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  1. #1
    SuperGigante L'avatar di PHIL53
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    Illuminazione Fori Romani...a norma ?

    A parte i ditirambici commenti della giornalista del Messaggero (La luce che scolpisce la storia. Lo spettacolo notturno a volo d'uccello sulla valle del Foro romano è come un quadro caravaggesco, dove l'oscurità fitta che avvolge il panorama viene trafitta all'improvviso da colpi di bagliori pulsanti...), da quanto è possibile giudicare in base al video, mi sembra vedere i soliti fari sparati dal basso verso l'alto...

    Che ne dice il nostro esimio esperto @Valerio Ricciardi ?
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  2. #2
    SuperNova L'avatar di SVelo
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    Re: Illuminazione Fori Romani...a norma ?

    Complimenti per il linguaggio erudito

  3. #3
    SuperGigante L'avatar di PHIL53
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    Re: Illuminazione Fori Romani...a norma ?

    Grazie ! Per una volta che mi riesce, non è un termine facile da inserire nella quotidiana dialettica astrofila !!
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  4. #4
    Gigante L'avatar di DarknessLight
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    Re: Illuminazione Fori Romani...a norma ?

    [...] l'oscurità fitta che avvolge [...]
    ...Splende in un luogo oscuro...

  5. #5
    SuperNova L'avatar di Marcos64
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    Re: Illuminazione Fori Romani...a norma ?

    Lo so, suona un po' campanilista, ma tra tante disgrazie che investono noi poveri italiani, non ci sono cucina e lingua, non abbiamo eguali nell'universo conosciuto! Storpiare la nostra meravigliosa lingua, e' come mettere il kechup sulla pizza, non si deve fare, non intenzionalmente!
    Dob SW 254/1200 - Mak SW 127/1500 Oculari: TS Paragon ED 35, Baader Hyperion 21, UWA 7 82°, Luminos 10 82

  6. #6
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    Re: Illuminazione Fori Romani...a norma ?

    torniamo in tema!

    grazie!!!

  7. #7
    SuperNova L'avatar di Valerio Ricciardi
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    Re: Illuminazione Fori Romani...a norma ?

    BENISSIMO, in realtà l'ho fatto un po' apposta a non aprire io questo thread: volevo vedere se qualcuno di voi si poneva preliminarmente il problema.

    FANTASTICO, a furia di "rompere" vi sto sensibilizzando un minimo. (Ce n'è voluta...)

    Ero in preallarme da alcuni giorni per via di un video diffuso sui media da ACEA, in cui apparentemente dei supposti tecnici (non credo siano figuranti) con "la tuta e il caschetto della domenica" posizionano corpi illuminanti che parrebbero ad un primo esame assolutamente fuori norma.

    Ho già preallertato il Direttore dell'Osservatorio Astronomico di Campo Catino.

    Stasera sarò lì prima delle 19,58 quando verrà acceso; mi porterò un adeguato teleobiettivo e farò qualche scatto ai gruppi ottici prima dell'accensione. E farò scatti anche dopo. Accompagnato da un astrofilo che mi sarà testimone se per caso a chicchessia venisse l'uzzolo di contestarmi alcunché (son molto diplomatico anche se fermo, ma è sempre meglio essere in due).

    Stavolta la competenza è della Soprintendenza di Stato (il foro Romano invece dell'altra).

    PUO' DARSI che chieda a tutti voi di inviare una semplice lettera o mail al Soprintendente arch. Prosperetti se le mie prime, preoccupate impressioni verranno confermate dall'evidenza.
    INQUINAMENTO LUMINOSO - segnala impianti illegali nel territorio laziale, protetto dalla L.R. n. 23/2000: www.laziostellato.org

  8. #8
    SuperNova L'avatar di Marcos64
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    Re: Illuminazione Fori Romani...a norma ?

    A disposizione!


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  9. #9
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    Re: Illuminazione Fori Romani...a norma ?

    presente!

  10. #10
    SuperNova L'avatar di Valerio Ricciardi
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    Re: Illuminazione Fori Romani...a norma ?

