Paolo25
04-02-2025, 15:45
Ciao a tutti, due giorni fa ho voluto mettere a confronto i due rifrattori acromatici attualmente in mio possesso acquistati usati negli ultimi due mesi:
- Ziel modello Mahk 50 con obiettivo 102/500mm (f=4.9)
- Celestron modello SkyScout 90 con obiettivo 90/660 (f = 7,3)
Il primo l’ho preso (a 100 euro compresi gli accessori di corredo) per nostalgia di quello che fu il mio primo telescopio e che, pur nei suoi limiti, mi introdusse nel mondo della strumentazione astronomica con buone soddisfazioni. Il secondo (preso a 90 euro con accessori di serie e barra vixen) perché, cercandolo da parecchio (se ne trovano pochi), si era concretizzata l’occasione di acquistarlo e provare la sua focale, intermedia fra i ‘corti’ e i ‘normali’.
Gli star test sono stati buoni per entrambi (un po' di fortuna…:biggrin:)
Le prove si sono svolte in diurna ed in notturna, in simultanea, e utilizzando oculari (tutti a schema plossl) che fornissero più o meno la stessa pupilla d’uscita.
I primi due test sono stati effettuati tra le 10 e le 11 del mattino di una giornata poco luminosa, con cielo pesantemente velato, assenza di vento e temperatura +13° circa.
Test 1 - (con raddrizzatore prismatico a 45°)
Telescopio 90/660 e 102/500
Oculare 25mm e 17mm
Ingrandimento 26,4X e 29,4X
P.U. 3,4 mm e 3,5 mm
C.R. 1,9° e 1,7°
I bersagli sono stati antenne televisive su palazzi posti a circa 200 m di distanza (ma anche una Cornacchia placidamente e a lungo appollaiata su una parabola posta alla stessa distanza) e il profilo in cresta di un paese (Colonna) distante circa 20 km. Le immagini fornite mostravano una buona nitidezza e incisività e, ovviamente, la stessa luminosità; di fatto non sono riuscito a rilevare differenze tra le due visioni, se non a tratti una maggiore ‘fermezza’ dell’immagine nel 90mm (ma potrebbe essere solo suggestione). Cromatismo appena percettibile, tenue e assolutamente tollerabile. N.B.: un grazie alla Cornacchia, che con il luccichio dei suoi occhi ha contribuito al test !
Test 2 - (con raddrizzatore prismatico a 45°)
Telescopio 90/660 e 102/500
Oculare 15mm e 10mm
Ingrandimento 44,0X e 50,0X
P.U. 2,0 mm e 2,0 mm
C.R. 1,1° e 1,0°
Sugli stessi bersagli anche qui la resa è stata piacevole alla voce nitidezza e contrasto; tuttavia… diventava evidente una differenza appena percepita nel test 1, ovvero una profondità di fuoco nettamente migliore nel 90 mm, che si traduceva in maggiore sicurezza nel fuoco ottimale raggiunto; ovvio direte, ma l’entità della differenza mi ha sorpreso. Immagine visibilmente più ‘ferma’ nel 90mm, ma ciò potrebbe essere dovuto al minore ingrandimento. Cromatismo evidente soprattutto sul 102mm
Poiché a conti fatti, a queste condizioni e su questi target, il 90 f7,3 ne è uscito vincitore, ho voluto a questo punto confrontarlo con il Mak 102/1300…
Test 3 - (con raddrizzatore prismatico a 45°)
Telescopio 90/660 e 102/1300
Oculare 17mm e 32mm
Ingrandimento 38,8X e 40,6X
P.U. 2,3 mm e 2,5 mm
C.R. 1,3° e 1,2°
Il risultato ? Luminosità comparabile, forse qualcosina in più per il 90mm. Nitidezza e secchezza dell’immagine eccellente per entrambi, forse qualcosa in più per il Mak. Visione leggermente più ferma nel 90mm; profondità di fuoco buona nel 90mm, superba nel Mak…
Per il test notturno attendo la sera tra le 21 e le 22, cielo sereno, non trasparente, atmosfera poco agitata, temperatura + 9° circa.
Ripeto tal quali i test 1 e 2, con le medesime coppie di oculari, bersagli Venere e Luna, ma questa volta con normali diagonali a specchio a 90°.
