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Re: Sui gemelli (R.R.)
Citazione:
Originariamente Scritto da
Enrico Corsaro
Il paradosso dei gemelli viene normalmente spiegato con la sola R.R. utilizzando due diversi riferimenti, prima e dopo il punto di ritorno del gemello in viaggio sull'astronave, e senza dunque invocare le accelerazioni per una trattazione più comprensiva. Si fa cioè una assunzione, abbastanza forte ma molto semplificativa, sul fatto che l'astronauta cambi istantaneamente verso di moto a partire da un preciso istante di tempo, senza variare la sua velocità in modulo (cioè senza tenere conto di una decelerazione seguita da una accelerazione).
In sintesi le cose stanno proprio cosi'.Possiamo aggiungere anche senza variare la sua velocita' nel segno.
Come gia' scritto siamo nel primo quadrante per cui la distanza X terra....punto di arrivo AB si puo' leggere anche come BA senza cambiare nessun segno.
Uscendo fuori dal diagramma e' sempre possibile come detto piu' volte ridurre i tempi delle accelerazioni a quantita' trascurabili rispetto ai tempi "inerziali".
Se proprio ne vogliamo tenere conto cosa ci dice la R.G.?
Per il principio di equivalenza questa accelerazione e' indistinguibile da un campo gravitazionale.Va bene allora per il periodo di accelerazione costante all'interno dell'astronave si vedra' il cateto verticale (c'e' solo quello) dell'orologio a luce flettersi a parabola per poi ritornare a cateto verticale rientrando in un sistema inerziale.A questo punto si calcolera' il ritardo temporale tenendo conto che la situazione e' equivalente al ritardo temporale che si ha facendo passare l'astronave nei pressi di una massa e ad una distanza tale che l'accelerazione di gravita' sia uguale al valore dell'accelerazione dell'astronave del gemello partito.
Si somma questo ritardo a quello maturato nel viaggio inerziale.
In sintesi il calcolo deve tenere conto idealmente delle condizioni del viaggio,se per assurdo il ritorno e' istantaneo siamo pienamente nella R.R.e verranno applicate le formule della R.R. se ci sono accelerazioni
i cui tempi sono trascurabili rispetto ai tempi inerziali non ce ne preoccupiamo se invece ci sono accelerazioni e decellerazioni di tutto rispetto nessun problema vanno calcolati con formule differenti questi ritardi e sommati a i ritardi inerziali.
Francamente non mi sembra cosi' complicato da chiamare un terzo gemello ....
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Re: Sui gemelli (R.R.)
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Originariamente Scritto da
Enrico Corsaro
@
Gaetano M.
Prova a leggere
QUESTO articolo.
La dimostrazione la feci anche durante il corso di relatività ristretta seguito all'Università, per cui non è nulla di nuovo. Il punto non è invocare le accelerazioni, ma impostare il problema nel modo più opportuno, cioè scomponendolo in due parti come già detto prima, e andando a considerare anche gli effetti di spostamento della lunghezza d'onda (Doppler shift).
Questa spiegazione di Paul Davies l'ho letta anche in "I misteri del Tempo" e mi lascia sempre un po' di disagio. È come se si volesse usare un tempo assoluto di riferimento che sappiamo non esistere. Invece usando la RG se ne può fare a meno.
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Allegati: 1
Re: Sui gemelli (R.R.)
Citazione:
Originariamente Scritto da
Time
In sintesi le cose stanno proprio cosi'.Possiamo aggiungere anche senza variare la sua velocita' nel segno.
Come gia' scritto siamo nel primo quadrante per cui la distanza X terra....
...
...
Francamente non mi sembra cosi' complicato da chiamare un terzo gemello ....
Provo a mettere qualche diagramma di Minkowski per illustrare meglio la situazione.
Premetto che io uso 3 persone (3 gemelli) solo per visualizzare un quadro più completo, ma non è necessario.
