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  1. #1
    Sole L'avatar di Giova84
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    Primo approccio col nuovo arrivato: il Sig. Maksutov Gregory Bresser (127/1900)

    Premessa doverosa: parlare di “report” è una parola grossa, considerato il numero di oggetti osservati, le condizioni in cui ho operato, la scarsa familiarità con lo strumento e le sue problematiche, l'assenza di un programma, la totale ignoranza delle tecniche di osservazione delle stelle doppie, che pure, per forza di cose, sono state l'obiettivo principale della serata.

    Era lì da giusto una settimana, avevo avuto solo il tempo di aprire pacco e imballi per constatare che fosse tutto ok, ma nulla di più. Ormai non resistevo più… in fondo dovevo pur verificare che il piccoletto funzionasse a dovere!
    Tempo per muovermi sotto cieli bui manco a pagarlo e, del resto, con questa Super Luna Piena sarebbe stato forse uno spreco di risorse ed energie. Ecco allora che decido per una sessione letteralmente “casalinga”, giusto così, per guardarci finalmente dentro a questo tubo!

    La giornata aveva promesso bene in termini di condizioni atmosferiche, presentandosi serena, tersa e soleggiata e, infatti, la serata si è confermata secca (con il 45% di umidità) e fredda (6°C); insomma c'erano tutti gli ingredienti per avere un cielo con ottima trasparenza… tutto ok, se non fosse per un dettaglio: mi sono piazzato sul balcone di casa, in pieno centro cittadino, con IL spaventoso! Le stelle più significative delle costellazioni principali erano appena riconoscibili e, come se non bastasse, avevo a disposizione soltanto il fronte ovest e sud-ovest, perché tutto il resto era ostruito dai palazzi circostanti. Ma chi me lo ha fatto fare? La risposta è che, semplicemente, non potevo più esimermi: il nuovo arrivato poteva offendersi per cotanta noncuranza!

    L'inizio è da panico. Monto tutto alle 18.00 e credo di poter buttare un occhio istantaneamente, come faccio col rifrattore, ma la sorpresa è traumatica: red dot ballerino e poco affidabile (capirò dopo il perché: non era registrato a dovere), IL ai limiti della gestibilità, scarsa esperienza con ingrandimenti e campo reale offerto dal pur generoso 24mm 68° fanno sì che passi una ventina di minuti senza vedere un bel nulla.
    Quando finalmente becco una stella (e dico una, faticosamente riconosciuta come Altair), è tutta un ribollire di cuspidi luminose: a 80x è già impossibile mettere a fuoco.

    Mi rassegno, lascio il mak vicino al balcone aperto (a metterlo fuori non mi fido) pregando che il problema sia la termostatazione dello strumento, dato che ho poca dimestichezza con la collimazione e con eventuali problematiche connesse a questo tipo di configurazione ottica.
    Gestisco il resto del tardo pomeriggio e della serata come previsto: prima partita a pallone, poi festa di compleanno di un'amica.

    Ritorno all'una e riprovo: i risultati sono decisamente migliori, anche se l'IL resta mortificante, ma non mi aspettavo niente di meglio da questo punto di vista.
    Prendo confidenza con lo strumento puntando Mirach, salgo di ingrandimenti da 80x a 170x e capisco che non è serata, il seeing è davvero pessimo, tanto che per il resto della serata userò solo il 24mm.
    Ne approfitto per familiarizzare con lo star test (concetto a me quasi del tutto sconosciuto): verifico regolarità, concentricità e similarità degli anelli che si formano sfocando in intra ed extra focale, mentre il seeing impedisce di vedere il disco di Airy… sarà per la prossima volta!

    Provo a puntare la galassia di Andromeda, ma senza successo, allora mi dirotto su Almach: la stella doppia è risolta senza difficoltà e si caratterizza per la principale, gialla e molto luminosa, accompagnata da una secondaria molto più tenue e azzurrognola.

    Resto in zona per tentare la sorte su qualche altro oggetto del cielo profondo e inizio con NGC752. Il grande ammasso si estende per ben 1°15', tanto da non entrare completamente nel campo dell'oculare. L'IL è forte, cosicché si scorgono solo poche stelle, benché il dso sia in realtà ben più ricco: due linee oblique parallele inclinate verso nord-ovest, formate da due gruppi di tre astri ciascuna, terminano la loro corsa in prossimità di un agglomerato di stelle che si dispongono in un'area grossomodo circolare, ma sono comunque a malapena riconoscibili e non quantificabili.
    Poco più su riesco a trovare l'Ammasso a Spirale (M34), pienamente inquadrato dall'oculare, ma, devo dire, piuttosto deludente: si vedono con difficoltà poche stelle, evidentemente le più luminose di un oggetto che ha ben altro da offrire sotto cieli migliori.

