Re: Un cono di luce casalingo
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SuperMagoAlex
Da quanto ho capito io all'istante Oggi noi vediamo solo quegli oggetti dell'Universo la cui luce è riuscita a raggiungerci, cioè quello che vediamo Oggi è quello contenuto nel bordo del cono. Dunque non potremmo mai vedere tutto illuminato, perché la velocità della luce è limitata, neanche avendo a disposizione un fantascientifico telescopio :)
Ottimo! Hai condensato in poche parole la soluzione del paradosso di Olbers.
Re: Un cono di luce casalingo
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Red Hanuman
Il fatto è che 'sta cosa non la puoi fare. Ognuno di noi possiede il suo univoco punto di vista, e vede in un tempo che è limitato. L'unica eccezione l'avresti se fossi proprio sull'orizzonte degli eventi di un buco nero. Ma non te lo consiglio.... :biggrin:
Aridaje che mi mandate in un buco nero :biggrin: Lo so che non lo posso fare, essendo io un singolo osservatore. Era che ,seguendo sto ragionamento contorto, mi viene da pensare che effettivamente il cielo é tutto illuminato, anche da una singola stella..... Solo che non lo possiamo vedere!
Re: Un cono di luce casalingo
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Andrea I.
Aridaje che mi mandate in un buco nero :biggrin: Lo so che non lo posso fare, essendo io un singolo osservatore. Era che ,seguendo sto ragionamento contorto, mi viene da pensare che effettivamente il cielo é tutto illuminato, anche da una singola stella..... Solo che non lo possiamo vedere!
Con un'universo infinito ma chiuso e non in espansione, avendo abbastanza tempo... Se pò ffa.... ;):biggrin:
Re: Un cono di luce casalingo
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Andrea I.
No, non sto dicendo che la luce si somma. Ma che se sommiamo cio che vedono i diversi osservatori relativamente alla stessa stella vedremmo il cielo completamente illuminato(proprio perchè la stessa immagine si ripete in tutte le possibili "posizioni"). Prendiamo, per esempio il Sole....Se, mettiamo, mi metto a fotografarlo ad ogni secondo della giornata e alla fine riassumo tutto in una singola immagine, non otterrei come immagine finale un arco di luce che comprende tutta la traiettoria percorsa? E' la stessa cosa in pratica, solo che invece del movimento nel tempo del sistema Sole/Terra, considero il "fotogramma" della posizione della stessa stella per tutti i possibili osservatori e poi faccio un collage per determinare il risultato finale relativo a un determinato momento.....Hai ragione a parole é un dramma:sad: Stasera che ho piu' tempo provo a buttare giu uno schizzo, per cercare di spiegare meglio quello che intendo....sempre se hai ancora voglia di leggere le mie idiozie :biggrin:
penso di aver capito e di poterti rispondere in modo risolutivo:
BASTA UNA STELLA PER ILLUMINARE TUTTO IL CIELO. La sua luce, infatti, arriva dappertutto. La soluzione del tuo enigma si risolve passando dall'osserfvatore all'osservato. Tutti gli osservatori (a parte redshift e cose del genere) vedono la stella come un punto, e lei invia la luce a tutti. E' sempre questione di sistema di riferimento. Pensaci bene... E' esattamente la stessa cosa che dici tu!
Tuttavia, il paradosso di olbers ha senso per un singolo osservatore... E un singolo osservatore non può vedere ciò che vedono gli altri.
Re: Un cono di luce casalingo
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Andrea I.
Aridaje che mi mandate in un buco nero :biggrin: Lo so che non lo posso fare, essendo io un singolo osservatore. Era che ,seguendo sto ragionamento contorto, mi viene da pensare che effettivamente il cielo é tutto illuminato, anche da una singola stella..... Solo che non lo possiamo vedere!
ops.... ti eri già risposto da solo!!!! Bravo!!!
Re: Un cono di luce casalingo
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Luigi
Cara Elena,
forse io sono ancora più a digiuno di te rispetto alle materie complesse di cui parliamo, e capisco la tua frustrazione... ma vorrei farti un esempio che possa servire a mediare la discussione tra te Enzo e Red: anni fa giocavo a Pallacanestro (nelle giovanili di una squadra di serie A), il mio allenatore ad ogni errore me ne diceva di tutti i colori e ho pure preso qualche sberla (a volte era umiliante). Ma quando decisi di lasciare, perché non sostenevo il carico dei troppi impegni, quasi mi implorò di non desistere e mi chiese di continuare il percorso iniziato. Non lo potevo accontentare e ci salutammo calorosamente come si salutano due grandi amici. Io ho perso la grande opportunità di continuare in uno sport che mi appassionava e lui ha perso un ragazzo in cui vedeva delle potenzialità. Nessuno ha vinto.
Ti consiglio di accettare le "sberle" perché servono solo a te.
