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  1. #11
    Staff • Moderatore Globale L'avatar di Red Hanuman
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    Re: Red Shift Cosmologico – Ma perché?

    Citazione Originariamente Scritto da Maurizio_39 Visualizza Messaggio
    @Alessbonsai


    @Red Hanumann


    Questa ultima considerazione la considero più comprensibile, anche se non mi sarei mai aspettato un viaggio in ...controcorrente. La perdita di energia giustifica la variazione di frequenza, sulla base della legge di Planck e del legame .

    La spiegazione di Alessbonsai mi è un po' più ostica.
    Sono a conoscenza dell'influenza della gravità sulla traiettoria dei fotoni, in considerazione del dualismo massa/energia, non dell'influenza sulla loro energia. Ma, essendo la Relatività Generale un argomento che conosco molto superficialmente, non faccio fatica a prenderne nota.
    Grazie dei chiarimenti.
    Tieni presente che stiamo dicendo la stessa cosa. L'andare "controcorrente" del fotone dipende dal fatto che l'espansione dell'universo altera la geometria dell'universo stesso, in senso simile (ma sicuramente non identico) alle deformazioni dello spazio - tempo attuate da una massa.

  2. #12
    Gigante L'avatar di Gaetano M.
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    Re: Red Shift Cosmologico – Ma perché?

    @Maurizio_39 In questo articolo di Astronomia.com si parla anche di Red Shift e, devo dire, mi ha risolto qualche dubbio:
    https://www.astronomia.com/2011/08/1...anza%E2%80%A6/
    Ci sono commenti di @Red Hanuman e, anche, miei (semplicemente Gaetano)

  3. #13
    Nana Bruna L'avatar di Maurizio_39
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    Re: Red Shift Cosmologico – Ma perché?

    Comunque, leggendo qua e la, mi viene da concludere che in tema di Cosmologia siamo ancora abbastanza in alto mare.
    Tanto per fare un esempio, la costante di Hubble, che mi risulta essere determinante nell’impostazione delle teorie sull’espansione dell’universo, è tutto un programma.
    Basta leggere l’articolo di M.Capaccioli del 1987 per rendersi conto dell’estrema indeterminazione che ancora esiste sul suo reale valore.
    E’ comprensibile che inizialmente, a causa della inadeguata strumentazione, sia stata stimata pari a circa 500 km s-1 Mpc-1 e successivamente ridotta a 100. Poi nel 1970 con Sandage & Co., a seguito di una radicale revisione degli “indicatori di distanza”, venne portata a 50. Poco dopo De Vancouleurs fece una successiva revisione e la riportò a 100.
    Sembra che siano nati due partiti: quello della “scala lunga” e quello della “scala corta”. Con la messa in orbita del l’HST si è pensato di poter dirimere la questione, almeno in linea generale, e si è collocato il valore di tra 30 e 60, con un valore più probabile ovviamente di 45.
    Questo valore però è accettato con diffidenza da tutta una corrente di ricercatori che invece lo collocherebbe attorno a 85.
    Sembra che molta indeterminazione nasca dalla controversia sorta attorno ai quasar, su cui gli astronomi fanno un forte affidamento per la risoluzione definitiva del problema.
    Ma su questi, tra gli astronomi extragalattici, si sono create due opposte fazioni: gli attendisti che si aspettano una risposta nelle teorie emergenti in un prossimo futuro e gli altri che affermano esserci un errore nelle stime delle distanze dei quasar.
    Negli ultimi decenni il concetto di universo in espansione e tutta la teoria del Big Bang, afferma nel suo articolo Capaccioli, si fonda sulla relazione red shift/distanza e se si insinuasse il concetto che il red shift dei quasar ci sta ingannando, significherebbe mettere tutto in dubbio.
    Il fatto è che ci sono evidenze di quasar che sembrano collegati da ponti di materia a galassie relativamente più vicine, Ad es. già nel 1971 H.C.Arp pubblicò una foto della galassia a spirale NGC 4319, ripresa al telescopio del Monte Palomar, annunciando che si poteva vedere un ponte “luminoso” gettato tra la stessa ed un quasar annidato tra i suoi bracci. Nel 1982 lo stesso Capaccioli produsse un’analisi quantitativa digitale di tutte le fotografie riprese fino ad allora di questo oggetto. L’analisi, elaborata presso il Jet Propulsion Laboratory della NASA confermava non solo l’esistenza reale della connessione, ma sembrava che questa addirittura proseguisse fino al nucleo.
    https://rinabrundu.files.wordpress.c...arian-2051.pdf

    Ovviamente il mio è un "sentito dire" anzi…lèggere, ma per la mia mentalità tecnica ci vedo troppe incognite.
    Cieli bui e sereni.

