sestante
12-05-2022, 18:47
Buonasera a tutte e a tutti,
mi chiamo Luca, ho 51 anni e a breve inizierò ad approcciarmi alla pratica osservativa con telescopio, aderendo anche alle attività di un locale circolo astronomico. Ho appena acquistato un telescopio, il primo: un Maksutov Cassegrain Bresser 152/1900, montato su EQ5 goto (in arrivo), che utilizzerò dal giardino, in compagnia di mio figlio (9 anni), dopo alcuni mesi di familiarizzazione con la volta celeste, effettuata con un binocolo 10x50, e dopo un periodo di prime letture, soprattutto su questo spazio (utilissimo vademecum in primis). In prospettiva, non ci sono per ora aspirazioni in ambito astrofotografico in senso stretto. In dotazione, l’oculare a corredo - un SP 26 mm, dalle (a me) ignote caratteristiche costruttive, da 1,25’’ -, nonchè un Explore Scientific (serie 82°) da 6,7 mm, acquistato sfruttando un'opportunità, per le eventuali serate di grazia. Pur consapevole, grazie ai contributi di questa community, che gli oculari hanno un’importanza secondaria nella qualità osservativa, rispetto ad altri parametri, vorrei attrezzarmi con alcuni oculari aggiuntivi, che permettano di affrontare con profitto le più comuni situazioni che possono verificarsi e gli oggetti da riprendere (con prevalente propensione per il Planetario, sia per lo schema ottico adottato dal Mak, sia per il Bortle 5 - stima da lightpollutionmap - della zona in cui risiedo, da cui prevalentemente osserveremmo). A mezz'ora di strada da dove risiedo si guadagna una classe Bortle, quindi certamente ci sposteremo, saltuariamente, e non escludo una o due uscite l'anno sotto cieli più bui.
Preciso di soffrire di astigmatismo (0,75 per ciascun occhio).
Ho rinvenuto una discussione simile (con contributi di Valerio Ricciardi ed altri), particolarmente preziosa, riguardante però lo SW, dallo stesso diametro ma dalla focale diversa e dalle diverse caratteristiche, ad esempio, del focheggiatore. In merito alla misura della luce libera all’interno del paraluce del primario, la Bresser mi ha indicato, pur in via provvisoria e riservandosi una conferma di tale dato, il valore di 26 mm (come per il 150/1800 SW).
Se ho ben compreso…
Campo Apparente massimo
(2800/2)*2,5 (misura focheggiatore in pollici)/F (1900)=1,84°
Campo reale
(26 mm x 180°)/ 3,1415927 = 1518,34
1518,34/1900= 0,80°
Vorrei chiedervi:
se è ragionevole, in particolare per un neofita (anzi, due) mantenere il SP 26 mm in dotazione standard, qualora qualcuno ne conosca le caratteristiche e le prestazioni.
Se può essere sensata, ad integrazione degli oculari citati, un parco oculari, e relativa scalatura, conformi a quanto esplicitato di seguito:
Focale oculare - ingrandimenti - campo reale - pupilla uscita
10 mm - 190 - 0,27 - 0,8 (Baader class. Ortho 10 mm)
e
14 mm - 136 - 0,60 - 1,18 (E.S. 82°)
Oppure, in alternativa:
11 mm - 172 - 0,48 - 0,88 (E.S. 82°)
e
16 mm - 119 - 0,57 - 1,28 (E.S. 68°)
e, soprattutto, se per sporadiche osservazioni Deep Sky, sito e condizioni permettendo, sia suggerito, ad ulteriore integrazione del parco oculari, il:
30 mm - 63 - 0,8 - 2,40 (E.S. 52° LER)
considerando che:
- sopra i 30 mm di focale dell'oculare, per l’entità del mio astigmatismo, sulla base di alcune fonti mi risulterebbe più concreta la “complicazione” di dover indossare occhiali correttivi durante l’osservazione, con le conseguenze del caso in termini di comodità e di estrazione pupillare richiesta agli oculari;
- fermo restando che a parità di campo visivo apparente, le caratteristiche costruttive e conseguentemente le prestazioni, possono anche differire, tra oculari diversi, l’apparente vantaggio del ricorso a un oculare dal campo visivo apparente più esteso sembrerebbe non solo frantumarsi di fonte al limite (0,8°) del campo reale dovuto alla strozzatura data dal paraluce del primario (ad esempio con il 26 mm E.S. 62° LER, il campo reale “teorico” dovrebbe essere di 0,85°), ma anche lasciare spazio allo sgradevole fenomeno della vignettatura. Ringrazio fin d'ora chi vorrà contribuire, chiedendo venia se - come temo - dovessi aver frainteso alcuni concetti da cui ho dedotto le osservazioni di cui sopra.
