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Civiltà aliene: nessuna traccia nell’universo vicino
Civiltà aliene: nessuna traccia nell’universo vicino
I dati raccolti del telescopio spaziale NASA WISE sono stati utilizzati da un gruppo di ricerca per verificare eventuali segni di vita extraterrestre evoluta nelle galassie più vicine alla Via Lattea. Di ET però non c’è traccia: la scansione di 100.000 galassie ha dato esito negativo
di Davide Coero Borga
Allegato 11209
La galassia di Andromeda vista con gli occhi del telescopio spaziale NASA WISE. In colore arancione sono evidenziate le emissioni calde delle stelle che popolano le braccia a spirale della galassia. Immagini come questa sono servite al team di G-HAT per scansire il vicino universo in cerca di anomalie nell’emissione del medio infrarosso. Crediti: NASA / JPL-Caltech / WISE team.
Se là fuori esiste una civiltà aliena tecnologicamente evoluta non lo possiamo certo sapere. Ma se ci fosse è probabile che l’emissione nel medio infrarosso dovuta al massiccio utilizzo di energia possa essere rilevata dai nostri telescopi.
Così suggeriva il fisico teorico Freeman Dyson nel lontano 1960: è plausibile che una civiltà sufficientemente evoluta da viaggiare nello spazio debba utilizzare considerevoli quantità di energia ricavate dalle stelle che popolano la sua galassia di appartenenza. Energia necessaria per alimentare la propria tecnologia, la flotta spaziale, le telecomunicazioni e chissà che diavolo non riusciamo a immaginare. Energia ben visibile nella lunghezza del medio infrarosso.
Ebbene un gruppo di ricercatori ha raccolto questa sfida e servendosi dei dati raccolti dal telescopio spaziale NASA WISE (vedi MediaINAF) ha deciso di fare la prova del nove, verificando le emissioni di 100.000 galassie nella fetta di universo a ridosso della Via Lattea.
«L’idea alla base della nostra ricerca – spiega Jason T. Wright del Center for Exoplanets and Habitable Worlds, Pennsylvania State University – è che, se un’intera galassia fosse colonizzata da una civiltà evoluta capace di muoversi agilmente nello spazio, l’energia prodotta dalle tecnologie aliene dovrebbe essere rilevabile nell’infrarosso, compito per il quale WISE è stato progettato ad hoc. Anche se finora i suoi dati sono stati utilizzati esclusivamente a fini astronomici».
Di ET però non c’è traccia: la scansione di 100.000 galassie ha dato esito negativo. Questi i risultati dello studio di G-HAT, la Glimpsing Heat from Alien Technologies Survey, appena pubblicati su The Astronomical Journal.
Roger Griffith, primo firmatario dello studio, ricercatore della Pennsylvania State University, assicura che il catalogo dati di WISE è stato perlustrato da cima a fondo. Quasi 100 milioni di voci, da cui sono state tirate fuori le 100 mila immagini migliori. Risultato: almeno 50 galassie presentano un’insolita attività nella radiazione media infrarossa. Se c’è qualche cosa che esce dalla norma lo dovremmo sapere a breve.
Nell’attesa ci portiamo a casa un risultato scientifico nuovo e interessante: nell’universo vicino non c’è traccia di civiltà aliene tanto evolute da popolare una galassia. E di tempo ne avrebbero avuto per sviluppare tecnologie d’avanguardia. «O gli extraterrestri non esistono, o non utilizzano ancora livelli di energia tali da essere individuati dai nostri telescopi», taglia corto Wright.
O forse, più semplicemente, se la godono comodi sul divano di casa.
Articolo originale QUI.
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Re: Civiltà aliene: nessuna traccia nell’universo vicino
Crwdo sia un pò azzardato come studio
Voglio dire se pensiamo solo che nella serie di star trek si viaggiava solo nella nostra galassia qui si supera anche l immaginazione nel pensare che una specie posso colonizzare una galassia e poi anche se fosse ricordiamoci che le galassie sono anche distanti nel tempo qui se qualcuno osserva la terra dalla galassia di andromeda vedrebbe i primi uomini camminarw sul pianeta
questo vale anche per noi
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Re: Civiltà aliene: nessuna traccia nell’universo vicino
Già; però noi siamo arrivati 15 miliardi dopo il Big Bang. Qualcun altro, potrebbe essere arrivato qualche decina o centinaio di milioni di anni prima di noi...
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Re: Civiltà aliene: nessuna traccia nell’universo vicino
Non solo le civiltà aliene non sono fisicamente in grado di raggiungerci sulla Terra, ma non ne avrebbero nemmeno la necessità.
Comunque la nostra conoscenza del cielo è ancora limitata: le stelle restano fiammelle che tremolano nell'oscurità... Non possiamo pensare di dare giudizi riguardo campi della conoscenza ancora così oscuri: forse di ET non c'è traccia, ma forse siamo noi che non sappiamo dove guardare, forse la nostra tecnologia è troppo limitata per riuscire a comprendere ET... potremmo anche essere al centro di "un'autostrada intergalattica" e nemmeno rendercene conto..
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Re: Civiltà aliene: nessuna traccia nell’universo vicino
Citazione:
Originariamente Scritto da
Red Hanuman
Civiltà aliene: nessuna traccia nell’universo vicino
per buona pace di chi si ostina a pensare il contrario!
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Re: Civiltà aliene: nessuna traccia nell’universo vicino
Citazione:
Originariamente Scritto da
DarknessLight
.. potremmo anche essere al centro di "un'autostrada intergalattica" e nemmeno rendercene conto..
La penso come te, del resto, non si puo' ne' provare ne' negare l'esistenza di altre civilta'. Qualunque posizione in merito sarebbe un atto di fede, poco affine ad un atteggiamento razionale.
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Re: Civiltà aliene: nessuna traccia nell’universo vicino
Al momento attuale, non abbiamo elementi sufficienti per sostenere con certezza la fondatezza di una tesi o dell'altra. Non abbiamo una tecnologia adeguata e in parte non si sa cosa cercare, perché abbiamo preso come metro di misura la nostra civiltà tecnologica. Lasciamoci sopra, per ora, un bel punto interrogativo.