  4. #14
    Gigante L'avatar di Gaetano M.
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    Re: Red Shift Cosmologico – Ma perché?

    Oggi siamo a due tipi di calcoli per calcolare il Red Shift che si differenziano di circa il 10% e stanno cercando di capire il perché.
    http://www.lescienze.it/news/2018/05...logia-3968984/
    Io, da appassionato, posso solo tenermi informato, scegliendo da che parte stare,
    Se facciamo la storia partendo da un valore di 500, quando la notizia era che l'universo si sta espandendo (mi pare che hanno preso il Nobel per questo)...

  5. #15
    Nana Bruna L'avatar di Maurizio_39
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    Re: Red Shift Cosmologico – Ma perché?

    Se facciamo la storia partendo da un valore di 500, quando la notizia era che l'universo si sta espandendo...
    Hai ragione, ma se non potessimo affidarci ai quasar per le distanze superiori alla profondità ove ancora sono utilizzabili gli altri "indicatori", dovremmo solo confidare che l'estrapolazione sia valida per le distanze maggiori, le quali, da un certo punto di vista, sono forse le più interessanti.

    P.S. L'articolo a cui mi hai indirizzato:
    https://rinabrundu.files.wordpress.c...arian-2051.pdf
    sembra veramente molto interessante e chiarificatore. Grazie.
    Ultima modifica di Maurizio_39; 28-05-2018 alle 19:54 Motivo: Aggiunto P.S.

  6. #16
    Nana Bruna L'avatar di Maurizio_39
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    Re: Red Shift Cosmologico – Ma perché?

    @Gaetano M.
    due tipi di calcoli per calcolare il Red Shift che si differenziano di circa il 10%
    Stavo rileggendo l'articolo che mi hai segnalato e mi sono accorto che la situazione e ben più critica:
    i ricercatori stimano che c'è una possibilità inferiore allo 0,01 per cento che la discrepanza sia dovuta al caso.
    ?

    P.S. A proposito mi sono accorto che l'articolo che mi hai inviato con la risposta #12 non è quello che ho poi riallegato io. Scusa la disattenzione.
    Ultima modifica di Maurizio_39; 29-05-2018 alle 17:54 Motivo: Aggiunto Tag

  7. #17
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    Re: Red Shift Cosmologico – Ma perché?

    @Maurizio_39 Da quello che ho capito la differenza tra i due valori (circa il 7%, 67 contro 72 ) non è all'interno degli errori stimati e quindi, il problema è capire chi sbaglia. Se, però, nessuno sbaglia, la spiegazione potrebbe essere molto interessante, quando la troveranno.

  8. #18
    Nana Bruna L'avatar di Maurizio_39
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    Re: Red Shift Cosmologico – Ma perché?

    ...non è all'interno degli errori stimati
    Siamo fuori del ??

  9. #19
    Gigante L'avatar di Gaetano M.
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    Re: Red Shift Cosmologico – Ma perché?

    Il mio riferimento era all'errore connesso con qualsiasi tipo di misura. Se ho un orologio che segna i secondi, la mia precisione nel misurare il tempo non sarà mai superiore al secondo. Mentre il sigma a cui fai riferimento è dato dall'affidabilità del risultato... e qui mi fermo.

    Anzi aggiungo quest'articolo che qualcosa spiega: http://www.lescienze.it/news/2012/07...higgs-1164438/

  10. #20
    Nana Bruna L'avatar di Maurizio_39
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    Re: Red Shift Cosmologico – Ma perché?

    Credo comunque che in questo tipo di misure ci sia sempre una valutazione statistica di più risultati, non credo che ci sia solo l'errore di lettura.
    Ai tempi miei, alla Facoltà di Fisica sperimentale dell'Università di Roma, gli studenti alla lettura di uno strumento analogico (nonio, calibro, termometro, amperometro, ecc), aggiungevano sempre "più o meno mezza tacca".
    Oggi mia figlia si scandalizza perché si dice "più o meno mezza divisione"!

    Ti ringrazio per l'articolo ma già conoscevo l'argomento.
    Ultima modifica di Maurizio_39; 30-05-2018 alle 19:25 Motivo: Correzione

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