescope (VLT) e il Subaru. Questi “mostri” tecnologici hanno misurato con una precisione e completezza mai raggiunta prima il tasso di formazione stellare in galassie la cui luce ci sta raggiungendo dopo tempi che coprono la maggior parte dell’età dell’Universo. In altre parole, si è ottenuto una misura di quante stelle per unità di tempo sono state prodotte da poco dopo il Big Bang fino a oggi.

il prodotto interno lordo dell'Universo in funzione del tempo
Il prodotto interno lordo dell'Universo in funzione del tempo. Rappresentazione di tipo “economico” del tasso di formazione stellare, dato in termini di tonnellate di materia stellare prodotta per anno luce cubico al minuto. Proprio una specie di “prodotto interno lordo” dell’Universo. Come si vede molto bene, vi è stato un crollo del 97% dal “boom” di undici miliardi di anni fa. Fonte: D. Sobral.

Il risultato è molto deprimente: al giorno d’oggi la produzione di nuove stelle è soltanto 1/30 di quella che si aveva durante il picco creativo relativo a circa 11 miliardi di anni fa. Una decrescita continua e inesorabile che porta a una previsione parimenti drammatica: per quanto sia lungo il futuro del Cosmo, non si potranno creare più di un 5% di nuove stelle.  A meno che non capiti qualcosa di inaspettato e di imprevedibile per le nostre conoscenze.

il triste destino dell'Universo
Il triste destino dell'Universo. Rappresentazione della massa stellare prodotta dal Big Bang fino ad oggi. Ovviamente, la materia stellare è oggi più grande di quella originaria, ma quello che conta è la pendenza della curva. Essa era massima proprio intorno agli undici miliardi di anni fa. La curva ci dice che nel futuro la tendenza è per un andamento ben poco inclinato: per tanto che vivrà l’Universo, l’aumento non potrà arrivare al 5%. E intanto le vecchie stelle si spengono…

In parole ancora più crude, la produzione stellare è crollata del 97% negli ultimi 11 miliardi di anni. Il grande picco di quel periodo così ricco e prolifico è solo un triste ricordo. Allora nascevano stelle gigantesche, contenenti centinaia di volte la massa del Sole. Vivevano pochissimo, ma generavano in fretta nuove stelle, più piccole e più durature. Il nostro Sole rappresenta probabilmente la terza generazione di quei fantastici progenitori (i nostri nonni…).

Tutto è cominciato circa trecento milioni di anni dopo il Big Bang, quando le prime luci si erano accese. Poi è stato un crescente turbinio di nascite fino a giungere al “boom” nel giro di un paio di miliardi di anni. Da un punto di vista puramente “economico”, se consideriamo le stelle come l’unico “bene” prodotto dall’Universo, dobbiamo accettare una scomoda verità: il prodotto interno lordo è oggi solo il 3% di quello dell’età dell’oro.

Come già detto, se questo “trend” continuerà (e niente con le conoscenze attuali saprebbe dare alternative), la nuova e futura ricchezza del Cosmo (ossia il numero di stelle) non potrà che essere – al massimo- il 5%, anche se l’Universo vivesse per sempre. Ciò vuol dire che ben pochi nuovi giovani prenderanno il posto dei moltissimi anziani che si spegneranno per sempre. Un Universo sempre più buio e triste…

Perché non ce ne accorgiamo? Perché siamo fortunati e stiamo vivendo in un’isola felice, in cui le cose vanno ancora benissimo, un paradiso “fiscale”… forse…

Godiamoci questa favorevole situazione. D’altra parte non possiamo fare altro se non studiare il declino e porci  la solita domanda: “Perché?”

Come sanno i lettori del mio libro, io ho una personale risposta: “Un gioco è bello quando dura poco. Poi bisogna inventarsene un altro”. Non ci resta che aspettare e saper pensare come i bambini…

L’articolo originale si può trovare qui

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8 Commenti    |    Aggiungi un Commento

  1. Questa notizia mi rende un po' triste...A giudicare dal grafico, se il trend rimarrà lo stesso in futuro (e non vedo come potrebbe cambiare, visto che l'universo continua a espandersi senza segni di inversione di tendenza) il calo di produzione stellare non accennerà a fermarsi. Non sono un esperto, ma forse il calo è stato meno massiccio negli ultimi 5 miliardi di anni, rispetto a quello che ci fu fra i 5.8 e i 8.4 miliardi di anni dopo il Big Bang...che la variazione negativa assoluta tenderà a diminuire leggermente nel tempo (come se tendesse asintoticamente a 0)?
    Direi che siamo vicini al periodo di massima presenza stellare ai giorni nostri, a giudicare dal secondo grafico, dopodichè il declino sarà impetuoso, a quanto ho capito....

  2. Beh, mi sembra naturale..... Prima c'era materia prima in abbondanza e ben concentrata, e ora ce n'è sempre di meno, e per di più "inquinata".... Sembra la copia in grande della storia dell'umanità....

  3. Citazione Originariamente Scritto da Danilo Visualizza Messaggio
    Questa notizia mi rende un po' triste...A giudicare dal grafico, se il trend rimarrà lo stesso in futuro (e non vedo come potrebbe cambiare, visto che l'universo continua a espandersi senza segni di inversione di tendenza) il calo di produzione stellare non accennerà a fermarsi. Non sono un esperto, ma forse il calo è stato meno massiccio negli ultimi 5 miliardi di anni, rispetto a quello che ci fu fra i 5.8 e i 8.4 miliardi di anni dopo il Big Bang...che la variazione negativa assoluta tenderà a diminuire leggermente nel tempo (come se tendesse asintoticamente a 0)?
    Direi che siamo vicini al periodo di massima presenza stellare ai giorni nostri, a giudicare dal secondo grafico, dopodichè il declino sarà impetuoso, a quanto ho capito....
    scusami... ma non capisco cosa intendi dire...

  4. Seguido i suoi posto mi sono fatto un'idea di un universo pieno di risorse e sorprese, e anche questo calo del gioco delle stesse, non può dare inizio a nuove forme, cioè chè le vecchie stelle si trasformino in buchi neri, nuocve aurore, scusa ma parla da grand ignarante ma sostenitore della bellezza del creato.

  5. Citazione Originariamente Scritto da Luca Montesi Visualizza Messaggio
    Seguido i suoi posto mi sono fatto un'idea di un universo pieno di risorse e sorprese, e anche questo calo del gioco delle stesse, non può dare inizio a nuove forme, cioè chè le vecchie stelle si trasformino in buchi neri, nuocve aurore, scusa ma parla da grand ignarante ma sostenitore della bellezza del creato.
    caro Luca,
    se tutto si tradforma in buchi neri e massa scura... inizieranno a giocare a nascondino!!!!

  6. Personalmente, nonostante il rispetto incondizionato che nutro verso i ricercatori e gli scienziati, trovo che fare stime e previsioni che ci catapultano troppo avanti o troppo indietro sia un esercizio che pecca un po' di superbia.
    Mi spiego : Le conclusioni sul "futuro dell'universo" e il suo passato remoto credo che dovremmo prenderle con le pinze. Ci sono ancora troppe incognite, troppi fenomeni che stiamo ancora cercando di capire e, probabilmente, troppi fenomeni che ancora non conosciamo. Temo che per il momento dovremmo limitarci all'essere degli osservatori, o dei bambini ammaliati da una tale immensità. Per gli oracoli credo sia ancora un po presto, con tutto il rispetto! Correggetemi se sbaglio, ma alla fin fine i dati e le conseguenti conclusioni non si limitano al nostro "osservabile"? e questo "quanto" universo é?
    Grazie per l'articolo.