Re: Civiltà aliene: nessuna traccia nell’universo vicino
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Arzak
C'è da capire se anche le altre emozioni, parlando ora di quelle umane, siano tutte legate a fenomeni selettivi, legati cioè alla conservazione dell'individuo o della specie. Lo sono sicuramente l'amore, anche se poeti ed idealisti non saranno d'accordo, la soddisfazione che si prova dopo un buon pasto, ma anche quelle considerate negative, come il sentimento di invidia, di cupidigia ecc.
Ma come classificare il sentimento ammirato che si prova davanti ad un tramonto, o il piacere di una bella chiacchierata con un amico? Non pare che abbiano a che fare con qualche criterio evoluzionistico
c'è da dire che un certo "pensiero evoluto" dipende anche e soprattutto dalle condizioni di vita della specie: un pensiero a bocce ferme dove la "pancia è piena" (anche se,ahinoi non vale per tutto il genere umano,vabbè) sposta priorità ed elucubrazioni in altri lidi ed è proprio qua che risiede un primo confine del pensiero: le costituzioni delle società civili,l'etica generale,la convivenza civilizzata sono territori dove non vi è più come prerogativa primaria la fame e la conservazione della specie: subentrano altri fattori che,volendo,possono marcare il vero confine tra cio che è considerato naturale o artificiale. l'artificiale si crea quando si è svincolati dal puro istinto di sopravvivenza. da qui, per tornare in tema (si,vabbè si fa per dire:biggrin:) il criterio evoluzionistico di una specie evoluta tipo l'uomo, alla lunga andrà indagato più sociologicamente che morfologicamente
Re: Civiltà aliene: nessuna traccia nell’universo vicino
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davide1334
il criterio evoluzionistico di una specie evoluta tipo l'uomo, alla lunga andrà indagato più sociologicamente che morfologicamente
E' appunto un concetto a cui ho già accennato, anche se non mi convince pienamente. Ne parlano comunque autori come Desmond Morris o Marvin Harris, che forse ne sanno più di me... :cool:
Re: Civiltà aliene: nessuna traccia nell’universo vicino
Sono d'accordo su tutto quello che ha detto @Arzak che secondo me NON sta affatto banalizzando.
In particolare, è vero che per provare emozioni NON serve un cervello complesso proprio perchè le emozioni derivano dalla nostra parte più antica del cervello, ovvero il cervello rettile, che hanno anche i vertebrati che noi in genere consideriamo inferiori come rettili, uccelli o mammiferi primitivi.
L unica prerogativa umana è la logica prodotta dalla nostra corteccia prefrontale.
Per il discorso della coda del pavone: si spiega benissimo con il darwinismo, in particolare con ciò che viene definito selezione SESSUALE, ovvero una particolare componente della selezione naturale, la quale incide anche sugli esseri umani. Molte nostre caratteristiche morfologiche e psicologiche derivano infatti da essa. Ovvero dalla scelta sensuale dei nostri antenati.
L esempio dell intelligenza artificiale è molto calzante secondo me, dato che può aiutare a capire come l intelligenza si è sviluppata da componenti molto semplici.
Esperimenti in questo senso vengono compiuti usando quelle che sono dette RETI NEURALI ARTIFICIALI ovvero simulatori di intelligenza.
poi è ovvio che noi abbiamo avuto 3 miliardi di anni per evolverci, un computer invece ha avuto solo 50 anni. Con un po di pazienza potremmo trovarci di fronte a computer e macchine che rivendicheranno la loro autonomia e i loro diritti (vi ricordo che l intelligenza artificiale aumenta nel tempo secondo una legge esponenziale: raddoppia ogni 18 mesi).
Ognuno è libero di aderire alla filosofia che più gli garba, io personalmente sono convinto che la scienza sia in grado di spiegare l esser umano nella sua interezza. Può essere che ad oggi la nostra scienza sia ancora primitiva, ma forti passi avanti si stanno facendo nelle neuroscienze e nella psicologia.
Secondo me questo è sufficiente a spiegare l uomo senza ricorrere ad altre spiegazioni.
Ma ripeto, questa è solo la mia idea, non voglio certo dire che sia quella giusta ne convincere nessuno.
