Giova84
13-05-2016, 10:55
Salve a tutti, vorrei condividere con voi la mia esperienza riguardante il tanto atteso transito di Mercurio dello scorso 9 maggio, che ho avuto la fortuna di ammirare in condizioni pressoché ideali.
La sorte, infatti, mi ha riservato un giorno di riposo a lavoro e la possibilità di tornare a Caserta a casa dei miei genitori, dove posso usufruire dello splendido punto di osservazione offerto, per questo tipo di fenomeni, dal balcone di casa, dotato di un'ottima visuale aperta a sud e che consente di seguire a lungo il moto degli astri nel loro naturale percorso da est verso ovest.
Soprattutto, poi, è stato il meteo a metterci del suo: mi sono ritrovato una splendida giornata primaverile, ampiamente soleggiata tranne poche, sporadiche, nubi sparse che si dimostreranno del tutto ininfluenti; inoltre, le temperature erano piuttosto alte (costantemente sopra i 20°C) e l'umidità molto contenuta, il che ha reso il cielo terso e libero di quella cappa di umidità e smog che troppo spesso ha caratterizzato i cieli della zona nell'ultimo periodo.
Mi presento in leggero ritardo all'appuntamento: rincasato alle 12.50, monto il mio rifrattore acromatico 120/600 e vi applico il filtro Astrosolar autocostruito in occasione dell'eclissi di Sole del 20 marzo 2015, stavolta però lasciando il copri-lente inserito e privato dal tappo secondario, diaframmando così il telescopio a 75mm per limitarne il cromatismo, che in effetti non recherà particolare disturbo (a differenza di quando accadde nel corso del precedente evento).
Per quando termino tali procedure e prendo confidenza col puntamento tramite red-dot schermato con Astrosolar (comunque da eseguire con una certa cautela), Mercurio ha già preso posto entro il grande disco solare.
Accostando per la prima volta l'occhio alla lente dell'oculare, non riesco a non provare un misto di timore e riverenza nei confronti della nostra stella, la cui potenza, allo stesso tempo vitale e distruttrice, è per me sempre fonte di piacevole inquietudine, nonostante mi faccia coraggio con lo scudo più efficace che sia possibile mettere in gioco contro di essa: il filtro Astrosolar.
Questo irrazionale e quasi ancestrale approccio nei confronti del Sole mi spinge a limitarne l'osservazione soltanto a eventi astronomici particolari, i quali però, grazie a ciò, si caricano di un ulteriore interesse: ammirare il minuscolo puntino nero di Mercurio danzare, col passare delle ore, tra le macchie solari, in un gioco di avvicinamenti e allontanamenti dalla loro principale concentrazione collocata poco decentrata in alto a destra (ovviamente la visione è ribaltata da destra a sinistra) è davvero suggestivo!
Scandisco la sessione in intervalli di mezz'ora circa a partire dalle 13.25, in modo da avere un sensibile spostamento del pianeta che, comparso in alto a destra, percorre una traiettoria curvilinea spostandosi sempre più in basso a sinistra. A ogni tappa, alterno i due oculari: il 24mm (25x) è preferibile perché mi offre una visione d'insieme, col Sole completamente inquadrato e con i dettagli interni comunque riconoscibili; con il 5mm (120x), invece, il guadagno è soprattutto nella visione delle macchie solari, ma non reca vantaggi nell'osservazione del transito di Mercurio, in quanto riduce troppo la porzione della stella inquadrata e non permette di cogliere al meglio lo spostamento del pianeta sulla sua superficie.
Conduco la seduta fino alle 17.30 circa, cercando di documentare anche fotograficamente usando con metodo afocale smartphone e fotocamera.
Quasi all'improvviso, senza che me ne rendessi conto, intorno alle 17.45 il Sole si inabissa alle spalle del palazzo nascondendosi definitivamente alla vista e portando con sé nel suo abbraccio il piccolo Mercurio che tanta soddisfazione oggi mi ha dato!
La fuga mi ha lasciato con un po' di amaro in bocca, non avendo potuto dare consapevolmente l'ultimo sguardo e aver salutato coscientemente i due protagonisti della giornata: un errore di calcolo e inesperienza di cui farò tesoro in futuro.