    Mi sposto nella costellazione di Orione, ormai pienamente accessibile tra la selva di edifici, e il primo sguardo non può che essere per le sue nebulose (M42-M43): La nebulosa di Orione, a differenza di quanto mi aspettassi, è ben visibile almeno nel suo nucleo più brillante e così pure la nebulosa de Mairan, intuibile attorno alla stella principale.

    Passo poi a NGC1980, un enorme ammasso aperto di cui ammiro soltanto la porzione centrale che si sviluppa attorno ad Hatysa, per quel che permette il campo visivo offerto dallo strumento. In particolare, si riconoscono distintamente quattro stelle disposte ad arco con gibbosità rivolta a sud, che vanno a circondare la bella stella doppia, le due componenti della quale sono ben riconoscibili e connotate da una marcata differenza di magnitudine; diverso è il caso di un altro sistema binario che si trova poco più in basso, HIP 29197 - HIP 26199, le cui componenti sono pressoché equivalenti.

    Un rapido passaggio su altre due doppie della costellazione di Orione, Alnilam (con componenti piuttosto differenti tra loro: una luminosa e bianca, l'altra più tenue e grigiastra) e Mintaka, chiudono la serata, non prima di aver gettato uno sguardo alla Super Luna che ha intanto fatto capolino dietro i palazzi, quando ormai sono quasi le tre: maestosa e accecante, riempie il campo dell'oculare e restituisce presso il terminatore un'immagine contrastata ed esente dalle fastidiosi aberrazioni cromatiche cui il rifrattore mi aveva abituato, anche se il seeing rende comunque la visione turbolenta e non pienamente appagante.

    Ho lasciato mia moglie a letto all'una, dicendole che avrei dedicato giusto una decina di minuti a testare lo strumento… la raggiungo due ore dopo, con ancora un po' di quell'adrenalina che centra in circolo quando muoviamo i primi passi in una nuova avventura.
    Rifrattore acro SW 120/600 e Messier MC 127/1900 su montatura altazimutale ES Twilight I; ES Dobson UL 12"; oculari MaxVision 68° 24mm, AP UWA 16mm, ES 82° 11-8,8-6,7-4,7mm.

  2. #2
    Staff • Moderatore Globale L'avatar di etruscastro
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    Re: Primo approccio col nuovo arrivato: il Sig. Maksutov Gregory Bresser (127/1900)

    beh, l'adrenalina a letto fa bene!
    a parte gli scherzi, ora capisci l'importanza della climatizzazione dello strumento e del seeing, per il primo puoi porre rimedio portando fuori lo strumento per tempo, magari, se puoi, mettilo con il menisco verso il basso e il visual back in alto e senza tappo, così che l'aria calda defluisca con più facilità e velocità verso l'esterno, stessa cosa che ovviamente si può fare con gli SCT.
    per il seeing hai capito anche che avere focali moolto importanti non aiuta, io a differenza di altri non amo questa configurazione, troppo limitante per il seeing, preferisco più i Syntia a 1540mm, anche se a dir la verità, 1900mm quando il seeing c'è, spaccano...a trovarlo però, il seeing in mezzo ai palazzi.

    il report è molto buono, affina la tecnica di osservazione, Almaak è una stella multipla (https://www.astronomia.com/forum/sho...ettembre-2014)) e oltre alla coppia più evidente dovresti vedere anche la terza componente molto più tenue!

  3. #3
    Nucleo Galattico Attivo L'avatar di Angeloma
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    Re: Primo approccio col nuovo arrivato: il Sig. Maksutov Gregory Bresser (127/1900)

    oltre alla coppia più evidente dovresti vedere anche la terza componente molto più tenue!
    Non sapevo che Almaak fosse una stella multipla e ho cercato info dettagliate: la secondaria blu è anch'essa doppia, ma la separazione delle due componenti è ben inferiore al secondo d'arco, al di fuori del potere risolutivo d'uno strumento di soli 127mm (inutile tentare); la primaria è una binaria spettroscopica.
    Devo ricordare di tentare \gamma 1 col 300mm, ma anche con questo siamo al limite, se la separazione è di 0,5" e ci vorrà una nottata di seeing eccellente...