Premetto che esistono svariati modi per risolvere il paradosso sempre rimanendo nella RR, ma io preferisco l’uso della simultaneità.
Premetto che partenza, arrivo e inversione del moto dell’astronave, avvengano istantaneamente, quindi non faccio uso di accelerazioni, che comporterebbe il passaggio ovviamente alla RG, cosa che non voglio fare.
Ma non ve ne è bisogno, dato che si risolve tutto con la RR.
Ps. Ovviamente le accelerazioni istantanee nella realtà non sono fattibili, ma anche se venissero considerate, su un lungo percorso i loro effetti sono trascurabili per il risultato finale.
Il problema è il seguente.
Un’ astronave con me sopra viaggia a velocità pari a 0.5 C verso il pianeta B, che dista 0.5 anni luce dalla terra.
Giunto sul pianeta, inverto il moto e torno sulla terra, e verificherò che solo io sono rimasto più giovane.
Allegato 20808
Alla partenza, come si vede dal primo grafico, io segno 0 anni esattamente come il gemello sulla terra.
Infatti abbiamo le origini degli assi T e T’ in comune.
Ma nello stesso istante un terzo gemello B distante di x=0.5 anni luce dalla terra, nel sistema terrestre, segna sempre 0 rispetto al terrestre, ma segna +0.25 anni rispetto a me.
In pratica è da subito più vecchio di 0.25 anni rispetto me, che sono sull’astronave.
Il valore lo si ottiene dalla intersezione della parallela di T passante per x=0.5 e il mio asse x’, che altro non è che l’asse di simultaneità del mio sistema di riferimento, proiettata su T.
x’ rappresenta il luogo geometrico di tutti gli eventi simultanei per me.
Andando avanti con la storia, io giungo sul pianeta B, e dal grafico di “arrivo sul pianeta B”, noto che per me sono passati 0.87 anni (intersezione parallela di T passante per x=0.5, e il mio asse T’), contro 1 anno che è passato per il terrestre nel suo sistema.
Ma per il terrestre visto da me nel mio sistema, sono passati 0.75 anni, quindi rispetto a me è lui ad essere più giovane.
Il valore si ottiene dalla intersezione della parallela del mio asse x’ di simultaneità, passante per il punto di arrivo a T’=0.87, e l’asse T.
Invece per il gemello sul pianeta B, anche per lui passano 0.75 anni (come il terrestre), ma dato che era già più vecchio di 0.25 anni, ora ne ha 1, quindi lui è più vecchio di me.
Quando io sono sul pianeta B, prima di fare inversione, io sono più vecchio del terrestre, ma sono allo stesso tempo più giovane del gemello B.
Se adesso faccio inversione (ultimo grafico), cambia il mio sistema di riferimento, e in particolare cambia il mio asse di simultaneità.
In questo preciso istante il terrestre fa un salto in avanti nel tempo, e passa da 0.75 a 1.25 anni diventando istantaneamente più vecchio di me.
Avviene in pratica un cambio della simultaneità degli eventi.
Lo si ottiene dalla intersezione del nuovo asse di simultaneità x’ e l’asse T.
Ora nel ritorno per me passano altri 0.87 anni (uguale all’andata), che sommati ai precedenti fa 1.74.
Per il terrestre passano invece altri 0.75, che sommati a 1.25 fa 2.
All’arrivo il terrestre è più vecchio di 2 anni (come il gemello sul pianeta B), invece per me sono passati 1.74 anni: io sono l’unico ad essere più giovane.
Se si fanno i calcoli con le velocità, le distanze e il fattore di Lorentz, si ottengono esattamente gli stessi valori.
A me sembra chiaro e semplice (si fa per dire), bisogna combinare simultaneità degli eventi con la dilatazione dei tempi, e la contrazione delle lunghezze.
Ma quello che è importante è capire cosa è simultaneo, e cosa non lo è.
Più di così io non posso fare per spiegare, spero di essere stato esauriente.
