A me sembrano anche le altre egualmente chiare, anche se più concise, il concetto è lo stesso.
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A me sembrano anche le altre egualmente chiare, anche se più concise, il concetto è lo stesso.
Ciao Armando, su cielo scuro e diametro, non c'e' discussione :)
Per quanto riguarda la PU, tuttavia, non sarei cosi' categorico che debba essere almeno 3mm. Direi che - in funzione dell'oggetto - anche valori intorno a 2 / 1.5 sono spesso fattibili ed aiutano a scurire lo sfondo cielo e vedere piu'dettagli.
Tanto per fare un esempio recente, proprio ieri ho osservato il globulare M3 partendo da PU 3.2 (63x), poi PU 1.6 (127x) e alla fine PU 1.1 (185x). Anche con PU 1.1 l'immagine era godibilissima (la migliore a mio gusto, grazie all scurimento del cielo).
Sulle galassie bisogna fare i conti con la bassa luminosita' superficiale e si tende generalmente a restare sul range alto dell'intervallo, ma non escluderei a priori l'uso di PU 2 e anche minori, a seconda del caso.
tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare
io vado con i dati di fatto
ho visualizzato con un newton a f/5 e con un rifrattore a f/10 come dice @Angelo_C a parità di x
mi chiedo per voi è la stessa cosa?
lasciando perdere la p.u il cielo scuro , nel rifrattore a f/10 il cromatismo non spappola l'immagine:biggrin:
per voi visualizzare con il cromatismo è la stessa cosa che visualizzare con un f/5 newton?
faccio copia è incolla di quello che il richiedente a scritto
Approfitto per chiedere una cosa:
(In uno dei primi libri di Gasparri che ho letto (non mi ricordo il titolo) mi è rimasta impressa una frase.
“Se si vuole fare solo osservazione non c’è alcuna differenza di prestazioni tra un telescopio meno luminoso e uno più luminoso e veloce”
Questo è vero anche per il Deep Sky ?)
lui ha parlato di prestazioni
io li ho risposto a dovere
Gasparri confronta un newton è un acromatico.
amo i rifrattori a lungo fuoco:biggrin: però per avere le stesse prestazioni devono essere almeno a f/20
ma cosa c'entra il cromatismo nel deep sky!
Gasparri dice una cosa corretta, il problema è che si fa sempre confusione col termine "luminosità" in ambito di astronomia strumentale.
la P.U. dipende dal soggetto, dal cielo, e dal telescopio... quindi non ci arrocchiamo su frase predeterminate per cortesia.
Ciao Armando, credo che il discorso ovviamente vada fatto perlomeno a parita' di schema ottico. Se tu hai due newton di pari diametro ma di rapporto focale diverso, a patto di avere lo stesso ingrandimento la luminosita' in osservazione e' la stessa...
Se si paragonano schemi diversi , forse subentrano altri fattori.
Almeno, io non sono un visualista navigato, ma mi sembra che sia cosi ed effettivamente nel testo citato precedentemente si dice espressamente a parita' di qualita' ottica...
Ricordiamoci che stiamo parlando di un libro divulgativo, quindi si esprimono concetti per spiegare il senso delle cose.
Gasparri (come detto da tutti tranne che da Armando) esprime un semplice concetto, ovvero che a parità di pupilla d'uscita, l'occhio dallo strumento riceve la stessa illuminazione (per unità di superficie), nel libro viene espresso solo questo concetto, ne più ne meno.
Nella realtà ci sono altre variabili, come la trasmissibilità totale di luce, il quoziente di focalizzazione nel disco di airy (in pratica la strehl ratio) relativamente alle varie aberrazioni e altre cose; infatti siamo tutti d'accordo che anche a parità di P.U. se il riflettore ha il primario cosparso di nutella, non sarà "luminoso" (doverosamente tra virgolette) come il rifrattore, o se quest'ultimo avesse una lente satinata come quella delle finestre dei bagni, non avrà le stesse "prestazioni" (sempre doverosamente tra virgolette) del riflettore.
La mia risposta era all'intervento di iaco78 (il n° 29): Tutti (Armando escluso) dicevano la stessa cosa e cioè che osservare con un telescopio "veloce" o meno non fa differenza agli stessi ingrandimenti (beninteso a parità di cromatismo). Angelo_C lo ha detto in modo più circostanziato (è il suo apprezzabile modo di intervenire...) gli altri in modo più conciso.