PDA

Visualizza Versione Completa : Usare la tecnologia per migliorarsi al fine di sopravvivere



peppe
17-08-2012, 09:12
Ho letto tante riflessioni postate sul forum in questi giorni riguardo il futuro dell'umanità: c'è chi è pessimista e chi è ottimista.
La tecnologia, come dice giustamente Red, è utile a seconda di come la si usa. Può essere usata per uccidere o per migliorarsi ancor di più.
Leggendo riviste scientifiche ci sono tante di quelle promesse che se attuate si potrà davvero sopravvivere al meglio.
Una in particolare sembra fantascientifica ma ve la cito perchè a mio avviso interessante:
la possibilità di impiantare chip nel cervello per migliorare le capacità cognitive.
Con il miglioramento delle cure per alcune malattie, si prevede che l'uomo entro pochi decenni vivrà fino a 150 anni. Non mi pare cosa da poco.

Secondo me ci proiettiamo al futuro pensando un pò a quello che siamo oggi e non pensando che la tecnologia avanza e quindi cose impossibili oggi potrebbero essere possibili domani. Per questo invito a non essere pessimisti ma a ricercare quello spiraglio di luce che ci renda in grado di migliorarci per sopravvivere al meglio.

Se poi si è cosi stupidi da farci fuori con le nostre stesse mani, allora l'intelligenza non è servita a niente e non è una garanzia di sopravvivenza a lungo termine. Meglio essere batteri a questo punto. Semplici ma vincenti.

Io sono fiducioso che prima o poi il sistema solare sarà alla nostra portata e anche i viaggi interstellari. Magari si scopriranno metodi che neanchè ci sogniamo ora e che ci permetteranno di farlo. In fondo la tecnologia spaziale a solo una 60 anni. 1000 anni non possono essere sufficienti per uno sviluppo adeguato?

Se la tecnologia servirà a migliorarsi perchè non usarla?
Oggi siamo in grado di entrare nel dna e nei suoi meccanismi. A titolo di informazione e senza entrare nei discorsi etici e invito chi commenta di non entrare nel merito dell'etica, manipolare il dna sarebbe utile ad affrontare carestie, evitare il rigetto di trapianti, ricostruire interi organi da sostituire se danneggiati da un tumore...Insomma il miglioramento è dietro l'angolo. Poi l'etica ci deve essere per evitare il cattivo uso..

I climi cambieranno, la tettonica a zolle farà il suo corso... Siamo pronti a tutto questo?
In un documentario si afferma che fra un miliardo di anni l'uomo, se esisterà ancora, sarà costretto a vivere sottoterra e potrà uscire di notte per via dell'aumento di intensità del sole che porterà le temperature medie del pianeta di innalzarsi di 70 gradi... (chiedo lumi su questo però)
Avere un corpo in grado di resistere al calore e alle radiazioni sarebbe davvero buono per la sopravvivenza.

Io non oso pensare, fra solo 1000 anni, a che livelli tecnologici l'uomo potrà arrivare. Se sfrutterà al meglio le sue potenzialità per migliorarsi egli sopravviverà, altrimenti è giusto che si estingua. In fondo la vita sulla Terra non sentirà la sua mancanza e tutto procederà come se nulla fosse successo. L'uomo potrebbe essere solo un passeggero temporaneo nel treno dell'evoluzione?

Secondo voi, un'eventuale civiltà aliena avrà gli stessi problemi che ci poniamo noi oggi?

Danilo
17-08-2012, 09:32
Io non mi sento né ottimista, né pessimista...credo solo che davanti a noi abbiamo un grosso punto interrogativo. Non è nemmeno detto che sia possibile, anche volendo, fare il salto tecnologico di cui parli. Non è detto cioè che esista una forma di energia che ci permetta di viaggiare a una velocità prossima a quella della luce o che permetta di curvare lo spazio-tempo.
Non è detto che sia corretto ragionare in questi termini: se in 100 lo sviluppo tecnologico è stato così veloce ed irrefrenabile, proviamo a immaginare tra 1000 anni. Non si può ragionare in termini di trend o statistici perchè:
1) abbiamo a che fare con un fenomeno del tutto nuovo e con nuove peculiarità e problematiche.
2) esistono dei limiti insuperabili, come le leggi della fisica. L'uomo non credo che potrà mai manipolare tale leggi.

Quindi a me non piace essere convinto che in futuro lo sviluppo sarà veloce e rapido come lo è stato in passato. Mi auguro che invece sarà come dice peppe.

