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Visualizza Versione Completa : Espansione dello spazio a velocità superiore a quella della luce.



Morimondo
20-06-2023, 20:43
Non riesco a digerire questo spazio che si curva e influenza il moto della massa che lo ha fatto curvare e soprattutto il fatto che si gonfia a velocita superiore a quelle della luce per via della passata inflazione durata un bit di niente.

A causa di ciò spazio è molto più grande di quello che possiamo vedere, l’orizzonte oltre il quale non possiamo vedere è a circa 13,5 miliardi di anni luce da noi.
La luce delle stelle oltre l’orizzonte non arriverà mai a noi perchè la velocità dell’espansione dello spazio è superiore a quella della luce.

È sempre stato così fin dal big bang grazie all’inflazione, se fossimo stati su un pianeta di una delle primissime stelle avremmo avuto un orizzonte molto più vicino ma comunque la maggior parte del giovanissimo universo ci sarebbe stato invisibile, sempre per via della velocità di espansione dello spazio.

Anche il nostro universo visibile entro l’orizzonte si sta espandendo a velocità super luminale per cui vi sono stelle che prima o poi usciranno dall’orizzonte, quindi l’universo visibile sarà sempre più espanso ma con meno stelle.

Ecco le domande, non scandalizzatevi:

1. L’era dell’inflazione è durata pochissimo, quindi la velocità di espansione dell’universo anche prima dei 6 miliardi di anni ha proseguito per inerzia?
2. Se lo spazio si espande a velocità superiori a quella della luce, se molte stelle e galassie usciranno dall’orizzonte perchè la loro luce non riesce a superare la corrente opposta della velocità di espansione significa che relativamente allo spazio profondo, intergalattico viaggiano a velocita superiori a quelle della luce? In questo modo se in un razzo lanciassi un raggio di luce nella direzione opposta alla velocità del raggio di luce si dovrebbe sottrarre quella del razzo, ma in realtà non è così.

Red Hanuman
20-06-2023, 21:13
Ecco le domande, non scandalizzatevi:

1. L’era dell’inflazione è durata pochissimo, quindi la velocità di espansione dell’universo anche prima dei 6 miliardi di anni ha proseguito per inerzia?

Attenzione: col termine inflazione indichiamo un preciso range temporale del neonato universo, in cui il tasso di produzione di nuovo spazio era enorme, e lo spazio creato era nettamente superiore a quello che la luce poteva percorrere nel medesimo tempo.
Dopo non è che l'espansione sia cessata, ma è rallentata anche a causa della massa presente nello spazio - tempo, che tendeva a chiudere l'universo su se tesso.
Ad un certo punto, però, la densità d energia dello spazio - tempo non è più riuscita a rallentare l'espansione, che ha ripreso ad accelerare.

Ricorda che parliamo di produzione di spazio nell'intero spazio - tempo: quindi, localmente lo spazio prodotto è minimo, ma sommato su grandi distanze diventa enorme, ed a un certo punto lo spazio che si crea nell'unità di tempo tra due oggetti molto lontani può essere superiore a quello che la luce riesce a percorrere nello stesso tempo.
In tal caso, l'oggetto si pone al di fuori dell'universo osservabile, per sempre.


2. Se lo spazio si espande a velocità superiori a quella della luce, se molte stelle e galassie usciranno dall’orizzonte perchè la loro luce non riesce a superare la corrente opposta della velocità di espansione significa che relativamente allo spazio profondo, intergalattico viaggiano a velocita superiori a quelle della luce? In questo modo se in un razzo lanciassi un raggio di luce nella direzione opposta alla velocità del raggio di luce si dovrebbe sottrarre quella del razzo, ma in realtà non è così.

Tu continui a pensare ad un movimento, ma non è necessario. Se poniamo due oggetti relativamente fermi tra di loro in uno spazio, e poi espandiamo il tessuto dello spazio - tempo, gli oggetti non si muoveranno per inerzia (a meno di una forza), ma APPARENTEMENTE si staranno muovendo relativamente l'un l'altro.

