Giova84
06-12-2017, 01:45
Premessa doverosa: parlare di “report” è una parola grossa, considerato il numero di oggetti osservati, le condizioni in cui ho operato, la scarsa familiarità con lo strumento e le sue problematiche, l'assenza di un programma, la totale ignoranza delle tecniche di osservazione delle stelle doppie, che pure, per forza di cose, sono state l'obiettivo principale della serata.
Era lì da giusto una settimana, avevo avuto solo il tempo di aprire pacco e imballi per constatare che fosse tutto ok, ma nulla di più. Ormai non resistevo più… in fondo dovevo pur verificare che il piccoletto funzionasse a dovere!
Tempo per muovermi sotto cieli bui manco a pagarlo e, del resto, con questa Super Luna Piena sarebbe stato forse uno spreco di risorse ed energie. Ecco allora che decido per una sessione letteralmente “casalinga”, giusto così, per guardarci finalmente dentro a questo tubo!
La giornata aveva promesso bene in termini di condizioni atmosferiche, presentandosi serena, tersa e soleggiata e, infatti, la serata si è confermata secca (con il 45% di umidità) e fredda (6°C); insomma c'erano tutti gli ingredienti per avere un cielo con ottima trasparenza… tutto ok, se non fosse per un dettaglio: mi sono piazzato sul balcone di casa, in pieno centro cittadino, con IL spaventoso! Le stelle più significative delle costellazioni principali erano appena riconoscibili e, come se non bastasse, avevo a disposizione soltanto il fronte ovest e sud-ovest, perché tutto il resto era ostruito dai palazzi circostanti. Ma chi me lo ha fatto fare? La risposta è che, semplicemente, non potevo più esimermi: il nuovo arrivato poteva offendersi per cotanta noncuranza!
L'inizio è da panico. Monto tutto alle 18.00 e credo di poter buttare un occhio istantaneamente, come faccio col rifrattore, ma la sorpresa è traumatica: red dot ballerino e poco affidabile (capirò dopo il perché: non era registrato a dovere), IL ai limiti della gestibilità, scarsa esperienza con ingrandimenti e campo reale offerto dal pur generoso 24mm 68° fanno sì che passi una ventina di minuti senza vedere un bel nulla.
Quando finalmente becco una stella (e dico una, faticosamente riconosciuta come Altair), è tutta un ribollire di cuspidi luminose: a 80x è già impossibile mettere a fuoco.
Mi rassegno, lascio il mak vicino al balcone aperto (a metterlo fuori non mi fido) pregando che il problema sia la termostatazione dello strumento, dato che ho poca dimestichezza con la collimazione e con eventuali problematiche connesse a questo tipo di configurazione ottica.
Gestisco il resto del tardo pomeriggio e della serata come previsto: prima partita a pallone, poi festa di compleanno di un'amica.
Ritorno all'una e riprovo: i risultati sono decisamente migliori, anche se l'IL resta mortificante, ma non mi aspettavo niente di meglio da questo punto di vista.
Prendo confidenza con lo strumento puntando Mirach, salgo di ingrandimenti da 80x a 170x e capisco che non è serata, il seeing è davvero pessimo, tanto che per il resto della serata userò solo il 24mm.
Ne approfitto per familiarizzare con lo star test (concetto a me quasi del tutto sconosciuto): verifico regolarità, concentricità e similarità degli anelli che si formano sfocando in intra ed extra focale, mentre il seeing impedisce di vedere il disco di Airy… sarà per la prossima volta!
Provo a puntare la galassia di Andromeda, ma senza successo, allora mi dirotto su Almach: la stella doppia è risolta senza difficoltà e si caratterizza per la principale, gialla e molto luminosa, accompagnata da una secondaria molto più tenue e azzurrognola.
Resto in zona per tentare la sorte su qualche altro oggetto del cielo profondo e inizio con NGC752. Il grande ammasso si estende per ben 1°15', tanto da non entrare completamente nel campo dell'oculare. L'IL è forte, cosicché si scorgono solo poche stelle, benché il dso sia in realtà ben più ricco: due linee oblique parallele inclinate verso nord-ovest, formate da due gruppi di tre astri ciascuna, terminano la loro corsa in prossimità di un agglomerato di stelle che si dispongono in un'area grossomodo circolare, ma sono comunque a malapena riconoscibili e non quantificabili.