Io credo che la ricerca continua di nuove soluzioni tecnologiche sia un fenomeno legato all'istinto di sopravvivenza. Se una civiltà esiste significa che ha sviluppato un istinto di sopravvivenza, perchè è logico pensare che la selezione naturale e l'evoluzione operino ovunque ci sia vita. Se la civiltà stessa ha istinto di sopravvivenza e intelletto, allora ricercherà nuove soluzioni tecnologiche. Inoltre le leggi della fisica e le proprietà fisiche dei materiali sono le stesse in tutto l'Universo, quindi credo che le problematiche debbano essere, in linea di massima, le stesse. Per esempio, se una civiltà vuole trovare un nuovo pianeta ospitante a causa della morte della sua stella, si ritroverà a viaggiare nello spazio interstellare con enormi distanze e coi limiti della velocità della luce.
Quindi risponderei, in prima approssimazione, affermativamente all'ultima domanda di peppe...

peppe
17-08-2012, 09:43
Io non mi sento né ottimista, né pessimista...credo solo che davanti a noi abbiamo un grosso punto interrogativo. Non è nemmeno detto che sia possibile, anche volendo, fare il salto tecnologico di cui parli. Non è detto cioè che esista una forma di energia che ci permetta di viaggiare a una velocità prossima a quella della luce o che permetta di curvare lo spazio-tempo.
Non è detto che sia corretto ragionare in questi termini: se in 100 lo sviluppo tecnologico è stato così veloce ed irrefrenabile, proviamo a immaginare tra 1000 anni. Non si può ragionare in termini di trend o statistici perchè:
1) abbiamo a che fare con un fenomeno del tutto nuovo e con nuove peculiarità e problematiche.
2) esistono dei limiti insuperabili, come le leggi della fisica. L'uomo non credo che potrà mai manipolare tale leggi.

Quindi a me non piace essere convinto che in futuro lo sviluppo sarà veloce e rapido come lo è stato in passato. Mi auguro che invece sarà come dice peppe.

Io credo che la ricerca continua di nuove soluzioni tecnologiche sia un fenomeno legato all'istinto di sopravvivenza. Se una civiltà esiste significa che ha sviluppato un istinto di sopravvivenza, perchè è logico pensare che la selezione naturale e l'evoluzione operino ovunque ci sia vita. Se la civiltà stessa ha istinto di sopravvivenza e intelletto, allora ricercherà nuove soluzioni tecnologiche. Inoltre le leggi della fisica e le proprietà fisiche dei materiali sono le stesse in tutto l'Universo, quindi credo che le problematiche debbano essere, in linea di massima, le stesse. Per esempio, se una civiltà vuole trovare un nuovo pianeta ospitante a causa della morte della sua stella, si ritroverà a viaggiare nello spazio interstellare con enormi distanze e coi limiti della velocità della luce.
Quindi risponderei, in prima approssimazione, affermativamente all'ultima domanda di peppe...

Caro Danilo ti posto questo esempio per sostenere meglio la mia opinione iniziale: :biggrin:
un bambino del ventunesimo secolo ha un cervello che è pressapoco lo stesso di quello del neolitico. Non è cambiato quasi per niente. Questo paragone lo si usa per dire che un bambino del neolitico introdotto nel nostro tempo sarebbe in grado di ragionare come uno di noi. La differenza è che il bambino del neolitico non aveva a disposizione la tecnologia che oggi disponiamo noi.

Questo per dire che, al di là del cervello, noi siamo la somma delle esperienze e delle scoperte che i nostri avi ci hanno tramandato. Senza tecnologia ci troveremmo nel neolitico. Se in 60 anni di era spaziale ci troviamo nel punto in cui siamo oggi, chissà la somma di scoperte ed esperienze che in mille anni si potranno fare dove ci porteranno. I nostri discendenti del 3000 ci vedrebbero quasi come quel bambino del neolitico, cioè esseri con tecnologia talmente obsleta che li farà rabbrividire.

Secondo me saremo in grado di affrontare viaggi interstellari, con famiglie che si riproducono a bordo...mi piace essere ottimista

Danilo
17-08-2012, 09:58
Caro Danilo ti posto questo esempio per sostenere meglio la mia opinione iniziale: :biggrin:
un bambino del ventunesimo secolo ha un cervello che è pressapoco lo stesso di quello del neolitico. Non è cambiato quasi per niente. Questo paragone lo si usa per dire che un bambino del neolitico introdotto nel nostro tempo sarebbe in grado di ragionare come uno di noi. La differenza è che il bambino del neolitico non aveva a disposizione la tecnologia che oggi disponiamo noi.

Questo per dire che, al di là del cervello, noi siamo la somma delle esperienze e delle scoperte che i nostri avi ci hanno tramandato. Senza tecnologia ci troveremmo nel neolitico. Se in 60 anni di era spaziale ci troviamo nel punto in cui siamo oggi, chissà la somma di scoperte ed esperienze che in mille anni si potranno fare dove ci porteranno. I nostri discendenti del 3000 ci vedrebbero quasi come quel bambino del neolitico, cioè esseri con tecnologia talmente obsleta che li farà rabbrividire.