E' spazio che si crea, non oggetti che si muovono...

Morimondo
21-06-2023, 01:04
Tu continui a pensare ad un movimento, ma non è necessario. Se poniamo due oggetti relativamente fermi tra di loro in uno spazio, e poi espandiamo il tessuto dello spazio - tempo, gli oggetti non si muoveranno per inerzia (a meno di una forza), ma APPARENTEMENTE si staranno muovendo relativamente l'un l'altro.

Se espandiamo lo spazio tempo, anche se due oggetti sono fermi, il contenuto dello spazio, 4-5 protroni per metro cubo, le fluttuazioni quantistiche, che determinano la continua fugace comparsa e annichilazione di particelle e antiparticelle si allontanato tra loro a velocita superluminale o no?



E' spazio che si crea, non oggetti che si muovono...

Forse la parola magica è "spazio che si crea".
Lo spazio non si dilata o gonfia come lievita la pasta di un panettone ma si crea, ma questa creazione deve in qualche modo spostare lo spazio preesistente, altrimenti lo spazio non si dilaterebbe ma aumenterebbe solo di densità.

Questo spazio che si crea "spinge" allontanandole tra loro galassie e stelle sembra quasi l'effetto opposto della "gravità" in cui le masse curvano lo spazio e questo influenza il loro moto con la tendenza ad avvicinarle.

Red Hanuman
21-06-2023, 06:57
Se espandiamo lo spazio tempo, anche se due oggetti sono fermi, il contenuto dello spazio, 4-5 protroni per metro cubo, le fluttuazioni quantistiche, che determinano la continua fugace comparsa e annichilazione di particelle e antiparticelle si allontanato tra loro a velocita superluminale o no?

Dipende. Se sono molto vicini può prevalere la gravità, e potrebbero avvicinarsi, invece di allontanarsi. Più sono lontani tra loro, e maggiore sarà l'effetto dello spazio che si forma nel mezzo, fino al limite in cui tra loro si crea più spazio di quello che la luce può percorrere nello stesso tempo.


Forse la parola magica è "spazio che si crea".
Lo spazio non si dilata o gonfia come lievita la pasta di un panettone ma si crea, ma questa creazione deve in qualche modo spostare lo spazio preesistente, altrimenti lo spazio non si dilaterebbe ma aumenterebbe solo di densità.

Questo spazio che si crea "spinge" allontanandole tra loro galassie e stelle sembra quasi l'effetto opposto della "gravità" in cui le masse curvano lo spazio e questo influenza il loro moto con la tendenza ad avvicinarle.

Più o meno. Per questo l'energia oscura è pensata come una "pressione negativa", che tende a separare gli oggetti.

Morimondo
21-06-2023, 09:00
Più sono lontani tra loro, e maggiore sarà l'effetto dello spazio che si forma nel mezzo, fino al limite in cui tra loro si crea più spazio di quello che la luce può percorrere nello stesso tempo.


In primis grazie per la pazienza.

Più sono lontani tra loro... che è il caso, penso più frequente, ma qualcosa spazio stesso che spinge, i soliti 5 protoni per metro cubo, il prodotto delle fluttuazioni quantistiche non supera la velocità della luce?

Questa creazione dello spazio ci sarebbe anche senza l'inflazione?

Red Hanuman
21-06-2023, 12:47
In primis grazie per la pazienza.

Più sono lontani tra loro... che è il caso, penso più frequente, ma qualcosa spazio stesso che spinge, i soliti 5 protoni per metro cubo, il prodotto delle fluttuazioni quantistiche non supera la velocità della luce?

No, assolutamente. Nulla NELLO spazio - tempo può andare più veloce della luce. nemmeno Superman..:biggrin:


Questa creazione dello spazio ci sarebbe anche senza l'inflazione?