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Re: Civiltà aliene: nessuna traccia nell’universo vicino
Agnosticismo cosmico! Su rieduchescional channel (cit.)
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Re: Civiltà aliene: nessuna traccia nell’universo vicino
Scusate lo sfogo, ma quando leggo certi modi di fare di ricerca scientifica mi viene da piangere!!
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Re: Civiltà aliene: nessuna traccia nell’universo vicino
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Originariamente Scritto da
etruscastro
per buona pace di chi si ostina a pensare il contrario!
Guarda, io sono ultrascettico su tutto (soprattutto poi quando si parla di ufo e di alieni antropomorfi che vengono a portarci la "luce" e la "verità" sulla terra), però è davvero difficile pensare che la chimica dei viventi si sia sviluppata unicamente sulla terra.
Azzardando una stima moooooolto ottimistica, direi a intuito che potrebbero esserci una o due civiltà evolute per galassia: c'è da dire però che i parametri dell'equazione di drake sono conosciuti con un'incertezza troppo elevata per decretare stime probabilistiche accurate riguardo il reale numero di civiltà evolute.
Però anche pensare che non ce ne siano affatto (di civiltà aliene) mi sembra comunque un azzardo.
Pensa ad una capocchia di uno spillo popolata da una colonia di batteri. Loro guardando in ogni direzione vedranno solo la loro colonia e la capocchia di spillo e concluderanno di essere gli unici batteri nell'universo... Ecco, cerchiamo di non commettere il loro stesso errore.
è ovvio che non abbiamo ancora visto ET, l'universo è immenso: forse mai lo vedremo, ma sicuramente non siamo i soli nell'universo... Anche se qui si ritorna al solito discorso "cos'è la vita?" e "con quale criteri decretiamo cosa è una civiltà evoluta?".
Ora, sconfinando un attimo nel fantascientifico, mi viene da pensare che se sulla terra hanno successo ad esempio gli imenotteri, allora è possibile che nel cosmo le civiltà evolute siano proprio dei super organismi simili agli imenotteri terrestri? (questa ovviamente è SOLO un'ipotesi). ;)
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Re: Civiltà aliene: nessuna traccia nell’universo vicino
sono d'accordo con te Dark, ma il mio passaggio era rivolto solo a coloro che vedono volare ogni oggetto non identificato e lo associano agli alieni o a chi vede loro tracce in monoliti o costruzioni del passato giustificandone così la loro presenza e la nostra "evoluzione" solo grazie a loro.
per tutto il resto concordo perfettamente con te!
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Re: Civiltà aliene: nessuna traccia nell’universo vicino
Sento molti intorno a me dire frasi del tipo, "gli alieni (loro pensano solo agli omini con le antenne e non a ogni forma primordiale di vita) non esistono". Tralasciando che noi, in quanto apparentemente esistiamo in questo universo siamo "alieni" per qualsiasi altra forma di vita esistente, esistono miliardi di sistemi solari con altrettanti pianeti, volete che su ameno uno non ci siano le medesime condizioni di vita che troviamo sulla Terra?
Come ho letto già in commenti precedenti, non abbiamo le prove per dire che esiste qualcosa li fuori, ma nemmeno per dire che non esiste nessuna forma di vita al di fuori del nostro pianeta.
E comunque, sarebbe molto triste pensare di essere soli nell'Universo no?
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Re: Civiltà aliene: nessuna traccia nell’universo vicino
A mio modo di vedere, è come dire che se da casa mia non sento suoni di tamburi africani provenire dai paesi circostanti, ne deduco che non ci abita nessuno! :D
Mi sembra una "ricerca" che si basa su presupposti piuttosto discutibili... per non dire di peggio!
O per lo meno sono discutibili le deduzioni che se ne fanno.
Un titolo più corretto (anche se meno d'effetto) avrebbe potuto essere: "nessuna traccia di quella che secondo alcuni potrebbe in teoria essere uno dei possibili segni di un particolare tipo (sui molti possibili) di civiltà interstellare" (e non semplicemente "aliena")
...a mio modesto parere, ovviamente! ;)
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Re: Civiltà aliene: nessuna traccia nell’universo vicino
Esatto, perché l'errore più comune che si fa pensando agli alieni è quello di pensarli come noi o più evoluti, e se invece fossero ancora allo stato primordiale? Se non avessero ancora sviluppato la tecnologia così come la intendiamo noi? Oppure potrebbero averne di così evoluta che potremmo chiamarla "energia pulita", e poi perché dovrebbero per forza venire a conoscerci?
Potrebbero anche non essere in grado di farlo.
Io rimango del parere che di certo c'è altra forma di vita nell'universo, forse un giorno lo scopriremo.
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Re: Civiltà aliene: nessuna traccia nell’universo vicino
Io sono più che sicuro che, in una qualche galassia lontana vi è un qualcosa di matematico, le probabilità sono molto alte, visto il numero di stelle e sistemi planetari.
Ma trovo difficile che siano entrati in contatto con noi, a meno che non siano davvero molto evoluti...
E poi, la maggior parte dei discorsi sulle forme di vita extraterrestri scivola nelle teorie del complotto, ed in pseudoscienze come l' "Astro archeologia" (io ne so qualcosa, studio proprio archeologia e storia dell'arte) ahahaha
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Re: Civiltà aliene: nessuna traccia nell’universo vicino
Citazione:
Originariamente Scritto da
paperbike
Esatto, perché l'errore più comune che si fa pensando agli alieni è quello di pensarli come noi o più evoluti, e se invece fossero ancora allo stato primordiale? Se non avessero ancora sviluppato la tecnologia così come la intendiamo noi? Oppure potrebbero averne di così evoluta che potremmo chiamarla "energia pulita", e poi perché dovrebbero per forza venire a conoscerci?
Potrebbero anche non essere in grado di farlo.
Io rimango del parere che di certo c'è altra forma di vita nell'universo, forse un giorno lo scopriremo.
...Ma forse anche no. :hm:
Sono, per il resto, d'accordo con tutto con Paperbike.
Io trovo proprio statisticamente un ridicolo arrampicarsi sugli specchi cercar di affermare una visione tanto antropocentrica da porci sempre in quella posizione privilegiata da aver avuto solo noi tutte le fortune possibili; e che diamine che siamo, tutti "fiji dell'oca bianca"?