Re: Civiltà aliene: nessuna traccia nell’universo vicino
Anche la psicologia su larga scala, quella delle comunità umane complesse (le città ) è secondo me spiegabile in questi termini
Re: Civiltà aliene: nessuna traccia nell’universo vicino
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Originariamente Scritto da
DarknessLight
Anche la psicologia su larga scala, quella delle comunità umane complesse (le città ) è secondo me spiegabile in questi termini
L'esempio che viene fatto a tale proposito da Marvin Harris nel suo fondamentale Cannibali e re, riguarda il comportamento della società nei confronti degli omosessuali. Quello che in passato (ma ancora adesso) è stato un atteggiamento persecutorio, ora mutato in ciò che consideriamo un avanzamento della società nella diffusione dei diritti civili, nell'ottica evoluzionistica applicata su scala sociale diventa semplicemente una reazione al fatto che le coppie omosessuali sono necessariamente sterili. Nei periodi in cui la mortalità era altissima ed il lavoro minorile una risorsa, pur con la giustificazione di ragioni etiche l'omosessuale era in realtà visto come un nemico in quanto incapace di contribuire all'incremento delle nascite. Oggi, con l'aumento della popolazione e col diminuire dell'occupazione, ci si può tranquillamente permettere di concedergli qualche diritto. Purchè non si tratti di diritti economici come la reversibilità della pensione, altrimenti scatta di nuovo l'allarme "etico"...:whistling:
Re: Civiltà aliene: nessuna traccia nell’universo vicino
Una precisazione, per chi fosse ancora interessato alla questione. In un mio intervento precedente ho accennato all'intelligenza artificiale non per paragonarla all'intelligenza umana. Come giustamente dice Darkness da una parte ci sono tre miliardi (o anche solo tre milioni) di anni, dall'altra 50 (o al massimo 70) anni. Con una differenza fondamentale: L'IA agisce in base ad un programma iniettatovi dall'uomo, l'uomo ha dovuto invece arrangiarsi da solo costruendo la sua esperienza grazie a pochi successi ed a moltissimi fallimenti.
No, ciò che ho proposto era un'analogia. Il primo termine consisteva in quell'"incidente" che può aver provocato il passaggio da un meccanismo fondato solo su causa ed effetto ad una struttura superiore, in cui all'effetto si può essere sostituita un'"intuizione", un'"anticipazione", un'estrapolazione dell'effetto previsto, trasformando così l'automatismo in una rozza forma di pensiero.
L'altro termine dell'analogia, tratto dalla letteratura fantascientifica, era quel quid che secondo tali autori faceva ad un certo punto "impazzire" le macchine rendendole capaci di un'iniziativa autonoma.
Era solo una lettura del tutto immaginifica, vista la scarsa credibilità del secondo termine dell'analogia, ma serviva per ribadire quella che non è solo una mia convinzione, e cioè che spesso sono più gli errori, gli imprevisti del meccanismo evoluzionistico a determinarne uno sviluppo positivo. ;)
Re: Civiltà aliene: nessuna traccia nell’universo vicino
Non è che stiamo andando un po' per campi? :whistling:
Re: Civiltà aliene: nessuna traccia nell’universo vicino
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Red Hanuman
Non è che stiamo andando un po' per campi? :whistling:
E' forse a questo punto più una discussione da Bar da Arturo? :razz:
Re: Civiltà aliene: nessuna traccia nell’universo vicino
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Originariamente Scritto da
Enrico Corsaro
E' forse a questo punto più una discussione da Bar da Arturo? :razz:
Bah, se tirate fuori UFO e omini verdi, andate direttamente nell'inferno dei bannati... Tutti.... :sneaky:
Al momento, la discussione è sì interessante, ma un po' troppo slegata dall'articolo....;)
Re: Civiltà aliene: nessuna traccia nell’universo vicino
di alieni non ve ne traccia, magari nell universo ma sulla terra di tracce aliene ce ne sono eccome, dalle piramidi alle scoperte archeologiche "non autorizzate" fino alla bibbia stessa, pare che molti anni fa qualche civiltà aliena sia passata di qua, la nostra stessa evoluzione homo sapiens e molto discutibile per la velocità con cui e avvenuta ci sono parecchi scienziati che dicono che qualcuno ci ha dato una spintarella:biggrin::biggrin::sbav::sbav: