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Visualizza Versione Completa : Esperienza - Diametro o Giochi di Prestigio?



etruscastro
27-11-2014, 09:12
Leggendo da molto tempo i report di astrofili o le considerazioni, le prove e le recensioni di strumenti e accessori nei vari forum, mi viene da fare una considerazione che prima o poi ogni astrofilo visualista dovrebbe porsi , e cioè quanto di ciò che si osserva al proprio strumento rifletta davvero la realtà delle cose e quante invece sono interpolazioni del proprio cervello o causate da aberrazioni ottiche.


Capisco benissimo che questa discussione è trita e ritrita nei vari blog/forum ma troppo spesso si cade nella legge inconfutabile dell’esperto di turno o di chi lo ha più grosso (il telescopio!), non è questa l’idea di questo thread, ma vorrei invece coinvolgere gli utenti in considerazioni che troppo spesso si danno per scontate a volte sbagliando.


Quasi sempre quando si parla di strumenti e di acquisti o semplicemente della resa di un telescopio si parla di cielo (inteso come qualità dello stesso), strumento (inteso anch’esso come qualità ottico/meccanica), diametro (che sia il più grosso possibile), seeing o trasparenza del cielo (dato che spesso le due cose NON vanno a braccetto) o accessori vari che devono essere per forze di cose al top della gamma relativi poi dei costi che ne conseguono, io stesso cado in questi tranelli che, seppure hanno un peso influente sulla resa generale di una serata visuale non tengono conto di quello che è il vero collo di bottiglia dell’osservatore……… il connubio occhio/cervello.


Un telescopio ipoteticamente messo nella condizione di operare al 100% (con le condizioni sopra elencate) creerà gioco forza un’immagine che comunque vada non rispecchierà in pieno la realtà delle cose, volete per lo spettro visibile umano che è limitato, volete soprattutto che spesso e volentieri gli oggetti sono deboli e non uniformemente luminosi come nel deep sky o al contrario luminosi e con forti contrasti come i pianeti maggiori , sta di fatto che questa immagine deve imprimersi su un’obiettivo che, nel nostro caso è l’ occhio.


Il nostro occhio è una macchina perfetta ma limitata, innanzitutto non è progettato per una visione stancante e stressante come nell’osservazione astronomica, basti pensare come l’occhio deve lavorare in visione mesopica e fotopica di giorno e di notte nelle condizioni generali del quotidiano e poi rapportarlo all’osservazione telescopica dove la luce è molto flebile e i dettagli ancor di più, l’occhio quindi deve comunque traslare l’immagine impressa sull’obiettivo (la retina) e con complicati procedimenti portarla al nostro cervello……


aspettate però, facciamo un piccolo passo indietro….


vi ricordate la qualità dell’immagine che, in condizioni ottimali arrivava al nostro occhio?


Nella migliore delle ipotesi era del 100%, ora di sicuro già non sarà più così…. di quanto sarà ora non lo sappiamo (o non so dirlo io!) ma di certo non è più il 100% perché?


perché ogni occhio è diverso dall’altro ma soprattutto l’occhio potrebbe avere problemi congeniti o stanchi a causa dell’età e quindi non trasmettere appieno la stessa qualità o quantità di informazione.


ma attenzione perché la vera “truffa” arriva ora…..!

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prendiamo atto del tratto di “strada” che l’immagine impressa sulla retina deve arrivare al cervello ed immaginiamola come un tunnel stretto oppure ad una macchina che trasforma un “qualcosa” in un’altra “cosa” come ad una funzione matematica (la figura a destra)9292, in questo caso l’immagine formata sull’occhio deve trasformarsi in informazione al cervello.... ma è proprio qua che accade qualcosa degna del più ben riuscito gioco di prestigio perché il nostro cervello non è un super computer capace di elaborare una mole di dati impressionante in maniera continuativa ma deve semplificarsi la vita per essere il più veloce e funzionale possibile, e come tutti ben sappiamo le cose fatte di fretta spesso vengono male, perché?