Se ci sono ancora dei dubbi, bisogna prima studiare bene bene tutta la RR, unita alle applicazioni del diagramma di Minkowski che comunque, da solo, è in grado di illustrare tutti gli effetti della RR.
Il discorso è che bisognerebbe parlare di queste cose faccia faccia, è difficile farlo per iscritto, e far capire tutto.
In più le cose vanno inquadrate nel modo giusto, altrimenti ci si perde per strada, senza ottenere nulla.
Io penso che la parte difficile da accettare sia la mancanza di simultaneità, ovvero pensare che ci siano delle persone distanti da noi che si possano trovare o nel futuro o nel passato, o che esistano dei salti temporali cambiando sistema di riferimento.
Qualcuno le chiama fette temporali, ma sono la base della RR.
Ciao ;) :)
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Re: Sui gemelli (R.R.)
Cerchiamo di fare chiarezza gia' dalle prime righe.
Per t = 0 l'orologio della terra e del gemello sull'astronave es:segna ore 12.
Alle ore 12 (..nello stesso istante...segna sempre ore 12) un terzo gemello si trova a X distanza dalla terra quindi e' solidale sia con la terra ,con il gemello dell'astronave in quanto non ancora partita.
Ma perche' deve avere 0.25 anni in piu' quando esiste al t = ore 12 un unico sistema di riferimento terra,altro gemello con la sua astronave e terzo gemello che si trova ad X dalla terra e quindi e' tutto solidale nell'istante ore 12?
Ma perche' deve essere piu' vecchio se e' un gemello?
Se invece il terzo gemello si muove a v relativistica rispetto alla terra e astronave (solidale con la terra)rispetto al gemello sull'astronave e rispetto alla terra sara' piu' giovane e non piu' vecchio.
Vedi di spiegare al meglio questa introduzione fermandoti solo su questo.
Ciao
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Allegati: 1
Re: Sui gemelli (R.R.)
Citazione:
Originariamente Scritto da
Time
Cerchiamo di fare chiarezza gia' dalle prime righe.
...
Vedi di spiegare al meglio questa introduzione fermandoti solo su questo.
Ciao
Ti chiedo scusa.
Tu hai ragione, non sono stato abbastanza chiaro.:sad:
Non è facile per me essere preciso su tutto, dovrei scrivere un papiro che non finisce più.
Ho corretto il testo precedente, prova a rileggerlo; spero che ora sia più soddisfacente, salvo errori per la stanchezza dopo una giornata di duro lavoro.
Se hai dei dubbi, non esitare a chiedere, è facile fare casini, e confondersi.
Se ancora non è chiaro cerchiamo di discutere punto per punto.
Premetto che partenza, arrivo e inversione del moto dell’astronave, avvengano istantaneamente, quindi non faccio uso di accelerazioni, che comporterebbe il passaggio ovviamente alla RG, cosa che non voglio fare.
Ps. Ovviamente le accelerazioni istantanee nella realtà non sono fattibili, ma anche se venissero considerate, su un lungo percorso i loro effetti sono trascurabili per il risultato finale.
Il problema è il seguente.
Un’ astronave con me sopra viaggia a velocità pari a 0.5 C verso il pianeta B, che dista 0.5 anni luce dalla terra.
Giunto sul pianeta, inverto il moto e torno sulla terra, e verificherò che solo io sono rimasto più giovane.
Allegato 20824
Prima della partenza abbiamo un unico sistema di riferimento, nel quale io sull’astronave, il terrestre, e una eventuale terza persona sul pianeta B, abbiamo tutti la stessa età, ovvero siamo gemelli, ovvero i nostri orologi segnano t=0.
Un infinitesimo dopo la partenza (quado io sono in moto, ma di fatto sono ancora sulla terra), come si vede dal primo grafico, si hanno due sistemi di riferimento.