Secondo me saremo in grado di affrontare viaggi interstellari, con famiglie che si riproducono a bordo...mi piace essere ottimista
Caro peppe, i tuoi esempi mi piacciono molto e condivido al 100%
Aggiungerei addirittura che secondo me tra 10000 anni i nostri discendenti ci vedranno come uomini primitivi anche per la nostra cultura che, secondo me, sta avanzando un po' più lentamente dello sviluppo tecnologico (più che altro forse è più legata alla globalizzazione).
Come sarebbe bello che si avverasse ciò che dici...e come è ingiusto che, in caso, noi due non saremo lì a farci viaggi interstellari (e a copulare a bordo di un astronave :biggrin:)

Andrea I.
17-08-2012, 10:51
Mhhh é un'ottima riflessione questa. La ipotesi più realistica, almeno secondo me, é che ci sia uno schema ciclico che si ripete, quando si parla dell'evoluzione della nostra specie. Adattamento, proliferazione, picco, decadimento, salto di qualità e poi si riparte dall'inizio. Personalmente l'attuale fase la vedo come quella del decadimento. Mi spiego: al momento la nostra specie non deve affrontare problematiche così stringenti da obbligarla a fare il salto di qualità, quindi, adagiandosi sugli allori, sta culturalmente e tecnologicamente degenerando(salvo pochi casi di personaggi eccezionali che, spinti da necessita personali, continuano imperterriti a cercare qualcosa di "nuovo"). Questo inevitabilmente porterà a un punto di rottura, vuoi per il sovrapopolamento, cambiamenti climatici o eventi fortuiti.
A quel punto ci si trovera nella situazione in cui il grande salto sarà inderogabile e il nostro perentorio istinto di sopravvivenza (che nei suddetti casi eccezionali é desiderio di miglioramento, ma la cosa non si applica alle masse, temo) ci portera a compierlo....attenzione pero che non é detto che sia verso l'alto!(e solitamente al costo di buona parte della popolazione).
Concludendo, credo che in genere il futuro della nostra specie non sia da ricercarsi nei comportamenti delle masse, ma nei comportamenti e nei passi avanti di quegli individui eccezionali di cui scrivevo prima. Sono quelli che, fortunatamente, alzano sempre un po lo standard, le classiche mutazioni delle giraffe che, allungando il collo, riescono a sopravvivere.
A mio parere non è vero che non siamo più vittima della selezione naturale. La selezione naturale opera su di noi come su tutte le altre forme di vita; come é stato scritto prima, anche avendo la tecnologia e la scienza, tutto dipende dall'uso che ne faremo e gli unici che, a mio avviso, saranno in grado di usarle al modo giusto sono coloro che o le avranno inventate o si saranno presi il disturbo di comprenderle e di farle loro.
Per rispondere all'ultima domanda, io direi che tutte le forme di vita, aliene o no, devono, in quanto tali, prima o dopo affrontare le stesse problematiche quindi : Si :biggrin:

Danilo
17-08-2012, 12:12
A mio parere non è vero che non siamo più vittima della selezione naturale. La selezione naturale opera su di noi come su tutte le altre forme di vita; come é stato scritto prima, anche avendo la tecnologia e la scienza, tutto dipende dall'uso che ne faremo e gli unici che, a mio avviso, saranno in grado di usarle al modo giusto sono coloro che o le avranno inventate o si saranno presi il disturbo di comprenderle e di farle loro.
Ti si potrebbe rispondere con migliaia di esempi sul perchè la selezione naturale non opera con noi. Io non sono uno scienziato e un biologo.
In natura gli elementi più deboli muoiono e le specie che non si adattano si estinguono, la selezione naturale filtra gli individui e le specie più forti. o meglio, che si adattano meglio all'ambiente. Un esempio: se un bambino nasce cieco, senza gambe o paralizzato sopravvive e non viene selezionato dalla natura (per fortuna). Stessa cosa per le mutazioni positive...non porterebbero all'estinzione di altri esseri umani. Chiunque ha la possibilità di sopravvivere e procreare (per fortuna, di nuovo). Perciò mancano proprio le premesse che consentono alla selezione naturale di operare.
Magari tu parli di un altro tipo di selezione, che non è quella naturale :biggrin:

