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Discussione: Una notte a Gallo

  1. #1
    SuperNova L'avatar di alextar
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    marcianise (CE)
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    Una notte a Gallo

    Gallo Matese, nel cuore del massiccio omonimo, circa 1000m slm, con gli amici @Giova84 e Fabio, una lunga notte trascorsa sotto uno dei cieli più belli fruibili da noialtri del sudde.
    Partenza ore 20:00, arrivo ore 21:30, panino, birra, si parte...
    Non un report in realtà, tanti, troppi dso puntati, trovati, goduti.
    Mi ero preparato in realtà con penna e taccuino, ma appena ho montato lo strumento la solita dannata sindrome dello Spinone si è impadronita di me...Orsa,Corona, Cigno, Sagittario...e penna e taccuino a giacere nel cofano dell'auto, insieme alle prime babbucce della mia primogenita e Dio solo sa a cosa altro.
    I globulari l'hanno fatta da padrone, ma anche nebulose e la Velo, vista per la prima volta nel rifrattore 600 f5 di Giovanni.
    Su una cosa però devo soffermarmi.
    Osservavo Andromeda - a proposito, per i pochi che non lo sapessero, sotto un buon cielo Andromeda è DAVVERO Andromeda, uno dei pochi dso capaci di farti cascare gli occhi dalle orbite - ed ho iniziato a scendere verso il margine della sua enorme aura, cacchio, ma cos'è quel chiarore?
    Quante volte avrò osservato Andromeda? Mai avevo percepito quel chiarore...ho chiamato in soccorso Giovanni, siamo restati a bocca aperta, M32...mai vista prima!
    Ragazzi, lo spettacolo offerto dal ES 24mm con Andromeda, M110 ed M32 nello stesso campo non me lo scorderò presto.
    Qualche foto del cielo sopra le nostre teste, Andromeda svetta in alto a destra, e degli astrofili...quello con lo sguardo spiritato è Giovanni, avevamo appena osservato quanto sopra
    Immagini Allegate Immagini Allegate
    Dobson 200/1200 oculari ortho 6mm ed planetary 5mm, Plossl 15mm superplossl 10mm 25mm, barlow 3x Coma barlow 2x skywatcher dashcamere, la prima che mi capita a tiro

  2. #2
    Pulsar L'avatar di nicola66
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    Re: Una notte a Gallo

    Grandi ragazzi
    Finalmente un cielo vero
    Per la settimana prossima sarò anch'io presente
    Lascia che l'anima rimanga fiera e composta di fronte ad un milione di universi

  3. #3
    SuperGigante L'avatar di PHIL53
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    Re: Una notte a Gallo

    ...Sembra posticino interessante...ve lo volete tenere solo per voi o sarete generosi includendolo nella nostra mappa di Astrofriends ?
    Grag - Dobson Expl. Scientific 16" - ES 82° 18mm & Meade 24mm 2" - ES 14mm & 8,8mm - Telrad - Filtri UHC - OIII - SkySafari 4 Plus

  4. #4
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    Re: Una notte a Gallo

    meglio di un report...
    lo dico sempre...
    il cielo...
    il cielo...
    è il cielo che comanda!!!

  5. #5
    SuperNova L'avatar di alextar
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    marcianise (CE)
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    Re: Una notte a Gallo

    Sky wins!
    Philip, provvedo subito

    Mi correggo, già c'era
    Ultima modifica di alextar; 19-07-2017 alle 15:19
    Dobson 200/1200 oculari ortho 6mm ed planetary 5mm, Plossl 15mm superplossl 10mm 25mm, barlow 3x Coma barlow 2x skywatcher dashcamere, la prima che mi capita a tiro

  6. #6
    Sole L'avatar di Giova84
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    Re: Una notte a Gallo

    Oggi non ho avuto un attimo di sosta e i prossimi giorni saranno uguali: nel fine settimana spero di aggiungere alla discussione iniziata da @alextar il mio report-commento alla splendida serata di ieri...
    Rifrattore acro SW 120/600 e Messier MC 127/1900 su montatura altazimutale ES Twilight I; ES Dobson UL 12"; oculari MaxVision 68° 24mm, AP UWA 16mm, ES 82° 11-8,8-6,7-4,7mm.

  7. #7
    Nana Bruna L'avatar di Valter_dls
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    Re: Una notte a Gallo

    Bel posto, il tuo racconto rende partecipi !!Grazie per averlo condiviso...Bravi !!
    CPC 925 XLT, Skywatcher 80 ED, Celestron 102/660, Konus Uranus, SLT, Eyetoy ps2 cmos webcam, Canon 450D .

  8. #8
    Sole L'avatar di Giova84
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    Re: Una notte a Gallo

    Come promesso, ecco il mio “diario di bordo” dell'uscita del 18 luglio scorso presso il Lago di Gallo, sul Matese (845 m.s.l.m.).
    Non lo definisco un vero e proprio “report”, perché non mi sono dedicato, come di consueto, al rigido rispetto del programma prestabilito e all'attenta annotazione dei dettagli di ogni singola osservazione: per la prima volta mi sono trovato in compagnia di qualcuno, non soltanto di @alextar, ma anche di un mio amico, Fabio, che ci ha accompagnati per passare qualche ora immersi nella natura e con lo sguardo all'insù.
    Alessandro è una forza della natura: appena montato il telescopio, senza aspettare né l'acclimatamento delle ottiche, né tanto meno il crepuscolo astronomico, si è lanciato alla forsennata ricerca di galassie e globulari.
    Difficile non cercare di starci dietro. Difficile non farsi trascinare.
    Ed ecco che mi trovo a fare la spola tra il rifrattore e il dobson, a poter finalmente confrontare il mio strumento con un altro, diverso, e capirne ancora di più pregi, limiti e difetti.
    Mi trovo ad andare a braccio, a osservare nuovamente oggetti già visti in precedenti uscite (di solito lo evito quasi categoricamente), ma anche a chiacchierare amabilmente e a condividere i piaceri di un cielo come si deve.
    Ho seguito solo parzialmente il programma prefissato e scrivo questi appunti a qualche giorno di distanza: i tecnicismi ne risentiranno, la passione, credo, per nulla.

    [SEGUE...]
    Rifrattore acro SW 120/600 e Messier MC 127/1900 su montatura altazimutale ES Twilight I; ES Dobson UL 12"; oculari MaxVision 68° 24mm, AP UWA 16mm, ES 82° 11-8,8-6,7-4,7mm.

  9. #9
    Sole L'avatar di Giova84
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    Re: Una notte a Gallo

    Arriviamo sul posto alle 21.20 circa, montiamo gli strumenti e mangiamo qualcosa al volo in attesa che il cielo diventi buio.
    Le condizioni atmosferiche sono senza dubbio favorevoli: il cielo è sgombro di nubi, le temperature sono miti (all'arrivo si registrano 15°C, che scendono a 12°C alla ripartenza), l'umidità accettabile (l'igrometro ha registrato una percentuale di umidità nell'aria salita progressivamente dal 71% all'88%) e il vento assente.
    Le condizioni di IL sono molto buone: oltre alla totale assenza di eventuali autovetture in transito, gli unici disturbi sono il chiarore propagato dal centro di Gallo Matese a NNO, che comunque si alza fino a circa 20° di altitudine, e i tre lampioni della diga del Letino, che si stagliano a SO creando una fascia luminosa fino a circa 25° di altitudine.
    Siamo a sei giorni dalla prossima di Luna Nuova ed è previsto che il nostro satellite, illuminato al 33%, sorga all'1.23, ma in concreto non si è mai affacciata oltre la corona di monti che ci circonda, fino a quando non siamo ripartiti, quando ormai eravamo prossimi alle 2.00.
    La verifica della qualità del cielo ha dato risultati di tutto rispetto: allo zenit a fine serata la visibilità a occhio nudo si aggirava intorno alla magnitudine 5.75, corrispondente alla classe 4 della scala di Bortle; il seeing, invece, si rivela buono, attestandosi intorno a un III livello della scala di Antoniadi.

    [SEGUE...]
    Rifrattore acro SW 120/600 e Messier MC 127/1900 su montatura altazimutale ES Twilight I; ES Dobson UL 12"; oculari MaxVision 68° 24mm, AP UWA 16mm, ES 82° 11-8,8-6,7-4,7mm.