Anche se è vero che la quantità di condizioni CONTEMPORANEAMENTE "rispettate" nel caso della Terra è effettivamente notevole.
Tutti stiamo a guardare parametri come la presenza di ossigeno e di acqua allo stato liquido, dimenticando che esistono batteri anaerobi che prosperano in presenza di zolfo e metano, con pochissima se non nulla percentuale di O2 disponibile.
Stiamo a guardare la temperatura; ma già su Marte in fin dei conti nelle zone equatoriali un minimo di attività endogena residuale potrebbe sotto poche decine di metri di suolo garantire che non si vada mai sotto i trentadue Farenheit.
Ma per ora, nemmeno un lichenetto piccino picciò :sad: di quelli che riescono bene o male a vivere nei posti più rocciosamente freddi e desolati dell'Antartide - è anche vero che le sonde le abbiamo mandate in pochi posti, per ora.
Non è quello il punto, a mio avviso. Il "miracolo terrestre" è un altro.
Sono le fasce di Van Allen e il meccanismo (se ancora è il modello migliore) della dinamo autoindotta che le genera a permetterci la vita. Se la Terra non fosse il pianeta dinamico ed in continua evoluzione tettonica che è, non avrebbe un campo magnetico decoroso, e verrebbe mezza sterilizzata un lato per volta da ogni flare solare un po' convinto. Le radiazioni ionizzanti, che son mutagenetiche, sono il motore delle variazioni casuali da una generazione all'altra che fan parte del "materiale grezzo" su cui si applica l'evoluzione per selezione adattativa del modello darwiniano.
Però non debbono essere quantitativamente troppe né di frequenza troppo alta (o se preferite, lunghezza d'onda troppo corta), se no friggono tutto.
Il numero dei pianeti "papabili" per accogliere la vita perciò si riduce di molto, non basta dire "Hubble ha individuato un pianeta né troppo grande né troppo piccolo a una distanza media dalla sua stella che secondo i calcoli permette di avere acqua liquida escluso che ai poli, mai troppo calda, non più di una sorgente idrotermale di quelle in cui sopravvivono persino pesci specializzati", perché poi devi vedere come sta messo a radiazioni.
Ma le galassie son troppe, ogni galassia è composta da troppe stelle, e si sta rivelando "troppo normale" per una stella avere il suo bel codazzo di pianeti perché la statistica non suggerisca una presenza di vita abbastanza diffusa nell'Universo: la materia secondo me TENDE ALLA VITA, che è una forma di evoluzione "spontanea" dell'Universo materiale quando le condizioni fisiche lo permettano.
Da questo, a presumere che noi si "abbia il diritto" di averne contezza e prova certa, eh, beh, ci corre.
Io penso che se si riuscisse a sviluppare meccanismi di protezione dalle radiazioni adeguati, che non implichino di andare in giro scafandrati di metallo pesantissimo come Roby il Robot de "Il Pianeta Proibito", sarebbe in effetti il caso di andarci proprio a piedi in superficie, su Marte.
E non a piantare una bandiera cinese a fianco di una russa e una americana, ma a girarci un bel po', diciamo roba di sei mesi. A fare che? A cercare FOSSILI. Un paleontologo/a, un geologo/a rilevatore alla Parotto, un criptozoologo/a potrebbero fare troppo di più di una serie di robottini anche se quelli son molto pazienti, non mangiano, non c@c@no non debbono dormire sei-sette ore al giorno e non hanno freddo; ed i robottini hanno un sacco di tempo in più, non lasciano i figli a casa a crescere lontani dai genitori.
Ma l'occhio, l'istinto affinato dall'esperienza che ho visto in alcuni paleontologi che facevan parte dello staff di professori che ho avuto l'immeritata fortuna di avere come docenti, nel guardarsi intorno e nel puntare nel posto "giusto" della sezione rocciosa in parete per campionare uno strato apparentemente uguale a tutti gli altri e che poi si rivelava puntualmente zeppo di fossili, dubito che il robottino raffinato sappia averlo.
Pure se le leghe ternarie con cui sarà stato costruito saranno state sviluppate degli OKB russi che fanno gli aerei Sukhoi, Mikoyan-Gurevich o Yakovlev, pure se gli stessi russi avranno testato la sua affidabilità meccanica ed i propellenti del suo vettore, se l'elettronica sarà stata nippo-americana con software sviluppato dagli indiani, se il controllo qualità sarà stato svedese e se i soldi per farlo li avranno messi i cinesi.
Ci vuole, l'uomo, con un bel po' di panini dietro ed i film di Stanlio ed Ollio per non intristirsi nello shelter antiradiazioni nelle fredde notti marziane.
Una volta che fosse dimostrato che la vita su Marte c'è stata, cosa a mio contestabilissimo avviso di molto probabile, anche se adesso è un postaccio sterilizzato dai raggi cosmici e dagli UV ad alta energia del Sole, oltre a beccarsi indisturbata tutta la radiazione gamma delle supernovae...
a quel punto il dado è tratto, il principio confermato e poi filosoficamente parlando se pure non ci sarà l'incontro "suoni e luci" del Terzo Tipo con la sequenza acustica "ta-di-daa-pooo-paaaa" del film di Spielberg, cambia poco.
* * * *
A me le conclusioni tratte da una rilevazione sistematica sia pure su un bel po' di galassie dell'infrarosso medio... convincono molto poco come "prova", avessero trovato tutto l'infrarosso che volevano, non è che sarebbe stata una gran dimostrazione dell'esistenza di civiltà aliene...
Sai quanto infrarosso rilasciano i vulcani su Io...
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Re: Civiltà aliene: nessuna traccia nell’universo vicino
Citazione:
Originariamente Scritto da
Sloop93
studio proprio archeologia e storia dell'arte
E sei pure di Roma Sud...
io e te dobbiamo prenderci un caffé prima o poi. ;)
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Re: Civiltà aliene: nessuna traccia nell’universo vicino
@Valerio Ricciardi la materia tende alla vita dici?
Ma certo!!!!
Che cosa è la vita in fondo?
