Re: Un dialogo sul nulla, il niente e -forse- il... tutto.
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Red Hanuman
Nulla, nel senso che oltre l'universo non c'è altro.... Altrimenti, non sarebbe universo....;)
e "prima" dell'universo ovvero "prima" dello spazio-tempo cosa c'era? La schiuma quantistica?
Re: Un dialogo sul nulla, il niente e -forse- il... tutto.
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teto
Quando si dice "nulla" cosa si intende? Il nulla filosofico (ovvero l'assenza di oggetti) non esiste in natura, esistono le particelle virtuali che nascono e si annichiliscono subito, il big bang viene da questa schiuma quantistica?
perchè dici che non esiste? Io intendo proprio il nulla, ossia l'assenza non solo di materia (qualsiasi essa sia) ma anche di spazio e di tempo.
Re: Un dialogo sul nulla, il niente e -forse- il... tutto.
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teto
e "prima" dell'universo ovvero "prima" dello spazio-tempo cosa c'era? La schiuma quantistica?
ecco l'errore....:)
Come fai a parlare di PRIMA se non esisteva il tempo?!
Re: Un dialogo sul nulla, il niente e -forse- il... tutto.
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Francesca Diodati
Enzo, scusami ti faccio una domanda anche se forse hai già risposto prima, ma vorrei essere sicura! Anche in un universo aperto, o piatto, quindi viaggiando in linea retta alla fine ti troverai al punto di partenza? Pensavo ciò fosse valido solo per un Universo chiuso, ma poiché anche in un Universo aperto non esiste altro al di fuori dell'Universo, devi per forza ritornare al punto di partenza prima o poi! O no?
il discorso diventa difficile... parlare di linea retta perde di senso. Si dovrebbero tirare in ballo cli spazi connessi e compatti (qualche vago ricordo di geometria superiore...). Lascio passare le feste e poi magari provo a scrivere qualcosa (se riesco a riprendere il filo di un discorso di tantissimi anni fa!);)
Re: Un dialogo sul nulla, il niente e -forse- il... tutto.
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skorpio
siamo riusciti a vedere le galassie più antiche, ma per vedere i confini di questa bolla, intesa come nostro universo, e dove è arrivata oggi, dobbiamo aspettare nel tempo fino a che la luce dei confini della bolla arrivi fino a noi oppure siamo in grado di vederlo già oggi di come era la bolla e i suoi confini -che ne so- qualche miliardo di anni fa?
non chiedo di vedere oltre la bolla dato che se c'è assenza di spazio e tempo non vi è nulla per cui la sua luce possa arrivare a noi... ma almeno i confini? di com'era metà del tempo di oggi? che ne so, 6 miliardi di anni fa...
basterebbe delimitare un confine di dove era arrivato 6 miliardi di anni fa e avremo la certezza dell'espansione della bolla vedendone i confini...
magari ho scritto solo castronerie... ma se vi è una risposta plausibile...
anche vedendone ipoteticamente i "confini" non apparirebbero mai come tali, dato che non esisteva niente al di fuori... Torniamo sempre al punto di partenza... Qualsiasi cosa è per definizione parte dello spazio-tempo e non può vedere qulcosa che non ne faccia parte.
Re: Un dialogo sul nulla, il niente e -forse- il... tutto.
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Francesca Diodati
Enzo, scusami ti faccio una domanda anche se forse hai già risposto prima, ma vorrei essere sicura! Anche in un universo aperto, o piatto, quindi viaggiando in linea retta alla fine ti troverai al punto di partenza? Pensavo ciò fosse valido solo per un Universo chiuso, ma poiché anche in un Universo aperto non esiste altro al di fuori dell'Universo, devi per forza ritornare al punto di partenza prima o poi! O no?
Vediamo se ho capito... La forma geometrica dell'universo (la sua curvatura) ci consente di estrapolarne la fine; a sua volta la curvatura dipende da Ω, che è il rapporto tra la densità dell'universo osservato e la densità critica, la quale fa da spartiacque per la forma dell'universo (e che vale 5 atomi di idrogeno per metro cubo).
Se Ω=1 allora l'universo è piatto, ed il teorema di Pitagora vale su qualsiasi scala. Questo universo è destinato ad espandersi all'infinito, sempre più lentamente se non c'è energia oscura; mentre se c'è all'inizio rallenterebbe l'espansione, ma poi accelererebbe. Un'universo piatto può avere energia nulla, e quindi essere nato de una fluttuazione quantistica.
Se Ω<1, l'universo è iperbolico, a forma di "sella", il teorema di Pitagora non vale su grandi scale, e l'universo è destinato ad espandersi all'infinito.
Se Ω>1, l'universo è "sferico", il teorema di Pitagora non vale su grandi scale, e l'universo è destinato ad andare verso un big crunch, in quanto manca l'energia oscura (che, ricordiamolo, ha un valore negativo).
Solo in quest'ultimo caso, però, è possibile tornare al punto di partenza partendo verso una qualsiasi direzione e avendo abbastanza tempo per percorrere l'intera ipersfera.... Negli altri casi, l'espansione procede ad libitum, e quindi il ritorno non è possibile... :whistling:
Enzo, spero di non aver scritto castronerie.... :wtf:
Re: Un dialogo sul nulla, il niente e -forse- il... tutto.
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Red Hanuman
Vediamo se ho capito... La forma geometrica dell'universo (la sua curvatura) ci consente di estrapolarne la fine; a sua volta la curvatura dipende da Ω, che è il rapporto tra la densità dell'universo osservato e la densità critica, la quale fa da spartiacque per la forma dell'universo (e che vale 5 atomi di idrogeno per metro cubo).