Sembrerebbero due cosa disconnesse tra loro, ma magari l'inflazione è una espansione che ha preso gli steroidi. Chissà...

Morimondo
28-06-2023, 09:20
No, assolutamente. Nulla NELLO spazio - tempo può andare più veloce della luce. nemmeno Superman..:biggrin:


Resto molto confuso.
Quindi la velocità iperluminale dell'espansione dello spazio è data dalla velocita della sua creazione?
Se é così come funziona: si crea uno spazio assolutamente vuoto che viene poi colonizzato da energia e dalle solite fluttuazioni quantistiche oppure al contrario si creano energia e fluttuazioni quantistiche che stando "strette" nello spazio lo creano ex novo per stare più comode?

Red Hanuman
28-06-2023, 13:02
Resto molto confuso.
Quindi la velocità iperluminale dell'espansione dello spazio è data dalla velocita della sua creazione?

Attenzione, parliamo di velocità in modo improprio. Non è necessario che qualcosa si muova, basta solo che si crei spazio nel mezzo.
Quanto apparentemente si allontaneranno gli oggetti dipende da quanto spazio si crea tra di essi. Due oggetti che sembrano muoversi tra di loro a velocità poco maggiori della luce possono essere ben visibili ad un terzo oggetto nel mezzo, che li vedrà recedere a metà della velocità della luce circa.


Se é così come funziona: si crea uno spazio assolutamente vuoto che viene poi colonizzato da energia e dalle solite fluttuazioni quantistiche oppure al contrario si creano energia e fluttuazioni quantistiche che stando "strette" nello spazio lo creano ex novo per stare più comode?

Questa è una bella domanda: tendenzialmente si pensa che sia l'energia del vuoto (e dunque i campi nello spazio) a far formare nuovo spazio. Ma chissà...

Alby68a
28-06-2023, 18:43
Elucubrazione delle 18:43...:thinking:
L'inizio dello spazio e dalla sua espanzione si ha nel momento del big bang. GIusto? prima non esisteva.
Se non ci fosse stato il "botto", non esisteva lo spazio.
Da questa considerazione deduco che lo spazio esiste perché generato dal big bang.
Quindi la risposta conseguente sarebbe che è l'energia che genera lo spazio e non viceversa. Altrimenti dovremmo pensare che è lo spazio che ha generato il big bang per potersi espandere.

Red Hanuman
28-06-2023, 21:15
Chissà... Se lo spazio è stato creato dallo scontro tra diverse brane, allora l'energia e lo spazio si sono generati insieme dall'interazione tra le brane. Magari, l'energia è una specie di dimensione...

Ma qui cadiamo nella pura speculazione fantasiosa, per il momento. Quindi, meglio mantenere i piedi per terra...

davide1334
29-06-2023, 13:05
Dipende. Se sono molto vicini può prevalere la gravità, e potrebbero avvicinarsi, invece di allontanarsi. Più sono lontani tra loro, e maggiore sarà l'effetto dello spazio che si forma nel mezzo




Cosa si intende come “nel mezzo”? questo vuoto dove si crea?non lo fa uniformemente? Cioè ad esempio si crea spazio all’interno del superammasso della vergine? E fuori di esso? È nei grandi vuoti della rete/ragnatela cosmica a larga scala che si crea continuamente tutto questo (nuovo) spazio vuoto?

Red Hanuman
29-06-2023, 18:31
Cosa si intende come “nel mezzo”? questo vuoto dove si crea?non lo fa uniformemente?