È una reazione che sfrutta l energia estratta dall ossidazione dei carboidrati (beh in realtà esistono anche altri metabolismi).
e quindi è semplice chimica: se l elettromagnetismo funziona sulla terra allora funziona allo stesso modo ovunque... e vuoi che non ci sia nell universo un altro pianeta roccioso dotato di h2o liquida, nucleo attivo e di conseguenza campo magnetico e orogenesi?! E dove quindi può svilupparsi anche la vita...
Dai, gli alieni sono OVUNQUE!!!! Solo che il cosmo è così sterminato che probabilmente non li incontreremo mai... e molto probabilmente non sapremmo nemmeno riconoscerli...
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Re: Civiltà aliene: nessuna traccia nell’universo vicino
Citazione:
Originariamente Scritto da
DarknessLight
Dai, gli alieni sono OVUNQUE!!!! Solo che il cosmo è così sterminato che probabilmente non li incontreremo mai...
A mio avviso, oltre le distanze immense il vero problema sta nella contemporaneità dell'esistenza della razza umana con una o più razze aliene. 50 o 100 mila anni di esistenza di una razza evoluta sono un battito di ciglia nel tempo di vita di una generazione stellare, capace di partorire la vita.
A mio avviso sono esistite ed esisteranno miliardi di civiltà nel cosmo. Contemporanee a noi, pochine. Che vogliano e possano farci visita... direi nessuna! :)
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Re: Civiltà aliene: nessuna traccia nell’universo vicino
@fulvio_ sono d'accordo.
Ma poi lo spazio è una specie di deserto freddo. Che senso ha colonizzare i piccoli ammassi d roccia (i pianeti rocciosi)?!
Ci sono tanti modi di produrre energia utile. Non bisogna per forza sfruttare l energia di altri pianeti.
Si può ad esempio sfruttare l energia della propria stella.
Una civiltà che sa colonizzare pianeti dovrebbe sicuramente avere mezzi di produzione di energia efficacissimi: ergo sarebbe inutile per loro colonizzare lo spazio!! Sarebbe un inutile spesa di energia!!
Quindi PUÒ DARSI che le civiltà evolute nemmeno trentino di colonizzare lo spazio oltre il proprio sistema stellare: sarebbe inutile e dispendioso.
E solo un ipotesi eh...
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Re: Civiltà aliene: nessuna traccia nell’universo vicino
Citazione:
Originariamente Scritto da
fulvio_
A mio avviso, oltre le distanze immense il vero problema sta nella contemporaneità dell'esistenza della razza umana con una o più razze aliene. 50 o 100 mila anni di esistenza di una razza evoluta sono un battito di ciglia nel tempo di vita di una generazione stellare, capace di partorire la vita.
A mio avviso sono esistite ed esisteranno miliardi di civiltà nel cosmo. Contemporanee a noi, pochine. Che vogliano e possano farci visita... direi nessuna! :)
La penso in identica maniera. Supposto anche che qualche genere di vita sia in grado di spostarsi considerevolmente nell'universo, resterebbe il problema della scala temporale. Probabilmente molteplicita' di
tipologie di vita si accendono e si spengono nell'universo da miliardi di anni, non si incontreranno forse mai proprio per questo problema. Sia chiaro comunque che, se mi atterra ET nel giardino di casa, potrei anche rivedere le mie convinzioni! :)
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Re: Civiltà aliene: nessuna traccia nell’universo vicino
Tornando sul tema specifico dell'articolo, a me sembra che si dia sempre per scontato che eventuali civiltà aliene, se evolute, devono per forza di cose essere civiltà tecnologiche, supponendo per altro che la tecnologia di cui disporrebbero sia una versione evoluta della nostra.
Non è detto che una civiltà evoluta debba per forza essere passata per la fase "tecnologica" che caratterizza l'umanità da qualche migliaio di anni a questa parte (intendendo per "tecnologia" la produzione e l'uso di strumenti artificiali atti a superare le barriere fisiologiche e ambientali che impediscono di compiere determinate azioni). Per quello che ne sappiamo, civiltà aliene potrebbero avere determinate caratteristiche che noi consideriamo "evolute" (quali potrebbero, ad esempio, essere la cultura, l'arte, la convivenza pacifica, la capacità di colonizzare altri mondi, ecc...), pur non essendo mai passate dal nostro particolare stadio evolutivo.
Riguardo alle civiltà interstellari in particolare, io sarei propenso a partire dal presupposto che se una tale civiltà deve esistere deve necessariamente aver trovato il sistema di superare il vincolo della velocità della luce, ma bisogna ovviamente anche supporre che tale sistema esista e possa essere sfruttato. Ora, da quello che ne so, siamo ben lungi da avere una minima idea di come questo possa essere fatto, quindi mi sembra che azzardare quali sono i possibili effetti osservabili di una civiltà aliena, e cercarli, mi sembra veramente un modo distogliere risorse preziose da altre ricerche che sarebbero ben più significative.
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Re: Civiltà aliene: nessuna traccia nell’universo vicino
Ok parliamo della eventuale possibilità di qualche forma di vita di espandersi nel cosmo.
Secondo me prendere l umanità come modello è fuorviante: insomma, crediamo di dominare il pianeta ma questo non è affatto vero!! Sono altri gli esseri che dominano: sono esseri semplici, poco esigenti, altamente riproduttivi, presenti in enorme numero... I Micro organismi insomma...
Nello spazio vale la stessa regola...
Cioè dobbiamo pensare fuori dagli schemi umani... parlare di "civiltà" secondo me non significa nulla... poi boh, sono argomenti altamente speculativi... Si può prendere come esempio la vita sulla terra e fare congetture su come potrebbero essere gli alieni, ma finché non si hanno prove è semplice fantasia...
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Re: Civiltà aliene: nessuna traccia nell’universo vicino
Citazione:
Originariamente Scritto da
bertupg
è come dire che se da casa mia non sento suoni di tamburi africani provenire dai paesi circostanti, ne deduco che non ci abita nessuno! :D
è la stessa cosa che diceva chi abita di fronte a Parco Sempione a Milano, ma si sono ricreduti! :biggrin:
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Re: Civiltà aliene: nessuna traccia nell’universo vicino
Provo a dire la mia in merito.