Poco più su riesco a trovare l'Ammasso a Spirale (M34), pienamente inquadrato dall'oculare, ma, devo dire, piuttosto deludente: si vedono con difficoltà poche stelle, evidentemente le più luminose di un oggetto che ha ben altro da offrire sotto cieli migliori.
Mi sposto nella costellazione di Orione, ormai pienamente accessibile tra la selva di edifici, e il primo sguardo non può che essere per le sue nebulose (M42-M43): La nebulosa di Orione, a differenza di quanto mi aspettassi, è ben visibile almeno nel suo nucleo più brillante e così pure la nebulosa de Mairan, intuibile attorno alla stella principale.
Passo poi a NGC1980, un enorme ammasso aperto di cui ammiro soltanto la porzione centrale che si sviluppa attorno ad Hatysa, per quel che permette il campo visivo offerto dallo strumento. In particolare, si riconoscono distintamente quattro stelle disposte ad arco con gibbosità rivolta a sud, che vanno a circondare la bella stella doppia, le due componenti della quale sono ben riconoscibili e connotate da una marcata differenza di magnitudine; diverso è il caso di un altro sistema binario che si trova poco più in basso, HIP 29197 - HIP 26199, le cui componenti sono pressoché equivalenti.
Un rapido passaggio su altre due doppie della costellazione di Orione, Alnilam (con componenti piuttosto differenti tra loro: una luminosa e bianca, l'altra più tenue e grigiastra) e Mintaka, chiudono la serata, non prima di aver gettato uno sguardo alla Super Luna che ha intanto fatto capolino dietro i palazzi, quando ormai sono quasi le tre: maestosa e accecante, riempie il campo dell'oculare e restituisce presso il terminatore un'immagine contrastata ed esente dalle fastidiosi aberrazioni cromatiche cui il rifrattore mi aveva abituato, anche se il seeing rende comunque la visione turbolenta e non pienamente appagante.
Ho lasciato mia moglie a letto all'una, dicendole che avrei dedicato giusto una decina di minuti a testare lo strumento… la raggiungo due ore dopo, con ancora un po' di quell'adrenalina che centra in circolo quando muoviamo i primi passi in una nuova avventura.
Era lì da giusto una settimana, avevo avuto solo il tempo di aprire pacco e imballi per constatare che fosse tutto ok, ma nulla di più. Ormai non resistevo più… in fondo dovevo pur verificare che il piccoletto funzionasse a dovere!
Tempo per muovermi sotto cieli bui manco a pagarlo e, del resto, con questa Super Luna Piena sarebbe stato forse uno spreco di risorse ed energie. Ecco allora che decido per una sessione letteralmente “casalinga”, giusto così, per guardarci finalmente dentro a questo tubo!
La giornata aveva promesso bene in termini di condizioni atmosferiche, presentandosi serena, tersa e soleggiata e, infatti, la serata si è confermata secca (con il 45% di umidità) e fredda (6°C); insomma c'erano tutti gli ingredienti per avere un cielo con ottima trasparenza… tutto ok, se non fosse per un dettaglio: mi sono piazzato sul balcone di casa, in pieno centro cittadino, con IL spaventoso! Le stelle più significative delle costellazioni principali erano appena riconoscibili e, come se non bastasse, avevo a disposizione soltanto il fronte ovest e sud-ovest, perché tutto il resto era ostruito dai palazzi circostanti. Ma chi me lo ha fatto fare? La risposta è che, semplicemente, non potevo più esimermi: il nuovo arrivato poteva offendersi per cotanta noncuranza!
L'inizio è da panico. Monto tutto alle 18.00 e credo di poter buttare un occhio istantaneamente, come faccio col rifrattore, ma la sorpresa è traumatica: red dot ballerino e poco affidabile (capirò dopo il perché: non era registrato a dovere), IL ai limiti della gestibilità, scarsa esperienza con ingrandimenti e campo reale offerto dal pur generoso 24mm 68° fanno sì che passi una ventina di minuti senza vedere un bel nulla.
