Desiderio esaudito! Grazie @Angelo_C, chiarissimo.Citazione:
Con questa domanda sconfini in un ambito che non è proprio il mio, perciò spero che qualcun altro più ferrato in materia possa risponderti.
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Desiderio esaudito! Grazie @Angelo_C, chiarissimo.Citazione:
Con questa domanda sconfini in un ambito che non è proprio il mio, perciò spero che qualcun altro più ferrato in materia possa risponderti.
È affascinante il tema,
Ho capito che sfericizzare un blank è, seppur in linea concettuale, molto semplice e si può fare con semplici macchine ma per quanto riguarda la parabolizzazione non mi è ancora chiaro se esistano macchine in grado di svolgere il lavoro in maniera egregia come solo l'uomo sa fare
@fabvisco
Fabrizio... quando ci siamo conosciuti non me lo avevi detto di essere così esperto di ottica :shock:
Spiegazione precisa ed esauriente. Complimenti! :)
La metafora dei fili me la segno e la riuserò!
P.S. Il tuo (ormai mio :cool:) telescopio con questa permanenza forzata a casa è quasi sempre fuori ogni notte e devo dire che, dopo le opportune modifiche, va proprio niente male.
@Asciaibo
Si, ci sono macchine che riescono a farlo egregiamente, ma le "ore macchina" da impiegare sono di più rispetto allo sferico, perché il controllo del lavoro e la manutenzione devono essere continue.
Innazitutto per sferizzare un blank, come già detto, si usa un utensile di pari diametro, quindi gli errori di figura sono difficili; mentre per la parabolizzazione è necessario un utensile sub-diametro, ovvero di diametro più piccolo del blank, questo (sempre per la questione della cinematica del macchinario) se non si calibra periodicamente i vari "leveraggi" del macchinario e se non si cambia spesso l'utensile (che giustamente si consuma con l'uso) e se non si controllano le termiche di lavorazione (l'abrasione genera calore, che fa dilatare il blank), tutto questo può portare ad errori di lavorazione.
Per fare un parallelo, tra sferizzazione e parabolizzazione ci passa la stessa differenza, che c'è tra risolvere una singola equazione a una incognita e un sistema di equazioni a cinque o sei incognite. :biggrin:
Se mi permetti, ci sono delle imprecisioni dovuta a eccessiva banalizzazione di un fenomeno alquanto complesso come la luce.
Sempre rimanendo in ambito dell'ottica geometrica i "raggi" provenienti dalle stelle, che sono punti all'infinito e perciò senza dimensione apparente, sono paralleli.
In verità, il fronte d'onda elettromagnetica che investe il nostro pianeta provenendo da queste sorgenti è perpendicolare ad essi.
http://www.infinitoteatrodelcosmo.it...-ai-telescopi/
Ciao @gianluca74!
Sono contento per te, io purtroppo non ho fatto in tempo a procurarmi un telescopio prima del lock down e mi tocca guardar le stelle ad occhio nudo... ma non posso lamentarmi dai!
@ciclociano hai ragione, la mia era una semplificazione e come tale ha dei limiti, ma mi sembra adeguata a rispondere alle domande di Asciaibo. Attenzione però a non creare confusione:
Chi è parallelo a chi?Citazione:
[...] i "raggi" provenienti dalle stelle, che sono punti all'infinito e perciò senza dimensione apparente, sono paralleli.
Innanzitutto quello che semplificando chiamiamo "raggio" indica la direzione di propagazione della radiazione. Data la natura ondulatoria della luce, i fronti d'onda sono sempre perpendicolari alla direzione di propagazione della stessa. Una sorgente sferica (o puntiforme) produce fronti d'onda sferici che si propagano radialmente: la direzione di propagazione del fronte in ogni punto è data dal raggio (questa volta in senso geometrico) che lo collega alla sorgente, e i raggi ovviamente non sono tra loro paralleli.
Questo in teoria. In pratica quando la sorgente è estremamente lontana e l'area di ricezione piccola - ed è il caso delle stelle lontane miliardi di km, di cui raccogliamo la luce con diametri di pochi metri - si può applicare a buon diritto l'approssimazione detta "di campo lontano". In breve, dato che il raggio di curvatura è enorme, lo si approssima ad infinito e di conseguenza la curva diventa una retta: allora il fronte d'onda lo si considera piano e, di conseguenza, i "raggi" che indicano la direzione di propagazione divengono paralleli. Forse intendevi dire questo.
Quanto detto riguarda però la singola sorgente. Nel momento in cui abbiamo due sorgenti distinte (leggi: che il nostro strumento è in grado di risolvere) è chiaro che i due fronti d'onda, anche se approssimati a piani, avranno angoli di incidenza distinti. Significa che la direzione di propagazione dei due è diversa, cioé i nostri "raggi", relativi a due sorgenti diverse, non sono paralleli.
Adesso il senso di questa affermazione dovrebbe essere più chiaro. Se si vuole parlare di fronti d'onda in luogo di "raggi" e "fili" - formalmente più corretto, ma più difficile da figurarsi - il concetto non cambia. Ed il coma rimane!Citazione:
la luce parallela all'asse ottico del telescopio è solamente quella proveniente dal centro del campo inquadrato. Per evitare fraintendimenti, conviene immaginare il telescopio come al centro della sfera celeste e di tirare dei "fili" dal vertice dello specchio ai vari oggetti del cielo: l'asse ottico del telescopio potrà essere parallelo ad un solo filo alla volta, mentre tutti gli altri risulteranno inclinati di un certo angolo
Esattamente!Citazione:
In breve, dato che il raggio di curvatura è enorme, lo si approssima ad infinito e di conseguenza la curva diventa una retta: allora il fronte d'onda lo si considera piano e, di conseguenza, i "raggi" che indicano la direzione di propagazione divengono paralleli. Forse intendevi dire questo.