Giova84
29-03-2018, 13:22
Chiedo scusa in anticipo agli amici del forum: lo so, non può considerarsi come un vero e proprio report, ma l'astinenza, si sa, fa brutti scherzi!
La sera del 27 marzo scorso, finalmente, ha regalato anche alla Terra di Lavoro un bel cielo sereno e allora non potevo che metter fuori il balcone il makkino e fargli fare la prima vera prova sul campo, insieme a qualche accessorio appositamente preso per accompagnarlo nell'hi-res e ancora in attesa di "battesimo": il plossl sterling 17mm, il T-Japan ortho 12,5mm e il Planetary ED 8mm.
A partire da mezzanotte mi dedico un'oretta circa alla Luna, illuminata all'84%, spingendomi dove prima non avevo mai osato: la barriera dei 150x raggiungibili con un 4mm col rifrattore acromatico, diaframmato a 75mm per contenere il cromatismo...
Centro il nostro satellite col 24mm per averne una visione d'insieme, pulita, nitida, secca... beh, tutta un'altra storia! Passo subito a macinare ingrandimenti: 112x, 152x, 238x, 380x! Una vertigine mi coglie a planare sempre più vicino ai crateri lunari, a osservarne forme, volumi, particolarità; inizio ad apprezzare come non mai il terminatore, con le sue ombre che conferiscono profondità e tridimensionalità a un'immagine che emerge dalla superficie piana del vetro per farsi materia. Passo ben presto a cercare una carta lunare, per conoscere il nome di ciò che vedo e mi ritrovo senza accorgermene ad aver dedicato quasi un'ora ad ammirare un oggetto su cui prima sostavo per pochi minuti, in attesa di lanciarmi nel cielo profondo.
Provo gli oculari, che si rivelano tutti buoni, e mi sorprende il Planetary ED 5mm lanciato a 380x, che poco perde in definizione dell'immagine rispetto al fratello 8mm e all'ortoscopico: certo, il seeing non prefetto, ma comunque buono, fa ballare l'immagine a tratti, ma la visione resta piacevole e apre lo sguardo su nuovi dettagli.
Mia moglie viene a vedere come la cavo, mette l'occhio all'oculare e resta incantata: rimane con me almeno una ventina di minuti, facendo anche qualche foto e qualche ripresa col cellulare. Alla fine proclamiamo Eratosthenoes vincitore.
Ormai è tardi, decido di ritirarmi, ma lasciando tutto montato perché di lì a poche ore il gigante del sistema solare farà capolino tra i palazzi che mi ostacolano la visuale a est e a sud-est.
Sveglia alle 5.00 ed eccomi di nuovo sul balcone: Giove è basso (ormai sotto i 30°), ma brillante e maestoso nel cielo ancora buio e sgombro di nubi. Lo punto senza indugi, col makkino non lontano dall'entrare in temperatura, ed eccolo lì come non lo avevo mai visto!
Anche ora sperimento i vari oculari, e alla fine il verdetto è che vince l'ortho; la turbolenza atmosferica, infatti, accentuata dalla scarsa altezza del pianeta, e il cielo che va progressivamente schiarendosi, garantiscono una resa migliore a ingrandimenti medi e rendono quasi fallimentare l'uso del 5mm: Giove è bello grande nell'oculare, ma la superficie appare totalmente impastata e la messa a fuoco pressoché impossibile.
Mi godo il gigante a 152x perfettamente fruibili e scorgo dettagli mai visti prima: oltre alle due bande equatoriali, poso lo sguardo sulla Grande Macchia Rossa, per me una novità, che appare come un dischetto di un rosso un po' più intenso stagliato centralmente lungo il margine inferiore della banda meridionale (ovviamente avevo visione capovolta); poi, ancora, la banda temperata sud-sud, appena percettibile, per differenza cromatica, lievemente più scura rispetto alla zona polare e infine la sottilissima banda temperata settentrionale, apprezzabile al meglio solo nell'ortho.
Mi attardo a stanare questi dettagli, confrontando anche la visione tra i vari oculari, fino a che ormai il cielo inizia a colorarsi del nuovo giorno che avanza, così mi ritiro per un altro paio d'ore di sonno, consapevole che la stagione dei pianeti, per me, è appena iniziata...