    LA SAGRA DEL LUMEN

    Primo sopralluogo, in occasione della "inaugurazione" dell'impianto che comunque è in via di definizione, spero si possa intervenire senza eccessivo spreco di soldi.
    Mi aspettavo - anche se temevo molto problemi di IL dopo aver visto di giorno come eran disposte le lampade - in tutta sincerità, un effetto scenico bellissimo, suggestivo, accattivante, di cui rammaricarmi pensando ad eventuali limitazioni connesse ai problemi di contenimento dell'IL.

    Ahimé, nemmeno quello!

    I corpi illuminanti utilizzati sono anzitutto di potenza spropositata per le esigenze di un'illuminazione che crei un'atmosfera suggestiva e permetta una lettura in chiave notturna di uno dei contesti archeologici più fotografati e visitati al mondo.
    Sembra uno spot sull'efficienza dei LED in rapporto al consumo, privilegiare senza costrutto la quantità sfoggiata in luogo della qualità e di criteri illuminotecnici adeguati a un bene culturale di cotanta fama e importanza.

    Par quasi di avere a che fare con progettisti che considerino Kim Kardashian più avvenente a priori di una Virna Lisi giovane o di una Audrey Hepburn, semplicemente perché dotata di glutei molto più grandi.

    La capacità dei LED di produrre intensità di flusso luminoso molto elevate non ha bisogno di essere dimostrata: capisco che la si possa voler esibire in questo modo dentro un padiglione della nuova Fiera di Roma se il problema è venderli, non su ciò che è dopo alterne vicende della storia giunto sino a noi del Tempio di Saturno.

    La loro luce è anzitutto troppo bianca, fredda, algida, lontanissima dai toni caldi che in caso di forme di illuminazione occasionale si sarebbero potuti vedere al tempo (torce e fiaccole in occasione di particolari cerimonie). Avrebbe dovuto essere diciamo attorno ai 2800 °K, comunque di certo non oltre i 3200 °K. Invece il risultato è un effetto-morgue, alle figure dei bassorilievi sull'Arco di Settimio Severo manca solo il cartellino attaccato con lo spaghetto all'alluce quando aprono il cassetto.
    Inoltre essendo delle piastre con matrici di singoli, potenti LED la loro direzionalità è modesta, si tratta di luce sostanzialmente diffusa con un diagramma di emissione certo polarizzato da un lato, ma non concentrato abbastanza da poter controllare le direzioni di illuminazione più di tanto con il semplice orientamento dei corpi illuminanti, che non sono assolutamente, ribadisco, assimilabili a dei proiettori. E' luce diffusa di massima orientabile.

    Andrebbero benissimo in foto di Still-Life per illuminare in modo potente e uniforme dei prodotti commerciali per un catalogo, naturalmente posizionati SOPRA degli stativi più in alto dell'oggetto più uno quasi alla stessa altezza, giammai dal basso. Per flaconi di ammorbidente o dei phon colorati in offerta andrebbero benissimo. Già su una piccola statua in marmo non userei una luce simile.

    La loro abbacinante potenza è peraltro tale da isolare, staccandole con violenza visiva degna di una scenografia teatrale e non di un sito archeologico, pochi elementi architettonici rispetto a un insieme contestuale che rimane deprimentemente cupo, buio. Caravaggesca? Parodistica, direi. Fra il teatro dell'assurdo e la convention politica di Donald Trump. Un livello di contrasto di luminanza davvero inadeguato ad un intervento "professionale".

    L'orientamento dei corpi illuminanti, zenitale o quasi, rende a mio avviso impossibile solo ipotizzare un'emissione fuori sagoma del 5% (su soggetti regolari e di forma definita) o del 10% (in caso di sagome complesse). Ma se anche lo fosse, cosa che a mio avviso non sussiste e che è facilmente misurabile dall'ARPA, la luce verticale e radente dal basso inverte la percezione dei vuoti e dei pieni, esaltando le rugosità superficiali ed impedendo la lettura corretta dei capitelli corinzi e, ad esempio, dei bassorilievi dell'Arco di Settimio Severo. I bassorilievi illuminati dal basso... pazzesco, se nel mio mestiere illuminassi le cose così, le foto me le tirerebbero in testa.