Il vuoto si crea ovunque, anche all'interno del tuo corpo o dentro le molecole. Il punto è quanto se ne forma.
Se ogni secondo si formasse all'interno del tuo corpo un miliardesimo di millimetro, non te ne accorgeresti nemmeno, perchè le quattro forze (forza forte, forza debole, forza elettromagnetica e gravità) manterrebbero comunque coerente il tuo corpo. Lo stesso vale per stelle, sistemi solari, galassie e ammassi di galassie: fintanto che lo spazio che si forma tra i vari componenti consente loro di restare uniti grazie alle 4 forze, essi mantengono la loro coerenza.
Ma sommando questi incrementi di spazio su distanze sempre più grandi, allora la somma dello spazio formato è sufficiente a togliere coerenza agli oggetti più vasti e a farci percepire l'allontanamento tra di essi (tramite il famoso redshift cosmologico).


Cioè ad esempio si crea spazio all’interno del superammasso della vergine? E fuori di esso? È nei grandi vuoti della rete/ragnatela cosmica a larga scala che si crea continuamente tutto questo (nuovo) spazio vuoto?

Lo spazio si crea ovunque, ma più del fatto che se ne formi è importante il tasso di formazione e l'accumulo tra le distanze.

Se spingiamo il concetto all'estremo, e aumentiamo a dismisura il tasso di espansione (che, ricordo, è in aumento a quanto pare), arriviamo alla disgregazione dell'intero universo fino alle particelle più piccole: il cosiddetto "Big Rip (https://it.wikipedia.org/wiki/Big_Rip)".


l valore da considerare è w ossia il rapporto tra la pressione dell'energia oscura e la sua densità. Se w < −1 l'Universo verrà alla fine frantumato. Il conto alla rovescia sarebbe catastrofico: prima le galassie verrebbero separate le une dalle altre, poi la gravità sarebbe troppo debole per tenerle assieme e le stelle si separerebbero. Circa tre mesi prima della fine, i pianeti si separerebbero dalle stelle. Negli ultimi minuti, le stelle e i pianeti sarebbero disintegrati, e gli atomi verrebbero distrutti una frazione di secondo prima della fine. In seguito, l'Universo sarebbe ridotto a una serie di particelle elementari isolate le une dalle altre, in cui ogni attività sarebbe impossibile. Poiché ogni particella sarebbe impossibilitata a vedere le altre, in un certo senso l'Universo osservabile si ridurrebbe effettivamente a zero.

Mulder
30-06-2023, 05:48
Se é così come funziona

A "mio" modo di vedere (che sicuramente è quello sbagliato :rolleyes:) quando parliamo di spazio in espansione, bisogna considerare che si tratta di uno spazio quadridimensionale, dove la dimensione tempo la vediamo crearsi proprio di fronte a noi allo scorrere di ogni secondo; e se è così per il tempo deve esserlo per forza anche per le altre tre dimensioni, le quali a livello entropico si formano e poi ce le lasciamo dietro attraverso il nostro percorrere la linea del presente in formazione. Io che sono alla tastiera, oppure l'esplosione di una supernova lontana sono eventi che accadono nel presente di tali soggetti e che restano scritti sul tessuto spazio temporale in formazione, visibili poi ai nostri sensori (occhi compresi) in maniera direttamente proporzionale alla distanza da noi in cui questi avvenimenti sono accaduti; per esempio basterebbe allontanarsi di poco meno di duemila anni luce e con un telescopio abbastanza potente potremmo vedere la costruzione del Colosseo, per una supernova lontana potrebbero volerci milioni se non miliardi di anni per vederla, mentre la radiazione cosmica di fondo, emessa quando era relativamente vicino a noi ed al nostro presente, continua e continuerà ad essere visibile. Spero di aver espresso correttamente il concetto che mi passa per la mente...
Tornando allo spazio(tempo) in espansione, direi che un qualsiasi oggetto si trova ogni secondo un secondo più lontano da noi; anche un sasso che teniamo in mano non è più lo stesso di un secondo prima, e per oggetti non legati a noi gravitazionalmente questo allontanarsi sarà ancor più evidente.
Ed ora mi partono altre congetture (come se quelle che ho scritto non fossero già abbastanza...:whistling: ). E se entropicamente parlando, un oggetto massivo, a livello quantico rallentasse la formazione di spazio-tempo: più massa più eventi ed informazioni da scrivere sul nuovo tessuto in formazione (un po' come su un computer, anche se la sola idea mi mette i brividi), causando i vari effetti gravitazionali osservabili...:thinking:
E se i buchi neri supermassicci non fossero altro che residui più o meno estesi di ciò che c'era prima del big bang, ovvero ne spazio e ne tempo che si espandono, dove i buchi neri stellari ne eguagliano gli effetti ma non la sostanza di cui sono costituiti. Ciò potrebbe essere un indizio su come siano così antichi e numerosi, mentre per quelli intermedi non si hanno ancora prove certe della loro esistenza...:thinking:
E qui mi fermo. Come detto, le mie son solo congetture, frutto di voli mentali fatti quando appunto il tempo me lo concede, dunque leggetele come tali.:)