    Per quel che concerne il seeing e il campo visivo ridotto, meno male che c'è l'acro 120/600, ottimo cmplemento al Mak.
    Newton: GSO 303/1500; 150/1400; Bresser NT-150L Hexafoc - Mak: Sw 127/1540 BD; VMC11OL - rifrattori: 50/600; 70/350; ETX70 AT; 70/700; 77/910; 90/500.

  4. #4
    Gigante L'avatar di Richard1
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    Re: Primo approccio col nuovo arrivato: il Sig. Maksutov Gregory Bresser (127/1900)

    Ciao Giova84, e grazie per la bella esperienza che hai condiviso.
    Da totale novizio ho una domanda da fari: leggo che avevi già un rifrattore SW 120. Come mai la decisione di comperare un 127/1900? Planetario e stelle doppie? E il rifrattore deepsky?
    Grazie
    Celestron C11 su Eq6 R, Celestron CPC 800, SW Mak 127/1500 su Eq3-2.

  5. #5
    Sole L'avatar di Giova84
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    Re: Primo approccio col nuovo arrivato: il Sig. Maksutov Gregory Bresser (127/1900)

    beh, l'adrenalina a letto fa bene!
    se non fosse che la consorte era tra le braccia di Morfeo da un paio d'ore...manco le cannonate!

    mettilo con il menisco verso il basso e il visual back in alto e senza tappo
    non ci avevo proprio pensato: ottima soluzione!

    Per il resto, in parte sapevo a cosa andavo incontro e sicuramente quella non sarà la postazione abituale di osservazione col makkino: già sono in trattativa per affittare il terrazzo di @alextar!


    @Richard1 hai centrato il bersaglio. Il rifrattore è stato un regalo e il primo fedelissimo compagno per entrare nel mondo dell'astronomia visuale. All'inizio volevo farci tutto, ma le aberrazioni cromatiche di cui soffre a ingrandimenti medio-alti (già intorno ai 100x si fanno sentire) ostacola, se non preclude, qualsiasi tentativo di hi-res. Col tempo ho imparato a capirne i limiti e ad apprezzarne i pregi: ci faccio anche discretamente deep sky, basta che leggi qualche mio report, ma col giusto oculare sul rich-field è impagabile!
    A mo' di esempio, ti posto un estratto di un mio report di questa estate, che rappresenta l'apice da me raggiunto in questo tipo di osservazioni:

    L'esordio di serata a Gallo è da paura: nel puntare la nebulosa Laguna inquadro contemporaneamente, nell'enorme campo offerto dal 24mm (quasi 3° CR) munito di UHC, le nebulose Laguna e Trifida e gli ammassi aperti NGC6530, M21, NGC6546 e Cr367. Una visione da togliere il fiato! Resto ad ammirare lo spettacolo oltre il tempo che solitamente dedico a ciascun oggetto, fregandomene di essere già in ritardo sul programma: sono consapevole che già solo quello giustificava l'uscita fuori porta con annesso imprevisto.
    La componente nebulare di M8 è piuttosto evidente in due nuclei più luminosi, uno attorno a NGC6530, l'altro alla doppia Sgr9, posta subito a ovest e già risolta nel 24mm. NGC6530 si presenta come un piccolo e luminoso agglomerato di stelle piuttosto luminose, che si organizzano in un nucleo molto denso e una fascia esterna più rada. La nebulosità della Trifida, invece, appare attorno alle due più basse stelle principali che compongono il relativo ammasso aperto. Cr367, si configura come un ammasso aperto di dimensioni discrete (40'), di cui si contano nove componenti principali, disposti a formare una sorta di “h” in stampatello minuscolo rovesciata, e pochi altri astri secondari attorno.


    Il makkino, quindi, si integrava alla perfezione col rifrattore, seguendo uno sogno che individua il seguente come schema di configurazione ottica per me ideale (da puro visualista):
    -acro F5 per il rich field;
    -mak per planetario e stelle doppie;
    -dobson per il deep sky.

    ...manca ancora un tassello...vero @Gitt?
    Ultima modifica di etruscastro; 06-12-2017 alle 10:29 Motivo: modifica quote
    Rifrattore acro SW 120/600 e Messier MC 127/1900 su montatura altazimutale ES Twilight I; ES Dobson UL 12"; oculari MaxVision 68° 24mm, AP UWA 16mm, ES 82° 11-8,8-6,7-4,7mm.