Andrea I.
17-08-2012, 13:26
Danilo i tuoi esempi sono ottimi, ma partendo dal presupposto (secondo me sbagliato, ma é un'opinione mia :razz: ) che noi non siamo parte della natura e quindi non possiamo partecipare al processo di selezione naturale.
Io cerco di vedere il processo con una veduta più larga possibile (forse troppo in effetti ehe) e cioé parto dal presupposto che noi siamo parte integrante del processo di selezione e che la scienza e la teconologia sono parte della evoluzione propria della nostra specie, una parte del nostro "essere". E' verissimo che possiamo fare sopravvivere soggetti che in condizioni diverse non ce l'avrebbero fatta (sul per fortuna dovremmo chiedere a loro, secondo me), ma é anche vero che dobbiamo valutare in che modo questi interventi mirati e limitati dal punto di vista delle conseguenze nel disegno più grande, possono influire sullo sviluppo e sulla sopravvivenza della specie. Per come la vedo io la differenza é zero. Noi possiamo correggere eventuali "errori genetici"(termine irrispettoso, ma non sapevo come altro scriverlo), ma dobbiamo comunque rientrare nei parametri di coesistenza con l'ambiene circostante. Possiamo diventare anche "umanamente perfetti", ma se il nostro "modo di vita" (quindi l'insieme di iterazioni che abbiamo con il resto dell'ambiente) si rivelerà inadeguato allora.....BAM! Non sei più adatto, mi spiace, ritenta :cry:. Non é anche questa selezione naturale?

peppe
17-08-2012, 16:46
Danilo i tuoi esempi sono ottimi, ma partendo dal presupposto (secondo me sbagliato, ma é un'opinione mia :razz: ) che noi non siamo parte della natura e quindi non possiamo partecipare al processo di selezione naturale.
Io cerco di vedere il processo con una veduta più larga possibile (forse troppo in effetti ehe) e cioé parto dal presupposto che noi siamo parte integrante del processo di selezione e che la scienza e la teconologia sono parte della evoluzione propria della nostra specie, una parte del nostro "essere". E' verissimo che possiamo fare sopravvivere soggetti che in condizioni diverse non ce l'avrebbero fatta (sul per fortuna dovremmo chiedere a loro, secondo me), ma é anche vero che dobbiamo valutare in che modo questi interventi mirati e limitati dal punto di vista delle conseguenze nel disegno più grande, possono influire sullo sviluppo e sulla sopravvivenza della specie. Per come la vedo io la differenza é zero. Noi possiamo correggere eventuali "errori genetici"(termine irrispettoso, ma non sapevo come altro scriverlo), ma dobbiamo comunque rientrare nei parametri di coesistenza con l'ambiene circostante. Possiamo diventare anche "umanamente perfetti", ma se il nostro "modo di vita" (quindi l'insieme di iterazioni che abbiamo con il resto dell'ambiente) si rivelerà inadeguato allora.....BAM! Non sei più adatto, mi spiace, ritenta :cry:. Non é anche questa selezione naturale?

uhm è un argomento che ritorna spesso quello della selezione naturale se agisce o no..ho scritto pure una discussione su questo tempo fa:biggrin: (l'evoluzione rallenta ma va avanti)...
la globalizzazione impedisce l'isolamento della popolazione, condizione ideale per creare una nuova specie da una preesistente. magari se in futuro faremo colonie spaziali queste saranno isolate e vedremo nuove specie di homo sapiens.
l'evoluzione comunque è estremamente rallentata perchè la selezione naturale non agisce più come prima, un pò perchè il nostro stile di vita è alimentato dalla tecnologia e un pò appunto dal mondo globalizzato.La selezione tende a eliminare i più "deboli" ma la tecnologia oggi impedisce ciò.
Ci si può aspettare piccoli adattamenti. Questi adattamenti non sono fulminei ma hanno bisogno del susseguirsi di parecche generazioni. Con l'ingegneria genetica facciamo in pratica il lavoro sporco che la natura fa da miliardi di anni.


Non aspettiamoci le ali dunque, ma piccoli adattamenti come resistenza alle malattie per esempio.
Comunque dai miei studi di nutrizionista ho letto che se la mamma si nutre di omega 3 durante la gravidanza, il figlio nascerà con uno sviluppo mentale superiore rispetto ad altri bambini. Sono studi recenti da prendere con le pinze finchè non si hanno le contro prove...ma se vi piace il pesce...

Siggiorgio
17-08-2012, 16:57
Davvero una discussione che torna spesso e ci tengo a ribadire la mia opinione come sempre, l'uomo può evolversi come vuole perchè dotato di un intelligenza superiore, che non significa solo tecnologia ma anche una visione più "astratta", questo porta l'uomo ad interrogarsi sul proprio futuro per migliorarlo e trovare soluzioni, diciamo che, in un certo senso, anche noi che adesso stiamo discutendo di queste cose stiamo dimostrando la nostra intelligenza e volontà di migliorarci, in tutti gli aspetti, sia tecnologici che "morali" o umani.

Andrea I.
17-08-2012, 17:12
Daje di pesce allora, Andrea! Sempre che non sia troppo tardi......:sneaky:
Grazie per il richiamo alla discussione precedente Peppe, stasera me la vado a leggere di sicuro.