In quello terra-pianeta, il terrestre segna tempo zero, esattamente come il gemello sul pianeta B, ed esattamente come segno io sull’astronave.
Ma nel mio sistema le cose sono diverse: per me il terrestre segna 0 anni, ma la persona sul pianeta B segna +0.25 anni rispetto a me.
In pratica è da subito più vecchio di 0.25 anni rispetto me, e questo è dovuto al cambio di sistema di riferimento, che ha cambiato la simultaneità degli eventi.
Un istante dopo la partenza il gemello sul pianeta B fa un balzo in avanti nel tempo.
Il valore lo si ottiene dalla intersezione della parallela di T passante per x=0.5 e il mio asse x’, che altro non è che l’asse di simultaneità del mio sistema di riferimento, proiettata su T.
L’ asse x’ rappresenta il luogo geometrico di tutti gli eventi simultanei per me.
Andando avanti con il viaggio, io giungo sul pianeta B, e un istante prima che mi ferma e inverta il moto abbiamo quanto segue.
Dal grafico di “arrivo sul pianeta B”, si nota che per me sono passati 0.87 anni (intersezione parallela di T passante per x=0.5, e il mio asse T’).
Nel sistema terra-pianeta, sia per il terrestre che per il gemello B, è passato 1 anno, contro 0.87 anni che sono passati per me sull’astronave.
In pratica io sono più giovane sia del terrestre che del gemello B (che ora di fatto non è lo è più).
Ma questo è concorde con la RR: sia il terrestre che il gemello B vedono me sull’astronave andare al “rallentatore” e quindi rimanere più giovane.
Nel mio sistema, invece, per il terrestre sono passati 0.75 anni, quindi rispetto a me è lui ad essere più giovane.
Il valore si ottiene dalla intersezione della parallela del mio asse x’ di simultaneità, passante per il punto di arrivo a T’=0.87, e l’asse T.
Ma questo è sempre concorde con la RR, dato che dobbiamo mantenere la simmetria: dal mio punto di vita è il terrestre che resta più giovane, ed infatti così è.
Ma, e qui arriva il punto dolente, il gemello B rispetto me, nel mio sistema, segna 1 anno (lo si vede dal grafico), quindi è più vecchio di me (ricordo che per me sono passati 0.87 anni).
Ma questo è assurdo, perché dal mio punto di vista anche lui doveva andare al “rallentatore” e rimanere più giovane, altrimenti addio simmetria, e il paradosso non trova soluzione.
Ma così è effettivamente.
Se io osservo il gemello B lo vedo andare al rallentatore, perché per lui scorrono 0.75 anni (come per il terrestre dato che è nello stesso sistema), però alla fine lui risulta più vecchio perché questo tempo va sommato agli 0.25 che aveva fin dall’inizio del viaggio.
In totale 0.25 più 0.75 di tempo che scorre effettivamente, il gemello B ha 1 anno.
E’ veramente più vecchio di me, ma allo stesso tempo abbiamo mantenuto la simmetria.
Bisogna distinguere l’intervallo di tempo che scorre, dal valore finale che segna il suo orologio.
L’intervallo di tempo è inferiore rispetto al mio, in modo che la simmetria sia rispettata, ma se il valore inziale era maggiore, alla fine si ottiene un tempo decisamente superiore.
In pratica abbiamo già risolto il paradosso… ma andiamo avanti.
Riassumendo, quando io sono sul pianeta B, prima di fermarmi e di fare inversione, io sono più vecchio del terrestre, ma sono allo stesso tempo più giovane del gemello B.
Se adesso faccio inversione (ultimo grafico), cambia il mio sistema di riferimento (solo il mio), e in particolare cambia il mio asse di simultaneità.
(Tralascio la fermata sul pianeta B, dato che non è fondamentale, altrimenti diventerebbe un altro sistema di riferimento, in più possiamo anche tralasciare il gemello B, che ha già svolto la sua funzione).
