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Visualizza Versione Completa : Oscillazioni solari nel riflesso di Nettuno



Red Hanuman
19-12-2016, 20:52
Il pianeta più esterno del Sistema solare è stato utilizzato come specchio naturale per captare la luce della nostra stella e ricavare, grazie agli strumenti di Kepler, informazioni sulle oscillazioni che avvengono al suo interno. Nel team internazionale di astronomi che ha condotto l'indagine c?è anche il "nostro" Enrico Corsaro dell'Istituto Nazionale di Astrofisica, fellow del prog...
leggi tutto... (http://www.astronomia.com/2016/12/19/oscillazioni-solari-nel-riflesso-di-nettuno/)

corrado973
19-12-2016, 21:03
Grazie Red. Enrico ti faccio i complimenti anche pubblicamente. [emoji4]

Corrado

Red Hanuman
19-12-2016, 21:19
Le prime domande le faccio io: a che livello corrispondono le informazioni che ricaviamo da questo studio? Cioè, riguardano solo gli strati superficiali del Sole, o si va più in profondità?
Come possono essere impiegati questi dati?

Enrico Corsaro
19-12-2016, 23:21
Molte grazie Red per aver preso carico di pubblicare la notizia qui e per i vostri complimenti!

Il livello di informazione va decisamente più in profondità della sola superficie, ricoprendo la zona convettiva solare. Anche se non discusso nell'articolo Media INAF (perchè altrimenti troppo dettagliato), siamo riusciti a estrarre circa 25 frequenze di oscillazione, le quali possono essere utilizzate per vincolare la struttura solare fino alla base della zona convettiva.

L'impiego di questi risultati ha sostanzialmente ripercussione su tutti i dati fin'ora utilizzati. Il punto è che bisogna prestare attenzione al livello di rumore presente nei dati e anche a come misuriamo il segnale, quindi anche in base al tipo di modelli utilizzati per riprodurre le osservazioni (come quello del fit in arancione nella figura). In generale abbiamo comunque un esito positivo, che va cioè a confermare che le misure compiute fin'ora su altre stelle rimangono valide. In futuro avremo modo di ripetere questa operazione anche con Urano, e possibilmente con altri telescopi spaziali che andranno in orbita.

Marcos64
20-12-2016, 06:49
Grazie Enrico Corsaro per l'approfondimento. Inutile dirti che tifo per te! :)

etruscastro
20-12-2016, 08:27
te l'ho detto in altri "spazi" ma i complimenti sono riduttivi, bravissimo Enrico!

Enrico Corsaro
20-12-2016, 10:30
Sempre gentili, grazie :)!

Dinamo
20-12-2016, 14:28
Complimenti! Ottimo lavoro!

Gaetano M.
21-12-2016, 19:57
I 49 giorni di misure sono serviti solo per rendere più evidenti le variazioni in funzione delle lunghezze d'onda e non per analizzare le variazioni nel tempo. Enrico Corsaro mi incuriosisce il possibile utilizzo di questi studi, visto che viene fatto anche su stelle lontane. Immagino che siano indicativi della composizione delle stelle.

Enrico Corsaro
22-12-2016, 11:35
I 49 giorni di misure sono serviti solo per rendere più evidenti le variazioni in funzione delle lunghezze d'onda e non per analizzare le variazioni nel tempo.
Lo diciamo un po' diversamente. L'analisi viene fatta nel dominio delle frequenze poichè esso ci permette di identificare i modi di oscillazione in maniera chiara. Se il tempo osservativo (totale) aumenta, il risultato è che miglioriamo la risoluzione in frequenza, e cioè abbiamo più dati da poter usare per uno stesso modo di oscillazione (lo vediamo meglio in pratica, più definito). Nel dominio del tempo questo tipo di analisi è invece difficile perchè le oscillazioni solari hanno un carattere instrinseco di tipo stocastico (imprevedibile), che ne cambia continuamente la distribuzione.


@Enrico Corsaro (http://www.astronomia.com/forum/member.php?u=2649) mi incuriosisce il possibile utilizzo di questi studi, visto che viene fatto anche su stelle lontane. Immagino che siano indicativi della composizione delle stelle.
Ci danno moltissime informazioni, principalmente su massa e raggio stellari, poi anche sulla struttura interna (fino a che profondità arriva la zona convettiva, ad esempio), e anche sulla struttura e composizione del nucleo radiativo (se una stella brucia idrogeno in una shell oppure elio nel nucleo, ad esempio). Ci danno anche informazioni sui campi magnetici di superficie, sulla metallicità della stella e sulla temperatura efficace, sull'inclinazione dell'asse di rotazione della stella e sulla velocità di rotazione, sulla rotazione differenziale tra nucleo ed inviluppo esterno, e sui meccanismi di trasporto del momento angolare. Tutto questo sempre sfruttando le proprietà osservative delle oscillazioni stesse.