Perché il cervello si affida ad un fenomeno che ci segue fin dalla nascita e si evolve con noi, questo espediente si chiama esperienza, l’esperienza che ci evita di mettere una man sul fuoco per non bruciarsi o ci fa avere i riflessi pronti per evitare magari di scontrarsi con un’altra autovettura mentre guidiamo.


Fin qui tutto bene, perché il cervello ripete movimenti per cui quotidianamente si allena e lo fa da sempre, ma non dimentichiamoci che il nostro cervello è altamente fallace, proviamo a fare alcuni esperimenti banali:

etruscastro
27-11-2014, 09:29
L’ESPERIENZA QUOTIDIANA:

questo è il vero problema degli astrofili visualisti, rapportare l’immagine dell’oggetto osservato con le foto.

Oggi giorno, grazie alla potenzialità della rete internet, siamo bombardati da immagini spettacolari degli oggetti più famosi del cielo, nessuno né via web né tanto meno in TV o sulle riviste di settore è esente da questo “fenomeno”, questo particolare "bombardamento mediatico" crea un’esempio lampante di “esperienza quotidiana” del nostro cervello.

Il cervello inconsciamente memorizza l’immagine della foto (con i dovuti colori e particolari impossibili altrimenti per l’occhio umano!) e nel momento dell’osservazione sul campo allo strumento l’occhio, trovandosi in difficoltà per il tipo di informazione insolita che gli arriva (bassa luminanza/basso contrasto ecc ecc) va in stress, deve poi trasmettere l'informazione al cervello e quest'ultimo ottimizzare l’elaborazione visiva (quindi semplificandosi il lavoro come sopra esposto) andando a cercare nel suo “hard disk personale” l’immagine della foto del soggetto che inconsciamente noi stessi gli diciamo di prendere, quindi va a ripescare l’immagine già vista da qualche parte e si creerà un’anteprima che poi nella sua totalità o solo in parte trasmetterà come informazione finale, quella che noi crediamo sia realmente.

È vera questa immagine?

Forse si, forse no, sta di fatto che molto probabilmente quella immagine non è la realtà di ciò che effettivamente stiamo osservando con i nostri occhi!

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(sopra la nebulosa M1, un chiaro esempio di come il cervello memorizza un'immagine astronomica in cui l'occhio non potrà mai eguagliare!)

Come potremmo limitare l’effetto “esperienza quotidiana”?

Non è semplice, soprattutto su quei soggetti conosciuti e famosi ma per tutti gli altri potremmo fare un piccolo sforzo …

Chi mi conosce o ha osservato insieme a me sa benissimo che io non porto mai foto o informazioni di nessun genere con me sugli oggetti che mi appresto ad osservare, proprio per non essere fuorviato nel momento dell’osservazione, solo nel momento di stilare il mio report comparo ciò che osservato (o che ho creduto di osservare) con note presi come appunti con le foto e le informazioni che i siti più accreditati riportano.

Sicuramente non è la soluzione finale al problema, e qualcun altro adotterà sistemi migliori e più funzionali del mio, fatto sta che dopo circa 1300 oggetti osservati (ad oggi novembre 2014) di natura diversa ho stimato che circa il 90% delle mie osservazioni riportano il vero, dove per vero si intende direzionalità, natura dell’oggetto (per le galassie se siano spirali o lenticolari ecc ecc ) e dettagli strutturali più importanti….

Ciò che non capisco anche se rispetto la scelta, è il modus operandi che alcuni visualisti adottano che è quello di portarsi foto (magari dell’Hubble!) sugli oggetti che vanno ad osservare, spesso mi è capitato di sentire astrofili che, guarda caso, vedono l’oggetto nella stessa tale maniera in cui la foto è stata scattata (al netto dell’elaborazione) con gli stessi dettagli, io onestamente spesso non mi ritrovavo nelle loro osservazioni con il loro strumento, anche perché spesso non sappiamo l’orientamento della foto (il Nord in foto ad esempio dov’è?) o l’immagine capovolta di un riflettore o rifrattore piuttosto che con uno schema ibrido con diagonale, loro la vedono sempre e comunque come in foto….

