Re: Espansione dello spazio a velocità superiore a quella della luce.
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Red Hanuman
Dipende. Se sono molto vicini può prevalere la gravità, e potrebbero avvicinarsi, invece di allontanarsi. Più sono lontani tra loro, e maggiore sarà l'effetto dello spazio che si forma nel mezzo
Cosa si intende come “nel mezzo”? questo vuoto dove si crea?non lo fa uniformemente? Cioè ad esempio si crea spazio all’interno del superammasso della vergine? E fuori di esso? È nei grandi vuoti della rete/ragnatela cosmica a larga scala che si crea continuamente tutto questo (nuovo) spazio vuoto?
Re: Espansione dello spazio a velocità superiore a quella della luce.
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davide1334
Cosa si intende come “nel mezzo”? questo vuoto dove si crea?non lo fa uniformemente?
Il vuoto si crea ovunque, anche all'interno del tuo corpo o dentro le molecole. Il punto è quanto se ne forma.
Se ogni secondo si formasse all'interno del tuo corpo un miliardesimo di millimetro, non te ne accorgeresti nemmeno, perchè le quattro forze (forza forte, forza debole, forza elettromagnetica e gravità) manterrebbero comunque coerente il tuo corpo. Lo stesso vale per stelle, sistemi solari, galassie e ammassi di galassie: fintanto che lo spazio che si forma tra i vari componenti consente loro di restare uniti grazie alle 4 forze, essi mantengono la loro coerenza.
Ma sommando questi incrementi di spazio su distanze sempre più grandi, allora la somma dello spazio formato è sufficiente a togliere coerenza agli oggetti più vasti e a farci percepire l'allontanamento tra di essi (tramite il famoso redshift cosmologico).
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Cioè ad esempio si crea spazio all’interno del superammasso della vergine? E fuori di esso? È nei grandi vuoti della rete/ragnatela cosmica a larga scala che si crea continuamente tutto questo (nuovo) spazio vuoto?
Lo spazio si crea ovunque, ma più del fatto che se ne formi è importante il tasso di formazione e l'accumulo tra le distanze.
Se spingiamo il concetto all'estremo, e aumentiamo a dismisura il tasso di espansione (che, ricordo, è in aumento a quanto pare), arriviamo alla disgregazione dell'intero universo fino alle particelle più piccole: il cosiddetto "Big Rip".
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l valore da considerare è w ossia il rapporto tra la pressione dell'energia oscura e la sua densità. Se w < −1 l'Universo verrà alla fine frantumato. Il conto alla rovescia sarebbe catastrofico: prima le galassie verrebbero separate le une dalle altre, poi la gravità sarebbe troppo debole per tenerle assieme e le stelle si separerebbero. Circa tre mesi prima della fine, i pianeti si separerebbero dalle stelle. Negli ultimi minuti, le stelle e i pianeti sarebbero disintegrati, e gli atomi verrebbero distrutti una frazione di secondo prima della fine. In seguito, l'Universo sarebbe ridotto a una serie di particelle elementari isolate le une dalle altre, in cui ogni attività sarebbe impossibile. Poiché ogni particella sarebbe impossibilitata a vedere le altre, in un certo senso l'Universo osservabile si ridurrebbe effettivamente a zero.
Re: Espansione dello spazio a velocità superiore a quella della luce.
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Se é così come funziona
A "mio" modo di vedere (che sicuramente è quello sbagliato :rolleyes:) quando parliamo di spazio in espansione, bisogna considerare che si tratta di uno spazio quadridimensionale, dove la dimensione tempo la vediamo crearsi proprio di fronte a noi allo scorrere di ogni secondo; e se è così per il tempo deve esserlo per forza anche per le altre tre dimensioni, le quali a livello entropico si formano e poi ce le lasciamo dietro attraverso il nostro percorrere la linea del presente in formazione. Io che sono alla tastiera, oppure l'esplosione di una supernova lontana sono eventi che accadono nel presente di tali soggetti e che restano scritti sul tessuto spazio temporale in formazione, visibili poi ai nostri sensori (occhi compresi) in maniera direttamente proporzionale alla distanza da noi in cui questi avvenimenti sono accaduti; per esempio basterebbe allontanarsi di poco meno di duemila anni luce e con un telescopio abbastanza potente potremmo vedere la costruzione del Colosseo, per una supernova lontana potrebbero volerci milioni se non miliardi di anni per vederla, mentre la radiazione cosmica di fondo, emessa quando era relativamente vicino a noi ed al nostro presente, continua e continuerà ad essere visibile. Spero di aver espresso correttamente il concetto che mi passa per la mente...
Tornando allo spazio(tempo) in espansione, direi che un qualsiasi oggetto si trova ogni secondo un secondo più lontano da noi; anche un sasso che teniamo in mano non è più lo stesso di un secondo prima, e per oggetti non legati a noi gravitazionalmente questo allontanarsi sarà ancor più evidente.