La sera del 27 marzo scorso, finalmente, ha regalato anche alla Terra di Lavoro un bel cielo sereno e allora non potevo che metter fuori il balcone il makkino e fargli fare la prima vera prova sul campo, insieme a qualche accessorio appositamente preso per accompagnarlo nell'hi-res e ancora in attesa di "battesimo": il plossl sterling 17mm, il T-Japan ortho 12,5mm e il Planetary ED 8mm.
A partire da mezzanotte mi dedico un'oretta circa alla Luna, illuminata all'84%, spingendomi dove prima non avevo mai osato: la barriera dei 150x raggiungibili con un 4mm col rifrattore acromatico, diaframmato a 75mm per contenere il cromatismo...
Centro il nostro satellite col 24mm per averne una visione d'insieme, pulita, nitida, secca... beh, tutta un'altra storia! Passo subito a macinare ingrandimenti: 112x, 152x, 238x, 380x! Una vertigine mi coglie a planare sempre più vicino ai crateri lunari, a osservarne forme, volumi, particolarità; inizio ad apprezzare come non mai il terminatore, con le sue ombre che conferiscono profondità e tridimensionalità a un'immagine che emerge dalla superficie piana del vetro per farsi materia. Passo ben presto a cercare una carta lunare, per conoscere il nome di ciò che vedo e mi ritrovo senza accorgermene ad aver dedicato quasi un'ora ad ammirare un oggetto su cui prima sostavo per pochi minuti, in attesa di lanciarmi nel cielo profondo.
Provo gli oculari, che si rivelano tutti buoni, e mi sorprende il Planetary ED 5mm lanciato a 380x, che poco perde in definizione dell'immagine rispetto al fratello 8mm e all'ortoscopico: certo, il seeing non prefetto, ma comunque buono, fa ballare l'immagine a tratti, ma la visione resta piacevole e apre lo sguardo su nuovi dettagli.
Mia moglie viene a vedere come la cavo, mette l'occhio all'oculare e resta incantata: rimane con me almeno una ventina di minuti, facendo anche qualche foto e qualche ripresa col cellulare. Alla fine proclamiamo Eratosthenoes vincitore.
Ormai è tardi, decido di ritirarmi, ma lasciando tutto montato perché di lì a poche ore il gigante del sistema solare farà capolino tra i palazzi che mi ostacolano la visuale a est e a sud-est.
Sveglia alle 5.00 ed eccomi di nuovo sul balcone: Giove è basso (ormai sotto i 30°), ma brillante e maestoso nel cielo ancora buio e sgombro di nubi. Lo punto senza indugi, col makkino non lontano dall'entrare in temperatura, ed eccolo lì come non lo avevo mai visto!
Anche ora sperimento i vari oculari, e alla fine il verdetto è che vince l'ortho; la turbolenza atmosferica, infatti, accentuata dalla scarsa altezza del pianeta, e il cielo che va progressivamente schiarendosi, garantiscono una resa migliore a ingrandimenti medi e rendono quasi fallimentare l'uso del 5mm: Giove è bello grande nell'oculare, ma la superficie appare totalmente impastata e la messa a fuoco pressoché impossibile.
Mi godo il gigante a 152x perfettamente fruibili e scorgo dettagli mai visti prima: oltre alle due bande equatoriali, poso lo sguardo sulla Grande Macchia Rossa, per me una novità, che appare come un dischetto di un rosso un po' più intenso stagliato centralmente lungo il margine inferiore della banda meridionale (ovviamente avevo visione capovolta); poi, ancora, la banda temperata sud-sud, appena percettibile, per differenza cromatica, lievemente più scura rispetto alla zona polare e infine la sottilissima banda temperata settentrionale, apprezzabile al meglio solo nell'ortho.
Mi attardo a stanare questi dettagli, confrontando anche la visione tra i vari oculari, fino a che ormai il cielo inizia a colorarsi del nuovo giorno che avanza, così mi ritiro per un altro paio d'ore di sonno, consapevole che la stagione dei pianeti, per me, è appena iniziata...