Questo è il tipico esempio di come si crederà di osservare un'oggetto (o i dettagli di esso) quando nella realtà l'immagine finale non è e non può essere la stessa.

ognuno approccia l’astrofilia come meglio crede, per carità, ma alcuni esempi sono davvero comici…

etruscastro
27-11-2014, 11:49
CHIARO/SCURI:

un altro effetto che ci tradisce anche nella vita di tutti i giorni sono i chiaro/scuri o i giochi di ombre…

Cosa vediamo da questa immagine?

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Sicuramente almeno due immagini, la scura potrebbero essere due volti che si stanno guardando, mentre la parte chiara potrebbe essere un piedistallo (o qualcosa di molto simile!), ed è qua che viene un fenomeno altamente disturbante, i giochi di luce ed ombra.

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(sopra chiare immagini in cui il gioco di luci ed ombre portano il cervello a vedere cose che non esistono se non in altre forme)

Questo è il problema che affligge soprattutto gli osservatori di oggetti deep sky con bassa Luminosità Superficiale (http://www.astronomia.com/forum/showthread.php?2598-C-%E8-Magnitudine-e-Magnitudine!), con la visione mesopica si perde il contrasto dell’oggetto, molto spesso portando al limite lo strumento ed il nostro occhio potremmo essere portati a percepire lacune luminose o direzionalità degli oggetti laddove nella realtà non esiste, questo accade soprattutto sugli oggetti galattici o nebulari .

Per limitare questo fenomeno (limitare ma non eliminarlo!) possiamo adottare ad esempio la tecnica della VISIONE DISTOLTA (http://www.astronomia.com/forum/showthread.php?1122-La-Visione-Distolta&p=14164#post14164 la visione distolta) o osservare sotto cieli bui e tersi alzando il Contrasto di Soglia o aiutandoci con l’esperienza personale, oppure anche aumentando il diametro del proprio strumento, quest’ultimo però, come detto, entro una certa magnitudine degli oggetti, infatti portando al limite l’osservazione il risultato potrebbe essere comunque fallato sempre dai chiaro/scuri.

È ovvio che qua più che in altri casi, la vera differenza la fa la tecnica osservativa e l’esperienza pratica personale!

etruscastro
27-11-2014, 11:51
I DETTAGLI MAGGIORI:

questo problema colpisce soprattutto gli osservatori in alta risoluzione, chi osserva i pianeti e tenta di trascriverne o in alcuni casi disegnare i dettagli fini, generalmente viene ingannato dal cervello che memorizza i dettagli principali a discapito di quelli secondari e, alle volte, proprio quelli che sono i più importanti.

guardiamo questo video ripreso da un noto programma televisivo e riflettiamo:


https://www.youtube.com/watch?v=8CWpU-pqGqA

ovviamente qua la questione è estremizzata, ma ciò che importa è capire come il cervello si focalizza sul “grosso” dell’informazione tralasciando ciò che passa in secondo piano soprattutto in quegli oggetti dove ci sono forti contrasti di luci o colori.

Pensiamo velocemente a quello che può accadere ad un soggetto come Giove, ricco di bande equatoriali e spot su tutte le latitudini del pianeta, oppure alla Grande Macchia Rossa quand’essa è in transito.

Spesso dai report o meglio ancora dagli sketchs che riportano una prova “tangibile” dell’osservazione, questi dettagli vengono fin troppo enfatizzati, vediamo bande particolarmente colorate o contrastate di quanto esse non lo siano nella realtà o la stessa GMR di proporzioni e colori non realistici, o lo stesso Marte dove le calotte o i Sinus vengono disegnati o riportati con dettagli al di fuori della portata della risoluzione dello strumento o della serata.

