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Visualizza Versione Completa : [DSJ] Deep Sky Journal N° 38 (Giugno 2014)



etruscastro
24-05-2014, 11:29
Nel secondo appuntamento del DSJ del mese di giugno 2014 di astronomia.com portiamo all’attenzione un’oggetto interessantissimo e poco conosciuto dalla comunità astrofila, che anche per questo motivo è nata questa piccola rubrica, dopo aver parlato negli ultimi numeri di oggetti relativamente semplici, oggi ci sarà da aguzzare la vista…. Ma non temete, ne varrà totalmente la pena…… parliamo di NGC 6369 nota anche come “la nebulosa fantasma”!

FOTO NGC 6369:

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La ghost nebula è stata scoperta nel 1784 dal “solito” William Herschel che la definì come un disco circolare luminoso, è rintracciabile alle coordinate celesti di Ascensione Retta 17h 29m 21s e di Declinazione -23° 45’ 35” la distanza da noi è molto incerta, infatti si stima possa essere compresa tra le 2000 e le 5000 a.l. e “brilla” di una magnitudine di +11.4 con una dimensione apparente di 58” x 34” .

La NGC 6369 è anche catalogata come PK 2+5.1; Hen 2-232; My 101; ARO 51

TROVIAMO NGC 6369 CON STELLARIUM:

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Trovare la nebulosa è molto facile, basta partire da 51 Oph (+4.75) e raggiungere con un semplice star hopping a nord di essa con la HIP 85703 (+7.35) e a meno di 0.5° a NE troveremo la splendida nebulosa già alla portata di strumenti da 5” sotto un cielo nero.

APPUNTI DI ASTROFISICA:

Osservare la NGC 6369 dal punto di vista astrofisico è molto interessante dato che, osservando lei stiamo per osservare molto probabilmente la fine del nostro Sole, infatti la stella che ha generato questa planetaria molto probabilmente aveva una massa compresa tra 1 e 1.5 masse solari, anche se dalle più moderne osservazioni non si è ancora determinata la presenza del Carbonio.

La nana bianca al suo interno attualmente ha una temperatura superficiale di 70.000K ed è una grande sorgente di radiazione ultravioletta dato che ionizza e spinge i gas che la circonda e che ha espulso negli stadi della sua vita di … stella, questo infatti,è anche il motivo per cui nelle foto professionali la nebula assume i suoi colori cangianti.

Se osservata invece alle onde radio a lunghezza d’onda la NGC 6369 risulterebbe la 3° nebulosa planetaria più luminosa del nostro cielo.

CONSIDERAZIONI OSSERVATIVE:

vi riporto la mia osservazione del 16/06/2012 con il mio CPC 1100 in una serata con temperatura 20°, seeing II della scala Antoniadi e SQM 20.66:

dagli appunti:

NGC 6369: altra planetaria ostica, solo il diametro generoso del telescopio ed i forti ingrandimenti hanno reso possibile l’osservazione di questa magnifica nebulosa, a 300 x + UHC SPETTACOLARE… appunto un’osservazione dell’amico Sandro che l’ha definita una “clone” di M57, e devo dire con ragione

UN POCHINO DI STORIA: (tratto liberamente da: scienzainrete.it)

7172Giovanni Virginio Schiaparelli è considerato uno dei più grandi astronomi milanesi.

Tuttavia non fu né milanese né precisamente un astronomo: nacque il 14 marzo 1835 a Savigliano, nel cuneese, e si addottorò in ingegneria idraulica e architettura civile presso il Politecnico di Torino. L’astronomia, per quanto ne sappiamo, fu una passione che l’accompagnò fin dall’età di sette anni, quando osservò un’eclissi totale.

Nel 1859, presso l’Osservatorio di Pulkovo (San Pietroburgo), dove si trovava per seguire corsi di perfezionamento su indicazione del Ministero Piemontese della Pubblica Istruzione, lo raggiunse la nomina a secondo astronomo presso l’Osservatorio Astronomico di Brera e dal 1862 al 1900 assunse la carica di direttore della specola milanese.

«Memoria poca, genio nessuno, molta pazienza e infinita curiosità di saper tutto. Questo è press’a poco il mio ritratto intellettuale.» Così scrisse Schiaparelli in una lettera.

La vastità della sua opera in effetti testimonia una curiosità sconfinata: dall’astronomia alle lingue orientali passando attraverso le teorie evoluzionistiche di Darwin, Schiaparelli seppe declinare il proprio ingegno nell’approfondimento di ogni campo del sapere.

