Giova84
26-07-2015, 22:24
Eccomi qui, anche se con molto ritardo, a condividere la serata osservativa del 16 luglio scorso, organizzata in occasione della Luna Nuova.
L'attività si è svolta in una zona di bassa collina presso Monte S. Biagio, in provincia di Latina, in condizioni di cielo totalmente sgombro di nubi, umidità oltre il 70%, IL visibilmente presente soltanto a sud entro i primi 20-25° di altitudine e seeing stimabile entro il livello III della scala di Antoniadi.
Per la prima volta porto con me, insieme al mio rifrattore 120/600 e agli accessori in dotazione, anche i nuovi acquisti: gli oculari Maxvision 68° 28mm e 24mm, e il Tecnosky Planetary ED 5mm; il diagonale a specchio TS 90°.
La serata prevede un programma dedicato completamente a due categorie di oggetti fino ad ora praticamente mai osservati, galassie e nebulose. Il primo dso in lista è M51, trovato molto facilmente usando il 24mm a 25x, col quale si presenta come un evanescente batuffolino grigio; salendo con gli ingrandimenti, col 10mm a 60x l'alone è più esteso, ma perde in luminosità, cosa che invece sorprendentemente non accade col 5mm a 120x, con il quale l'immagine si mantiene più nitida e per un momento se ne intuisce relativamente bene anche la forma! Peccato per il seeing non molto buono, che rende il tutto molto instabile.
Breve fuori programma su due stelle doppie, Albireo e Mizar, col 5mm: gli astri sono ben staccati e dei primi è visibile la diversa colorazione, tuttavia l'immagine è poco ferma e soffre di cromatismo, che si manifesta sotto forma di aloni luminosi che circondano ciascuna stella.
Falliti i tentativi fatti per trovare M101, mi lancio alla ricerca di M57, trovata quasi immediatamente: poco più grande di una stella nel 24mm, la nebulosa planetaria diventa molto bella col 5mm, grazie al quale appare come come un grande anello grigio chiaro con all'interno una porzione più scura; ancora una volta, purtroppo, è negativo l'effetto del seeing, che rende estremamente complicata la messa a fuoco e consente di apprezzare in maniera decorosa l'oggetto soltanto per pochissimi secondi alla volta.
A questo punto rivolgo il telescopio alla costellazione del Sagittario per ammirarne le nebulose, ma i primi oggetti in cui mi imbatto sono due ammassi globulari, riconosciuti grazie alle carte stellari in M22 ed M28: il primo col 5mm appare davvero fantastico, dato che se ne risolve un gran numero di stelle, non soltanto dell'alone più esterno, ma anche verso la sua parte più interna, a eccezione del nucleo che rimane il solito batuffolo grigio indistinto; il secondo, molto più piccolo, appare sicuramente meno spettacolare, conservando anche al 5mm il classico aspetto degli ammassi globulari visti in precedenza.
Purtroppo l'IL in prossimità della fascia bassa di cielo a sud rende impercettibili le due estese nebulose Trifida e Laguna, così come l'Omega. Forse si salva soltanto la Nebulosa Aquila, vista come un alone grigio ellittico che verosimilmente corrisponde alla porzione più interna e luminosa: la posizione dovrebbe essere quella giusta, anche se in caso affermativo sarebbe strano non riuscire a percepire l'Omega, vicina e dotata di caratteristiche di illuminazione superficiale non molto diverse.
Nettamente migliori sono i risultati ottenuti con un'altra nebulosa planetaria, M27: facile da trovare col 24mm, dà il meglio di sé col 5mm, grazie al quale se ne coglie bene la caratteristica forma.
A fine serata tento altre due nebulose estese, Velo e Nord America, entrambe sicuramente centrate, ma non viste: l'unico risultato ottenuto è stato quello di imbattermi nell'ammasso aperto NGC6940, grande e apprezzabile nel 24mm, che con i suoi 25x ne offre il miglior ingrandimento. Ripiego allora, per non chiudere la sessione osservativa con un nulla di fatto, su M29 col 5mm, per vedere se si notano le stelle secondarie dell'ammasso, tuttavia se ne colgono solo le principali.
Prima di smontare l'attrezzatura mi diletto con una veloce spazzolata degli ammassi aperti del Cigno col 28mm, con la quale concludo una serata abbastanza positiva, con risultati ottimi e inaspettati soprattutto sulle nebulose planetarie, mentre per le nebulose estese bisognerà rimandare a cieli più bui.