Ed ora mi partono altre congetture (come se quelle che ho scritto non fossero già abbastanza...:whistling: ). E se entropicamente parlando, un oggetto massivo, a livello quantico rallentasse la formazione di spazio-tempo: più massa più eventi ed informazioni da scrivere sul nuovo tessuto in formazione (un po' come su un computer, anche se la sola idea mi mette i brividi), causando i vari effetti gravitazionali osservabili...:thinking:
E se i buchi neri supermassicci non fossero altro che residui più o meno estesi di ciò che c'era prima del big bang, ovvero ne spazio e ne tempo che si espandono, dove i buchi neri stellari ne eguagliano gli effetti ma non la sostanza di cui sono costituiti. Ciò potrebbe essere un indizio su come siano così antichi e numerosi, mentre per quelli intermedi non si hanno ancora prove certe della loro esistenza...:thinking:
E qui mi fermo. Come detto, le mie son solo congetture, frutto di voli mentali fatti quando appunto il tempo me lo concede, dunque leggetele come tali.:)
Re: Espansione dello spazio a velocità superiore a quella della luce.
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Originariamente Scritto da
Red Hanuman
Il vuoto si crea ovunque, anche all'interno del tuo corpo o dentro le molecole. Il punto è quanto se ne forma.
Se ogni secondo si formasse all'interno del tuo corpo un miliardesimo di millimetro, non te ne accorgeresti nemmeno, perchè le quattro forze (forza forte, forza debole, forza elettromagnetica e gravità) manterrebbero comunque coerente il tuo corpo. Lo stesso vale per stelle, sistemi solari, galassie e ammassi di galassie: fintanto che lo spazio che si forma tra i vari componenti consente loro di restare uniti grazie alle 4 forze, essi mantengono la loro coerenza.
Ma sommando questi incrementi di spazio su distanze sempre più grandi, allora la somma dello spazio formato è sufficiente a togliere coerenza agli oggetti più vasti e a farci percepire l'allontanamento tra di essi (tramite il famoso redshift cosmologico).
Lo spazio si crea ovunque, ma più del fatto che se ne formi è importante il tasso di formazione e l'accumulo tra le distanze.
Se spingiamo il concetto all'estremo, e aumentiamo a dismisura il tasso di espansione (che, ricordo, è in aumento a quanto pare), arriviamo alla disgregazione dell'intero universo fino alle particelle più piccole: il cosiddetto "
Big Rip".
grazie red.quindi diciamo che il vuoto si crea ovunque, ma diventa percettibile e importante a livello macroscopico,laddove la gravità esercita sempre meno?
Re: Espansione dello spazio a velocità superiore a quella della luce.
Sì, per ora. Dovesse aumentare il tasso di produzione di nuovo spazio, gli effetti si manifesterebbero via via su forze più potenti della gravità.
Re: Espansione dello spazio a velocità superiore a quella della luce.
Una domanda un poco fuori tema la posto qui per non creare un post ad hoc.
Lo spazio è isotropo, ovunque si guardi sembra praticamente uguale a se stesso, in più ci possiamo spingere con la nostra strumentazione solo a meno di 14 miliardi di anni luce, si dice anche che non ha confini ma, dico ma, se ha un diametro di 92 miliardi di anni luce ci saranno galassie alla periferia estrema.
Cosa vedrebbe un osservatore periferico?
Non potrebbe dire che lo spazio è isotropo perchè da un lato non vi sarebbero ancora galassie e tantomeno stelle, ai confini dello spazio vi deve essere un qualcosa in cui lo spaziotempo vi deve ancora arrivare ma non vi è ancora arrivato ma se avesse le nostre conoscenze e apparecchiature cosa vedrebbe?
Re: Espansione dello spazio a velocità superiore a quella della luce.
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Originariamente Scritto da
Morimondo
Una domanda un poco fuori tema la posto qui per non creare un post ad hoc.
Lo spazio è isotropo, ovunque si guardi sembra praticamente uguale a se stesso, in più ci possiamo spingere con la nostra strumentazione solo a meno di 14 miliardi di anni luce, si dice anche che non ha confini ma, dico ma, se ha un diametro di 92 miliardi di anni luce ci saranno galassie alla periferia estrema.
Attenzione, tu stai parlando dell'universo osservabile, non dell'intero universo. Un universo di cui possiamo percepire la luce che in circa 13,787 miliardi di anni ci ha potuto raggiungere, e ci parla di oggetti che ora grazie all'espansione sono lontani circa 46,5 miliardi di anni luce da noi al massimo.
NON è tutto l'universo, che probabilmente è molto più grande, e che per la stragrande maggioranza sta oltre quello che possiamo osservare.
Citazione:
Cosa vedrebbe un osservatore periferico?
Qualcosa di molto simile a quello che vediamo noi, visto che non è una vera periferia, ma solo uno spazio limite oltre il quale NOI non possiamo scorgere nulla.
