Val_Ter
06-04-2019, 08:25
"Grazie a Dio e' venerdi'"
Arriva finalmente il venerdi', il cielo si presenta terso grazie alle piogge di ieri, la luna non c'e' per cui mi sistemo nel prato per cercare di veder qualcosa.
Parto dall'ultima stella in alto a sinistra dell'Orsa Maggiore, seguo un paio di stelline sempre a sinistra, arrivo poi a un triangolo isoscele molto allungato, ne seguo la direzione indicata dal vertice, ancora una stellina, poi ancora un po' a sinistra, ora posso abbandonare l'oculare del cercatore per passare a quello dello strumento principale. Mi sposto un po' in qua e un po' in la', di poco per non allontanarmi troppo ed ecco il primo batuffolo di forma ellittica, portato il quale in basso a sinistra del campo appare lei.
Si presenta come un piccolo, delicato fuso di luce leggermente inclinato rispetto alla verticale, non ne distinguo dettagli -ah, il cielo che non e' buio!- ma quel che vedo e' abbastanza per farmi soffermare a lungo.
M82 non e poi cosi' lontana, dice Stellarium, e' praticamente sulla porta di casa: solo undici milioni di anni luce, un nulla rispetto ai miliardi di anni luce che, si stima, siano piu' o meno il raggio dell'Universo.
Muovo un po' il telescopio in modo da avere anche M81 nel campo, e osservo ancora.
Mi pare di guardare attraverso una di quelle sfere di cristallo di una volta, quelle che contenevano un paesaggio e spesso se le capovolgevi vedevi scendere la neve. Ho come la sensazione che se solo potessi mettere il dito dietro il vetro dell'oculare potrei toccare questi due bagliori, magari soffiarci sopra, disperdendoli nell'infinita' del vuoto che li circonda.
E' un' esperienza puramente estetica quella che sto vivendo, e del resto non la potrei immaginare diversamente.
Mia moglie da piccola credeva che gli aerei in cielo fossero piccini, sicche' se fosse riuscita ad acchiapparne uno avrebbe potuto giocarci, magari per poi lanciarlo di nuovo lassu', e vederlo volare.
Mi piacerebbe poter fare lo stesso con queste due volute di fumo che, intuisco, viste da vicino potrebbero rivelare nuovi, inattesi dettagli, e forse bisognerebbe trattenere il fiato per non cancellarli o, magari, crearne di nuovi.
Non c'e' nulla di scientifico, ma la scienza oramai viaggia, lei si', su altri pianeti.
A me rimane il piacere fine a se' stesso di rivedere queste due galassie dopo tanti anni, e vederle meglio di quanto le avessi mai viste prima.
Mi soffermo ancora un po' e poi passo ad altro, ma nel corso della serata ci tornero' spesso ripercorrendo la stessa via, per esser sicuro d'averla imparata bene, per poterci tornare a piacimento.
Due delicati bagliori nella sfera di cristallo che ai piu' non direbbero nulla, ma che bello poterli guardare, finalmente.
(Dobson SkyWatcher 254/1200)
Arriva finalmente il venerdi', il cielo si presenta terso grazie alle piogge di ieri, la luna non c'e' per cui mi sistemo nel prato per cercare di veder qualcosa.
Parto dall'ultima stella in alto a sinistra dell'Orsa Maggiore, seguo un paio di stelline sempre a sinistra, arrivo poi a un triangolo isoscele molto allungato, ne seguo la direzione indicata dal vertice, ancora una stellina, poi ancora un po' a sinistra, ora posso abbandonare l'oculare del cercatore per passare a quello dello strumento principale. Mi sposto un po' in qua e un po' in la', di poco per non allontanarmi troppo ed ecco il primo batuffolo di forma ellittica, portato il quale in basso a sinistra del campo appare lei.
Si presenta come un piccolo, delicato fuso di luce leggermente inclinato rispetto alla verticale, non ne distinguo dettagli -ah, il cielo che non e' buio!- ma quel che vedo e' abbastanza per farmi soffermare a lungo.
M82 non e poi cosi' lontana, dice Stellarium, e' praticamente sulla porta di casa: solo undici milioni di anni luce, un nulla rispetto ai miliardi di anni luce che, si stima, siano piu' o meno il raggio dell'Universo.
Muovo un po' il telescopio in modo da avere anche M81 nel campo, e osservo ancora.
Mi pare di guardare attraverso una di quelle sfere di cristallo di una volta, quelle che contenevano un paesaggio e spesso se le capovolgevi vedevi scendere la neve. Ho come la sensazione che se solo potessi mettere il dito dietro il vetro dell'oculare potrei toccare questi due bagliori, magari soffiarci sopra, disperdendoli nell'infinita' del vuoto che li circonda.
E' un' esperienza puramente estetica quella che sto vivendo, e del resto non la potrei immaginare diversamente.
Mia moglie da piccola credeva che gli aerei in cielo fossero piccini, sicche' se fosse riuscita ad acchiapparne uno avrebbe potuto giocarci, magari per poi lanciarlo di nuovo lassu', e vederlo volare.
Mi piacerebbe poter fare lo stesso con queste due volute di fumo che, intuisco, viste da vicino potrebbero rivelare nuovi, inattesi dettagli, e forse bisognerebbe trattenere il fiato per non cancellarli o, magari, crearne di nuovi.
Non c'e' nulla di scientifico, ma la scienza oramai viaggia, lei si', su altri pianeti.
A me rimane il piacere fine a se' stesso di rivedere queste due galassie dopo tanti anni, e vederle meglio di quanto le avessi mai viste prima.
Mi soffermo ancora un po' e poi passo ad altro, ma nel corso della serata ci tornero' spesso ripercorrendo la stessa via, per esser sicuro d'averla imparata bene, per poterci tornare a piacimento.
Due delicati bagliori nella sfera di cristallo che ai piu' non direbbero nulla, ma che bello poterli guardare, finalmente.
(Dobson SkyWatcher 254/1200)