Ovviamente non è sempre così, molti osservatori particolarmente attenti e pazienti riescono a discernere i dettagli più fini e ostici, un’ennesimo caso dove l’esperienza sul campo fa la differenza!

etruscastro
27-11-2014, 11:53
I COLORI:

questo purtroppo è un vero e proprio problema causato dalla limitatezza del connubio occhio/cervello, e cioè quando accostando due colori il cervello li elabora come una cromia del tutto inesistente.

Un campo dove questo fenomeno è abbastanza presente è nell’osservazione delle stelle doppie o nelle congiunzioni particolarmente strette tra pianeti e stelle, per capire meglio questo fenomeno, vi invito ad approfondire il “contrasto dei colori (o la teoria dei colori)” .

Prendiamo ad esempio un sistema binario che abbia un forte contrasto cromatico come Albireo o Izar o Delta Cephei, quanti di voi metterebbero la mano sul fuoco che Albireo (ad esempio) ha la componente “A” color oro e la “B” verde smeraldo? Attenti perché potreste bruciarvi…..

È pur vero che se le condizioni di osservazione non sono ottimali possono fallare l’osservazione (penso ad esempio allo scattering) ma pur analizzando la cromia di un sistema multiplo al netto degli ostacoli atmosferici diversi osservatori possono rilevare colori divergenti….

Un esempio?

Fate una prova ad una serata pubblica, magari laddove gli osservatori presenti sono mossi dalla sola curiosità personale e non hanno alcuna esperienza di astronomia….. ho sentito persone che hanno visto la componente principale di Albireo rosso rubino e la secondaria verde smeraldo, oppure la primaria color oro e la secondaria azzurro come l’acqua marina, e questo esempio lo si può rapportare a moltissimi sistemi binari dove il contrasto cromatico è evidente.

Oppure è capitato circa un paio di anni fa durante una congiunzione stretta tra la stella Regolo (alfa Leonis) e Marte dove il netto contrasto dei colori risaltava all’inverosimile i due oggetti oltre quello che la realtà rendeva possibile.

Oltre agli esempi elementari sopra citati, è bene approfondire questo fenomeno perché nessuno ne è esente e nessuna esperienza personale può nulla per azzerare il problema.

Un’espediente potrebbe essere quello di informarsi sulla spettro stellare, ma anche questo non potrebbe fallare l’osservazione reale dell’astrofilo?

DOVE SONO LE STELLE VERDI? (http://www.astronomia.com/2012/10/19/dove-sono-le-stelle-verdi/)

etruscastro
27-11-2014, 15:52
LA COMODITA’ DI OSSERVAZIONE:

per toccare questo tasto bisogna fare molta attenzione perché ci sono diverse scuole di pensiero seguiti in alcuni casi anche da calcoli matematici, ma come sempre la realtà sul campo è l’unica strada degna di considerazione….

Oggi giorno il mercato offre diverse alternative per i visualisti, dagli oculari a grande campo apparente (>70°) a quello grandissimo (>82°) alle torrette binoculari. Tutte hanno congenitamente il problema di essere ricche di lenti al loro interno che non possono non avere l’effetto di assorbire luce e al limite di degradare l’immagine finale.

Indubbiamente la comodità semplifica la vita dell’astrofilo, ma:

Quanto dell’effettiva comodità porta materialmente un vantaggio nell’osservazione visuale, ammesso che ne porti?

Prendiamo ad esempio le torrette binoculari, è chiaro che anche una torretta di primissimo livello assorbe una percentuale di luce finale che può andare dal 20 al 40%, ma questo calo (drastico oserei dire!) può essere soprasseduto nel nome della comodità?

Sicuramente il loro campo di applicazione migliore è l’osservazione planetaria e di campi estesi, ma quando essa è applicata al deep sky (galassie, ammassi globulari, nebulose estese e nebulose planetarie) siamo davvero sicuri che l’elaborazione più “dolce” e “rilassata” del cervello non porti artefatti nei dettagli o nella risoluzione o un’effetto placebo nell’osservazione ?

