fabpc
25-08-2017, 23:40
Perché questo titolo?
Per il fatto che questo è il mio primo (e spero non ultimo) report osservativo: premetto che è da poco meno di un anno che mi sto dedicando all’osservazione strumentale, pertanto devo ancora scoprire e ammirare mooolti oggetti, basti sapere che ho ancora molto del catalogo di Messier da depennare nella to-do-list.
E dunque, come il romano navigato e quasi assuefatto dalla pur sempre eterna spettacolarità dei monumenti di Roma invidia lo stupore e la meraviglia negli occhi del turista che per la prima volta ha di fronte a sé tali stesse meraviglie, così io da neofita vado a descrivere a voi esperti e navigati (ma non assuefatti) conoscitori del cielo alcuni oggetti classici che con stupore e meraviglia ho addirittura osservato per la prima volta con il mio strumento!
DATA: 18 agosto 2017
LUOGO: la splendida cornice dell’area osservativa a uso e beneficio del Grag a Monte Romano, Lasco di Picio o Gragland per gli amici.
STRUMENTAZIONE: Maksutov SW 150/1800 BD su EQ5 manuale (niente motori o GoTo); oculari: quelli in firma.
Arrivato a Gragland, serata piacevole in temperatura e cielo pulito, montato e stazionato il telescopio, essendo le 21:45 e in attesa di abituarmi al buio e che il Mak vada in equlibrio termico, mi dedico a osservare i due pianeti visibili in questo periodo.
GIOVE – Ormai già basso sull’orizzonte, prospetticamente immerso com’era nell’atmosfera terrestre, non mi offriva neanche dettagli delle bande equatoriali, appena visibili. Callisto si trovava nell’alone che Giove presentava all’oculare, mentre Io, Ganimede e Europa avevano una curiosa e inedita formazione ad arco.
SATURNO - Non perdo mai occasione di puntarlo, ogni volta regala sempre qualcosa. Col 12mm si presentava ben definito nei contorni, con Titano in basso. Del pianeta notavo una diversa colorazione equatoriale, una banda più scura, la Cassini era ben osservabile soprattutto agli estremi destro e sinistro dell’anello sul quale, infine, era proiettata nella parte superiore un accenno di ombra del gigante gassoso.
A partire dalle 22:30 mi sono poi dedicato a qualche Messier verso Sud, in particolare poi nella costellazione del Sagittario che non avevo mai esplorato prima. Dico subito che mi ci sono perso facilmente, ho seguito sì le informazioni sull’app del tablet ma avrei apprezzato il supporto di una guida per guidarmici agevolmente!
M4 (Ammasso globulare nello Scorpione) – Era già basso sull’orizzonte. Col 28mm apprezzavo la natura globulare dell’oggetto con qualche stellina puntiforme intorno all’alone luminoso centrale. Col 20mm diventava già troppo scuro ma potevo risolvere molte più stelle.
M80 (Ammasso globulare nello Scorpione) – Anch’esso ormai basso, poco luminoso ma riconoscibile come globulare. Non sono riuscito a risolverlo in alcuna stella ma posso dire di averlo visto (visto ma non osservato).
M8 (Nebulosa nel Sagittario) – A questo punto mi sono dedicato al Sagittario. L’app mi dava taaanti Messier, non sapevo dove puntare, d’altra parte lì c’è la vista del Centro Galattico… Mentre stavo cercando di capire come fossero disposti gli oggetti rispetto alla “teiera”, la mia attenzione è stata attratta da una macchiolina luminosa visibile a occhi nudi, tra Saturno e Kaus Boreale (la punta in alto della teiera). Ho puntato subito il telescopio senza sapere neanche guardare cosa fosse. Centrato nel cercatore, l’occhio nel 28mm: quello che ho visto… sono rimasto sconcertato, una splendida e vasta nebulosa brillante rispetto al fondo cielo, una trentina di stelle ammassate e ben risolte immerse nella continuazione della nebulosa. Non avevo mai visto qualcosa del genere, forse superiore in bellezza a M42. Solo la curiosità di sapere a questo punto cosa stessi osservando mi ha fatto togliere gli occhi dall’oculare: scoprii così che trattavasi della famosa Laguna! E quelle stelle erano l’ammasso aperto NGC6530. Mi sono domandato come lo potessero vedere gli abitanti dell’Australia che se lo ritrovano giusto allo zenith…
M12 (Ammasso globulare nell’Ofiuco) – Ho poi fatto un salto in un’altra costellazione mai puntata prima, con questo globulare che col 28mm si presentava discretamente esteso con una decina di stelle risolte. Col 20mm il nucleo appariva meglio definito rispetto alle stelle intorno.
M10 (Ammasso globulare nell’Ofiuco) – Anch’esso abbastanza esteso come M12 ma più compatto. A 90x potevo risolvere una decina di stelle intorno il nucleo nel quale tra la nebulosità qualche stellina puntiforme riuscivo a scorgerla.
A questo punto ho dovuto fare una pausa perché stava transitando una sfera di aria umidità opacizzante un po’ il cielo che fino a quel momento era stato limpido e scuro. E quindi finirò domani la stesura di questo report anticipando che il meglio deve ancora venire!