Se Ω=1 allora l'universo è piatto, ed il teorema di Pitagora vale su qualsiasi scala. Questo universo è destinato ad espandersi all'infinito, sempre più lentamente se non c'è energia oscura; mentre se c'è all'inizio rallenterebbe l'espansione, ma poi accelererebbe. Un'universo piatto può avere energia nulla, e quindi essere nato de una fluttuazione quantistica.
Se Ω<1, l'universo è iperbolico, a forma di "sella", il teorema di Pitagora non vale su grandi scale, e l'universo è destinato ad espandersi all'infinito.
Se Ω>1, l'universo è "sferico", il teorema di Pitagora non vale su grandi scale, e l'universo è destinato ad andare vero un big crunch, in quanto manca l'energia oscura (che, ricordiamolo, ha un valore negativo).
Solo in quest'ultimo caso, però, è possibile tornare al punto di partenza partendo verso una qualsiasi direzione e avendo abbastanza tempo per percorrere l'intera ipersfera.... Negli altri casi, l'espansione procede ad libitum, e quindi il ritorno non è possibile... :whistling:
Enzo, spero di non aver scritto castronerie.... :wtf:
questa è la trattazione standard che non fa una piega. Tuttavia, quando si parla di quattro dimensioni sono possibili situazioni più complicate. E' per questo che bisognerebbe prima entrare nei concetti di spazio connesso e compatto e poi magari cercare di visualizzare una ipersfera e via dicendo. In pocche parole, non è detto che un Universo aperto non ammetta una geodetica che si chiude... Oddio, in che pasticcio mi sono messo:shock:
Re: Un dialogo sul nulla, il niente e -forse- il... tutto.
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Originariamente Scritto da
Red Hanuman
Vediamo se ho capito... La forma geometrica dell'universo (la sua curvatura) ci consente di estrapolarne la fine; a sua volta la curvatura dipende da Ω, che è il rapporto tra la densità dell'universo osservato e la densità critica, la quale fa da spartiacque per la forma dell'universo (e che vale 5 atomi di idrogeno per metro cubo).
Se Ω=1 allora l'universo è piatto, ed il teorema di Pitagora vale su qualsiasi scala. Questo universo è destinato ad espandersi all'infinito, sempre più lentamente se non c'è energia oscura; mentre se c'è all'inizio rallenterebbe l'espansione, ma poi accelererebbe. Un'universo piatto può avere energia nulla, e quindi essere nato de una fluttuazione quantistica.
Se Ω<1, l'universo è iperbolico, a forma di "sella", il teorema di Pitagora non vale su grandi scale, e l'universo è destinato ad espandersi all'infinito.
Se Ω>1, l'universo è "sferico", il teorema di Pitagora non vale su grandi scale, e l'universo è destinato ad andare vero un big crunch, in quanto manca l'energia oscura (che, ricordiamolo, ha un valore negativo).
Solo in quest'ultimo caso, però, è possibile tornare al punto di partenza partendo verso una qualsiasi direzione e avendo abbastanza tempo per percorrere l'intera ipersfera.... Negli altri casi, l'espansione procede ad libitum, e quindi il ritorno non è possibile... :whistling:
Enzo, spero di non aver scritto castronerie.... :wtf:
uhm...credo di aver capito. Il dubbio da ingenuotto che mi assale però é: abbiamo modo di quantificare quanto universo sia quello che noi consideriamo osservato? E' una cosa che mi frulla in testa da un po, perché mi viene da chiedermi se sia lecito immaginare che anche al di fuori dell'osservabile si verifichino le stesse condizioni presenti nella nostra "fetta" di universo(intendo distribuzione della materia e altre cosettine sfiziose...).
Re: Un dialogo sul nulla, il niente e -forse- il... tutto.
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Originariamente Scritto da
Andrea I.
uhm...credo di aver capito. Il dubbio da ingenuotto che mi assale però é: abbiamo modo di quantificare quanto universo sia quello che noi consideriamo osservato? E' una cosa che mi frulla in testa da un po, perché mi viene da chiedermi se sia lecito immaginare che anche al di fuori dell'osservabile si verifichino le stesse condizioni presenti nella nostra "fetta" di universo(intendo distribuzione della materia e altre cosettine sfiziose...).
possiamo immaginare, ma non quantificare di certo. Esiste un limite all'osservabilità che non dipende dai nostri telescopi. Essso viene chiamato anche distanza di Hubble. E' un limite alla possibilità di vedere qualcosa in quanto la velocità di recessione rispetto a noi è maggiore di quella della luce. Nessun fotone potrà mai raggiungerci oltre quel limite in quanto verrebbe trascinato via dall'espansione. E' un po' come se fosse l'orizzonte degli eventi di un buco nero. Un limite nostro, però, che sarebbe diverso per un'altra zona dello spazio, un po' come l'universo osservabile di cui abbiamo spesso parlato. Per andare oltre alla nostra distanza di Hubble dovremmo trasferirci su un altro punto diverso da noi...
i quante cose si potrebbe ancora parlare... mamma mia!
Re: Un dialogo sul nulla, il niente e -forse- il... tutto.
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Originariamente Scritto da
Vincenzo Zappalà
perchè dici che non esiste? Io intendo proprio il nulla, ossia l'assenza non solo di materia (qualsiasi essa sia) ma anche di spazio e di tempo.
L'esistenza delle particelle virtuali prova che il nulla non esiste, quando ancora non c'era il tempo e lo spazio esistevano le particelle virtuali?