Un istante dopo l’inversione del moto, nel sistema terrestre non cambia nulla, ma nel mio sistema il terrestre fa un salto in avanti nel tempo, e passa da 0.75 a 1.25 anni, diventando istantaneamente più vecchio di me (prima ricordo che era più giovane).
Questo fenomeno è dovuto al cambio di simultaneità, dovuto a sua volta al cambio del sistema di riferimento.
Lo si ottiene dalla intersezione del nuovo asse di simultaneità x’ e l’asse T.
Ora nel ritorno per me passano altri 0.87 anni (uguale all’andata), che sommati ai precedenti fa 1.74.
Per il terrestre, dal mio punto di vista, passano invece altri 0.75, che sommati (attenzione) a 1.25 fa 2.
Al mio arrivo sulla terra, quando sono fermo e il sistema di riferimento diventa unico, il terrestre è più vecchio di 2 anni, invece per me sono passati solo 1.74 anni: io sono l’unico ad essere più giovane.
Per il terrestre è ovvio che io resti più giovane, ma non lo è per me.
Dal mio punto di vista è il terrestre che dovrebbe essere più giovane, ma così non è perché vale lo stesso discorso che ho fatto prima.
Dal mio punto di vista il terrestre è invecchiato di 0.75 nell’andata, e 0.75 nel ritorno, per un totale di 1.5.
In pratica il tempo passato per il terrestre rispetto al mio è inferiore, ma ha fatto un salto temporale nel cambio di sistema, che lo ha fatto invecchiare.
Pur mantenendo la simmetria (per il terrestre passano 1.5 anni rispetto ai miei 1.74), solo lui resta più vecchio.
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Re: Sui gemelli (R.R.)
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Originariamente Scritto da
Simone Lotti
Premetto che partenza, arrivo e inversione del moto dell’astronave, avvengano istantaneamente, quindi non faccio uso di accelerazioni...
....Ma nel mio sistema le cose sono diverse: per me il terrestre segna 0 anni, ma la persona sul pianeta B segna +0.25 anni rispetto a me.
...In pratica è da subito più vecchio di 0.25 anni rispetto me, e questo è dovuto al cambio di sistema di riferimento, che ha cambiato la simultaneità degli eventi...
Restiamo sul primo punto:
L'ipotesi di partenza e' che non ci siano accelerazioni e quindi bisogna fare riferimento a sistemi inerziali.Se facciamo passare un delta t e rispettiamo le condizioni iniziali
non c'e' cambiamento di sistema di riferimento del gemello astronave in quanto non ci sono accelerazioni.
Puoi immaginare che l'astronave arrivi sulla terra e istantaneamente si allontani, non puo' partire dalla terra e dire che non ci siano accelerazioni.
Gia' togliere le accelerazioni durante il viaggio e' fare un salto nell'immaginario se poi aggiungiamo che parte da fermo senza accelerare......
Consideriamo un delta t in allontanamento.E qui bisogna avere il riferimento giusto per procedere.
Dalla terra il gemello sull'astronave sara' un pochino piu' giovane anche l'occupante del pianeta B essendo solidale con la terra lo vedra' piu' giovane e viceversa rispettando
la simmetria in quanto siamo sempre in sistemi inerziali.
Quello che dovresti spiegare bene perche' dividi come relativita' del tempo il tempo sulla terra da quello del pianeta B essendo questi spazialmente solidali visti dall'astronave.
Qualunque cosa veda l'astronave rispetto alla terra e' la stessa guardando il pianeta B essendo terra e B appartenenti ad un unico sistema di riferimento.
Non capisco proprio questa distinzione.Cerco di capire quale possa essere il tuo ragionamento per un'affermazione simile.
Forse fai riferimento all'invio di un raggio di luce dall'astronave a B che lo riceve
dopo un tempo ritardato dovendo percorrere 0.5 anni luce attribuendo cosi' a B il tempo che impiegherebbe il raggio a raggiungerlo...Cerco di capire...