Francamente studi del genere mi lasciano perplesso perchè non capisco come possano riuscire a determinare l'esistenza di civiltà aliene in Galassie le cui stelle neanche si riescono a risolvere, figuriamoci eventuali pianeti orbitanti intorno. L'emissione infrarossa mi sembra davvero una grande stupidità, anche perchè se messa a confronto dell'emissione di stelle di tipo M, K (che sono la maggior parte) diventerebbe estremamente irrisoria.
Abbiamo una enormità di sistemi extrasolari nella NOSTRA galassia, ed è proprio qui che si dovrebbero concentrare gli sforzi.
Ed effettivamente è quello che sta succedendo. Che si creda alla vita extraterrestre o meno, nel giro di un paio di decenni riusciremo ad avere una risposta concreta. Non è un caso che sia NASA che ESA stanno dedicando missioni per la ricerca di pianeti extrasolari che ricoprono tutto il corto-medio raggio delle missioni spaziali a seguire. In particolare mi riferisco alle già avvenute CoRoT e NASA Kepler, e alle successive NASA TESS e ESA PLATO, quest'ultima che tra l'altro vede l'Italia in primo ruolo.
Essendo coinvolto in queste missioni, vi posso dire dal mio canto che se c'è davvero qualche pianeta abitabile la fuori, lo troveranno molto presto.
In ogni caso, le condizioni per l'esistenza di civiltà extraterrestri rimangono estremamente vaste e particolareggiate e ogni caso è da prendere e analizzare a se poichè per la formazione di vita così come la conosciamo entrano in gioco numerosi fattori, tra cui in particolare presenza di acqua allo stato liquido, ciclo dell'andride carbonica, presenza di superficie rocciosa e riclico dell'acqua, campo magnetico planetario in bilancio con quello stellare per la schermatura delle radiazioni, non eccessiva prossimità del pianeta alla stella madre per effetti deleterei di vento stellare e coronal mass ejections, attività stellare non troppo elevata, presenza di un'atmosfera planetaria sufficientemente spessa, ecc.
Per chi non ne fosse al corrente, consiglio di visionare la famosa equazione di Drake ed il paradosso di Fermi che forniscono il numero di civiltà aliene nella nostra Galassia con cui possiamo entrare in contatto ed il problema di entrare in contatto con forme di vita extraterrestri intelligenti.
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Re: Civiltà aliene: nessuna traccia nell’universo vicino
Citazione:
Originariamente Scritto da
Enrico Corsaro
se c'è davvero qualche pianeta abitabile la fuori, lo troveranno molto presto.
Facciamo "la probabilità che nell'ambito dei sistemi planetari alla nostra portata quanto a distanza si riescano ad evidenziare parametri favorevoli che vadano positivamente oltre massa, dimensioni, gravità superficiale ipotizzabile, distanza dalla stella madre, temperatura media presunta in base ad albedo e distanza cresceranno di molto" ?
Io non sarei mai troppo apodittico su queste cose.
Paolo Maffei scoprì le due galassie emittenti nell'infrarosso per caso, cercando altro. Ebbe l'intelligenza di notarle: esiste la serendipity, che comporta fortuna e prontezza di riflessi.
Ma esiste anche il caso statisticamente a noi sfavorevole.
Ti faccio un esempio ad capocchiam per esplicitare quel che io "sento" (parlare di pensare è troppo, la mia cultura non è adeguata a farmi pronunciare un'opinione).
Immaginati una civiltà aliena
(e daje... vabbé, facciamo che oltre che aliena è anche civiltà e pure tecnologica... cacci l'antropomorfismo dell'Olimpo greco dalla porta e quello rientra sempre dalla finestra... :rolleyes:)
che con un mostruoso supermegatelescopio basato che ne so, sull'utilizzo delle lenti gravitazionali prodotte da corpi supermassicci stesse da millenni spazzolando casualmente (non potendo decidere lei dove son situate le "lenti"... l'Universo alla ricerca di compagni di viaggio. Il loro strumento virtuale può statisticamente osservare un punto solo un volta, ovviamente.
Si trovano a 2,1 milioni di anni luce. Il campo visivo delle loro osservazioni è tanto definito e tanto piccolo, da corrispondere grossomodo a quel che vedrebbe la nostra ormai molto irradiata Samantha con un binocolo 7x50 dalla ISS.
Ecco che (puoi escluderlo?) il campo visivo del telescopio alieno capita proprio sopra al luogo ove oggi è situata la caldera di Island Park. Siccome sono distanti 2,1 milioni di anni, ciò che possono vedere è ovviamente diacrono (solo Chuck Noirris rsolve Sirio B strizzando un po' gli occhi :biggrin:), e mostra il passato com'era in quel punto... 2,1 milioni di anni fa.
Bene, assisterebbero alla più grande esplosione avvenuta in tempi relativamente recenti del supervulcano costituito oggi da molte caldere coalescenti che ospitano il parco dello Yellowstone con i suoi geysers. Parliamo di un botto che... l'esplosione del St.Helens del 1980 o l'eruzione pliniana del Vesuvio del 79 o quella del Pinatubo del 1991 o il Krakatoa del 1883, per citarne di "mitiche", al confronto sembrerebbero spari di miccette da parte di preadolescenti.
Io non ho la capacità letteraria di descrivere in modo abbastanza immaginifico quell'immane cataclisma.
Non pensate che a quel punto la civiltà aliena di cui sopra, vedendo proprio quella zona in quel momento, classificherebbe la Terra come un inferno di fuoco, lava, piroclasti, aerosol acidi e temperature incompatibili con la vita, decidendo si trattasse di un corpo in una fase ancora troppo embrionale della sua evoluzione geologica per avere probabilità di lasciar spazio anche solo al più sfigato dei protobatteri? :D
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Re: Civiltà aliene: nessuna traccia nell’universo vicino
Sono d'accordo con te che bisogna essere comunque cauti con le conclusioni ma la penso in un modo un pò diverso sulla possibile vita extraterrestre :biggrin:.