Quando finalmente becco una stella (e dico una, faticosamente riconosciuta come Altair), è tutta un ribollire di cuspidi luminose: a 80x è già impossibile mettere a fuoco.
Mi rassegno, lascio il mak vicino al balcone aperto (a metterlo fuori non mi fido) pregando che il problema sia la termostatazione dello strumento, dato che ho poca dimestichezza con la collimazione e con eventuali problematiche connesse a questo tipo di configurazione ottica.
Gestisco il resto del tardo pomeriggio e della serata come previsto: prima partita a pallone, poi festa di compleanno di un'amica.
Ritorno all'una e riprovo: i risultati sono decisamente migliori, anche se l'IL resta mortificante, ma non mi aspettavo niente di meglio da questo punto di vista.
Prendo confidenza con lo strumento puntando Mirach, salgo di ingrandimenti da 80x a 170x e capisco che non è serata, il seeing è davvero pessimo, tanto che per il resto della serata userò solo il 24mm.
Ne approfitto per familiarizzare con lo star test (concetto a me quasi del tutto sconosciuto): verifico regolarità, concentricità e similarità degli anelli che si formano sfocando in intra ed extra focale, mentre il seeing impedisce di vedere il disco di Airy… sarà per la prossima volta!
Provo a puntare la galassia di Andromeda, ma senza successo, allora mi dirotto su Almach: la stella doppia è risolta senza difficoltà e si caratterizza per la principale, gialla e molto luminosa, accompagnata da una secondaria molto più tenue e azzurrognola.
Resto in zona per tentare la sorte su qualche altro oggetto del cielo profondo e inizio con NGC752. Il grande ammasso si estende per ben 1°15', tanto da non entrare completamente nel campo dell'oculare. L'IL è forte, cosicché si scorgono solo poche stelle, benché il dso sia in realtà ben più ricco: due linee oblique parallele inclinate verso nord-ovest, formate da due gruppi di tre astri ciascuna, terminano la loro corsa in prossimità di un agglomerato di stelle che si dispongono in un'area grossomodo circolare, ma sono comunque a malapena riconoscibili e non quantificabili.
Poco più su riesco a trovare l'Ammasso a Spirale (M34), pienamente inquadrato dall'oculare, ma, devo dire, piuttosto deludente: si vedono con difficoltà poche stelle, evidentemente le più luminose di un oggetto che ha ben altro da offrire sotto cieli migliori.
Mi sposto nella costellazione di Orione, ormai pienamente accessibile tra la selva di edifici, e il primo sguardo non può che essere per le sue nebulose (M42-M43): La nebulosa di Orione, a differenza di quanto mi aspettassi, è ben visibile almeno nel suo nucleo più brillante e così pure la nebulosa de Mairan, intuibile attorno alla stella principale.
Passo poi a NGC1980, un enorme ammasso aperto di cui ammiro soltanto la porzione centrale che si sviluppa attorno ad Hatysa, per quel che permette il campo visivo offerto dallo strumento. In particolare, si riconoscono distintamente quattro stelle disposte ad arco con gibbosità rivolta a sud, che vanno a circondare la bella stella doppia, le due componenti della quale sono ben riconoscibili e connotate da una marcata differenza di magnitudine; diverso è il caso di un altro sistema binario che si trova poco più in basso, HIP 29197 - HIP 26199, le cui componenti sono pressoché equivalenti.
Un rapido passaggio su altre due doppie della costellazione di Orione, Alnilam (con componenti piuttosto differenti tra loro: una luminosa e bianca, l'altra più tenue e grigiastra) e Mintaka, chiudono la serata, non prima di aver gettato uno sguardo alla Super Luna che ha intanto fatto capolino dietro i palazzi, quando ormai sono quasi le tre: maestosa e accecante, riempie il campo dell'oculare e restituisce presso il terminatore un'immagine contrastata ed esente dalle fastidiosi aberrazioni cromatiche cui il rifrattore mi aveva abituato, anche se il seeing rende comunque la visione turbolenta e non pienamente appagante.
Ho lasciato mia moglie a letto all'una, dicendole che avrei dedicato giusto una decina di minuti a testare lo strumento… la raggiungo due ore dopo, con ancora un po' di quell'adrenalina che centra in circolo quando muoviamo i primi passi in una nuova avventura.