Giovanni1971
27-07-2022, 08:05
Buongiorno a tutti.
La visione “distolta” sappiamo più o meno tutti cos’è e come usarla.
Però c’è un’altra tecnica che personalmente trovo utile per il deep sky ma sula quale non ho trovato alcuna documentazione. Io la chiamo “visione intermittente”: in sostanza si chiudono gli occhi per 3/4 secondi e poi si riaprono (in visione diretta). Per i successivi 3/4 secondi il DSO appare meglio definito.
Mi sembra che funzioni soprattutto su oggetti con bassa luminosità superficiale, come galassie e nebulose, meno utile sui globulari dove con la distolta si possono vedere stelle più luminose.
Ieri sera, per esempio, l’effetto su M51 era evidente: si potevano percepire le spirali meglio che con la visione distolta, almeno secondo me (con C8 e da cielo molto scuro).
Mi chiedo se anche altri traggono beneficio da quest’approccio e se siete al corrente della spiegazione scientifica per questo comportamento dell’occhio (…o, boh, forse della mente :))
Grazie in anticipo
La visione “distolta” sappiamo più o meno tutti cos’è e come usarla.
Però c’è un’altra tecnica che personalmente trovo utile per il deep sky ma sula quale non ho trovato alcuna documentazione. Io la chiamo “visione intermittente”: in sostanza si chiudono gli occhi per 3/4 secondi e poi si riaprono (in visione diretta). Per i successivi 3/4 secondi il DSO appare meglio definito.
Mi sembra che funzioni soprattutto su oggetti con bassa luminosità superficiale, come galassie e nebulose, meno utile sui globulari dove con la distolta si possono vedere stelle più luminose.
Ieri sera, per esempio, l’effetto su M51 era evidente: si potevano percepire le spirali meglio che con la visione distolta, almeno secondo me (con C8 e da cielo molto scuro).
Mi chiedo se anche altri traggono beneficio da quest’approccio e se siete al corrente della spiegazione scientifica per questo comportamento dell’occhio (…o, boh, forse della mente :))
Grazie in anticipo