Discussione: La battaglia del Matese
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02-11-2017, 00:25 #1
La battaglia del Matese
Dopo il “mezzo novilunio” vissuto il 13 ottobre, inficiato dall'umidità pazzesca, era da tempo che aspettavo al varco l'alta pressione che incombeva sulle nostre zone, pronto a prendermi la mia rivincita.
L'unica finestra utile, combinazione di assenza di improrogabili impegni personali, turni lavorativi favorevoli e, soprattutto, una bella scaricata di pioggia che due giorni prima aveva finalmente pulito l'aria, riesco a ricavarmela il 24 ottobre, ormai al limite delle date “buone” concesse dalla Luna Nuova del mese in corso.
In tarda mattinata guardo fuori dalla finestra e vedo un cielo terso e azzurro come non lo vedevo da mesi e, in barba a una non promettente nuvolosità, decido in tutta fretta di organizzare la serata, caricare tutto in macchina (moglie compresa) e partire alla volta di Campo Braca.
Ed è qui che inizia la mia battaglia.
Sono arrivato su alle 19.30 circa e la copertura nuvolosa, nonostante i pessimi segnali che si avvertivano dalla pianura, si attestava intorno al 50%, in costante e repentino movimento: roba comunque da cavarci qualcosa, seppur con qualche sforzo.
In compenso, il cielo è D A P A U R A: trasparenza incredibile, la via Lattea 20 minuti prima del crepuscolo astronomico già mi saltava in faccia...mai visto lì un cielo così!
Però...c'è un però...peccato per le raffiche di vento che, a tratti, mi spostavano di peso!
Non ho neanche provato a montare, il vento si sarebbe portato via me, il telescopio e tutti gli accessori (oltre al programma scritto della serata, che mi ha strappato dal porta-oggetti dello sportello e, credo, sia arrivato quantomeno in Molise...)
Ho allora vagato attorno al Lago, cercando posti più ospitali e cogliendo l'occasione per valutare un altro paio di siti che avevo individuato tramite GoogleMaps, ma il vento era forte ovunque.
Allora ho deciso di ripiegare su Gallo, dove sono arrivato alle 21.15: il posto si confermava tanto fortunato quanto Campo Braca maledetto.
In effetti, il vento era più contenuto e, anche se mi trovavo privo di una delle mie armi d'assalto (il programma scritto), mi sono comunque lanciato all'assalto.
Sono impazzito a star dietro alle nuvole in continuo movimento, ma alla fine sono riuscito a giovarmi di una trasparenza spettacolare, di temperature ancora miti (13°C all'arrivo, 10°C alla ripartenza) e di un'umidità finalmente bassa (54% all'arrivo, 66% a fine serata): ho smontato alle 00.45 e gli strumenti erano asciutti. È da notare anche che i valori molto contenuti di umidità hanno avuto effetti notevolmente positivi anche sull'IL: evitando il propagarsi per diffrazione della luce dalle principali fonti d'inquinamento già ampiamente note per la zona, il cielo si presentava come il migliore mai riscontrato a Gallo. Tutto sommato buono si è rivelato anche il seeing, più ballerino del solito, ma comunque oscillante tra II e III livello della scala di Antoniadi.Rifrattore acro SW 120/600 e Messier MC 127/1900 su montatura altazimutale ES Twilight I; ES Dobson UL 12"; oculari MaxVision 68° 24mm, AP UWA 16mm, ES 82° 11-8,8-6,7-4,7mm.
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02-11-2017, 00:29 #2
Re: La battaglia del Matese
Passiamo agli oggetti osservati:
NGC7293. La nebulosa Elica, planetaria della costellazione dell'Acquario, si offre alla vista già nel 24mm e senza l'uso di alcun filtro, comparendo però come una indefinita macchia grigiastra che poco si stacca rispetto al fondo cielo. Con l'UHC, se ne evidenziano più nettamente i contorni e il dso appare come un disco leggermente ellittico e obliquamente disposto dall'alto a ovest al basso a est; inoltre, si riesce anche a distinguere un anello esterno più chiaro e il nucleo interno più scuro. Salendo di ingrandimenti con l'11mm corredato di UHC, l'immagine non ottiene sensibili miglioramenti nella resa e, anzi, sembra lievemente perdere in definizione, facendo preferire il risultato ottenuto a 25x.
NGC7492. Piccolo (3') e poco luminoso (mag. 10.42; lum.sup. 12.84) ammasso globulare della costellazione dell'Acquario, sicuramente centrato, ma non visto a nessun ingrandimento.
IC10. La galassia, poco estesa (6'x4'), è individuata e osservata, anche se con non poche difficoltà. Lo star-hopping a partire da β-Cas è abbastanza agevole, così come l'individuazione del gruppetto di stelle imperniato sul sistema binario TV Cas. È tuttavia necessario passare dal 24mm all'11mm per scorgere, in coda alla curva tracciata da questi astri, un elemento che a 25x appariva come puntiforme e che invece a circa 60x inizia a mostrare la sua natura: un bulge circolare e relativamente luminoso potrebbe ingannare e far pensare a un astro di bassa magnitudine, ma il suo diametro discreto e una fascia sfumata circolare attorno ad esso, o forse leggermente ellittica e inclinata da ovest verso est, ci dicono indubbiamente altro. Salendo a 120x non si ottengono miglioramenti di sorta.
