PDA

Visualizza Versione Completa : Scoperta la provenienza dell'acqua di Vesta



orione2000
05-02-2014, 19:20
4,5 miliardi di anni fa,agli albori del Sistema Solare,quando c'era un disco di gas,polveri e ammassi rocciosi potremmo già incontrare l'asteroide Vesta. Naturalmente non lo troveremo come lo conosciamo oggi,perché l'asteroide è stato soggetto di impatti con altri oggetti celesti,che hanno causato la formazione di crateri sulla sua superficie. Questi scontri sono proprio ora studiati dalla sonda Dawn della NASA,in cui è presente lo spettrometro italiano VIR. E proprio lo stesso ha scoperto che anche piccoli oggetti pieni d'acqua hanno impattato in alcune regioni della superficie di Vesta,specialmente quelle antiche.
Però alcuni meteoriti provenienti da Vesta contengono delle rocce che si sono cristallizzate in presenza di acqua nei primi milioni di anni di vita del Sistema solare. Pare quindi che ci sia stata un epoca remota dove il livello di impatti con planetesimali ricchi di acqua nel Sistema solare interno abbia subito un notevole aumento. Il fenomeno è stato approfondito da Diego Turrini dell'INAF-IAPS e da Vladimir Svetsov dell'Accademia delle Scienze Russe a Mosca: che anno provato a ricostruire grazie a simulazioni al computer l'ambiente di 4,5 miliardi di anni fa attorno al Sole,quando Giove si è spostato dalla sua orbita iniziale all'orbita attuale,con l'esito degli impatti con corpi ricchi d'acqua su Vesta.
<<La formazione di Giove, unita alla sua migrazione, ha scatenato una profonda destabilizzazione dei piccoli corpi celesti che popolavano il Sistema solare in formazione. Nel nostro lavoro abbiamo indagato se questa fase caotica potesse spiegare l’immissione nelle regioni interne del sistema Solare di detriti ricchi di materiale organico e di acqua che poi avrebbero impattato i corpi principali, così come Vesta, determinandone le abbondanze osservate oggi in superficie e nei meteoriti caduti sulla Terra che in passato si sono staccati dall’asteroide. E la risposta che la nostra analisi ha prodotto non solo conferma questo scenario, ma addirittura indica la possibilità che Vesta sia stata letteralmente "inondata" di acqua, in un rapporto con le sue rocce simile a quello che c’è sulla Terra tra massa solida e oceani. La differenza è che, su Vesta, gran parte di quell’acqua è evaporata o è stata rimossa quasi completamente>> spiega Diego Turrini.
Alcuni pensano che per una migliore ricostruzione bisogna considerare un piccolo spostamento di Giove (solamente di mezza unità astronomica) e che il più grande corpi celesti che hanno causato il bombardamento doveva essere di 1-2 km.
<<Questa combinazione, anche se non è l’unica possibile tra quelle indagate, risulta la più convincente in base agli indizi osservativi che vengono dalla composizione dei meteoriti provenienti da Vesta e dalle osservazioni della sonda Dawn. Sulla base dei nostri risultati, sappiamo inoltre che il bombardamento subito da Vesta e dai corpi del Sistema Solare interno è costituito solo da una parte dei corpi planetari destabilizzati dalla formazione di Giove. Una frazione altrettanto se non più larga è stata catturata dal pianeta gigante stesso o dal suo sistema di satelliti, influenzandone la composizione finale. Il prossimo passo da fare per comprendere meglio queste fasi antiche della vita del Sistema solare sarà quindi quello di intrecciare la storia narrata da Vesta con quello che impareremo su Giove e i suoi satelliti grazie alla missioni Juno della NASA e JUICE dell’ESA, in entrambe le quali l’INAF con lo IAPS svolge un ruolo di primo piano>>.
Fonte:Media INAF
Orione2000