  10. #10
    Sole L'avatar di Giova84
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    Re: Una notte a Gallo

    M19. Inauguro il programma con M19, piccolo ammasso globulare che si staglia nella costellazione di Ofiuco a circa 22° di altitudine. Nonostante la scarsa altezza sull'orizzonte, il dso è facilmente riconoscibile nel 24mm ed è poi ammirato nell'11mm, dove appare come un batuffolo grigio dal nucleo indistinto. L'osservazione è fugace e sicuramente merita una seconda opportunità: purtroppo la mia attenzione è assorbita da Alessandro, che continua a collezionare splendidi globulari risolti fin nel nucleo (mai visti così prima d'ora), facendo impallidire il piccolo M19 così come appare nel mio rifrattore.
    ε-Boo. Passo oltre e provo una doppia stretta, Izar di Bootes (2,8” di separazione): la risolvo col 5mm, grazie al quale riesco a vedere la componente meno luminosa (mag. 5.12) solo saltuariamente, mentre a 150x col 4mm il disturbo del seeing è tale da impedirlo. In ogni caso, vista anche la difficoltà a distinguere tra loro i due astri, non ho riscontrato una chiara differenza cromatica.
    M20 (Nebulosa Trifida) e M21. Entrambi gli oggetti sono contemporaneamente inquadrati nel 24mm, unico oculare usato per la loro osservazione. M21 si presenta come un piccolo agglomerato di stelle, dalla forma irregolarmente globulare, mentre di M20 si scorge quasi esclusivamente l'ammasso aperto: della componente nebulare è apprezzabile, con un lievissimo vantaggio offerto dall'UHC, soltanto un alone attorno alle stelle più basse e meridionali.
    NGC6992 (Nebulosa Velo). Fuori programma. Spronato a cercarla da Alessandro, che non riusciva a scorgerla, mi faccio aiutare dal grande campo del 24mm con annesso UHC e non restiamo delusi: la più densa porzione ad arco di circonferenza della nebulosa, che si dispone nell'oculare con andamento dall'alto a N (sud apparente in visione ribaltata) al basso a S e gibbosità verso N, si staglia distintamente al centro dell'oculare come un chiarore grigiastro. Una vera soddisfazione averla portata a casa: dopo le clamorose batoste subite dal Dobson sugli ammassi globulari, il rifrattore si prende una piccola rivincita.
    IC4665 (Summer Beehive Cluster). Cercando di sfruttare le potenzialità del telescopio, mi rivolgo a un altro dso molto esteso, l'ammasso dell'Alveare estivo (1°10' di estensione), ammirato nella sua pienezza ancora una volta nel 24mm. Appare molto ampio e poco denso, caratterizzato da poche stelle molto luminose che si distribuiscono secondo una forma irregolare.
    M23, M24, NGC6603, M25. Continuo con una splendida carrellata di ammassi aperti nella costellazione del Sagittario: Assolutamente sensazionale è M24, ancor più grande del precedente (1°30'x1°00') e sfacciatamente ricco di astri, che esplodono nel 24mm assumendo un andamento irregolare a maggior sviluppo longitudinale. Quasi nella sua stessa massa, si scorge una piccola concentrazione di stelle di forma pressappoco circolare: si tratta di un altro ammasso aperto, NGC6603.
    Fanno da corollario gli altri due vicini ammassi aperti, entrambi ammirati solo nel 24mm, di dimensioni tra loro paragonabili (rispettivamente 25' e 26') e piuttosto simili: alcune stelle principali, non numerose ma piuttosto luminose, descrivono forme molto irregolari distese su un letto di astri secondari dalla luminosità contenuta.
    NGC6543 (Nebulosa Occhio di gatto). La piccola nebulosa planetaria rivela una consistenza non puntiforme soltanto a 120x nel 5mm, che offre una visione comunque migliore e più nitida rispetto al 4mm (150x). Il dso appare come un dischetto grigio e luminoso, circondato da un alone appena percepibile. In questo caso, il confronto con la visione della medesima nel dobson è impietoso: portata, se non erro, a 240x da Alessandro, la nebulosa ha un diametro consistente e se ne scorgono anche alcuni dettagli interni, con una sorta di anello intermedio più scuro rispetto al resto.
    M11 (Ammasso dell'Anatra selvatica). Ammasso aperto di dimensioni medio-piccolo (14') molto ricco e luminoso, collocato nella costellazione dello Scudo. Si tratta di un fuori programma puntato per confronto col dobson: in quest'ultimo si apprezza un numero maggiore di stelle secondarie che “riempiono” il campo su cui si stendono gli astri principali, descrivendo una forma irregolare.
    M12. Altro fuori programma per confronto col dobson e per provare a spingermi oltre il consueto con gli ingrandimenti, testando la Barlow 2x di Alessandro col 5mm. Il risultato è deludente: l'ingrandimento si dimostra, almeno con la montatura a disposizione, ingestibile. Restano accettabili, pertanto, soltanto le visioni nel 24mm e nell'11mm, in cui comunque l'oggetto si presenta come il classico batuffolo grigio circolare dai margini indefiniti.
    Saturno. Trovandomi nei pressi del pianeta, decido di dare un'occhiata, più che altro per verificare la differenza di prestazioni rispetto al dobson, con cui lo avevamo osservato subito dopo aver montato gli strumenti: senza dubbio, poter salire senza difficoltà e senza cromatismo fino a 240x fa la differenza!
    A inizio serata, con lo specchio non in temperatura e il cielo ancora blu, il dobson mi ha regalato la miglior visione del pianeta mai avuta, mentre verso mezzanotte, osservando in parallelo a 120x e col rifrattore diaframmato a 80mm, qualche differenza si percepisce, ma tutto sommato il rifrattore se l'è cavata, forse complice un seeing non ottimale e il disturbo causato dall'umidità in risalita dal lago, che sicuramente deve aver interferito con l'osservazione di un Saturno ormai alto non più di 25° sull'orizzonte.
    M31 (Andromeda). La galassia di Andromeda è usata come esercizio per far puntare Fabio, alla prima esperienza con un telescopio, che riesce nell'intento piuttosto agevolmente. Il dso si presenta come al solito, molto esteso anche nel 24mm, con bulge luminosissimo e alone ellittico a maggior sviluppo longitudinale che si dirada progressivamente. Molto interessante il confronto col dobson, grazie al quale è possibile scorgere dettagli di sfumature nel corpo più periferico della galassia non visibili nel rifrattore.
    NGC869 e NGC884 (Doppio ammasso di Perseo). Il celebre dso rappresenta una nuova, piccola rivincita del rifrattore: la visione congiunta e completa dei due ammassi aperti, per di più ampiamente e comodamente inseriti nel contesto del fondo cielo, è possibile solo nel larghissimo campo visivo offerto dal 24mm ed è una vera goduria, un'esplosione di stelle che invade tutto l'oculare.
    NGC457 (Ammasso della libellula). Mi sposto nella vicina Cassiopea per riguardare velocemente questo ammasso aperto dalla forma così caratteristica, che richiama per l'appunto l'insetto omonimo. Dal 24mm, entro cui è individuato, passo direttamente al 5mm, che lo contiene interamente: poche stelle, piuttosto luminose, determinano la fisionomia dell'ammasso grazie a due allineamenti principali di astri che si incontrano a formare una sorta di T.
    α-Umi (Stella Polare). Su suggerimento di Alessandro, punto la Stella Polare, ma non riesco a risolverla, pur spingendomi fino a 150x. In effetti, la separazione tra le due componenti è al di sotto del secondo d'arco, per cui il fallimento è assolutamente giustificabile.
    IC1396 (Nebulosa della Proboscide di elefante). Nuovo tentativo su questo oggetto per coglierne la componente nebulare; tuttavia, anche con l'ausilio del filtro UHC, il risultato non è ottenuto e nel 24mm è possibile ammirare soltanto ammasso aperto, piuttosto esteso e luminoso, moderatamente ricco di stelle e di forma irregolare.
    IC5146 (Nebulosa Bozzolo). Stesso risultato si ottiene con la nebulosa Bozzolo: si riconosce l'ammasso aperto, peraltro piuttosto piccolo e scarsamente luminoso, ma nulla si vede della nebulosità.
    NGC6822 (Galassia Barnard). La galassia è sicuramente centrata, ma non vista, la qual cosa si giustifica con una luminosità superficiale ai limiti dello strumento ( 13.64).
    NGC6818 (piccola gemma). Nel 24mm la planetaria ha un aspetto puntiforme ed è distinguibile solo grazie alla posizione relativa rispetto alle stelle vicine; soltanto salendo fino a 120x il suo diametro inizia ad acquistare una consistenza sensibile e il dso si presenta come un piccolissimo dischetto grigio.

    [SEGUE...]
    Rifrattore acro SW 120/600 e Messier MC 127/1900 su montatura altazimutale ES Twilight I; ES Dobson UL 12"; oculari MaxVision 68° 24mm, AP UWA 16mm, ES 82° 11-8,8-6,7-4,7mm.

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