Nettuno. Trovato facilmente nel 24mm grazie alla vicinanza di una stella che, a primo acchito, mi dà l'impressione di essere di fronte a un sistema binario. Il pianeta è osservato al meglio a 120x, mentre a 150x il seeing, che in questa porzione di cielo non è affatto ottimale, determina una sensibile degradazione dell'immagine. Il 5mm si rivela un buon compromesso tra ingrandimento e stabilità dell'immagine, offrendo la visione di un piccolo dischetto di cui, a tratti, sembra intuirsi il colorito azzurrognolo.
NGC7217. Nonostante le grosse difficoltà dovute al continuo movimento del fronte nuvoloso che, da nord e nord-ovest, si fa sempre più minaccioso, riesco dopo numerosi tentativi a osservare con un minimo di tranquillità questa galassia della costellazione di Pegaso, piccola (2'46”x2'26”) e poco luminosa (mag. 11.92, lum.sup. 13.86). Nel 24mm semplicemente non è distinguibile, mentre nell'11mm si presenta come un dischetto grigiastro, piuttosto evanescente, dalla forma circolare, forse leggermente schiacciato in senso longitudinale con lieve inclinazione dall'alto a nord al basso a sud. Il bulge centrale appare comunque quasi puntiforme e molto luminoso, tanto da dare quasi l'idea di una stella, mentre la porzione periferica è un alone che si dirada abbastanza repentinamente. La visione migliore è restituita dal 5mm, ancora ottimo compromesso tra luminosità e ingrandimenti: il dso conferma le caratteristiche precedentemente esposte, anche se il bulge appare meno concentrato e intenso e più sfumato; i confini dell'oggetto sono sempre poco definiti, ma confermano la forma grossomodo circolare.
A questo punto un minaccioso quanto esteso fronte nuvoloso settentrionale mi ha portato un nuovo, inaspettato, attacco: sovrastandomi col suo colorito grigio scuro, mi ha scaricato addosso qualche goccia di pioggia.
Preso dalla paura di essere travolto da ben più pericoloso temporale, ho smontato in fretta e furia...ma poi, quando ormai ero pronto a ripartire, ho visto che il nuvolone mi schivava e allora non me la sono sentita di alzare bandiera bianca: quando era ormai quasi mezzanotte, ho rimontato...e ho fatto benissimo, perché quell'oretta scarsa è stata forse la più soddisfacente:
NGC253. La galassia Scultore si presenta grande e ben riconoscibile già a 25x, nonostante la scarsa altezza sull'orizzonte (23° circa) e l'IL più consistente verso sud. L'11mm con l'UHC consente di averne l'immagine più appagante: il fondo cielo si scurisce leggermente e l'oggetto assume maggior definizione, con contorni che si fanno più netti: la galassia si presenta disposta di taglio, notevolmente più estesa in senso longitudinale, inclinata da est verso ovest, con bulge abbastanza luminoso che ricalca, più in piccolo, la conformazione dell'intero dso.
NGC7790, NGC7788, Cr458. Carrellata di piccoli e ravvicinati ammassi aperti della costellazione di Cassiopea (dimensioni rispettive 5', 4' e 6'), osservati in uno dei brevi momenti di tregua che la nuvolosità diffusa ha concesso sul fronte nord e puntati direttamente con l'11mm, date le dimensioni ridotte.
NGC7790 è trovato senza troppe difficoltà grazie a un rapido star-hopping, anche se, in realtà, a 60x circa tutto quello che si vede è una macchiolina più chiara rispetto al fondo cielo nella zona in cui deve trovarsi l'oggetto, mentre è solo passando al 5mm che se ne distinguono più nitidamente le componenti: un vertice isolato in alto a est è seguito da un arco inferiore formato da almeno cinque astri, di cui tre più luminosi; attorno ad essi, un fondo cielo più chiaro che altrove lascia intendere la presenza di ulteriori componenti secondarie, che però non sono risolte dallo strumento. Nello spazio compreso tra le componenti principali si riconosce a mala pena qualche altro astro, ai limiti della visibilità, ma è impossibile quantificarli con certezza.
NGC7788. Si colloca poco al di sotto del precedente dso, al centro di una più ampia concentrazione di stelle che ne consente una facile individuazione. L'oggetto vero e proprio è, anche in questo caso, trovato con l'11mm e osservato nel 5mm. Si presenta più rado rispetto al precedente, con poche stelle sparse su un areale più ampio, per cui non si crea quell'effetto di fondo cielo più chiaro rispetto alle aree circostanti che connota NGC7790. Le stelle più luminose descrivono una sorta di “C”, e sono in tutto sette: tre poste più in alto delineano un angolo di circa 120°, poco distante dalle quali si colloca un quarto astro meno brillante; altre tre tracciano al di sotto delle prime una linea inclinata da ovest verso est.