davide1334
30-06-2023, 06:09
Il vuoto si crea ovunque, anche all'interno del tuo corpo o dentro le molecole. Il punto è quanto se ne forma.
Se ogni secondo si formasse all'interno del tuo corpo un miliardesimo di millimetro, non te ne accorgeresti nemmeno, perchè le quattro forze (forza forte, forza debole, forza elettromagnetica e gravità) manterrebbero comunque coerente il tuo corpo. Lo stesso vale per stelle, sistemi solari, galassie e ammassi di galassie: fintanto che lo spazio che si forma tra i vari componenti consente loro di restare uniti grazie alle 4 forze, essi mantengono la loro coerenza.
Ma sommando questi incrementi di spazio su distanze sempre più grandi, allora la somma dello spazio formato è sufficiente a togliere coerenza agli oggetti più vasti e a farci percepire l'allontanamento tra di essi (tramite il famoso redshift cosmologico).



Lo spazio si crea ovunque, ma più del fatto che se ne formi è importante il tasso di formazione e l'accumulo tra le distanze.

Se spingiamo il concetto all'estremo, e aumentiamo a dismisura il tasso di espansione (che, ricordo, è in aumento a quanto pare), arriviamo alla disgregazione dell'intero universo fino alle particelle più piccole: il cosiddetto "Big Rip (https://it.wikipedia.org/wiki/Big_Rip)".

grazie red.quindi diciamo che il vuoto si crea ovunque, ma diventa percettibile e importante a livello macroscopico,laddove la gravità esercita sempre meno?

Red Hanuman
30-06-2023, 06:49
Sì, per ora. Dovesse aumentare il tasso di produzione di nuovo spazio, gli effetti si manifesterebbero via via su forze più potenti della gravità.

Morimondo
30-06-2023, 19:07
Una domanda un poco fuori tema la posto qui per non creare un post ad hoc.

Lo spazio è isotropo, ovunque si guardi sembra praticamente uguale a se stesso, in più ci possiamo spingere con la nostra strumentazione solo a meno di 14 miliardi di anni luce, si dice anche che non ha confini ma, dico ma, se ha un diametro di 92 miliardi di anni luce ci saranno galassie alla periferia estrema.
Cosa vedrebbe un osservatore periferico?
Non potrebbe dire che lo spazio è isotropo perchè da un lato non vi sarebbero ancora galassie e tantomeno stelle, ai confini dello spazio vi deve essere un qualcosa in cui lo spaziotempo vi deve ancora arrivare ma non vi è ancora arrivato ma se avesse le nostre conoscenze e apparecchiature cosa vedrebbe?

Red Hanuman
30-06-2023, 20:11
Una domanda un poco fuori tema la posto qui per non creare un post ad hoc.

Lo spazio è isotropo, ovunque si guardi sembra praticamente uguale a se stesso, in più ci possiamo spingere con la nostra strumentazione solo a meno di 14 miliardi di anni luce, si dice anche che non ha confini ma, dico ma, se ha un diametro di 92 miliardi di anni luce ci saranno galassie alla periferia estrema.

