Originariamente Scritto da
Red Hanuman
Allora.... Caro Enzo, probabilmente, sono io che ho la testa dura.... :cry:
Però: partiamo dal presupposto che effettivamente siano state eliminate tramite calcoli tutte le interferenze, gravitazionali e non, che vanno a modificare la velocità del Pioneer (continuo a non vedere come sia possibile tutto ciò, non credo che conosciamo esattamente tutte le variabili, ma lasciamo perdere).
Quindi possiamo supporre in prima approssimazione, come dici tu, che su di esso non agiscano altre forze.
Supponiamo, infine, che effettivamente su di esso si manifesti l'espansione dell'universo.
Questo cosa comporta? Ovviamente, che il Pioneer si allontana da noi più velocemente del previsto.
Quindi, allontanandosi dal sistema solare dovrebbe accelerare e non decelerare.... :sneaky:
Ma questi signori sostengono che la decelerazione sia solo apparente, e dovuta ad un'errore di misurazione....
E allora chiariamoci: come viene fatta la misurazione? Ovviamente, l'unico mezzo che abbiamo a disposizione è la misura del tempo impiegato dalla luce per fare il tragitto Terra - Pioneer andata e ritorno. Un po' come si fa col GPS o col radar, insomma. In pratica, il segnale radio parte recando con se l'ora esatta della partenza dalla Terra, misurata con un'orologio atomico, e quando torna si confronta con il tempo misurato dall'orologio atomico. Dal Delta T possiamo ricavare il lo spazio S che ci separa del Pioneer, e confrontando i vari Delta S, otteniamo la sua velocità e la sua accelerazione / decelerazione.
E qui sta il punto. La V che usiamo per misurare lo spazio S percorso, non è semplicemente una V qualsiasi, ma è C, la velocità della luce! Che, come sappiamo, è costante, espansione dello spazio - tempo o no.
Lo spazio S misurato, dunque, è preciso nei limiti delle nostre letture, così come il tempo. E, allora, lo spazio si dilata ed il tempo pure? Ma, se così fosse, essendo C costante, non potremmo accorgerci di nulla, e non ci sarebbe nemmeno il redshift delle galassie, a meno di non immaginare uno spazio che si dilata molto più velocemente del tempo. Ma questo non vedo come potremmo appurarlo.
Un tempo maggiore, quindi, corrisponde di fatto ad uno spazio maggiore, e se questo aumento è costante, abbiamo un'accelerazione e non una decelerazione.... Qui, invece, non misuriamo tempi maggiori ma tempi minori, corrispondenti ad un minore spazio percorso e ad una decelerazione.......
Di fatto, non vado a calcolare quanto spazio dovrei aver percorso e poi misuro i tempi per percorrerlo, ma faccio esattamente l'opposto, e poi confronto i Delta T sapendo che corrispondono a precisi Delta S. Cioè, confronto lo spazio percorso con quello avrebbe dovuto teoricamente percorrere, e noto una decelerazione, ma su di uno spazio PRESUNTO.
Comunque, se il Pioneer è effettivamente trascinato dall'espansione dell'universo, c'è un modo semplice di appurarlo: misurare il redshift subito dalle onde radio che servono per misurarne la distanza.... ;)
Dopo tutto questo argomentare, mi è venuta in mente una cosa: c'è effettivamente una differenza nello scorrere del tempo tra noi e il Pioneer, infatti noi siamo molto dentro nel pozzo gravitazionale del Sole, e per noi il tempo scorre più lentamente che per il Pioneer. Ci avranno pensato?:confused:
E adesso, sparatemi pure addosso....