Ad esempio provai in passato una torretta sul mio schmidt cassegrain su diversi soggetti astronomici, e pur prendendo atto di una clamorosa rilassatezza dell’osservazione non si può nascondere il fatto che il contrasto delle ottiche sul planetario cali drasticamente, ne vale davvero la pena rinunciare a tanta luce?

Si può usare una torretta solo per puro diletto o la si può utilizzare anche per un’osservazione seria al netto di artefatti causati dal nostro cervello?

etruscastro
27-11-2014, 15:53
FUORVIATURA:

questo è l’effetto più subdolo a cui cadono soprattutto i meno esperti.

Avete mai provato a far osservare un’oggetto al vostro strumento ad una seconda persona dicendogli cosa (e come) si stava osservando?

Sicuramente si, l’effetto che si avrà è che l’osservatore che ci seguirà vedrà quasi sempre gli stessi particolari a cui lo abbiamo già preparato.

Provate a fare un’esperimento:

magari in una serata tra amici (non necessariamente esperti) o ad una serata pubblica, puntate un’oggetto all’oculare ed iniziate ad anticipare dettagli/colori/posizione o inclinazione dell’oggetto e annotate quanti di quelli che vi seguiranno vedranno perfettamente le vostre riflessioni, poi puntando un secondo oggetto, date le stesse anticipazioni ma alcune di queste errate e annotate anche qua quanti di quelli che seguiranno osserveranno gli stessi dettagli…

bene io l’ho fatto, si lo so sono stato poco serio (:biggrin:)… è capitato durante un’osservazione pubblica anni fa e ho voluta fare un test. Ho puntato Giove in una serata dove la GMR non era visibile ed ho iniziato a far pensare che transitasse in una precisa posizione sul pianeta, ebbene quasi la totalità delle persone asserivano di vedere quel che io avevo anticipato pur nella consapevolezza di sbagliare.

Se pensate che questo esperimento sia possibile solo con i neofiti provate a puntare un’oggetto che abbia una certa difficoltà intrinseca e ad invitare all’osservazione altri astrofili, i risultati potrebbero lasciarvi a bocca aperta…..

etruscastro
28-11-2014, 12:08
CONCLUSIONI:

Tante parole per dire cosa….. l’osservazione visuale è un approccio che nella sua semplicità è estremamente difficile e complicata, basta davvero poco per essere fuorviati o per asserire di aver osservato dettagli di oggetti che in realtà non si è visti, il tutto nella massima buona fede si intende, del resto molti esperimenti hanno dimostrato che i cosiddetti “testimoni oculari” nei procedimenti giudiziari non sono poi così attendibili per le ragioni che fino ad ora abbiamo provato ad esporre.

Ovviamente il thread è frutto soprattutto dalle mie esperienze personali con l’aggiunta di ultimi studi sul processo che gestisce le immagine nel nostro cervello, sarebbe davvero utile condividere pareri/esperienze e approfondimenti da parte di tutti, soprattutto da chi fa dell’osservazione astronomica visuale il suo hobby personale.

Etruscastro

Gitt
28-11-2014, 17:15
Grazie etruscastro,
hai composto una vera guida per l'osservazione visuale, utilissima e su cui vale la pena di riflettere a lungo.

Da neofita esposto a tutti i tranelli da te descritti, mi preme sottolineare un punto che vale forse la pena di essere approfondito.
Il paragrafo "Fuorviatura" mi sembra forse troppo pessimista. Mi spiego meglio.
Se astrofili esperti spiegano ai neofiti come osservare e quali dettagli estrarre da un oggetto, gli allievi saranno in parte influenzati e suggestionati e "vedranno" cose che in realtà non vedono, però impareranno anche tanto e riusciranno a notare dettagli, sfumature, chiaroscuri ecc. che da soli non avrebbero mai notato o che avrebbero impiegato molte serate per cogliere appieno.

