Re: MARTE - la miniserie del National Geographics (seconda parte)
Anch'io concordo: troppi punti deboli per un film/documentario con intenti scientifici e informativi.
In effetti già l'incendio è molto poco plausibile, ma il portellone con accesso diretto all'esterno è imperdonabile.
Ma per quale ragione qualcuno potrebbe aver necessità di aprire una porta sull'esterno senza camera di decompressione?
Forse in sostituzione dei famosi tasti di autodistruzione?
Mah!
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Re: MARTE - la miniserie del National Geographics (seconda parte)
@Disnomia
hai davvero ragione sulla ricerca dei tubi di lava all'ultimo momento!
però non ricordo bene se si dovevano da subito proteggere da tempeste, radiazioni cosmiche e quant'altro ponendo la postazione in un tubo di lava, oppure già il sito previsto all'inizio fosse già sufficientemente protetto...
bisognerebbe rivedere la puntata per capire il perché anche in condizioni di atterraggio normali (senza problemi!) avrebbero lanciato i droni di ricerca: forse parte dell'insediamento in superficie e parte sotto terra (o meglio sotto marte...)
rimane il dubbio: molto più "semplice" sfruttare quanto fornito dalla natura, così come hanno già pensato di fare sulla Luna nel caso di prossimi insediamenti umani: infatti nella realtà non si parla mai di una base lunare tipo Spazio 1999 o simili...
PS vi segnalo un'altra serie niente male... The Expanse...
dopo un paio di puntate il vostro pignolone non ha nulla da dire, anzi!! ;)
ne riparlerò! intanto guardatela! penso vi piacerà...
Re: MARTE - la miniserie del National Geographics (seconda parte)
Io credo che una struttura di metallo protegga dai raggi cosmici molto più di una grotta.
Quindi poteva stare anche in superficie.
Diverso il discorso meteoriti e micrometeoriti non sufficientemente filtrate dall'atmosfera marziana
e dalle tempeste di sabbia.
In quel caso è pericoloso rimanere in superficie.
In ogni caso le fonti di energia nucleari potevano anche metterle dentro la grotta.
Anzi era molto meglio.
Invece che usare un kilometro di cavo esposto alle tempeste con le micropolveri che
come si è visto, fanno l'effetto carta vetrata.
A quel punto l'energia solare era solo di backup.
Tanto coi venti a quella velocità sai che fine fanno i pannelli.....li rincorrono per tutto il pianeta.
Re: MARTE - la miniserie del National Geographics (seconda parte)
Non ho visto la serie, non avendo la TV dal 1998, ma di certo le zone nelle quali si potrebbero cercare con buone possibilità di successo statistico dei lava tube (secondo me meglio non tradurlo affatto tubi di lava sa di... originale manufatto) possono essere selezionate già da decenni prima di una missione del genere, grazie alle varie sonde orbitanti che stanno proprio mentre scrivo pian piano mappando tutto ad alta risoluzione con maniacale precisione.
Re: MARTE - la miniserie del National Geographics (seconda parte)
Citazione:
Originariamente Scritto da
Disnomia
In ogni caso le fonti di energia nucleari potevano anche metterle dentro la grotta.
Anzi era molto meglio. Invece che usare un kilometro di cavo esposto alle tempeste con le micropolveri che
come si è visto, fanno l'effetto carta vetrata.
Non nella stessa grotta dove metti le persone, però.
La schermatura "biologica" di una sorgente a radioisotopi da trasportare attraverso lo spazio viene ridotta al minimo sindacale.
Re: MARTE - la miniserie del National Geographics (seconda parte)
Ho seguito con grande interesse le vostre disamine tecniche. Ovviamente non ho competenze per contribuire alla discussione. Sono però appassionato di cinema e devo dire che la serie è fatta davvero bene. Il genere docufiction non è nuovo, ma in questo caso l'idea di associare fantascienza a scienza dà quel tocco in più. La colonna sonora di Nick Cave e Warren Ellis poi è la ciliegina sulla torta!