Attenzione, tu stai parlando dell'universo osservabile, non dell'intero universo. Un universo di cui possiamo percepire la luce che in circa 13,787 miliardi di anni ci ha potuto raggiungere, e ci parla di oggetti che ora grazie all'espansione sono lontani circa 46,5 miliardi di anni luce da noi al massimo.

NON è tutto l'universo, che probabilmente è molto più grande, e che per la stragrande maggioranza sta oltre quello che possiamo osservare.


Cosa vedrebbe un osservatore periferico?

Qualcosa di molto simile a quello che vediamo noi, visto che non è una vera periferia, ma solo uno spazio limite oltre il quale NOI non possiamo scorgere nulla.


Non potrebbe dire che lo spazio è isotropo perchè da un lato non vi sarebbero ancora galassie e tantomeno stelle, ai confini dello spazio vi deve essere un qualcosa in cui lo spaziotempo vi deve ancora arrivare ma non vi è ancora arrivato ma se avesse le nostre conoscenze e apparecchiature cosa vedrebbe?

No, è completamente errato quello che dici. Non c'è un confine dello spazio, e quello che vedrebbe un osservatore posto al limite del nostro universo osservabile è molto simile a quello che vediamo.

Non è un confine fisico, ma solo concettuale...

Ro84
30-06-2023, 20:55
Non è un confine fisico, ma solo concettuale...

Forse potrebbe aiutare la comprensione del concetto provando a "forzare" il paragone con la superficie terrestre, con tutti i limiti del caso naturalmente perché la superficie terrestre è in due dimensioni spaziali, mentre l'Universo sarebbe in tre dimensioni spaziali.

Immaginiamo di stare sulla superficie della Terra, ma immaginiamo anche che la Terra si stia lentamente gonfiando come un palloncino. Se anche ci spostiamo e iniziamo a viaggiare, non vedremo mai la "fine della superficie", per cui parlare di bordo dell'Universo è un'idea concettualmente errata, che presuppone che ci sia un limite spaziale al di là del quale c'è un qualcosa di non occupato, cioè qualcosa di simile a uno spazio vuoto. Questo "al di là" del bordo è ciò che non ha senso. Sarebbe come pensare che a un certo punto la superficie terrestre finisca di botto e che andando oltre si precipiti nel nulla, per cui avvicinandoci a questo limite non vedremo più nulla non essendoci nulla.

Sempre per l'effetto palloncino, noi vediamo che nel corso del tempo, una montagna che all'inizio era vicina, si "sposta" sempre più verso l'orizzonte; in realtà non è che si sia spostata, ma fra noi a la montagna si è "creata" nuova superficie a causa del gonfiaggio che sta dilatando il territorio.

Il fatto di non riuscire a percepire come sia possibile traslare quest'idea all'Universo è dovuto al fatto che i nostri sensi biologici semplicemente non sono progettati per visualizzare un simile fenomeno; i nostri sensi sono tarati per l'ambiente terrestre (o comunque per l'ambiente di un pianeta, possibilmente di tipo roccioso) e per comprendere quindi un'area ben definita e un'unità di tempo molto limitata.

davide1334
30-06-2023, 21:11
l’universo tutto è ovviamente più grande ma non sappiamo quanto più grande……potrebbe pure darsi che in una qualche direzione, un qualche universo osservabile più in là del nostro, ve ne sia uno dove si “vede” la fine,cioè magari si vedrebbero solo oggetti relativamente vicini e basta,il che potrebbe fare intuire di essere arrivati al limite vero.....possibile?