Le assidue osservazioni sui sistemi stellari doppi fecero invece appello alla «molta pazienza»: a partire dal 1875, Schiaparelli iniziò una dettagliata e metodica osservazione delle stelle doppie che lo occupò sino alla fine del suo incarico. In 25 anni misurò posizione e separazione angolare di 11.775 stelle doppie.

Tuttavia la frase di Schiaparelli pecca di eccessiva modestia; grazie al suo genio riuscì a ricavare dalle osservazioni la corretta teoria sull’origine delle stelle cadenti: frammenti di comete che attraversano l’atmosfera terrestre. Le sue pubblicazioni in materia gli valsero prestigiosi premi come la medaglia d’oro della Società Italiana delle Scienze, il premio Lalande dell’Academie des Sciences di Parigi e la medaglia d’ora della Royal Astronomical Society di Londra.

l Il suo nome è però indissolubilmente legato alle mappe del pianeta Marte: osservando il pianeta durante le opposizioni che si verificarono tra il 1876 e il 1890, sfruttando le potenzialità del telescopio Merz da 21 cm (poi sostituito dal 49 cm) e una metodologia fino ad allora utilizzata solo nelle carte terrestri, Schiaparelli redasse le mappe di Marte più precise e dettagliate mai realizzate fino ad allora.

Come molti astronomi del suo tempo, Schiaparelli non solo notò che la superficie di Marte era composta da macchie scure (che venivano chiamate mari) e macchie chiare (chiamate continenti) ma anche che
«tutta la vasta estensione dei continenti è solcata per ogni verso di una rete di numerose linee o strisce sottili di color oscuro[...]. Queste linee o strisce sono i famosi canali di Marte.»
In nessuna pubblicazione scientifica Schiaparelli si sbilanciò circa l’origine dei canali.

Solo più tardi, in una articolo divulgativo apparso nel 1895 su Natura e Arte, concederà «alla fantasia un più libero volo» e si abbandonerà a congetture riguardanti il sistema socio-politico di esseri intelligenti in grado di costruire canali che permettessero il defluire dei ghiacci polari e un’adeguata ridistribuzione idrica sul pianeta.

Alla fine dell’Ottocento la veridicità di tali canali venne messa in discussione da strumenti più potenti che risolsero in una serie di punti ciò che prima veniva visto come una linea scura.

Nel 1907 in una lettera a Vincenzo Cerulli, Schiaparelli si dirà convinto del fatto che fosse la scarsa risoluzione dello strumento a creare quelle illusioni ottiche che l’occhio umano interpretava come canali.
Dedito ormai solo allo studio della storia dell’astronomia e della lingua ebraica e babilonese, Schiaparelli morì il 4 luglio 1910.

Ciò che di lui celebriamo è la continua e incessante sfida alla conoscenza che queste sue parole splendidamente descrivono:
Dobbiamo anche confidare un poco in ciò che Galileo chiamava la cortesia della Natura, in grazia della quale talvolta da parte inaspettata sorge un raggio di luce ad illuminare argomenti prima creduti inaccessibili alle nostre speculazioni [...]. Speriamo dunque. E studiamo
(G.V. Schiaparelli, Il pianeta Marte, 1893).


RACCOLTA DSJ DI ASTRONOMIA.COM (http://www.astronomia.com/forum/showthread.php?2945-Raccolta-Deep-Sky-Journal)
NEBULOSE BIPOLARI (http://www.astronomia.com/forum/showthread.php?4914-DSJ-Deep-Sky-Journal-N%B0-23-(-Gennaio-2014))

a distanza di un anno dall'apertura di questo giornalino astronomico vorrei ringraziare tutti i lettori di astronomia.com con le più di 4460 visite al DSJ.
il mio impegno è ripagato dalla vostra presenza!

Antonio Giarrusso

etruscastro
25-05-2014, 07:48
aggiunto il secondo DSJ del mese di giugno!

buona lettura e cieli sereni!

Etruscastro

garmau
25-05-2014, 08:46
Scusa ma 5" non sono pochini per un oggetto di 13^ grandezza?

Comunque sempre puntuale, stai per diventare come gli F24, e non so se è un complimento.:biggrin::biggrin:

etruscastro
25-05-2014, 08:54
la magnitudine integrata è +11.4 ma la Luminosità Superficiale molto di più (ma non so di quanto!)!
se il cielo è buono e l'oggetto alto si può fare, certo che occorrono alti ingrandimenti per apprezzarne la struttura e l'aiuto di un filtro nebulare.... ma credimi, è rintracciabile....