Allego una sintesi fotografica del “mio” transito di Mercurio, che non ha alcuna velleità di essere professionale, ma solo un ricordo di un'altra splendida esperienza vissuta con col naso all'insù.
La sorte, infatti, mi ha riservato un giorno di riposo a lavoro e la possibilità di tornare a Caserta a casa dei miei genitori, dove posso usufruire dello splendido punto di osservazione offerto, per questo tipo di fenomeni, dal balcone di casa, dotato di un'ottima visuale aperta a sud e che consente di seguire a lungo il moto degli astri nel loro naturale percorso da est verso ovest.
Soprattutto, poi, è stato il meteo a metterci del suo: mi sono ritrovato una splendida giornata primaverile, ampiamente soleggiata tranne poche, sporadiche, nubi sparse che si dimostreranno del tutto ininfluenti; inoltre, le temperature erano piuttosto alte (costantemente sopra i 20°C) e l'umidità molto contenuta, il che ha reso il cielo terso e libero di quella cappa di umidità e smog che troppo spesso ha caratterizzato i cieli della zona nell'ultimo periodo.
Mi presento in leggero ritardo all'appuntamento: rincasato alle 12.50, monto il mio rifrattore acromatico 120/600 e vi applico il filtro Astrosolar autocostruito in occasione dell'eclissi di Sole del 20 marzo 2015, stavolta però lasciando il copri-lente inserito e privato dal tappo secondario, diaframmando così il telescopio a 75mm per limitarne il cromatismo, che in effetti non recherà particolare disturbo (a differenza di quando accadde nel corso del precedente evento).
Per quando termino tali procedure e prendo confidenza col puntamento tramite red-dot schermato con Astrosolar (comunque da eseguire con una certa cautela), Mercurio ha già preso posto entro il grande disco solare.
Accostando per la prima volta l'occhio alla lente dell'oculare, non riesco a non provare un misto di timore e riverenza nei confronti della nostra stella, la cui potenza, allo stesso tempo vitale e distruttrice, è per me sempre fonte di piacevole inquietudine, nonostante mi faccia coraggio con lo scudo più efficace che sia possibile mettere in gioco contro di essa: il filtro Astrosolar.
Questo irrazionale e quasi ancestrale approccio nei confronti del Sole mi spinge a limitarne l'osservazione soltanto a eventi astronomici particolari, i quali però, grazie a ciò, si caricano di un ulteriore interesse: ammirare il minuscolo puntino nero di Mercurio danzare, col passare delle ore, tra le macchie solari, in un gioco di avvicinamenti e allontanamenti dalla loro principale concentrazione collocata poco decentrata in alto a destra (ovviamente la visione è ribaltata da destra a sinistra) è davvero suggestivo!
Scandisco la sessione in intervalli di mezz'ora circa a partire dalle 13.25, in modo da avere un sensibile spostamento del pianeta che, comparso in alto a destra, percorre una traiettoria curvilinea spostandosi sempre più in basso a sinistra. A ogni tappa, alterno i due oculari: il 24mm (25x) è preferibile perché mi offre una visione d'insieme, col Sole completamente inquadrato e con i dettagli interni comunque riconoscibili; con il 5mm (120x), invece, il guadagno è soprattutto nella visione delle macchie solari, ma non reca vantaggi nell'osservazione del transito di Mercurio, in quanto riduce troppo la porzione della stella inquadrata e non permette di cogliere al meglio lo spostamento del pianeta sulla sua superficie.
Conduco la seduta fino alle 17.30 circa, cercando di documentare anche fotograficamente usando con metodo afocale smartphone e fotocamera.
Quasi all'improvviso, senza che me ne rendessi conto, intorno alle 17.45 il Sole si inabissa alle spalle del palazzo nascondendosi definitivamente alla vista e portando con sé nel suo abbraccio il piccolo Mercurio che tanta soddisfazione oggi mi ha dato!
La fuga mi ha lasciato con un po' di amaro in bocca, non avendo potuto dare consapevolmente l'ultimo sguardo e aver salutato coscientemente i due protagonisti della giornata: un errore di calcolo e inesperienza di cui farò tesoro in futuro.
Allego una sintesi fotografica del “mio” transito di Mercurio, che non ha alcuna velleità di essere professionale, ma solo un ricordo di un'altra splendida esperienza vissuta con col naso all'insù.