Le costellazioni: poesia e ignoranza vanno a braccetto.

Questo articolo non vuole essere assolutamente polemico. Non vuole nemmeno mettere in discussione gli interessantissimi viaggi che Pierluigi ci fa fare nelle costellazioni, chiarendo sempre le vere motivazioni di certe scelte di comodo. Il mio scopo è solo quello di chiarire l’importanza di queste figure essenzialmente mitologiche che rivestono un ruolo del tutto secondario e trascurabile nell’astronomia odierna. Il vero problema è che l’importanza, che spesso e volentieri vengono dati a nomi molto suggestivi che sembrano contenere al loro interno stelle, galassie, nebulose, ammassi e chi più ne ha più ne metta, può causare una visione distorta del Cosmo e delle limitazioni che l’uomo ha nell’osservarlo. Non parliamo, poi, dei tragici risvolti che le costellazioni hanno quando sconfinano troppo frequentemente nell’astrologia. Nessuna accusa alle costellazioni, quindi, che -oltretutto- vengono ancora usate anche dai professionisti per definire molte delle stelle che si studiano nel cielo. Solo una chiara definizione di cosa rappresentano e dei loro risvolti assolutamente privi di interesse astronomico.

Immaginate di affacciarvi da un balcone di una casa posta in montagna, da cui si gode un panorama quasi infinito. Vicino a voi, tra i fiori che splendono nei loro vasi, il paesino con le sue case dal tetto spiovente. Poi una foresta di pini. Dietro a questa, pendii ricoperti di prati fioriti e le prime cime che puntano verso il cielo, ammantate ancora di neve (soprattutto se siamo a maggio…). Tra una cima e l’altra si intravedono altre valli, altri villaggi, un lago che brilla al Sole. Più lontane altre montagne che chiudono l’orizzonte. Un aereo sembra sfiorare la vetta più alta e il Sole accarezza quella un poco più a destra.

Bene. Pensereste mai di dare un nome unico a tutto ciò che state vedendo? No, di certo, al limite potreste definirlo come “il panorama che vedo dal mio balcone”, ma non gli dareste certo con un nome proprio, né lo considerereste qualcosa di definito e strutturato. Sapreste benissimo che quello che vedete dal vostro balcone sarebbe completamente diverso se visto dalla casa che sta sulla montagna di fronte. Le distanze sono tali che basterebbe spostarsi un poco per rendersi subito conto che alcune cose sono vicine, a poche decine di metri, altre a media distanza, altre ai limiti dell’orizzonte, altre ancora nel cielo e il Sole addirittura a più di cento milioni di chilometri di distanza. I vostri sensi, soprattutto la vista, ma anche l’udito, il tatto e l’olfatto vi farebbero capire subito che ciò che vedete è posto a distanze ben diverse e che non esiste nessuna relazione fisica tra i vostri vasi di fiori, il paese, la foresta, le montagne, l’aereo, il lago e il Sole.

Ognuno di questi “oggetti” ha una sua realtà fisica ben diversa e del tutto indipendente. A ognuno dareste un nome senza pensare minimamente di chiamarli come “mio balcone 2, mio balcone gamma, mio balcone Z-14, ecc.” Molto meglio sarebbe legare tra loro le montagne anche se relativamente distanti, i laghi e laghetti, i paesi e le strade che li uniscono, gli aerei che passano, il Sole da solo o insieme magari alla Luna che sta dalla parte opposta e non potete vederla dal balcone.

Se, però, vi affacciate di notte dallo stesso balcone e guardate verso l’alto vedreste soltanto punti luminosi più o meno intensi. Provate a muovervi un poco, a sentire i loro profumi e i loro suoni, a toccarli con le mani. Niente da fare: sono troppo lontani da voi. Non siete assolutamente in grado, con i vostri mezzi, di stabilire chi è vicino e chi è lontano. Sembrano tutti incollati su un immenso telone nero che vi circonda, dalla forma semisferica.

Come distinguere quelli di destra da quelli di sinistra, quelli in basso da quelli in alto? Per voi sono oggetti tutti uguali e tutti posti alla stessa apparente distanza. Però, però, a guardarli bene, alcuni di essi formano delle linee particolari, altri appaiono disegnare delle strane forme nel Cielo. Lasciatevi  trasportare dalla fantasia e raggruppateli secondo queste strane figure. Non potete fare di meglio. Questi disegni, oltretutto, sono anche visibili, tali e quali, dal vostro amico che sta sulla collina di fronte e anche da quelli che sono rimasti in città o dall’altra parte della Terra. Potete quindi dargli tranquillamente un nome proprio e tutti sapranno immediatamente di cosa state parlando.

Ovviamente, è un segno di resa, di ignoranza delle caratteristiche fisiche di quei punti che non riuscite a comprendere e che appaiono tutti uguali. Qualcuno, molto meno fantasioso e creativo, potrebbe anche pensare di dividere quella semisfera nera in tanti rettangoli, o quadrati, o triangoli e chiamare ognuno di loro con un numero progressivo: quadrato1, 2, 3,…., 1500. Il risultato sarebbe lo stesso; avrebbe, comunque, coniato un nome e cognome per la zona in cui si trovano certi puntini luminosi, ma sarebbe una scelta estremamente fredda e ben poco poetica.