Diciamo che se una ipotetica civiltà evoluta trovasse un pianeta come la Terra, non osserverebbe un singolo dettaglio della sua superficie ma il pianeta intero in primo luogo. Pur osservandolo migliaia di anni prima, e non trovando magari la presenza dell'uomo, troverebbe comunque un pianeta con condizioni di abitabilità. Di conseguenza, se la civiltà è abbastanza evoluta, avrebbe ottimi motivi per continuare le sue ricerce studiando al meglio il nostro pianeta. Mi riferisco ovviamente al caso della nostra Galassia. Non contemplo allo stato attuale situazioni con galassie diverse, poichè le distanze in gioco diventano già proibitive!
C'è anche un'altra considerazione importante da fare: le stelle intorno a cui orbitano i pianeti, sono sostanzialmente sempre stelle, con proprietà che comunque si avvicinano a quelle del nostro Sole (per inciso, un pianeta non orbita intorno ad un buco nero, o ad una supernova, o altro del genere). Ci si aspetta anche per questo che possibili forme di vita non possano essere drammaticamente diverse da quelle che troviamo nel nostro pianeta, poichè soggette a formarsi secondo principi biochimici analoghi, a causa del tipo di radiazione emessa dalla sorgente stellare e dalla temperatura, e dagli elementi chimici che comunque sono sempre gli stessi, e con abbondanze simili a quelle del contesto in cui si è formato il nostro sistema solare se prendiamo di riferimento zone in prossimità nel disco galattico.
Attualmente si stanno cercando pianeti abitabili nella nostra galassia. L'obiettivo è trovare la vita extraterrestre. Le cose però si fanno per gradi.
Partiamo dal considerare che la scienza degli esopianeti è una scienza seria, e che si sta evolvendo con una rapidità impressionante, soprattutto perchè ben supportata dall'impatto mediatico che riesce ad avere più di altri rami della scienza astronomica e astrofisica.
La prima cosa da fare in questo percorso è osservare ed identificare più pianeti possibili.
Fin'ora ne sono stati trovati e confermati più di 1800 (vedi QUI per avere dati alla mano), e siamo appena all'inizio. Nell'arco di 10 anni circa, questo numero sarà più che decuplicato.
Attualmente stiamo ricoprendo solo il 2% dello spazio dei parametri. Questo sostanzialmente ci dice che ora come ora abbiamo trovato per lo più pianeti giganti, gassosi, e un pò di super Terre e pianeti rocciosi. In realtà, i pianeti rocciosi e di dimensioni piccole, come la Terra, sono la maggior parte!! Non li vediamo facilmente proprio perchè sono piccoli e tipicamente più vicini alla stella che li ospita, e quindi "oscurati" dalla forte luminosità della stella. Ma adesso la situazione sta evolvendo, le missioni spaziali già concluse ci han permesso di capire in che situazione ci troviamo e con le successive missioni si cercherà di colmare il rimanente 98%, e ci riusciranno con una buona probabilità perchè il programma è estremamente dettagliato e ben pianificato e la fisica del rilevamento e convalida di pianeti extrasolari è ormai molto ben calibrata e riuscita.
In secondo luogo, tra tutti i pianeti scoperti e identificati, si vanno a considerare quelli che sono localizzati nella fascia di abitabilità, che in senso astronomico è intesa come la fascia orbitale in cui l'acqua può sussistere allo stato liquido.
In terzo luogo, i pianeti che soddisfano questo criterio, dovranno essere osservati spettroscopicamente, per studiarne la composizione atmosferica. In questo senso ci aiuterà tantissimo il James Webb telescope, che presto rimpiazzerà Hubble.
L'ultima fase rimane quella di pianificare e realizzare missioni atte a poter nell'eventualità studiare i singoli pianeti di interesse con il maggiore dettaglio possibile sulla base della tecnologia disponibile.
E' solo questione di tempo, si arriverà presto a dei casi di grande interesse!
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Re: Civiltà aliene: nessuna traccia nell’universo vicino
Sono al corrente di quel che mi racconti: la mia osservazione è legata solo alla considerazione che
1) Il fatto che sussistano le condizioni per qualcosa non obbliga quel qualcosa ad accadere, lo rende solo possibile mentre se evidenti parametri escludono apparentemente che possa accadere, ciò è più dirimente
2) La nostra capacità di desumere le condizioni globali di "abitabilità" di un luogo è sempre molto parziale, anche se di certo in rapidissima, sorprendente evoluzione come dici tu.
La grande notizia, per ora, sono i circa 1800 esopianeti individuati: questo vuol dire tantissimo, stante che stiamo guardando solo le stelle più vicine... non siamo arrivati nemmeno al centro del giardino di casa!
Io son convinto del fatto che alla fin fine statisticamente di luoghi biocompatibili ce ne devono essere davvero innumerevoli, stante che ormai è dimostrato (questo si, ormai è dimostrato!!!) che è "normale" per una stella avere un sistema planetario. Ed ho già scritto di ritenere intimamente che "la materia tenda spontaneamente dai e dai alla vita", ossia a forme di organizzazione locali della materia capaci di invarianza e teleonomia.
Ma sul fatto che poi noi si possa dimostrare l'esistenza di forme di vita (non avanzata... vita purchessia), al di fuori del sistema solare, sono per ora educatamente molto scettico.
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Re: Civiltà aliene: nessuna traccia nell’universo vicino
Sono assolutamente d'accordo. Per scoprire una forma di vita extraterrestre, occorrerebbe andare a fare un sopralluogo, con tutte le difficoltà che ne seguono. Tuttavia, se veramente vogliamo arrivarci dobbiamo prima avere le condizioni ottimali per farlo.
Pur avendo una visione limitata del problema, sappiamo sicuramente in che condizioni la vita si può formare (e sul nostro pianeta esiste una grande varietà di casi), almeno quella con cui abbiamo esperienza. Come dicevo, non esiste un motivo particolare per ritenere che la vita si formi in modi totalmente diversi, ciò con cui abbiamo a che fare e che ci costituisce è sempre la stessa materia, anche per un pianeta extrasolare. I processi biochimici possono anch'essi essere molto simili con buona probabilità, perchè sappiamo bene che tipo di radiazione viene emessa da una stella, e sappiamo bene come essa interagisce con la materia alle varie lunghezze d'onda.
Guardare stelle relativamente vicine ha i suoi vantaggi. Dobbiamo poter essere in grado di caratterizzare i pianeti che osserviamo ed eventualmente di raggiungerli.