Grazie Luigi, accetterò il tuo consiglio. :) Resterò, ma in panchina, nel frattempo, oltre a vedere quello che dicono gli altri, leggerò un buon libro di base e sfoglierò un album di immagini dello spazio fra la Terra e la Luna, continuandomi a domandare perché sia buio.:sad:
Re: Un cono di luce casalingo
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Elena
Grazie Luigi, accetterò il tuo consiglio. :) Resterò, ma in panchina, nel frattempo, oltre a vedere quello che dicono gli altri, leggerò un buon libro di base e sfoglierò un album di immagini dello spazio fra la Terra e la Luna, continuandomi a domandare perché sia buio.:sad:
proverò per l'ultima volta...
il cielo si illumina solo se arrivano fotoni fino a noi. Ogni stella invia nella nostra direzione un fascio di fotoni che ne dà un'immagine puntiforme. Per illuminare tutto il cielo ci vorrebbe un puntino luminoso, ossia una sorgente di luce, in qualsiasi punto dello spazio. Il fatto che non ve ne siano implica la soluzione del paradosso. L'unica cosa che può illuminare un punto di dielo è che vi sia qualcosa che emette luce e che questa giunga fino a i nostri occhi. Dato che la luce si propaga in tutta una sfera attorno alla sorgente, è ovvio che una parte di luce deve giungere fino a noi.
Tutto ciò, ovviamente, trascurando gli effetti della diffusione dovuta all'atmosfera e cose "locali". In altre parole, ciò che ho descritto è cio che capita nello spazio interstellare o, più o meno, anche sulla Luna, dove (TI ASSICURO) si vedono moltissime più stelle che da noi... Ti ripeto ancora una volta: il telescopio spaziale è fuori dall'atmosfera ed è come se fosse sulla Luna: non ti sembra che riceva luce da tutte le parti?
Scusa, ma di più non so che dirti...
Re: Un cono di luce casalingo
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Vincenzo Zappalà
proverò per l'ultima volta...
il cielo si illumina solo se arrivano fotoni fino a noi. Ogni stella invia nella nostra direzione un fascio di fotoni che ne dà un'immagine puntiforme. Per illuminare tutto il cielo ci vorrebbe un puntino luminoso, ossia una sorgente di luce, in qualsiasi punto dello spazio. Il fatto che non ve ne siano implica la soluzione del paradosso. L'unica cosa che può illuminare un punto di dielo è che vi sia qualcosa che emette luce e che questa giunga fino a i nostri occhi. Dato che la luce si propaga in tutta una sfera attorno alla sorgente, è ovvio che una parte di luce deve giungere fino a noi.
Tutto ciò, ovviamente, trascurando gli effetti della diffusione dovuta all'atmosfera e cose "locali". In altre parole, ciò che ho descritto è cio che capita nello spazio interstellare o, più o meno, anche sulla Luna, dove (TI ASSICURO) si vedono moltissime più stelle che da noi... Ti ripeto ancora una volta: il telescopio spaziale è fuori dall'atmosfera ed è come se fosse sulla Luna: non ti sembra che riceva luce da tutte le parti?
Scusa, ma di più non so che dirti...
Grazie, mi hai detto fin troppo e ti ringrazio:) Sicuramente le parole scritte creano molte distanze, ancor più di quelle dello spazio. Il mio mio modo di esprimermi non mi ha consentito di spiegare meglio ciò che volevo dire, ma alla fine è stato un bene! Sono andata a rivedermi tante immagini trasmesse dai radiotelescopi e sono giunta a comprendere che le parole non aiutano: volevo parlare di luce che vediamo ed ho usato il termine "fotone", non volendomi però riferire al quanto.E' meglio che impari ad ascoltare di più e a tacere proprio come Milarepa;)
Re: Un cono di luce casalingo
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Originariamente Scritto da
Elena
Grazie, mi hai detto fin troppo e ti ringrazio:) Sicuramente le parole scritte creano molte distanze, ancor più di quelle dello spazio. Il mio mio modo di esprimermi non mi ha consentito di spiegare meglio ciò che volevo dire, ma alla fine è stato un bene! Sono andata a rivedermi tante immagini trasmesse dai radiotelescopi e sono giunta a comprendere che le parole non aiutano: volevo parlare di luce che vediamo ed ho usato il termine "fotone", non volendomi però riferire al quanto.E' meglio che impari ad ascoltare di più e a tacere proprio come Milarepa;)
Verissimo, a scrivere e basta puo capitare che si creino delle incomprensioni;) L'importante però all fin fine é riuscire a capire con che tipo di persone si sta comunicando....e personalmente sono convinto che la maggior parte dele persone che si ritrovano a discutere qua siano fantastiche.
Son proprio contento che si sia sistemato tutto :biggrin:
Re: Un cono di luce casalingo
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Originariamente Scritto da
Elena
Grazie, mi hai detto fin troppo e ti ringrazio:) Sicuramente le parole scritte creano molte distanze, ancor più di quelle dello spazio. Il mio mio modo di esprimermi non mi ha consentito di spiegare meglio ciò che volevo dire, ma alla fine è stato un bene! Sono andata a rivedermi tante immagini trasmesse dai radiotelescopi e sono giunta a comprendere che le parole non aiutano: volevo parlare di luce che vediamo ed ho usato il termine "fotone", non volendomi però riferire al quanto.E' meglio che impari ad ascoltare di più e a tacere proprio come Milarepa;)
Brava elena, questo è il modo giusto di stare tra noi..... Benvenuta !! ;)
Mai sentito parlare del libro "L'infinito teatro del cosmo" ? Potresti cominciare da questo libro, scritto in modo semplice da un tizio qui del forum.....vero Enzo ? :D