Sono sufficienti poche righe per spiegare al meglio questo punto,ti prego rimani solo su questo per ora altrimenti i miei pochi neuroni si aggrovigliano mandandomi in tilt.
Ciao
P.S. Se qualcuno vuole intervenire e' ben accetto....
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Re: Sui gemelli (R.R.)
Citazione:
Originariamente Scritto da
Time
Restiamo sul primo punto:
Quello che dovresti spiegare bene perche' dividi come relativita' del tempo il tempo sulla terra da quello del pianeta B essendo questi spazialmente solidali visti dall'astronave.
Qualunque cosa veda l'astronave rispetto alla terra e' la stessa guardando il pianeta B essendo terra e B appartenenti ad un unico sistema di riferimento.
....
Ok, direi che ora ci siamo, anzi ci sono (forse).
Credo di aver capito quale è il tuo dubbio.
Allora le accelerazioni vengono tralasciate, ovvero si considera che la velocità dell’astronave cambi istantaneamente.
In pratica vuol dire che l’accelerazione vale infinito per un tempo pari a zero, ovvero in un intervallo di tempo pari a zero ho una certa variazione di velocità, quindi il rapporto delta v con delta t tende a infinito.
Nella realtà non è fattibile, ma matematicamente sì.
E posso benissimo partire da fermo (dalla terra), e variare la mia velocità da zero a un certo valore istantaneamente (sempre teoricamente).
Allora il punto è che appena partito ci sono due sistemi di riferimento: terra-pianeta, e il mio.
I due sistemi non hanno la stessa simultaneità.
Questo è il fenomeno di base della RR, e non centra nulla con la dilatazione dei tempi o la contrazione delle lunghezze.
Un infinitesimo dopo la partenza, non è passato ancora nessun tempo per nessuno, ma la percezione dei tempi tra un sistema e l’altro cambia.
Non bisogna capire perché avviene, bisogna sapere che in natura è così.
In parole povere eventi simultanei che avvengono in un sistema, non lo sono più se visti da un altro sistema.
Nel sistema terra-pianeta, l’orologio del terrestre segna zero come l’orologio del gemello sul pianeta B, ovvero sono sincronizzati, o hanno la stessa età biologica.
Ma io che sono sull’astronave, vedo i due orologi fuori sincronismo, ovvero segnare due tempi diversi.
Non ha importanza che il terrestre e il gemello B sono fermi tra di loro, ovvero sono nello stesso sistema, è importante che sia un sistema diverso dal mio.
In particolare un attimo dopo la partenza, dal mio punto di vista l’orologio del terrestre segna zero, mentre quello del gemello B segna 0.25 (quindi è più vecchio).
Il valore l’ho ricavato dal grafico, oppure si può usare la trasformata di Lorentz.
Questa cosa non c’entra nulla con il tempo che impiegherebbe un certo segnale luminoso a giungere a me, percorrendo gli 0.5 anni luce di distanza.
Io sull’astronave so che un infinitesimo dopo la partenza, nell’ istante che il mio orologio segna zero, anche il terrestre segna zero, mentre il gemello B segna 0.25, anche se nella realtà per vedere con un telescopio il suo orologio dovrebbe passere un certo tempo.
Ma io so che in quell’ istante il suo orologio segna 0.25, ovvero che è più vecchio rispetto al terrestre.
Ma questo vale solo se visto dal mio sistema di riferimento, perché nel loro sistema sono sincronizzati, avvero hanno la stessa età.
Non è un tempo che è passato, durante il quale uno è invecchiato, è una diversa percezione dei tempi tra un sistema e l’altro dovuto alla diversa simultaneità tra sistemi in moto relativo tra di loro.
In più la sfasatura che c’è tra l’orologio del terrestre e quella del gemello B, vista da me sull’astronave è sempre presente, non solo un attimo dopo la partenza, ma anche a metà percorso, alla fine, in ogni punto del viaggio.