Così sono nate le costellazioni e così i primi pensatori e scienziati dell’umanità sono anche riusciti a capire quali erano quelle che venivano attraversate dal Sole durante il suo apparente viaggio annuale. Pensateci bene. Non era cosa facile. Bisognava capire che la costellazione dei Gemelli era una di queste, ma non si poteva certo vedere direttamente il Sole passare tra Castore e Polluce. Anzi la si poteva vedere bene solo quando il Sole era dalla parte opposta della Terra. Una deduzione non banale e che forse oggi ben pochi riuscirebbero a fare.

Arrivarono i telescopi e i puntini luminosi crebbero in numero spaventoso. Non bastavano più i nomi per chiamare una per una le stelle e si cominciò a definirle con una lettera greca inserita dopo il nome della costellazione: gamma del Centauro, ad esempio. Ma il meno fantasioso amico poteva anche continuare a chiamarla gamma del quadratino 156.

Poi si ci rese conto che non tutti i puntini luminosi erano uguali. Alcuni rimanevano puntini anche con grandi telescopi, altri diventavano nuvolette diffuse, altri ancora sembravano piccole trottole. Non solo però, l’uomo era riuscito a trovare nella geometria e nella fisica di quei puntini la possibilità di determinare la loro distanza dalla Terra. Ed ecco che alcuni punti divennero vasi di fiori, altri case di un paese, altri ancora città lontanissime e via dicendo. Anche senza bisogno di utilizzare i sensi non sufficientemente attrezzati per valutare distanze così enormi, l’uomo era riuscito a capire che quella semisfera nera non era un telone fisso, posto a una certa distanza, ma era popolata da alcuni oggetti realmente vicini tra loro e altri separati da distanze inimmaginabili. Il panorama notturno dal vostro balcone aveva mostrato la sua profondità.

Ci sono voluti secoli di lotte, di grandi menti, di attrezzature sofisticate per giungere a questo risultato. Un risultato che l’uomo ha cercato di ottenere fin dal primo momento in cui ha guardato verso l’alto: riuscire a capire se anche l’Universo era formato da montagne, vasi, laghi, città, aerei e Soli, solo apparentemente visibili dal balcone nella stessa direzione.

Superato questo scoglio, che sembrava insormontabile, perché allora mantenere valide le definizioni basate su un’atavica ignoranza del tipo “balcone mio punto 345 oppure quadratino 344 o, ancora, gamma di Orione”? Non ve ne era più bisogno, ora che si poteva classificare ogni punto in base alla sua essenza fisica (montagna, paese, lago, aereo, stella, nebulosa, galassia, ecc.) e alla sua distanza da noi.

La Scienza decise di adeguarsi alle scoperte che avevano risolto uno dei massimi enigmi della mente umana, ma volle comunque mantenere valide certe definizioni che rappresentavano la lunga storia di vittorie e di sconfitte scientifiche. Mantenne, quindi, i nomi poetici e mitologici, ma li escluse da qualsiasi valenza scientifica. Un ricordo poetico e nulla più. Se delta dell’Acquario è ancora definita in quel modo, essa è anche una stella doppia stretta formata da una nana bianca e da una gigante rossa che appartengono all’ammasso stellare NGC 1234 . Quella vicinissima girandola, un tempo chiamata magari come zeta è invece una galassia a spirale barrata, a trecentoventi milioni di anni luce dal sistema doppio e classificata come M21. Essa fa parte di un’altra famiglia di oggetti, di un altro tempo, di un altro spazio.

Divertiamoci quindi con le costellazioni e i loro fantastici miti. Esse ci mostrano l’incredibile fantasia dell’uomo attraverso i secoli e la dura e continua lotta contro l’ignoranza. Tuttavia, non dimentichiamo l’inconsistenza di una definizione basta sulla scarsa conoscenza che oggi abbiamo finalmente superato. Soprattutto, cerchiamo di non venire trascinati in un mondo che è voluto rimanere attaccato ai miti non per valori poetici, ma solo per giocare con la stupidità umana (che non è diminuita nel tempo) e continuare a dare alle costellazioni una valenza fisica e astronomica che non possono avere.

Il paesaggio che vediamo dal nostro balcone, anche di notte, si divide in paesi, laghi, montagne, città, vasi di fiori, pini e prati, aerei, Sole e Luna. Usiamo questi nomi faticosamente scoperti e diamo alle costellazioni il loro antico, commovente, valore mitologico e nulla più.