Grazie ancora per averci dato l'opportunità di leggere un lavoro tanto ben fatto e interessante.

Ciao
Graziano

etruscastro
28-11-2014, 17:44
sono io che ti ringrazio Graziano per il tempo che hai dedicato a leggere questa discussione e della volontà di ampliarla con delle ulteriori riflessioni.

a dire il vero tutti i paragrafi sono estremizzati proprio per esaltare le difficoltà intrinseche di un'osservazione visuale.
è ovvio che un astrofilo non dovrebbe mai burlarsi di un neofita facendogli osservare cose che nella realtà non sono presenti, ma generalizzando, il fattore "fuorviante" è più presente che mai, soprattutto quando nel gruppo osservante è presente l'astrofilo alfa, quello cioè che "gode" della maggiore stima del gruppo o semplicemente quello che si eleva per il carattere personale.

Gitt
29-11-2014, 00:48
Quando ero uno studente universitario e frequentavo la Facoltà di ingegneria presso il Politecnico di Milano, ricordo che alcuni professori erano soliti dare delle "false" tracce nelle esercitazioni:non erano burle, ma servivano a stimolare lo spirito critico, l'analisi.
Quindi trabocchetti di quel tipo potrebbero essere utili anche nel l'osservazione di gruppo, star party ecc.

Un altro tema che mi interesserebbe approfondire è la preparazione delle osservazioni: come giustamente hai detto, l'auto suggestione a base di fotografie può condizionare pesantemente le impressioni dell'astrofilo visuali sta. Mi chiedo però se sia così anche per quella serie di dati (diametro, magnitudine integrata, classificazione dell'oggetto) riportati nei cataloghi.
Io ad esempio trovo utile avere sottomano durante le osservazioni il diametro degli ammassi aperti: talvolta infatti non staccano dalle stelle di campo, altre volte sono ampi ma sparsi e radi. Conoscendone in anticipo l'ampiezza, mi rendo conto di cosa fa parte dell'ammasso e cosa no.

Ciao
Graziano

etruscastro
29-11-2014, 09:36
Quando ero uno studente universitario e frequentavo la Facoltà di ingegneria presso il Politecnico di Milano, ricordo che alcuni professori erano soliti dare delle "false" tracce nelle esercitazioni:non erano burle, ma servivano a stimolare lo spirito critico, l'analisi.
Quindi trabocchetti di quel tipo potrebbero essere utili anche nel l'osservazione di gruppo, star party ecc.
eccellente Graziano, non solo hai colto lo spirito del paragrafo "Fuorviatura" ma con il tuo esempio hai messo in risalto anche l'utilità della tecnica su tutti quegli astrofili davvero interessati a migliorarsi.
complimenti e grazie!


Un altro tema che mi interesserebbe approfondire è la preparazione delle osservazioni: come giustamente hai detto, l'auto suggestione a base di fotografie può condizionare pesantemente le impressioni dell'astrofilo visuali sta. Mi chiedo però se sia così anche per quella serie di dati (diametro, magnitudine integrata, classificazione dell'oggetto) riportati nei cataloghi.
Io ad esempio trovo utile avere sottomano durante le osservazioni il diametro degli ammassi aperti: talvolta infatti non staccano dalle stelle di campo, altre volte sono ampi ma sparsi e radi. Conoscendone in anticipo l'ampiezza, mi rendo conto di cosa fa parte dell'ammasso e cosa no.
indubbiamente un'aiuto non fa mai male se questo occorre a comprendere meglio l'oggetto che vai osservando.... ma ti faccio una domanda:

ipotizziamo ti andassi ad apprestare ad osservare NGC 2141 ammasso aperto in Orione, ammettiamo tu non lo avessi ancora osservato e leggi queste info.

classificazione I 2 r
Mag + 9.4
Dimensioni 10'
Componenti Stellari 100 circa

leggendo queste info non ti sei già creato un'anteprima di immagine nel tuo cervello da esperienza osservative già fatte? non partiresti con un'immagine già stilizzata?
e se sul bordo del campo apparente dell'oculare ci fosse un'altro oggetto non riportato dalle tue mappe saresti davvero certo di vederlo quando tutta la tua concentrazione è fissa sull'ammasso aperto?

tino77
29-11-2014, 09:47
L’ESPERIENZA QUOTIDIANA:

È vera questa immagine?