Su Venere visione da appena sufficiente (90mm a 26x) a pessima (102mm a 50x), per lo più dovuta ai disturbanti bagliori colorati che attorniavano il pianeta (che mostrava comunque le due cuspidi ben definite). Sulla Luna splendida visione per entrambi i rifrattori, la tenue colorazione sul bordo lunare non disturbava più di tanto. Il 102mm a 50X tuttavia mostrava un’immagine già più impastata e meno godibile, si era evidentemente già oltre il suo ‘proprio limite’, mentre il 90mm a 44X era ancora molto incisa, ben visibili per capirci le ‘onde’ di lava del Mare Serenitatis e stagliati i picchi centrali dei crateri vicini al terminatore. (La solita visione di profonda e desolante bellezza, ma questo c’entra poco col test…)
Ripeto a questo punto in notturna il test n° 3 affiancando il 90mm al Makkino, e qui viene il bello, perché sebbene il livello di dettaglio sia comparabile, la visione d’insieme nel Mak risulta più morbida e riposante, del tutto apocromatica. Da qui al desiderio di aumentare gli ingrandimenti il passo è breve, ma non volendo usare oculari diversi da quelli usati per i test, mi limito ad inserire il 17mm nel Mak e il 10mm nel rifrattore 90mm… e qui il Mak 102 prende proprio il largo, saluta e se ne va… 76 ingrandimenti di pura bellezza apocromatica, il fondo cielo nero ad esaltare la luce cinerea e un disco tutto ancora ben compreso nel campo di vista. Nel Mak portato a 130X (plossl 10mm) va cercato bene il punto di fuoco, ma la visione è ancora perfetta. Il rifrattore si difende come può, a 66X offre una bella visione d’insieme, il cromatismo c’è ma non è fastidioso ed è presente solo sugli orli del disco, ma globalmente non può competere. Niente di diverso da quello che le leggi dell’ottica prevedevano, naturalmente, ma mi interessava capire le differenze tramite un confronto diretto.
Conclusioni generaliste per uso globale (in parte dedotte):
- Acromatico 102/500 = eccellente fino a 25X, buono fino a 40X, da insufficiente a scarso per ingrandimenti via via superiori.
- Acromatico 90/660 = eccellente fino a 35X, buono fino a 70X, da insufficiente a scarso per ingrandimenti via via superiori.
- Mak 102/1300 = eccellente a qualsiasi ingrandimento (all’interno del range provato), ma sotto i 40X è difficile andarci.
Conclusioni finali: se dovessi tenere uno solo dei rifrattori terrei certamente il 90mm. Punti a favore: in visuale diurno ‘termina’ lì dove comincia il Mak 102. In notturna la lunghezza fisica non è invasiva (circa 75 cm compreso paraluce e diagonale) e la facilità di brandeggio a mano libera (e quindi di facile puntamento) su montatura AZ è notevole. Oltretutto, in ordine di marcia (con diagonale e oculare) pesa meno dell’Acro 102/500 (2,3 kg contro 2,75 kg) ed è molto semplice contrappesarlo.
Scusate la lunghezza, ma mi sa che, sul terrestre diurno, ho trovato il telescopio complementare al Mak 102... :)
- Ziel modello Mahk 50 con obiettivo 102/500mm (f=4.9)
- Celestron modello SkyScout 90 con obiettivo 90/660 (f = 7,3)
Il primo l’ho preso (a 100 euro compresi gli accessori di corredo) per nostalgia di quello che fu il mio primo telescopio e che, pur nei suoi limiti, mi introdusse nel mondo della strumentazione astronomica con buone soddisfazioni. Il secondo (preso a 90 euro con accessori di serie e barra vixen) perché, cercandolo da parecchio (se ne trovano pochi), si era concretizzata l’occasione di acquistarlo e provare la sua focale, intermedia fra i ‘corti’ e i ‘normali’.
Gli star test sono stati buoni per entrambi (un po' di fortuna…:biggrin:)
Le prove si sono svolte in diurna ed in notturna, in simultanea, e utilizzando oculari (tutti a schema plossl) che fornissero più o meno la stessa pupilla d’uscita.
I primi due test sono stati effettuati tra le 10 e le 11 del mattino di una giornata poco luminosa, con cielo pesantemente velato, assenza di vento e temperatura +13° circa.
Test 1 - (con raddrizzatore prismatico a 45°)
Telescopio 90/660 e 102/500
Oculare 25mm e 17mm
Ingrandimento 26,4X e 29,4X
P.U. 3,4 mm e 3,5 mm
C.R. 1,9° e 1,7°
I bersagli sono stati antenne televisive su palazzi posti a circa 200 m di distanza (ma anche una Cornacchia placidamente e a lungo appollaiata su una parabola posta alla stessa distanza) e il profilo in cresta di un paese (Colonna) distante circa 20 km. Le immagini fornite mostravano una buona nitidezza e incisività e, ovviamente, la stessa luminosità; di fatto non sono riuscito a rilevare differenze tra le due visioni, se non a tratti una maggiore ‘fermezza’ dell’immagine nel 90mm (ma potrebbe essere solo suggestione). Cromatismo appena percettibile, tenue e assolutamente tollerabile. N.B.: un grazie alla Cornacchia, che con il luccichio dei suoi occhi ha contribuito al test !