mi chiamo Luca, ho 51 anni e a breve inizierò ad approcciarmi alla pratica osservativa con telescopio, aderendo anche alle attività di un locale circolo astronomico. Ho appena acquistato un telescopio, il primo: un Maksutov Cassegrain Bresser 152/1900, montato su EQ5 goto (in arrivo), che utilizzerò dal giardino, in compagnia di mio figlio (9 anni), dopo alcuni mesi di familiarizzazione con la volta celeste, effettuata con un binocolo 10x50, e dopo un periodo di prime letture, soprattutto su questo spazio (utilissimo vademecum in primis). In prospettiva, non ci sono per ora aspirazioni in ambito astrofotografico in senso stretto. In dotazione, l’oculare a corredo - un SP 26 mm, dalle (a me) ignote caratteristiche costruttive, da 1,25’’ -, nonchè un Explore Scientific (serie 82°) da 6,7 mm, acquistato sfruttando un'opportunità, per le eventuali serate di grazia. Pur consapevole, grazie ai contributi di questa community, che gli oculari hanno un’importanza secondaria nella qualità osservativa, rispetto ad altri parametri, vorrei attrezzarmi con alcuni oculari aggiuntivi, che permettano di affrontare con profitto le più comuni situazioni che possono verificarsi e gli oggetti da riprendere (con prevalente propensione per il Planetario, sia per lo schema ottico adottato dal Mak, sia per il Bortle 5 - stima da lightpollutionmap - della zona in cui risiedo, da cui prevalentemente osserveremmo). A mezz'ora di strada da dove risiedo si guadagna una classe Bortle, quindi certamente ci sposteremo, saltuariamente, e non escludo una o due uscite l'anno sotto cieli più bui.
Preciso di soffrire di astigmatismo (0,75 per ciascun occhio).
Ho rinvenuto una discussione simile (con contributi di Valerio Ricciardi ed altri), particolarmente preziosa, riguardante però lo SW, dallo stesso diametro ma dalla focale diversa e dalle diverse caratteristiche, ad esempio, del focheggiatore. In merito alla misura della luce libera all’interno del paraluce del primario, la Bresser mi ha indicato, pur in via provvisoria e riservandosi una conferma di tale dato, il valore di 26 mm (come per il 150/1800 SW).
Se ho ben compreso…
Campo Apparente massimo
(2800/2)*2,5 (misura focheggiatore in pollici)/F (1900)=1,84°
Campo reale
(26 mm x 180°)/ 3,1415927 = 1518,34
1518,34/1900= 0,80°
Vorrei chiedervi:
se è ragionevole, in particolare per un neofita (anzi, due) mantenere il SP 26 mm in dotazione standard, qualora qualcuno ne conosca le caratteristiche e le prestazioni.
Se può essere sensata, ad integrazione degli oculari citati, un parco oculari, e relativa scalatura, conformi a quanto esplicitato di seguito:
Focale oculare - ingrandimenti - campo reale - pupilla uscita
10 mm - 190 - 0,27 - 0,8 (Baader class. Ortho 10 mm)
e
14 mm - 136 - 0,60 - 1,18 (E.S. 82°)
Oppure, in alternativa:
11 mm - 172 - 0,48 - 0,88 (E.S. 82°)
e
16 mm - 119 - 0,57 - 1,28 (E.S. 68°)
e, soprattutto, se per sporadiche osservazioni Deep Sky, sito e condizioni permettendo, sia suggerito, ad ulteriore integrazione del parco oculari, il:
30 mm - 63 - 0,8 - 2,40 (E.S. 52° LER)
considerando che:
- sopra i 30 mm di focale dell'oculare, per l’entità del mio astigmatismo, sulla base di alcune fonti mi risulterebbe più concreta la “complicazione” di dover indossare occhiali correttivi durante l’osservazione, con le conseguenze del caso in termini di comodità e di estrazione pupillare richiesta agli oculari;
- fermo restando che a parità di campo visivo apparente, le caratteristiche costruttive e conseguentemente le prestazioni, possono anche differire, tra oculari diversi, l’apparente vantaggio del ricorso a un oculare dal campo visivo apparente più esteso sembrerebbe non solo frantumarsi di fonte al limite (0,8°) del campo reale dovuto alla strozzatura data dal paraluce del primario (ad esempio con il 26 mm E.S. 62° LER, il campo reale “teorico” dovrebbe essere di 0,85°), ma anche lasciare spazio allo sgradevole fenomeno della vignettatura. Ringrazio fin d'ora chi vorrà contribuire, chiedendo venia se - come temo - dovessi aver frainteso alcuni concetti da cui ho dedotto le osservazioni di cui sopra.