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Visualizza Versione Completa : Dubbi cosmo-logici



qualcosaso
09-01-2023, 20:38
Quando guardo le immagini del cosmo provo sentimenti diversi: da un lato stupore e interesse,dall'altro un senso di disagio.
Mi spiego: le meraviglie del cosmo sono reali e sorprendenti,nel contempo sono irraggiungibili,distribuite su distanze abissali.
In pratica,per noi esseri umani l'universo è simile al cibo posto davanti al povero Tantalo: possiamo vederlo,ammirarlo,studiarlo ma non possiamo viverlo e goderlo direttamente e realmente,così come possiamo fare con la Terra.
Allora, usando un logos eretico, a che cosa serve la cosmologia?
In rendiamoci,non voglio svalutarla affatto, mi chiedo solo che senso abbia alla fin fine capire un universo "estraneo" alla nostra vita terrena.
Capisco la sete di conoscenza e le speculazioni non scientifiche,ma io non capisco la loro utilità pratica e contingente per noi che viviamo l'esperienza terrena senza poterne sperimentare una extraterrena.
Non sono riflessioni banali,io le trovo realistiche, forse qualcuno di voi può rispondere a questo?

Red Hanuman
09-01-2023, 20:48
Comprendere il cosmo ci consente di comprendere meglio la fisica anche prossima che usiamo tutti i giorni.
Per esempio, la relatività ha effetti pratici anche sui nostri GPS, e quindi sottoporla a verifiche in ambienti estremi come in buchi neri supermassicci ci aiuta anche a regolare il nostro mondo di tutti i giorni.
Capire come le stelle compiono la fusione ci mette nelle condizioni di replicarla sulla Terra, e ottenere energia pulita. E via dicendo.

In generale, la cosmologia chi pone anche sfide filosofiche e religiose, che hanno seri impatti sulla nostra vita pratica. Se così non fosse, Galileo non sarebbe stato perseguitato dalla Chiesa Cattolica, e Giordano Bruno non sarebbe finito al rogo.

Un giorno, forse, la razza umana potrà abbandonare la Terra ed espandersi nell'universo. E tanto altro ancora.

Se questo non è importante e non incide sulla vita di tutti i giorni...

qualcosaso
09-01-2023, 21:20
Si ma io intendevo dire un'altra cosa: la mia esperienza terrena è completa in ogni suo aspetto.
Quella che ho del cosmo,compreso il sistema solare,è molto limitata come lo è per tutti gli abitanti della Terra.
Perciò,l'universo appare attraente e attrattivo ma irraggiungibile,ponendo gli esseri umani in una condizione psicologica che non vedo molto gratificante.
Io non credo che riusciremo ad espanderci più di quel poco,visti i limiti di velocità e gli abissi spaziali.
Insomma,io godo un panorama che non posso toccare,vedere con i miei occhi,udire:una visione "virtuale" in pratica!
È questo che volevo dire ed è proprio questo che ha ispirato e ispira le speculazioni e le riflessioni non scientifiche che,in un modo o in un altro,cercano di dare un senso umano a un vuoto che tutti soffrono,consciamente o meno.
Bisogna pur dire una cosa:la Terra è un Quark universale
e questo è chiaro per tutti,cosa spiacevole ma vera.
Non lo dico depressivamente o da paranoico,secondo me è così e la corsa attuale allo spazio vicino alla Terra così come l'uso di strumenti astronomici sempre migliori diretti allo spazio profondo, segnalano il tentativo di ovviare, almeno in parte, all' isolamento cosmico del pianeta.
Sono d'accordo con te che queste due cose possono dare frutti terreni utili ma non riusciranno mai a portare l'universo dentro di noi come esperienza viva e reale simile a quella che viviamo sulla terra.
L'umanità è sola in un infinito contesto teoricamente stra-abitato ma irraggiungibile:un paradosso logico esistenziale,io,essendo un logico,lo trovo assurdo e senza senso,anche perché i paradossi hanno la spiacevole e sgradita caratteristica di ostacolare il pensiero e la ragione.Da questo la reazione scientifica e il fiorire del pensiero non scientifico che accompagnano noi esseri umani da millenni:un tentativo encomiabile che non risolve affatto la condizione esistenziale di base.
Per uscirne dovremmo essere dentro e bene nella galassia in un'area ipotetica di civilizzazioni e possibilità di contatto reale e normale,cosa che era ora di dire e che sarebbe ora di poter vivere.