Test 2 - (con raddrizzatore prismatico a 45°)
Telescopio 90/660 e 102/500
Oculare 15mm e 10mm
Ingrandimento 44,0X e 50,0X
P.U. 2,0 mm e 2,0 mm
C.R. 1,1° e 1,0°
Sugli stessi bersagli anche qui la resa è stata piacevole alla voce nitidezza e contrasto; tuttavia… diventava evidente una differenza appena percepita nel test 1, ovvero una profondità di fuoco nettamente migliore nel 90 mm, che si traduceva in maggiore sicurezza nel fuoco ottimale raggiunto; ovvio direte, ma l’entità della differenza mi ha sorpreso. Immagine visibilmente più ‘ferma’ nel 90mm, ma ciò potrebbe essere dovuto al minore ingrandimento. Cromatismo evidente soprattutto sul 102mm
Poiché a conti fatti, a queste condizioni e su questi target, il 90 f7,3 ne è uscito vincitore, ho voluto a questo punto confrontarlo con il Mak 102/1300…
Test 3 - (con raddrizzatore prismatico a 45°)
Telescopio 90/660 e 102/1300
Oculare 17mm e 32mm
Ingrandimento 38,8X e 40,6X
P.U. 2,3 mm e 2,5 mm
C.R. 1,3° e 1,2°
Il risultato ? Luminosità comparabile, forse qualcosina in più per il 90mm. Nitidezza e secchezza dell’immagine eccellente per entrambi, forse qualcosa in più per il Mak. Visione leggermente più ferma nel 90mm; profondità di fuoco buona nel 90mm, superba nel Mak…
Per il test notturno attendo la sera tra le 21 e le 22, cielo sereno, non trasparente, atmosfera poco agitata, temperatura + 9° circa.
Ripeto tal quali i test 1 e 2, con le medesime coppie di oculari, bersagli Venere e Luna, ma questa volta con normali diagonali a specchio a 90°.
Su Venere visione da appena sufficiente (90mm a 26x) a pessima (102mm a 50x), per lo più dovuta ai disturbanti bagliori colorati che attorniavano il pianeta (che mostrava comunque le due cuspidi ben definite). Sulla Luna splendida visione per entrambi i rifrattori, la tenue colorazione sul bordo lunare non disturbava più di tanto. Il 102mm a 50X tuttavia mostrava un’immagine già più impastata e meno godibile, si era evidentemente già oltre il suo ‘proprio limite’, mentre il 90mm a 44X era ancora molto incisa, ben visibili per capirci le ‘onde’ di lava del Mare Serenitatis e stagliati i picchi centrali dei crateri vicini al terminatore. (La solita visione di profonda e desolante bellezza, ma questo c’entra poco col test…)
Ripeto a questo punto in notturna il test n° 3 affiancando il 90mm al Makkino, e qui viene il bello, perché sebbene il livello di dettaglio sia comparabile, la visione d’insieme nel Mak risulta più morbida e riposante, del tutto apocromatica. Da qui al desiderio di aumentare gli ingrandimenti il passo è breve, ma non volendo usare oculari diversi da quelli usati per i test, mi limito ad inserire il 17mm nel Mak e il 10mm nel rifrattore 90mm… e qui il Mak 102 prende proprio il largo, saluta e se ne va… 76 ingrandimenti di pura bellezza apocromatica, il fondo cielo nero ad esaltare la luce cinerea e un disco tutto ancora ben compreso nel campo di vista. Nel Mak portato a 130X (plossl 10mm) va cercato bene il punto di fuoco, ma la visione è ancora perfetta. Il rifrattore si difende come può, a 66X offre una bella visione d’insieme, il cromatismo c’è ma non è fastidioso ed è presente solo sugli orli del disco, ma globalmente non può competere. Niente di diverso da quello che le leggi dell’ottica prevedevano, naturalmente, ma mi interessava capire le differenze tramite un confronto diretto.
Conclusioni generaliste per uso globale (in parte dedotte):
- Acromatico 102/500 = eccellente fino a 25X, buono fino a 40X, da insufficiente a scarso per ingrandimenti via via superiori.
- Acromatico 90/660 = eccellente fino a 35X, buono fino a 70X, da insufficiente a scarso per ingrandimenti via via superiori.
- Mak 102/1300 = eccellente a qualsiasi ingrandimento (all’interno del range provato), ma sotto i 40X è difficile andarci.
Conclusioni finali: se dovessi tenere uno solo dei rifrattori terrei certamente il 90mm. Punti a favore: in visuale diurno ‘termina’ lì dove comincia il Mak 102. In notturna la lunghezza fisica non è invasiva (circa 75 cm compreso paraluce e diagonale) e la facilità di brandeggio a mano libera (e quindi di facile puntamento) su montatura AZ è notevole. Oltretutto, in ordine di marcia (con diagonale e oculare) pesa meno dell’Acro 102/500 (2,3 kg contro 2,75 kg) ed è molto semplice contrappesarlo.
Scusate la lunghezza, ma mi sa che, sul terrestre diurno, ho trovato il telescopio complementare al Mak 102... :)