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Visualizza Versione Completa : Dalla birra a Tritone



corrado973
18-06-2016, 15:12
Il primo uomo che riuscì a scorgere questa meraviglia:
http://s33.postimg.org/v2mjruhpr/Triton_moon.jpg

fu William Lassell
http://s33.postimg.org/jdn5hmg4v/William_Lassell.jpg
nato in data di oggi 18 giugno ma del 1799.
Era rossa come il tramonto o bionda come l'oro la dissetante birra che William Lassel produceva per i pub del porto di Liverpool. E per lui era proprio oro colato, o meglio denaro sonante. Tanto da permettergli sin da giovane, tra i trenta e i quarant'anni, di lasciare in gestione i suoi affari e dedicarsi completamente alla sua vera passione: il cielo, con le sue stelle e i suoi pianeti. L'interesse di William non si limitava all'osservazione notturna. Il birraio inglese studiava ogni trattato o studio pubblicato, si teneva aggiornato sulle nuove scoperte e in contatto con i maggiori astronomi del tempo, e si costruiva da solo i suoi strumenti di osservazione.
E proprio con uno dei suoi telescopi riflettori, dal diametro di 60 centimetri e montato in modo da poter seguire facilmente lo spostamento degli oggetti celesti in base alla rotazione terrestre, il 10 ottobre 1846 Lassel vide per primo Tritone, il più grande satellite di Nettuno, uno dei sette più massicci del Sistema Solare. Lo stesso Nettuno era stato appena osservato per la prima volta: catturato dal telescopio di Johann Gottfried Galle a Berlino il 23 settembre, 17 giorni prima; anche se la sua esistenza era stata precedentemente calcolata e prevista da Urbain Le Verrier.
La notizia della scoperta di Galle era stata pubblicata dal Times i primi di ottobre, e Lassel aveva ritagliato il trafiletto corrispondente, inserendolo nel suo taccuino delle osservazioni. Tre giorni dopo il nebbioso cielo inglese gli permise finalmente di osservarlo con il suo telescopio. L'interesse per il nuovo pianeta era stato risvegliato in William anche da una nota speditagli da John Herschel (figlio di William Hershel), nella quale l'astronomo gli consigliava di cercare proprio la presenza di eventuali satelliti.

Per Lassel individuare Nettuno non era stato difficile, ma fin da subito il suo sofisticato strumento gli aveva permesso di notarvi qualcosa intorno: una sorta di anello, come del resto accadeva al fratello più grande Saturno. Sette giorni dopo ritentò l'osservazione, e questa volta l'occhio del suo telescopio trovò non un anello ma un satellite, proprio come previsto da Hershel. William spedì la notizia dell’avvistamento di una “ luna del pianeta di Verrier” al Times, insieme all'ipotesi della presenza di anelli intorno al pianeta, che la pubblicò il 14 ottobre.
Il satellite venne denominato Tritone quasi quarant'anni dopo, nel 1880, da Camille Flammarion. I nomi, infatti, per Lassel non ebbero mai tanta importanza: quando individuò una nuova luna di Saturno fu lui stesso a chiamarla Iperione, ma lasciò a John Hershel il compito di chiamare Ariel e Umbriel i due satelliti di Urano, rispettivamente il terzo e il quarto, da lui scoperti nel 1851. Più che a nominare il suo satellite, William probabilmente teneva a dimostrare l'esistenza degli anelli intorno all'ottavo pianeta. Purtroppo non ci riuscì (secondo molti dei suoi successori non gli sarebbe mai stato possibile con la strumentazione a sua disposizione), e solo Voyager II, nel 1989, ha confermato l'esistenza dei sottili anelli di Nettuno. Ma per farlo ci è dovuto passare davvero molto vicino.
Ecco il suo telescopio di Lassell:
http://s33.postimg.org/6g0c553jj/telescopio_de_lassell.jpg