Citazione:
Non potrebbe dire che lo spazio è isotropo perchè da un lato non vi sarebbero ancora galassie e tantomeno stelle, ai confini dello spazio vi deve essere un qualcosa in cui lo spaziotempo vi deve ancora arrivare ma non vi è ancora arrivato ma se avesse le nostre conoscenze e apparecchiature cosa vedrebbe?
No, è completamente errato quello che dici. Non c'è un confine dello spazio, e quello che vedrebbe un osservatore posto al limite del nostro universo osservabile è molto simile a quello che vediamo.
Non è un confine fisico, ma solo concettuale...
Re: Espansione dello spazio a velocità superiore a quella della luce.
Citazione:
Originariamente Scritto da
Red Hanuman
Non è un confine fisico, ma solo concettuale...
Forse potrebbe aiutare la comprensione del concetto provando a "forzare" il paragone con la superficie terrestre, con tutti i limiti del caso naturalmente perché la superficie terrestre è in due dimensioni spaziali, mentre l'Universo sarebbe in tre dimensioni spaziali.
Immaginiamo di stare sulla superficie della Terra, ma immaginiamo anche che la Terra si stia lentamente gonfiando come un palloncino. Se anche ci spostiamo e iniziamo a viaggiare, non vedremo mai la "fine della superficie", per cui parlare di bordo dell'Universo è un'idea concettualmente errata, che presuppone che ci sia un limite spaziale al di là del quale c'è un qualcosa di non occupato, cioè qualcosa di simile a uno spazio vuoto. Questo "al di là" del bordo è ciò che non ha senso. Sarebbe come pensare che a un certo punto la superficie terrestre finisca di botto e che andando oltre si precipiti nel nulla, per cui avvicinandoci a questo limite non vedremo più nulla non essendoci nulla.
Sempre per l'effetto palloncino, noi vediamo che nel corso del tempo, una montagna che all'inizio era vicina, si "sposta" sempre più verso l'orizzonte; in realtà non è che si sia spostata, ma fra noi a la montagna si è "creata" nuova superficie a causa del gonfiaggio che sta dilatando il territorio.
Il fatto di non riuscire a percepire come sia possibile traslare quest'idea all'Universo è dovuto al fatto che i nostri sensi biologici semplicemente non sono progettati per visualizzare un simile fenomeno; i nostri sensi sono tarati per l'ambiente terrestre (o comunque per l'ambiente di un pianeta, possibilmente di tipo roccioso) e per comprendere quindi un'area ben definita e un'unità di tempo molto limitata.
Re: Espansione dello spazio a velocità superiore a quella della luce.
l’universo tutto è ovviamente più grande ma non sappiamo quanto più grande……potrebbe pure darsi che in una qualche direzione, un qualche universo osservabile più in là del nostro, ve ne sia uno dove si “vede” la fine,cioè magari si vedrebbero solo oggetti relativamente vicini e basta,il che potrebbe fare intuire di essere arrivati al limite vero.....possibile?
Re: Espansione dello spazio a velocità superiore a quella della luce.
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Originariamente Scritto da
Ro84
Forse...
Immaginiamo di stare sulla superficie della Terra, ma immaginiamo anche che la Terra si stia lentamente gonfiando come un palloncino. Se anche ci spostiamo e iniziamo a viaggiare, non vedremo mai la "fine della superficie", per cui parlare di bordo dell'Universo è un'idea concettualmente errata, che presuppone che ci sia un limite spaziale al di là del quale c'è un qualcosa di non occupato, cioè qualcosa di simile a uno spazio vuoto. Questo "al di là" del bordo è ciò che non ha senso. Sarebbe come pensare che a un certo punto la superficie terrestre finisca di botto e che andando oltre si precipiti nel nulla, per cui avvicinandoci a questo limite non vedremo più nulla non essendoci nulla.
Sempre per l'effetto palloncino, noi vediamo che nel corso del tempo, una montagna che all'inizio era vicina, si "sposta" sempre più verso l'orizzonte; in realtà non è che si sia spostata, ma fra noi a la montagna si è "creata" nuova superficie a causa del gonfiaggio che sta dilatando il territorio.
L'esempio non mi dispiace ma Gaetano ha postato:...
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Originariamente Scritto da
Gaetano M.
Non Certamente affiancati, presumo, perchè vi dovrebbe essere una certa quantità di spazio più vuoto che non si può, senza i soliti 4 o 5 protroni, senza energie, senza fluttuazioni quantistiche perchè, cito un riga che ho trovato su Wikipedia uno spazio assolutamente vuoto violerebbe il principio di Heisenberg.
Conpenetrati non credo nemmeno, vi sarebbe un'espansione entro un'altra e vedremmo moltissimi oggetti all'ultravioletto.
Quindi nonostante ciò potrebbero esistere altri universi?
Non riesco a capire, ma non è colpa vostra, cercherò un bravo neurologo.