Forse si, forse no, sta di fatto che molto probabilmente quella immagine non è la realtà di ciò che effettivamente stiamo osservando con i nostri occhi!

9293

La prima lezione di psicologia all'università ti fanno una testa tanta per farti capire che questa frase giace sotto la definizione di realismo naive (http://it.wikipedia.org/wiki/Realismo_ingenuo_%28filosofia%29), ovvero la concezione teorica che la realtà sia una sola e che sia possibile percepirla in modo identico uno dall'altro. In realtà non è così, la gestal percettiva è la risultante dell'elaborazione della sensazione tramite le reti associative (come hai giustamente spiegato nel tuo post). Quello che è da mettersi in testa è che è sempre così: le mie reti associative sono diverse dalle tue, e questo concorre alla percezione di quello che sto vedendo. In pratica il flusso di elaborazione segue questa strada:

sensazione -> reti associative -> percezione (gestalt percettiva)

La modalità per uscirne non esiste. Si può, come hai giustamente sottolineato tu, evitare di guardare una foto fatta da hubble prima di osservare nell'oculare, ma la rete associativa richiamerà comunque qualcosa per costruire la percezione finale. E va bene così... per questo non c'è via d'uscita.
Ora non ho tempo di approfondire, ho scritto due cose al volo con la bimba che richiede la mia presenza... l'argomento è sicuramente interessante e merita un bell'approfondimento. Grazie per questo post!

Gitt
29-11-2014, 10:02
ipotizziamo ti andassi ad apprestare ad osservare NGC 2141 ammasso aperto in Orione, ammettiamo tu non lo avessi ancora osservato e leggi queste info.

classificazione I 2 r
Mag + 9.4
Dimensioni 10'
Componenti Stellari 100 circa

leggendo queste info non ti sei già creato un'anteprima di immagine nel tuo cervello da esperienza osservative già fatte? non partiresti con un'immagine già stilizzata?

Avrei già un'idea di cosa aspettarmi: un ammasso concentrato, ben staccato dal campo, e con una magnitudine superficiale di 23,3 mag/arcsec2. Questo mi aiuterebbe a trovarlo, a scegliere il giusto ingrandimento, quindi a osservarlo. Ma le informazioni nulla mi dicono della forma, dell'orientamento, della presenza di stelle doppie all'interno, insomma di tutti quei dettagli che differenziano l'osservazione di un oggetto da un altro.
È probabile che avendo al mio attivo ancora pochi oggetti, sia meno soggetto al meccanismo mentale che tu descrivi: forse l'unico vantaggio di essere un neofita è che tutto è per così dire nuovo :D

Per quanto riguarda un oggetto non segnato, hai ragione: quasi sicuramente me lo perderei:sad:

Ciao
Graziano

etruscastro
29-11-2014, 12:19
bell'intervento tino77, speravo in partecipazioni come la tua per dare un filo scientifico al thread in cui io non posso dare per mancanza di studi specifici.
ora approfondisco il link che hai portato all'attenzione.

grazie

tino77
30-11-2014, 02:26
Non hai studi specifici alle spalle ma vedo che hai fatto un ottima ricerca sintetizzando i concetti fondamentali e soprattutto integrandoli con la tua esperienza da visualista.
C'è qualcosa in particolare che ti interesserebbe approfondire riguardo i vari aspetti che hai portato all'attenzione?