Trovare già dei mondi altamente compatibili con la formazione di vita sarebbe un grande traguardo. In questo senso dico che ci arriveremo presto.
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Re: Civiltà aliene: nessuna traccia nell’universo vicino
Citazione:
Originariamente Scritto da
Enrico Corsaro
Trovare già dei mondi altamente compatibili con la formazione di vita sarebbe un grande traguardo.
Quantomeno, dovrebbe forse renderci un briciolo meno antropocentrici e un minimo meno convinti di essere detentori di un privilegio universale assegnato proprio a noi da un mistero senza testa (il caso) o da un mistero con la barba bianca, dotato di ultrapoteri e supervolontà.
Se noi prendessimo coscienza del fatto che siamo UNO dei possibili luoghi in cui poteva formarsi la vita, e che l'evidenza ci rende assai improbabile (stiamo coi piedi per terra, dai) fantasie di colonizzazione di altri mondi "nuovi, vergini e puliti" una volta reso del tutto lercio, puzzolente e privo di risorse non rinnovabili il nostro, forse la pianteremmo di trattare il mondo che abbiamo a disposizione come un adolescente pariolino viziato fa col motorino nuovo "che tanto anche se lo scasso papi è ricco, borbotta un po' ma poi me ne compra un altro".
E' piccolo, tondeggiante, azzurro e bianco visto da fuori, complesso e in definitiva bellissimo.
Quello abbiamo, punto e fine, al telescopio non si riesce a bere acqua azzurra acqua chiara di altri mondi, al massimo la si intuisce e la si può rimpiangere amaramente.
Sarebbe ora che lo tenessimo un po' più da conto.
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Re: Civiltà aliene: nessuna traccia nell’universo vicino
Ritengo che si stia già prendendo coscienza di ciò. Lo si vede dalla grandissima quantità di persone che sono veramente interessate a poter trovare la vita oltre il nostro pianeta. Ad oggi le notizie sui mondi extraterrestri sono quelle di gran lunga più lette, seguite e condivise dalle persone. Ciò ci fa capire come effettivamente ci sia una grande curiosità di conoscere, e trovare conferma che la vita non sia una esclusività del nostro pianeta.
Questo è un bel video da vedere per chi non lo conoscesse, sulla possibilità di espandere la civiltà umana ad altri mondi abitabili.
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Re: Civiltà aliene: nessuna traccia nell’universo vicino
bellissima la citazione di drake e fermi, ho scritto qualcosa in merito.
il primo calcola un numero in base ad un ragionamento matematico
il secondo lo calcola in base ad un ragionamento filosofico
drake ottiene una cifra (non lontana da quella di asimov), diciamo di 500 mila?
fermi svirgola con un bello zero! :D
forse fermi era troppo impegnato ad inventare la bomba atomica e non aveva tempo per gli omini verdi...ops...
a me in fondo piace più carl sagan in contact: "se fossimo da soli sarebbe un terribile spreco di spazio" :wub:
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Re: Civiltà aliene: nessuna traccia nell’universo vicino
Dire che non esiste nulla li fuori, equivale a quelle persone che, prima del 1492, credevano che oltre metà emisfero fosso ricoperto d'acqua. Non abbiamo prove dell'esistenza di forme di vita aliena (che ripeto, anche noi lo potremmo essere rispetto a qualsivoglia cosa nel cosmo, dunqe siamo in pratica anche noi alieni), dal batterio alla civiltà evoluta. Ma la Probabilità parla chiaro, puoi lanciare un dado 10 milioni di volte e fare sempre un 6, ma alla fine uscirà sempre anche un 3 o un 2. Dunque sicuramente da qualche parte esiste un mondo come il nostro.
Mi pare illogico dire che siamo soli nell'Universo. Sarebbe molto triste a mio avviso. (anche se penso sempre a quali esseri mostruosi sicuramente esistono, perchè so che esistono, come esistono anche sulla Terra)
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Re: Civiltà aliene: nessuna traccia nell’universo vicino
@Enrico Corsaro il video sulla colonizzazione dello spazio che hai postato è S-T-U-P-E-N-D-O!!!!
Immagini suggestive e bellissime..
Forse un giorno (probabilmente) l umanità riuscirà a muoversi con dimestichezza alla interno del sistema solare più prossimo alla terra.
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Re: Civiltà aliene: nessuna traccia nell’universo vicino
Citazione:
Originariamente Scritto da
Sloop93
la Probabilità parla chiaro, puoi lanciare un dado 10 milioni di volte e fare sempre un 6, ma alla fine uscirà sempre anche un 3 o un 2.
E no, i numeri non hanno memoria.
E' uno dei principi della statistica.
Credere che "prima o poi" debba uscire per forza un 3 o un 2 è improprio: ammettendo naturalmente che il dado sia perfetto e simmetrico (e non abbia errori di distribuzione della massa che rendano fisicamente più probabile che esca un risultato piuttosto che un altro) le facce (casi possibili) son 6, il numero che ti interessa (caso favorevole), poniamo il 3, è uno: la probabilità che esca il 3 è una su sei. :colbert:
E dopo ventisette milioni di tentativi in cui toh! sono usciti tutti i numeri possibili ma non il 3?
A quel punto non deve presto "uscire per forza"' ?? :mad:
:biggrin: ...ma nemmeno per idea.
Ha e continua ad avere una probabilità su sei di leggersi 3 dopo il dado che si ferma.
Questo (diffusissimo) equivoco ha generato una delle follie antiscientifiche più incredibili della nostra vita quotidiana, ossia l' «osservazione dei ritardi» sulle ruote del Lotto.
Se sono trecentosette settimane che il 70 sulla ruota del Cagliari o il 67 sulla ruota del Bari (o era viceversa?) non escono, migliaia e migliaia di giocatori si giocano porzioni sempre crescenti del loro stipendio contando di fare prima o poi il colpaccio.
E invece no. Il 67 o il 70 continuano imperterriti ad avere una probabilità su 90 di essere estratti, anche dopo dieci milioni di estrazioni consecutive.