Mulder
10-01-2023, 05:51
Insomma,io godo un panorama che non posso toccare,vedere con i miei occhi,udire:una visione "virtuale" in pratica
... quello che disse il primo organismo unicellulare apparso sulla terra...:awesome:
Se in un essere vivente non ci fosse una spinta nel modificare, od in qualche modo migliorare il proprio status quo non ci sarebbe evoluzione ed ora non saremmo qui a pigiare le lettere sulla nostra tastiera.
L' evoluzione, di cui la tecnologia ne è un derivato che le nostre capacità sono state in grado di creare per velocizzarla, probabilmente ci porterà ad una involuzione od all' autodistruzione, ma se così non fosse... :thinking: Io cerco di essere ottimista...;)

qualcosaso
10-01-2023, 11:11
Le frasi vanno lette secondo il senso che hanno nel contesto di un discorso.
In questo caso significano in breve quello che ho spiegato in questa discussione.
L 'evoluzione non c'entra, io parlo di condizione psicologica di una specie isolata ai confini della galassia tagliata fuori da ogni realistica prospettiva di viaggi spaziali,limitata anche nel proprio sistema solare.
Oltre a questo,su un pianeta che non scoppia certo di salute con una prospettiva di vita decente che Hawking misurava in 50 anni.
Visto che lui ha vissuto genialmente una malattia che secondo i medici l'avrebbe ucciso in pochi anni,c'è da credere alle sue parole anche perché lui era un esperto di...buchi neri.

Andrea Castagna
11-01-2023, 12:19
Sono le domande esistenziali a cui la scienza è chiamata a rispondere.
Fare cosmologia, secondo me, vuol dire non solo capire qualcosa di sconosciuto, ma significa capire il nostro passato, noi stessi, in quanto insieme di materia derivante da questo Universo.
La sensazione di estraneità è puramente psicologica, bisogna uscire da questo antropocentrismo che ci vede isolati e chiusi nel nostro mondo terrestre.
Il disagio che provi ti è stato inoculato dalla nostra cultura, la scienza è oggettiva sta a te rimanerne affascinato oppure cadere nello sconforto.
Una cosa è certa: l'Universo esiste realmente.
Banale dirlo, eppure questo mondo è pieno di ciarlatani che cercano di dire il contrario, eppure c'è, è li sotto i nostri occhi, in tutto il suo splendore e nell'infinità di stelle, mondi e chi sa cos'altro da scoprire.
La cosmologia vuole capire questo, dare risposte a domande misteriose, come la scienza in generale tra l'altro.

qualcosaso
11-01-2023, 13:50
Sono d'accordo con te,specifico anche che, per molte persone,il cosmo e la cosmologia non hanno molto interesse,quindi la loro psicologia può anche non risentirne.
Il mio discorso si basa su un'idea di solitudine positiva e non di sconforto.Io trovo che il vuoto dello spazio garantisca la vita e lo sviluppo di vita su sistemi stellari diversi,permettendo un libero sviluppo.
La velocità della luce ne garantisce l'autonomia e l'indipendenza, così che l'eventuale invadenza e interferenza sono praticamente annullate.Però questo
presenta aspetti pericolosi:una specie evoluta che non ha contatti e confronti con altre specie evolute ,tende a chiudersi in un suo "universo specifico".
Potrebbe darsi che non esistano altre specie evolute,ma la corsa attuale agli esopianeti e alla ricerca di tracce di vita nelsistema solare e oltre,dimostrano che l'umanità cerca qualcosa che la rassicuri sue due cose:
a)la possibilità di trovare un mondo vicino nel sistema solare dove sia possibile vivere in futuro
b)l'aspettativa di trovare altra vita intelligente nello spazio
c)la rassicurazione di non essere soli
In breve la conferma di quanto scrivo.
L'umanità ha bisogno di un input specifico e cognitivo per non declinare in un sistema chiuso o semi chiuso.
Un input non solo scientifico suo ma anche "altrui",se possibile.

Andrea Castagna
11-01-2023, 14:44
Potrebbe darsi che non esistano altre specie evolute,ma la corsa attuale agli esopianeti e alla ricerca di tracce di vita nelsistema solare e oltre,dimostrano che l'umanità cerca qualcosa che la rassicuri sue due cose:
a)la possibilità di trovare un mondo vicino nel sistema solare dove sia possibile vivere in futuro
b)l'aspettativa di trovare altra vita intelligente nello spazio
c)la rassicurazione di non essere soli

Non tutti la pensano così. il fatto che non siamo ancora riusciti a trovare altre forme di vita per alcuni è consolatorio: è la prova della perfezione ed unicità dell'essere umano, di un sistema Terra unico e creato appositamente per ospitare la vita.