La sfasatura o la mancanza di sincronismo degli orologi del sistema terrestre dipende dalla velocità che esiste tra i due sistemi, il mio e il loro.
In più la sfasatura è tanto maggiore quanto maggiore è la velocità, o a parità di velocità aumenta la sfasatura se aumenta la distanza tra il terrestre e il gemello B.
Se ci fosse un’altra astronave, che viaggiasse a una velocità diversa dalla mia, vedrebbe l’orologio del gemello B segnare un altro valore.
Nel grafico si capisce questa cosa dal fatto che l’asse x’ del sistema dell’astronave è inclinato.
Ma l’asse x’, detto asse di simultaneità, rappresenta tutti i punti a distanze x’ differenti, che hanno lo stesso tempo T’=0, nel sistema dell’astronave.
Ma se è inclinato, ogni punto corrisponde a un tempo diverso se proiettato sull’asse T dei tempi del sistema terra-pianeta e viceversa.
Se adesso io sull’astronave cambio sistema di riferimento, che può essere dovuto o a una variazione di velocità, o a una mia fermata, o all’inversione del moto, cambia l’asse di simultaneità.
Questo comporta una percezione diversa della simultaneità degli eventi.
In pratica dopo il cambio di sistema di riferimento, gli orologi del terrestre o del gemello B possono cambiare valore istantaneamente, facendo dei veri e propri salti di tempo.
Prova a leggere qua:
http://www.infinitoteatrodelcosmo.it...-simultaneita/
http://www.infinitoteatrodelcosmo.it...-simultaneita/
http://www.infinitoteatrodelcosmo.it...-in-un-foglio/
Spero di avere azzeccato il punto dolente, questa volta.
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Re: Sui gemelli (R.R.)
Citazione:
Originariamente Scritto da
Enrico Corsaro
Il paradosso dei gemelli viene normalmente spiegato con la sola R.R. utilizzando due diversi riferimenti, prima e dopo il punto di ritorno del gemello in viaggio sull'astronave, e senza dunque invocare le accelerazioni per una trattazione più comprensiva. Si fa cioè una assunzione, abbastanza forte ma molto semplificativa, sul fatto che l'astronauta cambi istantaneamente verso di moto a partire da un preciso istante di tempo, senza variare la sua velocità in modulo (cioè senza tenere conto di una decelerazione seguita da una accelerazione).
E perché con questo metodo si risolve il paradosso anche in relatività ristretta ?? Non capisco...
Se imposti il problema eliminando totalmente le accelerazioni come fai a decidere quale dei due sistemi non è inerziale ??
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Re: Sui gemelli (R.R.)
Scusate, ma vi state incartando sul NULLA totale. Quando il "gemello in viaggio" inverte la sua rotta per tornare a casa, anche nella RR il suo sistema di coordinate cambia (istantaneamente e senza accelerazioni - decelerazioni). Questo è SUFFICIENTE per dare spiegazione al paradosso, e sostenere che il gemello viaggiante invecchia meno dell'altro. Tutto il resto è fuffa indigesta...
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Re: Sui gemelli (R.R.)
Citazione:
Originariamente Scritto da
Simone Lotti
...Non bisogna capire perché avviene, bisogna sapere che in natura è così...
A questo punto chiedo :
Se in un vagone (classico) A-----B da A parte un raggio laser che arriva a B in un tempo t con t iniziale = 0 dove e' posto un ordigno esplosivo sensibile al raggio, la detonazione avverrebbe secondo l'orologio del treno dopo t.
Se il vagone passa davanti alla stazione a v relativistica al tempo t treno questo tempo non e' piu' t rispetto alla stazione ma si "allunga" per c invariante.Considerando che l'esplosione deve avvenire nello stesso luogo sia per il treno che per la stazione (non devono alla fine vedere cose differenti) perdendosi la simultaneita' l'esplosione dove avverrebbe?