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    Quella stella adolescente

    Una giovane stella distante 11 mila anni luce dalla Terra potrebbe aiutarci a ricostruire l'evoluzione degli astri più massicci dell'Universo. La stella, colta in uno dei suoi primi stadi evolutivi, è già 30-60 volte più massiccia del nostro Sole, e sta continuando ad attirare verso di sé il materiale della nube molecolare da cui è emersa.
    Secondo i ricercatori, la stella starebbe seguendo un percorso evolutivo sorprendentemente simile a quello che caratterizza stelle molto più piccole, come il Sole. La stella, infatti, è nel processo di formare un disco di polveri e gas attorno a sé.
    Le osservazioni sono particolarmente preziose - in genere, infatti, stelle così massicce hanno durata molto breve, e risultano quindi rare rispetto alle compagne minori.
    "Una stella nella media, come il nostro Sole, si forma nell'arco di qualche milione di anni, mentre le stelle più massicce si formano decine di volte più velocemente - circa centomila anni," spiega John Ilee di Cambridge. "Inoltre, queste stelle più massicce consumano il loro carburante molto più in fretta, quindi hanno cicli vitali ben più brevi, il che rende ancor più difficile catturarle nella loro infanzia."
    La osservazioni mostrano che la stella, nota come G11.92–0.61 MM1, si trova nel cuore di una fredda, densa e scura regione di spazio che cela un vero e proprio reparto di maternità stellare. I ricercatori hanno dovuto usare gli occhi robotici del Submillimiter Array (SMA) e del Very Large Array (VLA), che operano a lunghezze d'onda relativamente lunghe (1.3 millimetri e 0.9-3.0 centimetri, rispettivamente), per penetrare oltre il velo di gas e polveri e rivelare la stella.
    Le misurazioni hanno portato all'identificazione di acetonitrile, metanolo, solfuro di carbonile, acido isocianico, formaldeide e propionitrile. L'esistenza di queste molecole nello spettro dei dintorni della stella indica la presenza di un disco kepleriano, ovvero un disco di polveri le cui regioni centrali ruotano più velocemente rispetto alle propaggini esterne.
    "Questo tipo di rotazione è osservato anche nel sistema solare: i pianeti interni orbitano intorno al Sole più velocemente di quelli esterni," prosegue Ilee. "È emozionante osservare un tale disco attorno a una giovane e massiccia stella, in quanto suggerisce che le stelle massicce si formino in maniera simile alle stelle leggere."
    Le misurazioni indicano che la massa del disco che avvolge la protostella è di 2-3 masse solari. Due componenti termiche, pari a 150 e 230 K, risultano necessarie per spiegare il quadro spettrale osservato.
    "I nostri calcoli suggeriscono che il disco nasconda ancor più massa al di sotto di strati di gas e polveri," spiega Duncan Forgan della St. Andrews University. "Il disco potrebbe essere così massiccio da rompersi sotto la sua stessa gravità, formando una serie di protostelle compagne più leggere."

    Fonte ASI
    o qua
    Dobson gso 10",oculari:30mm,25mm,16mm,9mm,5mm. Barlow televue 2x,vari binocoli.
    Fotocamera bridge Panasonic FZ72 S C B2 La Sardegna col Bepop2

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