  6. #6
    Gigante L'avatar di Richard1
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    Re: Primo approccio col nuovo arrivato: il Sig. Maksutov Gregory Bresser (127/1900)

    Grazie per la delucidazione. Davcero avvincente leggere il tuo post sul deep sky. Io ho uno strumento simile al tuo ma con un po'meno focale (127/1500). Mi conforta che tu abbia scelto un 127 mm per il planetario! Il nostro Etruscastro sa bene che io sono sempre alla ricerca (insensata) di aperture più grandi, e mi sarei subito buttato sul Mak 180/2700. Mi hanno detto che si chiama strumentite...
    Celestron C11 su Eq6 R, Celestron CPC 800, SW Mak 127/1500 su Eq3-2.

  7. #7
    Sole L'avatar di Giova84
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    Re: Primo approccio col nuovo arrivato: il Sig. Maksutov Gregory Bresser (127/1900)

    Brutta malattia la strumentite...primo o poi colpisce ogni astrofilo che si rispetti!

    Per quanto riguarda il diametro, beh, la scelta è stata prima di tutto economica: salire di livello significava non solo spendere di più per l'OTA, ma anche dovermi allineare a livello di montatura, e lì sono mazzate!

    Credo che o si hanno disponibilità economiche ampie o si punta tutto su quel tipo di configurazione, altrimenti alzare l'asticella diventa dura.

    In ogni caso, ho letto solo buone recensioni in giro sullo strumento e sulle sue performance su stelle doppie e planetario (ma anche nel deep dovrebbe difendersi), per cui la decisione è stata presa senza indugi...godiamoci i nostri makkini!
    Rifrattore acro SW 120/600 e Messier MC 127/1900 su montatura altazimutale ES Twilight I; ES Dobson UL 12"; oculari MaxVision 68° 24mm, AP UWA 16mm, ES 82° 11-8,8-6,7-4,7mm.

  8. #8
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    Re: Primo approccio col nuovo arrivato: il Sig. Maksutov Gregory Bresser (127/1900)

    Grande Giova! Hai proprio ragione su tutto.
    Cambiare montatura fa male al portafoglio, ma anche alla schiena. Non mi ci vedo a trasportare una eq6 (degno sostegno per un mak 180) ogni giorno anche solo camera-balcone.
    Celestron C11 su Eq6 R, Celestron CPC 800, SW Mak 127/1500 su Eq3-2.

  9. #9
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    Re: Primo approccio col nuovo arrivato: il Sig. Maksutov Gregory Bresser (127/1900)

    Giova quando provi il planetary 5 mm sul Mak fammelo sapere.. saresti a 380x. Io mi sono comprato stamattina una barlow 2x da provare col mio mak sotto l oculare da 8 mm.. lo userò una volta ogni 30 anni ma volevo togliermi lo sfizio.
    Celestron C11 su Eq6 R, Celestron CPC 800, SW Mak 127/1500 su Eq3-2.

  10. #10
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    Re: Primo approccio col nuovo arrivato: il Sig. Maksutov Gregory Bresser (127/1900)

    Citazione Originariamente Scritto da Giova84 Visualizza Messaggio
    ...manca ancora un tassello...vero Gitt?
    Concordo, un "tassellone" per essere più precisi!

    La "triade capitolina" formato da acro aperto, mak 127 e dobson è stata per molto tempo anche un mio miraggio.

    Poi mi sono reso conto che l'acro aperto (parlo per il 102/500 che avevo io) si sovrapponeva ed era surclassato dal dobson nelle uscite osservative sotto cieli bui, mentre da cieli suburbani non rendeva perchè a bassi ingrandimenti - il suo punto di forza - mostrava cieli troppo rovinati e salendo il cromatismo diventava insopportabile.

    Come risultato, l'ho venduto a settembre.

    Il Mak mi tenterebbe, ma l'utile recensione di Giova, con i lunghi tempi di acclimatamento, mi frenano non poco nell'acquisto: il tele sarebbe usato dal balcone di casa, ma troppo spesso non ho il tempo di metterlo al freddo ore prima, né osserverei a notte fonda, quindi l'usabilità ne verrebbe non poco limitata.
    Dobson RPAstro 16"/f4,5 | Oculari: Hyperion 21/68°, ES 14-11-8,8-6,7/82°, Planetary ED 5-3,2/60° | Barlow: Meade APO 140 2x | Filtri: Astronomik UHC e O-III

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