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57 Commenti    |    Aggiungi un Commento

  1. bell'articolo enzo,comunque penso che qua dentro mi pare che siamo già tutti assai sgamati di fronte a questi temi,poi aldilà degli affascinanti miti delle costellazioni,rimangono tutt'ora un ottima "mappa" per suddividere il cielo e trovare la tale stella o il tale oggetto,poi vabbè con certe persone non c'è niente da fare....io ho un paio di amici che sono intrippatissimi con l'astrologia e oroscopi di ogni tipo,e non si passa.....per quanto bombardi o provi a smontare il loro castello (di sabbia ) non ci vedono e non ci sentono....è fede

  2. Citazione Originariamente Scritto da davide1334 Visualizza Messaggio
    bell'articolo enzo,comunque penso che qua dentro mi pare che siamo già tutti assai sgamati di fronte a questi temi,poi aldilà degli affascinanti miti delle costellazioni,rimangono tutt'ora un ottima "mappa" per suddividere il cielo e trovare la tale stella o il tale oggetto,poi vabbè con certe persone non c'è niente da fare....io ho un paio di amici che sono intrippatissimi con l'astrologia e oroscopi di ogni tipo,e non si passa.....per quanto bombardi o provi a smontare il loro castello (di sabbia ) non ci vedono e non ci sentono....è fede
    l'articolo è stato scritto per i visitatori novelli, soprattutto quelli che vengono qui a seguito delle pillole su meteo.it e canale 5. Molti non sono "sgamati" come voi... purtroppo.

  3. Grazie per l'interessante articolo di cui mi é piaciuta molto la metafora del panorama che chiarisce in maniera molto semplice la struttura del cosmo. Riguardo alle costellazioni le considero una poetica guida stellare il cui fascino in effetti finisce dove inizia la conoscenza scientifica degli oggetti celesti la quale é ancor più interessante.

  4. Grazie, Enzo, di questo meraviglioso articolo.
    Quasi quasi lo faccio leggere a una persona di mia conoscenza che si accompagna piacevolmente alla sua beata ignoranza e compra settimanalmente un giornalino solo per... l'oroscopo e la mattina non esce di casa se prima non ha sentito le previsioni astrologiche

  5. Citazione Originariamente Scritto da SVelo Visualizza Messaggio
    Grazie, Enzo, di questo meraviglioso articolo.
    Quasi quasi lo faccio leggere a una persona di mia conoscenza che si accompagna piacevolmente alla sua beata ignoranza e compra settimanalmente un giornalino solo per... l'oroscopo e la mattina non esce di casa se prima non ha sentito le previsioni astrologiche
    grazie a te carissima. Speriamo che serva, ma sai.. quando non si vuole capire c'è poco da fare!

  6. Citazione Originariamente Scritto da Vincenzo Zappalà Visualizza Messaggio
    grazie a te carissima. Speriamo che serva, ma sai.. quando non si vuole capire c'è poco da fare!
    E infatti, non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire

  7. Caro Enzo, hai ragionissima e non posso che sottoscrivere quanto dici.
    Ciò nonostante, mi permetto ancora di giocare con le costellazioni e tutto il resto. In fondo, rimane sempre un'ottimo argomento di conversazione.....
    E, diciamo la verità, acchiappa.... In fondo, basta ricordarsi sempre che è un gioco....

  8. Ogni volta che mi trovo a parlare con gruppi di persone al parco, a lavoro, per strada, e si parla di nascite, escono inevitabilmente fuori frasi del tipo:
    "Ah... Toro! Capirai, cocciuto eh!!" e io zitto...
    "Scorpione! Affari tuoi, la mia ex era Scorpione e non si reggeva!" e io zitto...
    "Gemelli! Eh bella mia, te la sei cercata.... ha la doppia personalità!" e io zitto....
    "ma... ASCENDENTE????"

    Ormai io resto ammutolito e mi allontano con qualche scusa... e Vale (la mia compagna) mi guarda, consapevole del fatto che se aprissi bocca passerei come uno "strano". Infatti prima non restavo ammutolito ma provavo a spiegare i concetti di questo articolo e la prospettiva ingannevole delle costellazioni. Beh, non è bello vedere le loro facce che ti guardano come se avessi in qualche modo distrutto ciò in cui credevano o in cui vogliono per forza credere (a questo punto penso sia così).

    Fatto sta che le stesse persone con cui ho parlato si ritrovano oggi a parlare del più e del meno, e inevitabilmente si continuano a sentire discorsi su ascendenti, cuspidi, iperboli, ellissi...

  9. io ho rinunciato da tanti anni ..... prima cercavo di far capire alla gente che erano assurdità, e non solo in fatto di astrologia , anche su altre cose.. ma l'unico risultato era di essere sempre più isolata (anche se devo dire che di certa gente non si sente la mancanza) ma sai, ad esempio sul lavoro o situaz simili non puoi sceglierti gli amici e i buoni rapporti sono fondamentali così ho imparato : sorrido e sto zitta. Al massimo dico con aria svagata "oh, davvero ? ma guarda,non lo sapevo..) a volte gli dò corda e poi mi spancio dalle risate (che cattiva !) e poi hai notato ? se cerchi di spiegare, non solo ti odiano perchè cerchi di togliergli dei punti di riferimento importantissimi per la vita, ma oltretutto gli dà un fastidio pazzesco che tu abbia un pò di cultura, sei un palloso serioso che se la tira