L'attività si è svolta in una zona di bassa collina presso Monte S. Biagio, in provincia di Latina, in condizioni di cielo totalmente sgombro di nubi, umidità oltre il 70%, IL visibilmente presente soltanto a sud entro i primi 20-25° di altitudine e seeing stimabile entro il livello III della scala di Antoniadi.
Per la prima volta porto con me, insieme al mio rifrattore 120/600 e agli accessori in dotazione, anche i nuovi acquisti: gli oculari Maxvision 68° 28mm e 24mm, e il Tecnosky Planetary ED 5mm; il diagonale a specchio TS 90°.
La serata prevede un programma dedicato completamente a due categorie di oggetti fino ad ora praticamente mai osservati, galassie e nebulose. Il primo dso in lista è M51, trovato molto facilmente usando il 24mm a 25x, col quale si presenta come un evanescente batuffolino grigio; salendo con gli ingrandimenti, col 10mm a 60x l'alone è più esteso, ma perde in luminosità, cosa che invece sorprendentemente non accade col 5mm a 120x, con il quale l'immagine si mantiene più nitida e per un momento se ne intuisce relativamente bene anche la forma! Peccato per il seeing non molto buono, che rende il tutto molto instabile.
Breve fuori programma su due stelle doppie, Albireo e Mizar, col 5mm: gli astri sono ben staccati e dei primi è visibile la diversa colorazione, tuttavia l'immagine è poco ferma e soffre di cromatismo, che si manifesta sotto forma di aloni luminosi che circondano ciascuna stella.
Falliti i tentativi fatti per trovare M101, mi lancio alla ricerca di M57, trovata quasi immediatamente: poco più grande di una stella nel 24mm, la nebulosa planetaria diventa molto bella col 5mm, grazie al quale appare come come un grande anello grigio chiaro con all'interno una porzione più scura; ancora una volta, purtroppo, è negativo l'effetto del seeing, che rende estremamente complicata la messa a fuoco e consente di apprezzare in maniera decorosa l'oggetto soltanto per pochissimi secondi alla volta.
A questo punto rivolgo il telescopio alla costellazione del Sagittario per ammirarne le nebulose, ma i primi oggetti in cui mi imbatto sono due ammassi globulari, riconosciuti grazie alle carte stellari in M22 ed M28: il primo col 5mm appare davvero fantastico, dato che se ne risolve un gran numero di stelle, non soltanto dell'alone più esterno, ma anche verso la sua parte più interna, a eccezione del nucleo che rimane il solito batuffolo grigio indistinto; il secondo, molto più piccolo, appare sicuramente meno spettacolare, conservando anche al 5mm il classico aspetto degli ammassi globulari visti in precedenza.
Purtroppo l'IL in prossimità della fascia bassa di cielo a sud rende impercettibili le due estese nebulose Trifida e Laguna, così come l'Omega. Forse si salva soltanto la Nebulosa Aquila, vista come un alone grigio ellittico che verosimilmente corrisponde alla porzione più interna e luminosa: la posizione dovrebbe essere quella giusta, anche se in caso affermativo sarebbe strano non riuscire a percepire l'Omega, vicina e dotata di caratteristiche di illuminazione superficiale non molto diverse.
Nettamente migliori sono i risultati ottenuti con un'altra nebulosa planetaria, M27: facile da trovare col 24mm, dà il meglio di sé col 5mm, grazie al quale se ne coglie bene la caratteristica forma.
A fine serata tento altre due nebulose estese, Velo e Nord America, entrambe sicuramente centrate, ma non viste: l'unico risultato ottenuto è stato quello di imbattermi nell'ammasso aperto NGC6940, grande e apprezzabile nel 24mm, che con i suoi 25x ne offre il miglior ingrandimento. Ripiego allora, per non chiudere la sessione osservativa con un nulla di fatto, su M29 col 5mm, per vedere se si notano le stelle secondarie dell'ammasso, tuttavia se ne colgono solo le principali.
Prima di smontare l'attrezzatura mi diletto con una veloce spazzolata degli ammassi aperti del Cigno col 28mm, con la quale concludo una serata abbastanza positiva, con risultati ottimi e inaspettati soprattutto sulle nebulose planetarie, mentre per le nebulose estese bisognerà rimandare a cieli più bui.