Perché finita l'estrazione... le palline estratte vengono rimesse nel cesto. E loro... non sanno di essere un certo numero piuttosto che un altro. ;)
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Re: Civiltà aliene: nessuna traccia nell’universo vicino
Citazione:
Originariamente Scritto da
Sloop93
penso sempre a quali esseri mostruosi sicuramente esistono
Leggi i racconti di Lovecraft...
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Re: Civiltà aliene: nessuna traccia nell’universo vicino
Citazione:
Originariamente Scritto da
Valerio Ricciardi
E no, i numeri non hanno memoria.
E' uno dei principi della statistica.
Credere che "prima o poi" debba uscire per forza un 3 o un 2 è improprio: ammettendo naturalmente che il dado sia perfetto e simmetrico (e non abbia errori di distribuzione della massa che rendano fisicamente più probabile che esca un risultato piuttosto che un altro) le facce (casi possibili) son 6, il numero che ti interessa (caso favorevole), poniamo il 3, è uno: la probabilità che esca il 3 è una su sei. :colbert:
E dopo ventisette milioni di tentativi in cui toh! sono usciti tutti i numeri possibili ma non il 3?
A quel punto non deve presto "uscire per forza"' ?? :mad:
:biggrin: ...ma nemmeno per idea.
Ha e continua ad avere una probabilità su sei di leggersi 3 dopo il dado che si ferma.
Questo (diffusissimo) equivoco ha generato una delle follie antiscientifiche più incredibili della nostra vita quotidiana, ossia l' «osservazione dei ritardi» sulle ruote del Lotto.
Se sono trecentosette settimane che il 70 sulla ruota del Cagliari o il 67 sulla ruota del Bari (o era viceversa?) non escono, migliaia e migliaia di giocatori si giocano porzioni sempre crescenti del loro stipendio contando di fare prima o poi il colpaccio.
E invece no. Il 67 o il 70 continuano imperterriti ad avere una probabilità su 90 di essere estratti, anche dopo dieci milioni di estrazioni consecutive.
Perché finita l'estrazione... le palline estratte vengono rimesse nel cesto. E loro... non sanno di essere un certo numero piuttosto che un altro. ;)
Era un modo per dire che le probabilità sono davvero alte. (io studio altre cose, e con la matematica ho sempre fatto a pugni, preferisco l'arte)
Chi afferma il contrario pone dei suoi dogmi assoluti infondati. E io, per come sono fatto, spero sempre con tutto il cuore che ci sia qualcuno lassù, che magari ci guarda come io guardo lui ogni volta che uso il telescopio. Non voglio credere di essere solo nel Cosmo, proprio no.
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Re: Civiltà aliene: nessuna traccia nell’universo vicino
A prescindere da tutte le considerazioni di calcolo di probabilità, credo quello che intendesse dire Sloop93 era semplicemente che per quanto magari rari siano questi pianeti con forme di vita, essi dovrebbero esistere e dunque potrebbero essere trovati continuando a cercare e a cercare.
E' vero che se rilanci il dado la probabilità che esca una delle facce rimane sempre la stessa, a prescindere da quanti rilanci fai, e che ciò genera in molti l'illusione che ritentando la probabilità aumenti sempre più, ma questo caso non è un paragone valido per ciò che invece riguarda la ricerca di pianeti extrasolari. Il motivo è che mentre nel caso del dado i casi estraibili rimangono sempre gli stessi (un pò come in un'urna in cui si estrae una pallina e poi la stessa viene reinserita e rimescolata, portando ad una nuova estrazione), nella ricerca di pianeti extrasolari andiamo incontro ad una casistica che evolve continuamente, perchè qui non c'è una reimmissione degli stessi casi e le probabilità cambiano e possono aumentare notevolmente se ci si restringe ad ottimi candidati in numero considerevole! Quindi occhio ;).
@DarknessLight, sicuramente avverrà, ci si muove già per la Luna e Marte, ma altri mondi come alcuni deii satelliti medicei e di Saturno sono anche molto promettenti.
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Re: Civiltà aliene: nessuna traccia nell’universo vicino
Citazione:
Originariamente Scritto da
Valerio Ricciardi
E no, i numeri non hanno memoria.
E' uno dei principi della statistica
....
E dopo ventisette milioni di tentativi in cui toh! sono usciti tutti i numeri possibili ma non il 3?
A quel punto non deve presto "uscire per forza"' ?? :mad:
:biggrin: ...ma nemmeno per idea.
Ha e continua ad avere una probabilità su sei di leggersi 3 dopo il dado che si ferma.
Hai sicuramente ragione, i numeri non hanno memoria. E quindi non è vero che dopo 27 milioni di tentativi il 3 debba uscire per forza.
Però... proprio per la legge dei grandi numeri, per cui il numero di eventi favorevoli tende con sempre migliore approssimazione al valore determinato della probabilità teorica, se dopo 27 milioni di prove non si è ancora mai verificata l'uscita di un numero che ha 1 probabilità su 6 di verificarsi, qualche domandina su come è fatto quel dado me la porrei. A meno che Dio non stia davvero giocando a dadi con l'Universo.
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Re: Civiltà aliene: nessuna traccia nell’universo vicino
Citazione:
Originariamente Scritto da
Arzak
Però... se dopo 27 milioni di prove non si è ancora mai verificata l'uscita di un numero che ha 1 probabilità su 6 di verificarsi, qualche domandina su come è fatto quel dado me la porrei. A meno che Dio non stia davvero giocando a dadi con l'Universo.
Diciamo che per definizione stessa di probabilità frequentista, più aumenti i tentativi più la casistica migliora. Quindi se il dado ha 6 facce, troverai effettivamente che la distribuzione con cui ognuna delle facce esce fuori si avvicinerà ad un valore di probabilità pari ad 1/6 sempre di più all'aumentare dei tentativi fatti.
In ogni caso però come dicevo questo esula dalla situazione che si ha con la ricerca di pianeti, perchè man mano che scopriamo nuovi pianeti, eliminiamo quelli che non sono candidati buoni e accettiamo solo quelli che sono invece nella zona abitabile. La casistica in questo caso evolve e anzi si migliora col tempo, aumentando le nostre possibilità di trovare i pianeti più ottimali. Quindi in questo caso fare più tentativi nel cercare più pianeti possibili aiuta eccome, ed è proprio questa la strada che si sta seguendo infatti ;).