Cr458, infine, è un oggetto ai limiti della visibilità, formato da poche stelle con scarsa luminosità: tre in fila orizzontale lievemente inclinata verso ovest, di cui due più ravvicinate verso ovest e una più staccata a est, più altre due poco più in basso sul lato ovest del dso ed una poco più in basso sul lato est.
NGC246. La nebulosa Teschio, planetaria della Balena, è già riconosciuta nel 24mm e poi osservata anche con l'11mm, in entrambi i casi sia senza che con UHC: il filtro garantisce qualche vantaggio in termini di stacco rispetto al fondo cielo. È un oggetto ai limiti della visibilità, che si presenta come un alone grigio appena percettibile, dai confini non chiaramente definibili. La sensazione è che abbia forma ellittica, con lieve inclinazione verso est, ma si tratta più di un'intuizione che di una certezza visiva. Il 24mm offre un po' più di consistenza all'oggetto, mentre l'11mm permette di riconoscere distintamente le tre stelle ne cuore della nebulosa, ma ne offre una visione complessiva troppo evanescente.
Si è trattata della meritata conclusione di una serata nel complesso molto tribolata, che ha però offerto alcuni risultati assolutamente in grado di giustificare l'uscita. Gli oggetti osservati, in fin dei conti, sono stati ben pochi, ma non sono mancate le soddisfazioni e un pizzico di “cazzimma” nello sfruttare quanto possibile condizioni di trasparenza difficilmente ripetibili.
Dalla battaglia sono uscito con le ossa rotte (e un po' di raffreddore), ma alla fine posso dire di essere riuscito a conquistare l'altra metà del Novilunio di ottobre.Ultima modifica di etruscastro; 02-11-2017 alle 15:49 Motivo: modifica testo
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02-11-2017, 07:47 #3
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Re: La battaglia del Matese
ottimo report, hai tirato fuori una seratona degna del più esperto visualista affamato di cielo, inoltre alcuni oggetti non sono poi così scontati come si pensa a dispetto della magnitudine riportata, la Helix e la Teschio solo per portare un esempio.
bel report e ben leggibile, bravo!
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02-11-2017, 09:10 #4
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Re: La battaglia del Matese
Confermo , sei un ottimo visualista il report ne é la conferma. Ottime le descrizioni , mi sono piaciute molto. Solo un appunto la Skull nebula ( teschio) si trova nel Cetus , ne confermo la difficolta con strumenti sotto i 15-13 cm , purtroppo non ho mai avuto la possibilitá di provarla con questi diametri sotto cieli bui.
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02-11-2017, 09:53 #5
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Re: La battaglia del Matese
Mi associo ai complimenti di Salvo e Antonio: ottimo report, mi ha entusiasmato la tua determinazione nel tenere testa alle avversità atmosferiche e sono felice che la costanza ti abbia premiato con sprazzi di ottimo cielo.
Nella parte finale del report, faccio fatica a seguirti tra gli ammassi aperti che hai descritto:
NGC7790, NGC7788 e Cr459.
Se per il primo non ci sono dubbi, da quello che mi risulta NGC7788 coincide con Cr459.
Quindi, mi chiedevo, il terzo ammasso cosa sarà? Forse Harvard 21 (noto anche come Cr458)?
Hai segnato da che parte si trovava rispetto a 7790 e 7788?Dobson RPAstro 16"/f4,5 | Oculari: Hyperion 21/68°, ES 14-11-8,8-6,7/82°, Planetary ED 5-3,2/60° | Barlow: Meade APO 140 2x | Filtri: Astronomik UHC e O-III
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02-11-2017, 09:54 #6
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Re: La battaglia del Matese
Ottimo GIOVANNI un report con i fiocchi
Lascia che l'anima rimanga fiera e composta di fronte ad un milione di universi
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02-11-2017, 13:19 #7
Re: La battaglia del Matese
Mi domando in tutto questo come ha reagito tua moglie...
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02-11-2017, 13:49 #8
Re: La battaglia del Matese
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02-11-2017, 13:54 #9
Re: La battaglia del Matese
La moglie se ne stava volando con tutto il programma scritto a Campo Braca
Poi è stata fedele compagna nel peregrinare per il Matese, tra sterrati e campagne...
...poi si è goduta la Helix insieme a me...
...infine si è chiusa in macchina col plaid fin sul naso!
Però, non ha fatto una grinza quando ho smontato e rimontato a mezzanotte: una santa!Rifrattore acro SW 120/600 e Messier MC 127/1900 su montatura altazimutale ES Twilight I; ES Dobson UL 12"; oculari MaxVision 68° 24mm, AP UWA 16mm, ES 82° 11-8,8-6,7-4,7mm.
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02-11-2017, 13:57 #10
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