Mi scuso intanto qualora abbia usato impropri termini tecnici.
Per il fatto che questo è il mio primo (e spero non ultimo) report osservativo: premetto che è da poco meno di un anno che mi sto dedicando all’osservazione strumentale, pertanto devo ancora scoprire e ammirare mooolti oggetti, basti sapere che ho ancora molto del catalogo di Messier da depennare nella to-do-list.
E dunque, come il romano navigato e quasi assuefatto dalla pur sempre eterna spettacolarità dei monumenti di Roma invidia lo stupore e la meraviglia negli occhi del turista che per la prima volta ha di fronte a sé tali stesse meraviglie, così io da neofita vado a descrivere a voi esperti e navigati (ma non assuefatti) conoscitori del cielo alcuni oggetti classici che con stupore e meraviglia ho addirittura osservato per la prima volta con il mio strumento!
DATA: 18 agosto 2017
LUOGO: la splendida cornice dell’area osservativa a uso e beneficio del Grag a Monte Romano, Lasco di Picio o Gragland per gli amici.
STRUMENTAZIONE: Maksutov SW 150/1800 BD su EQ5 manuale (niente motori o GoTo); oculari: quelli in firma.
Arrivato a Gragland, serata piacevole in temperatura e cielo pulito, montato e stazionato il telescopio, essendo le 21:45 e in attesa di abituarmi al buio e che il Mak vada in equlibrio termico, mi dedico a osservare i due pianeti visibili in questo periodo.
GIOVE – Ormai già basso sull’orizzonte, prospetticamente immerso com’era nell’atmosfera terrestre, non mi offriva neanche dettagli delle bande equatoriali, appena visibili. Callisto si trovava nell’alone che Giove presentava all’oculare, mentre Io, Ganimede e Europa avevano una curiosa e inedita formazione ad arco.
SATURNO - Non perdo mai occasione di puntarlo, ogni volta regala sempre qualcosa. Col 12mm si presentava ben definito nei contorni, con Titano in basso. Del pianeta notavo una diversa colorazione equatoriale, una banda più scura, la Cassini era ben osservabile soprattutto agli estremi destro e sinistro dell’anello sul quale, infine, era proiettata nella parte superiore un accenno di ombra del gigante gassoso.
A partire dalle 22:30 mi sono poi dedicato a qualche Messier verso Sud, in particolare poi nella costellazione del Sagittario che non avevo mai esplorato prima. Dico subito che mi ci sono perso facilmente, ho seguito sì le informazioni sull’app del tablet ma avrei apprezzato il supporto di una guida per guidarmici agevolmente!
M4 (Ammasso globulare nello Scorpione) – Era già basso sull’orizzonte. Col 28mm apprezzavo la natura globulare dell’oggetto con qualche stellina puntiforme intorno all’alone luminoso centrale. Col 20mm diventava già troppo scuro ma potevo risolvere molte più stelle.
M80 (Ammasso globulare nello Scorpione) – Anch’esso ormai basso, poco luminoso ma riconoscibile come globulare. Non sono riuscito a risolverlo in alcuna stella ma posso dire di averlo visto (visto ma non osservato).
M8 (Nebulosa nel Sagittario) – A questo punto mi sono dedicato al Sagittario. L’app mi dava taaanti Messier, non sapevo dove puntare, d’altra parte lì c’è la vista del Centro Galattico… Mentre stavo cercando di capire come fossero disposti gli oggetti rispetto alla “teiera”, la mia attenzione è stata attratta da una macchiolina luminosa visibile a occhi nudi, tra Saturno e Kaus Boreale (la punta in alto della teiera). Ho puntato subito il telescopio senza sapere neanche guardare cosa fosse. Centrato nel cercatore, l’occhio nel 28mm: quello che ho visto… sono rimasto sconcertato, una splendida e vasta nebulosa brillante rispetto al fondo cielo, una trentina di stelle ammassate e ben risolte immerse nella continuazione della nebulosa. Non avevo mai visto qualcosa del genere, forse superiore in bellezza a M42. Solo la curiosità di sapere a questo punto cosa stessi osservando mi ha fatto togliere gli occhi dall’oculare: scoprii così che trattavasi della famosa Laguna! E quelle stelle erano l’ammasso aperto NGC6530. Mi sono domandato come lo potessero vedere gli abitanti dell’Australia che se lo ritrovano giusto allo zenith…
M12 (Ammasso globulare nell’Ofiuco) – Ho poi fatto un salto in un’altra costellazione mai puntata prima, con questo globulare che col 28mm si presentava discretamente esteso con una decina di stelle risolte. Col 20mm il nucleo appariva meglio definito rispetto alle stelle intorno.
M10 (Ammasso globulare nell’Ofiuco) – Anch’esso abbastanza esteso come M12 ma più compatto. A 90x potevo risolvere una decina di stelle intorno il nucleo nel quale tra la nebulosità qualche stellina puntiforme riuscivo a scorgerla.
A questo punto ho dovuto fare una pausa perché stava transitando una sfera di aria umidità opacizzante un po’ il cielo che fino a quel momento era stato limpido e scuro. E quindi finirò domani la stesura di questo report anticipando che il meglio deve ancora venire!
Mi scuso intanto qualora abbia usato impropri termini tecnici.