Morimondo
30-06-2023, 21:16
Forse...
Immaginiamo di stare sulla superficie della Terra, ma immaginiamo anche che la Terra si stia lentamente gonfiando come un palloncino. Se anche ci spostiamo e iniziamo a viaggiare, non vedremo mai la "fine della superficie", per cui parlare di bordo dell'Universo è un'idea concettualmente errata, che presuppone che ci sia un limite spaziale al di là del quale c'è un qualcosa di non occupato, cioè qualcosa di simile a uno spazio vuoto. Questo "al di là" del bordo è ciò che non ha senso. Sarebbe come pensare che a un certo punto la superficie terrestre finisca di botto e che andando oltre si precipiti nel nulla, per cui avvicinandoci a questo limite non vedremo più nulla non essendoci nulla.

Sempre per l'effetto palloncino, noi vediamo che nel corso del tempo, una montagna che all'inizio era vicina, si "sposta" sempre più verso l'orizzonte; in realtà non è che si sia spostata, ma fra noi a la montagna si è "creata" nuova superficie a causa del gonfiaggio che sta dilatando il territorio.

L'esempio non mi dispiace ma Gaetano ha postato:...


https://singularityhub.com/2023/04/09/the-multiverse-our-universe-is-suspiciously-unlikely-to-exist-unless-it-is-one-of-many/?fbclid=IwAR3KPM5DatsV_DvzelNoej1HKTPZHaxwKT7QJeW8 WX6lAISTVa_53NCY-nQ
Come convivono tutti questi infiniti Universi? Affiancati o compenetrati in una, per esempio, quinta dimensione?

Non Certamente affiancati, presumo, perchè vi dovrebbe essere una certa quantità di spazio più vuoto che non si può, senza i soliti 4 o 5 protroni, senza energie, senza fluttuazioni quantistiche perchè, cito un riga che ho trovato su Wikipedia uno spazio assolutamente vuoto violerebbe il principio di Heisenberg.

Conpenetrati non credo nemmeno, vi sarebbe un'espansione entro un'altra e vedremmo moltissimi oggetti all'ultravioletto.

Quindi nonostante ciò potrebbero esistere altri universi?

Non riesco a capire, ma non è colpa vostra, cercherò un bravo neurologo.

Morimondo
30-06-2023, 21:22
NON è tutto l'universo, che probabilmente è molto più grande, e che per la stragrande maggioranza sta oltre quello che possiamo osservare.

Quindi i 92 miliardi di anni luce rappresentano solo la minima dimensione che supponiamo possa avere, ma che sicuramente è molto più grande?


Qualcosa di molto simile a quello che vediamo noi, visto che non è una vera periferia, ma solo uno spazio limite oltre il quale NOI non possiamo scorgere nulla.

Quindi noi potremmo proprio essere in questa pseudo periferia?

Red Hanuman
30-06-2023, 23:41
Quindi i 92 miliardi di anni luce rappresentano solo la minima dimensione che supponiamo possa avere, ma che sicuramente è molto più grande?

Molto probabilmente si.


Quindi noi potremmo proprio essere in questa pseudo periferia?

No, perchè non esiste.
Per capire l'universo osservabile possiamo immaginare di essere su un monte dominante una vasta pianura. Se ci sali in cima, quello che vedi è il tuo orizzonte osservabile.
Ma se la pianura è abbastanza grande è possibile che ci sia un altro monte, al di là dei limiti di osservazione del primo, da cui osservi un altro orizzonte.
Quindi, quale dei due rappresenta o raggiunge il limitare della pianura? Nessuno. Ognuno vede cose diverse, ma non la fine della pianura.
E magari, la pianura è così grande da occupare tutta la superficie del pianeta. Dove sarà, allora, il limite dell'orizzonte?
Da nessuna parte, perchè la pianura non finisce e non ha un confine, per lo meno sul "piano" delimitato dalla superficie del pianeta. Se c'è un confine non sta su un piano, ma nella terza dimensione.

Per analogia, i confini dell'universo non stanno nel nostro universo quadridimensionale, ma nelle eventuali dimensioni aggiuntive... Ammesso che ci siano.