Detto questo, l'evoluzione delle specie viventi dimostra che c'è una terza ipotesi, non ci sono solo animali che si evolvono di continuo ed altri che si estinguono, ci sono anche i vicoli ciechi, esseri viventi che si sono adattati all'ambiente naturale; senza trovare altri motivi per evolversi ulteriormente restano tali e quali per centinaia di milioni di anni.(es. gli squali).
E dunque, l'essere umano è un vicolo cieco?
Io dico che ci estingueremo, prima di quanto pensiamo. (vedi che a differenza tua sono ottimista :biggrin:)
Non siamo così intelligenti, siamo gli ultimi arrivati ma crediamo di esserci dall'eternità e la presunzione di vivere altrettanto.
Addirittura la natura stessa, in alcuni ambienti, si è evoluta ottimizzando le risorse.
In alcune isole ci sono stati ritrovamenti di dinosauri in miniatura, i paleontologi si chiedevano come mai, ma arrivò presto la risposta: una strategia per non intaccare il ciclo vitale delle risorse vegetali (molto limitate in un isola!). Ma a noi questo, dall'alto dell'amata consapevolezza del se, non ci interessa sfruttiamo come non ci fosse un domani.
E dunque, sono sicuro che per l'essere umano andrà male.
Ma la vita (sempre secondo me) continuerà lo stesso, magari proprio verso lo spazio, in una forma inaspettata.

qualcosaso
11-01-2023, 14:58
Sei pessimista quindi.
Forse l'umanità è ancora mezza piena,come il famoso bicchiere dell'ottimista.
Vedi,secondo me l'inaspettato,l'imprevisto,il sorprendente sono possibili e lo sono come tali.
Ad esempio,la scoperta della radioattività fu casuale,perfino la televisione fu dovuta a un caso,molte scoperte, invenzioni furono casuali o intuitive e molto poco razionali.
Questo mi interessa perchè esce dagli schemi ed è incontrollabile,imprevedibile.
Insomma,tutto sommato,io opto per un ottimismo moderato, scegliendolo volontariamente bypassando il depressivismo e il relativismo attuali.

Andrea Castagna
11-01-2023, 15:23
scegliendolo volontariamente bypassando il depressivismo e il relativismo attuali.
Questa sensazione, purtroppo, deriva molto dal divulgatore o da chi ti racconta le cose (anche fosse un libro).
Ho imparato che, per quanto la scienza sia oggettiva, viene sempre filtrata da una menta umana.
Ed è così che posso dirti, per esempio, che una cometa è solo una palla di neve sporca.
La scienza deve essere presa e raccontata nel modo buono, quel sano sentimento di scoprire, preso con piacere e curiosità.

Quello che voglio dire che siamo pur sempre esseri umani, e anche lo scienziato più razionale non potrà mai esimersi dall'essere coinvolto emotivamente (in bene o in male).
Penso a Piero Angela che ha saputo vivere con assoluta positività la scienza e a trasmetterla come pochi altri.

quindi tornando in topic

Quando guardo le immagini del cosmo provo sentimenti diversi: da un lato stupore e interesse ,dall'altro un senso di disagio
Questo è assolutamente normale.
Ma non ti deve disincentivare alla cosmologia, anche perché sono ancora più le cose che non si sanno che quelle che si conoscono.

qualcosaso
11-01-2023, 16:34
Ti spiego come mi piace vivere il cosmo: una notte d'estate,da solo o in compagnia,il cielo pieno di stelle da sembrare una trapunta costellata di diamanti.
In questi momenti lo godo e basta,senza parole,pensieri particolari,non mi interessa neppure se vedo pianeti o stelle.
Così io sto bene con la realtà terrena e con quella spaziale: la vivo qui ed ora in modo quasi eidetico,spontaneo e naturale, con qualche intuizione e un bagaglio utile di conoscenze per il mio modo di vivere
So che scienza e scienziati studiano e formulano ipotesi e teorie, ma ,forse, questo che non mi coinvolge più di quel tanto.
Per me l'astronomia è una cultura complessa, mentre il godere il cielo notturno e quello diurno(il sole è pur sempre una stella)è una gioia e un piacere sempre nuovo.
Quindi il mio rapporto con la cosmologia segue quello che ho detto:vedo e godo l' immagine di una galassia,il suo risplendere,i suoi colori,la sua forma ma non ci rifletto più di quel tanto.Posso rifletterci dopo,quando voglio saperne di più,ma il vero godimento per me è quello che ho detto!
Mi piace la fotografia,quando faccio una foto a una persona o a un gruppo ,le lascio mettersi come vogliono ma so con sicurezza che non sono mai proprio naturali
Allora faccio finta di scattare e dico:"Fatta!"
In quel momento si rilassano e tornano ad essere "normali" così come sono quindi solo in quel momento,scatto la foto!