etruscastro
01-12-2014, 16:57
C'è qualcosa in particolare che ti interesserebbe approfondire riguardo i vari aspetti che hai portato all'attenzione?
tutti........ hai mica un titolo di un libro per approfondire i concetti?

tino77
02-12-2014, 14:36
A livello universitario gli argomenti da te citati sono affrontati in Psicologia generale 1 (ad es. schacter (http://www.ibs.it/code/9788808264022/schacter-daniel-l-/psicologia-generale.html)) e in Neuroscienze cognitive (ad es. il classicissimo Gazzaniga (http://www.libreriauniversitaria.it/neuroscienze-cognitive-gazzaniga-michael-zanichelli/libro/9788808076175)).

etruscastro
13-09-2017, 11:52
attinente:
https://www.cicap.org/n/articolo.php?id=276074

SVelo
13-09-2017, 11:58
Grazie etruscastro, molto interessante. Non so se sia attinente, ma da un paio di mesi ho subito un abbassamento di vista all'occhio destro. Inizialmente ciò mi creava molto disagio, ora non ci faccio quasi più caso, sarà per lo stesso effetto?

astrobaltassarre
13-09-2017, 16:28
Grazie per il suo eccellente articolo. Un altro esempio che mi viene di "visione fuorviata" riguarda le dimensioni apparenti della Luna. Quando è bassa all'orizzonte rispetto a quando è allo zenit... c'è una differenza abissale nella percezione delle dimensioni, anche se sappiamo che la dimensione nella realtà è identica.

Lo stesso vale per la dimensione dei pianeti all'oculare. Sembrano sempre piccolissimi indipendentemente da quanti ingrandimenti si osservano.

Ma a questo punto vorrei fare una domanda: cosa si può fare per "utilizzare l'inganno" a favore di un osservazione? Come fare a bleffare ed osservare un Saturno bello grosso grosso a soli 230X e due sere dopo riprovarci e rivederlo piccolo piccolo come sempre? Cosa è successo? Avevo bevuto ? Come ho la certezza che l'osservazione di un oggetto è sicuramente la migliore che posso fare a parità di condizioni (seeing telescopio ecc)?

andreaconsole
13-09-2017, 16:58
Bella sintesi che mi trova d'accordo al 100%.
Sulla questione stelle verdi c'e' questo (https://phet.colorado.edu/sims/blackbody-spectrum/blackbody-spectrum_it.html)simpatico simulatore di corpo nero, anche se la spiegazione del buon Zappala' e' sicuramente da incorniciare.

etruscastro
13-09-2017, 17:43
Grazie per il suo eccellente articolo.
uhè, dammi del tu però!! :biggrin:;)


Un altro esempio che mi viene di "visione fuorviata" riguarda le dimensioni apparenti della Luna. Quando è bassa all'orizzonte rispetto a quando è allo zenit... c'è una differenza abissale nella percezione delle dimensioni, anche se sappiamo che la dimensione nella realtà è identica.
capita a fagiolo, per chi non avesse letto gli articoli del CICAP:
https://www.cicap.org/n/articolo.php?id=276003
http://www.cicap.org/n/articolo.php?id=276123


Ma a questo punto vorrei fare una domanda: cosa si può fare per "utilizzare l'inganno" a favore di un osservazione? Come fare a bleffare ed osservare un Saturno bello grosso grosso a soli 230X e due sere dopo riprovarci e rivederlo piccolo piccolo come sempre? Cosa è successo? Avevo bevuto ??

non si può bleffare, i particolari quelli sono e non si possono inventare, è sempre bene ricordarsi che la luce quando parte da una stella o riflette su un pianeta può solo degradarsi nel raggiungerci, l'astronomia non è una partita a poker! ;)


Come ho la certezza che l'osservazione di un oggetto è sicuramente la migliore che posso fare a parità di condizioni (seeing telescopio ecc)
esperienza! non vedo altre strade ora come ora!