    Le complesse decorazioni ed iscrizioni sulle trabeazioni alla sommità delle colonne restano illeggibili, si perdono nel buio anche per via di un contrasto di luminanza del tutto inutile e inopportuno. Le colonne e la parte inferiore delle trabeazioni a culmine "sparano" una quantità di luce così forte da saturare, in fondo abbagliare gli occhi dell'osservatore che decontestualizza un bene architettonico trasformandolo in installazione temporanea per una mostra, si potrebbe immaginare anche di trovarsi al limite in un grande capannone in cui tre colonne son state trasportate e rimontate provvisoriamente per un restauro, non al Foro Romano.

    Oltretutto la scelta, in questo caso, di illuminazione dal basso la trovo assolutamente non inevitabile stante che il Foro Romano è ampiamente incassato nel contesto fisico circostante, e non sarebbero serviti davvero alti (e brutti) pali da impiantare ex novo per contenere i corpi illuminanti. Senza neppure dover ricorrere alla facciata del Palazzo Senatorio (che comunque offre nella parte superiore ampie rientranze in grado di dissimulare impianti di proiezione anche abbastanza grandi, senza che si notino durante la visita a o foto al prospetto) i limiti della stessa con via del Campidoglio laddove essa vicaria con via del Monte Tarpeo, e con la curva a sinistra che fa via di San Pietro in Carcere sarebbero stati ampiamente adatti e bastanti per sostenere impianti discreti, efficienti, direzionali e non rivolti dal basso verso l'alto.

    Questa storia di illuminare dal basso sta diventando un ossessione, laddove in casi come il Foro Romano evitare che il fascio luminoso disturbi gli occhi del visitatore è non solo fattibile, ma con un po' di regia facilissimo. Anthony Blake Kelly nel rifacimento teatrale del capolavoro Nosferatu del 1922 veniva illuminato esattamente da sotto per accentuare l'effetto lugubre e inquietante.
    Cosa c'entra questo con la Roma Sparita di Roesler Franz?

    Illuminare non consiste nello spiattellare per terra qui e là piatti parallelepipedi che sparano in su tanta luce in rapporto a quanto consumano. C'è un problema di approccio culturale all'illuminazione prima ancora che di rispetto alle norme, al netto di esse (comunque cogenti) il mio parere resterebbe terribilmente severo anche se il Foro Romano fosse da decenni interamente coperto da un altissimo tetto opaco per proteggerlo dagli agenti meteorici, ed il problema dell'inquinamento luminoso non si ponesse affatto.

    Io "nasco" professionalmente come fotografo di architettura; se mi venisse commissionato un volume d'arte sui Fori (magari... ce li ho pure abbastanza vicini), non inserirei neppure una immagine con l'impianto acceso, è visivamente un massacro. Prevale un "effetto vampiro" su una corretta leggibilità dell'elemento architettonico. Al Palatino cosa utilizzeranno, le fotoelettriche dell'esercito? Quelle van bene per individuare i bombardieri da abbattere con la contrarerea!
    Lumen, lumen, lumen a tutto spiano e basta purché sia, ma che roba è?

    Anche la tecnologia LED permette di realizzare dei proiettori non solo schermati, ma con applicate ai lati "ventole" e "bandiere" a sostenere maschere che permettono di convogliare la luce come si desidera "tagliando via" le direzioni di illuminazione non desiderate. A teatro si fa da un secolo abbondante! La ben maggiore quantità di energia elettrica convertita in flusso luminoso invece che in calore, delle due agevola moltissimo questa operazione. Non ci son problemi di surriscaldamenti, proprio per via della maggiore efficienza.

    Aggiungo per prima qualche immagine non attinente, scherzosa, ma per rendere l'idea.
    Poi pubblicherò le foto prese in loco.
    Immagini Allegate Immagini Allegate
    Ultima modifica di Valerio Ricciardi; 22-04-2016 alle 15:45
    INQUINAMENTO LUMINOSO - segnala impianti illegali nel territorio laziale, protetto dalla L.R. n. 23/2000: www.laziostellato.org

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