Gaetano M.
01-07-2023, 17:42
L'esempio non mi dispiace ma Gaetano ha postato:...



Non Certamente affiancati, presumo, perchè vi dovrebbe essere una certa quantità di spazio più vuoto che non si può, senza i soliti 4 o 5 protroni, senza energie, senza fluttuazioni quantistiche perchè, cito un riga che ho trovato su Wikipedia uno spazio assolutamente vuoto violerebbe il principio di Heisenberg.

Conpenetrati non credo nemmeno, vi sarebbe un'espansione entro un'altra e vedremmo moltissimi oggetti all'ultravioletto.

Quindi nonostante ciò potrebbero esistere altri universi?

Non riesco a capire, ma non è colpa vostra, cercherò un bravo neurologo.

L'idea Multiverso mi è sempre piaciuta per diversi motivi: perché un solo Big Bang, perché queste costanti ... quello che che dici però mi da da pensare, Acquisisco e metto in elaborazione :biggrin:

Morimondo
01-07-2023, 20:31
L'idea Multiverso mi è sempre piaciuta per diversi motivi: perché un solo Big Bang, perché queste costanti ... quello che che dici però mi da da pensare, Acquisisco e metto in elaborazione :biggrin:

E' quello che penso anch'io un solo universo, mi fa troppo pensare, mi fa tornare a quando da bambino facevo catechismo. L'idea che ci possa essere un numero infinito di universi mi solletica, questo insieme di universi mi ricorda il nostro pieno pieno di galassie.
Come potrebbe essere il raccoglitore, lo spazio che li contiene e cosa ci sarebbe tra universo e universo?
L'idea che un universo grosso modo sferico ma che non ha una periferia sfumata come la mia logica s8i aspetterebbe, è per me indigeribile, mi scuso con tutti quelli che si sforzano con vari esempi per farmela capire, ma proprio ho bisogno di fosforo e un bravo neurologo.

Albertus
09-10-2024, 20:31
Resto molto confuso.

si crea uno spazio assolutamente vuoto che viene poi colonizzato da energia e dalle solite fluttuazioni quantistiche oppure al contrario si creano energia e fluttuazioni quantistiche che stando "strette" nello spazio lo creano ex novo per stare più comode?

tutti noi abbiamo sentito parlare della teoria della relatività generale ma tutti noi pensiamo allo spazio come lo pensava Newton vale a dire come un ente geometrico astratto che delimita una regione all'interno della quale ci sta la materia e l' energia
Viene quindi spontaneo chiedersi da dove viene l'energia e la materia che misuriamo sperimentalmente

Bisogna invece sforzarsi di concepire lo spaziotempo come una sostanza che ha di per se stesso delle proprietà
una di questa è l'energia gravitazionale di tipo attrattivo dovuta, come è ben noto alla curvatura dello spazio tempo
l'energia gravitazionale non è quindi "dentro" lo spazio , la gravitazione "è" lo spazio

Un altra proprietà meno nota è :
" l'energia dello spazio vuoto" di tipo repulsivo
da non confondere con
'l'energia del vuoto" che esiste ancora al giorno d'oggi

Nella cellula di spazio tempo primordiale L'energia dello spazio vuoto non era "dentro lo spazio" , l'energia dello spazio vuoto "era integrata nello spazio" esattamente come la forza gravitazionale
Prima del big bang gravitazione ed energia dello spazio vuoto coesistevano in perfetto equilibrio

A causa delle solite fluttuazioni quantistiche l'energia dello spazio vuoto ha prevalso sulla gravitazione
In una frazione di secondo l'universo ha raggiunto dimensioni paragonabili a quelle attuali
Lo spazio è diventato piatto , l'energia dello spazio vuoto si è trasformata nella materia e nell'energia che conosciamo

l'energia dello spazio vuoto non esiste più , deve quindi essere considerata come un 'ipotesi' la cui esistenza è però in accordo con la meccanica quantistica e la stessa relatività