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Visualizza Versione Completa : KENKO 125-C: uno strano cassegrain



cherubino
17-04-2013, 17:39
Sono riuscito a terminare (almeno per il momento) la recensione di questo piccolo e raro strumento.
Chiedo al moderatore di non "tirarmi le orecchie" se non copio e incollo qui tutta la descrizione e rimando al sito su cui la ho pubblicata.

E' uno strumento atipico: piccolo diametro, alata ostruzione e focale corta per un cassegrain puro.
Costava molto all'epoca, troppo, e il mercato non lo accettò.
Ne vennero prodotti e venduti pochi esemplari, ma io lo amo profondamente proprio in virtù delle sue stranezze progettuali.
Se avete voglia... buona lettura.

http://www.dark-star.it/astronomia/test-strumentali/kenko-125-c/?logout=1

Paolo


P.S.: esiste anche la versione da soli 100mm. (in Giappone).
Se qualcuno la avesse e volesse vendermela o anche solo farmela testare... sarei felice!

etruscastro
17-04-2013, 18:02
interessantissimo!

Huniseth
17-04-2013, 22:09
Interessante ma lascia sempre perplessi quando un 65mm si confronta con un 125mm che raccoglie il quadruplo della luce.
I casi sono due, o il più grosso è una ciofega o il diametro non conta niente.
Fai sempre test sulle stelle doppie, d'altronde sono le uniche a risentire di meno del diametro, ma sono anche un ramo di osservazione più adatto a patiti strumentali che ad osservatori.
Sarei curioso invece di qualche test obiettivo fra ottiche blasonate e cineserie di standard medio, dello stesso diametro e tipo, per vedere l'effettiva differenza reale.

cherubino
18-04-2013, 08:12
Ciao, Huni.

comprendo il concetto espresso ma non lo condivido.
In effetti i numeri non sono quelli che citi.
In teoria, se noi avessimo solo la lente da 65mm. e lo specchio da 125 mm., senza altro parametro fisico e ottico, si potrebbe parlare di una differenza di raccolta di luce di 3 volte (vedi schemino allegato).
Nella realtà però noi dobbiamo considerare che gli strumenti sono diversi e quallo che ci interessa, a livello di percezione "stellare" è quanto arriva al disco di airy alla fine.
Se fai i conti (e i miei sono molto approssimati sia chiaro) scopri che la differenza di focalizzazione nel disco di airy tra i due strumenti è di 2 a 1).
In realtà sono stato molto negativo nel caso del TS e molto positivo per il Kenko, nella realtà questa differenza è ancora meno marcata perché alcune percentuali sono arrotondate per eccesso in un caso e per difetto nell'altro.
Quindi è facile comprendere che, nel guardare una stella, la differenza non è poi così terribile come le tue parole lascerebbero credere.
A questo devi aggiungere che la luce diffusa tra un anello di diffrazione e l'altro nel caso dello strumento molto ostruito tende ad abbassare notevolmente il contrasto e quindi la soglia di percezione dell'occhio umano.
In soldoni questo per dire che non è così "fuori luogo" il tipo di raffronto fatto.

Altra cosa è la considerazione sulle "stelle doppie".
Io tendenzialmente (a parte i cenni di introduzione e di storia) cerco di fare dei report su soggetti che danno risposte facilmente controllabili da chi legge.
La percezione di come si vede una galassia, ad esempio, per quanto suggestiva è fuorviata da mille condizioni di contorno che difficilmente possono essere trasmesse a chi legge: non solo il seeing ma anche il tasso di umidità, la presenza di velature di luci parassite nel cielo, etc..
Le stelle doppie, essendo luminose, incorrono meno in questo problema.
Inoltre la loro descrizione è meno "umorale". Si sdoppiano o non si sdoppiano, sono interpolate o no, etc.. Non subiscono la logica del "intravedo le braccia a spirale per una lunghezza di circa 1/2 del bulge centrale" oppure del "la nebulosa è contrastata e ben visibile con un colorino tendente al grigio-verde").
Questo è bellissimo, però è molto difficile capire quanto sia dovuto allo strumento, al cielo, all'acutezza visiva dell'osservatore, e anche molto interpretativo.
Un test su una stella è, a mio vedere, più "oggettivo".
Inoltre è indicativo delle reali prestazioni del complesso ottico. Si lavora ad alti ingrandimenti e se la focalizzazione è buona lo sarà anche per osservare un ammasso globulare, aperto, o una galassia.
Vorrei inoltre ricordare che lo studio delle stelle doppie è, di fatto con quello delle novae o supernova e, asteroidi e variabili, il solo in cui gli astrofili non professionisti stanno dando un contributo reale al mondo dell'astronomia professionale.
Al di la di bellissime fotografie estetiche di oggetti del cielo profondo o dei quattro pianeti soliti, che non portano molta conoscenza essendo monitorate a più alto livello da strumenti da osservatorio, quelli citati sono gli unici (forse me ne sono dimenticato qualcuno) ambiti in cui astrofili umili pubblicano risultati di rilievo.
Non liquiderei quindi la questione con un "ramo di osservazione più adatto a patiti strumentali che ad osservatori", semplicemente perché non è così.

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Paolo

cherubino
18-04-2013, 09:18
anzi, la cosa è ancora meno anomala.
L'ostruzione del 125C è di 0,49
quindi la variazione di focalizzazione tra i due strumenti si riduce a un valore di 1,7, ancora da ridurre per gli aggiustamenti del caso...


Paolo