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    San Giorgio Morais 190 f/15 vs Officina Stellare apo 150 f/8

    Ieri sera dopo aver valutato che il meteo avrebbe (finalmente) collaborato, ci siamo incontrati in abbazia Mirasole per confrontare il San Giorgio diaframmato (e non) a 150 mm (diventando un f/19) con l'Officina Stellare 150 f/8 "sociale", target Luna, Giove e Saturno fino a circa la mezzanotte (ora locale).

    Come sempre in base agli oggetti osservati la correzione "particolare" dei colori del San Giorgio aveva i suoi pro e i suoi contro (esteticamente parlando), peccato che il seeing era sul fetente andante (antoniadi IV con qualche breve periodo di III, si doveva avere pazienza ad aspettarlo), nonostante la visione "calda" dell'acro rispetto a quella neutra dell'apo (su Giove le bande erano bianco crema nel primo e bianche e basta nel secondo, idem con la Luna), ho notato (al netto del seeing variabile) grossomodo gli stessi dettagli come la differenziazione in fasce di tonalità diverse della calotta nord (ovvero sezionamento della NTZ ad opera della NTB, della NNTZ e NNTB e della NPR), il numero di "onde" su NEB e SEB (su questa visibile un ovalino scuro), poi, puntata la Luna, l'unico craterino visibile (ad intermittenza) sul fondo di Plato, provate stesse osservazioni in torretta, massimi ingrandimenti utilizzati 200x sull'apo e 285x sull'acro (su questo per i confronti ci siamo limitati tra i 190x di un 15 mm e i 228x di un 12,5 mm), come detto abbiamo osservato anche Saturno dopo le 23:30 ma a parte la soddisfazione estetica era troppo basso e turbolento, sugli anelli visibile solo la cassini (comunque chiarissima), sul globo visibile la NEB (piu scura) che divideva la EZ dalla NTZ (entrambe piu chiare).

    Tutti abbiamo concordato che l'immagine piu gradevole e soprattutto rilassante era quella del San Giorgio, maggiore facilità di messa a fuoco (ancor di piu in versione diaframmata ad f/19), percezione di stabilità del fuoco a fronte dell'immagine piu "nervosa" dell'Officina Stellare, devo dire però che a me la Luna (per quanto piu "nervosa") è piuaciuta di piu nell'apo, preferendo maggiormente il bianco argenteo che restituiva, mentre sui pianeti decisamente preferibile il San Giorgio.
    In pratica, ho provato le stesse sensazioni dei confronti tra il 76/1400 mm e l'apo 80/480 mm (praticamente dei cercatori al confronto di questi bestioni) fatti tempo fa, parlando di sensazioni potrei confermare pari pari quanto scrissi in detti confronti...

    03/12/2017
    Ieri sera ho messo alla prova il 76/1400 mm facendo lo slalom tra le velature, su un po di ammassi aperti e di doppie, prima cosa che ho notato su questi è la quasi totale mancanza di curvatura di campo, coma, sferica o astigmatismo, in pratica le classiche capocchie di spillo fino ai bordi.

    Mi sono accentrato sui tanti ammassucoli presenti nei d'intorni di cassiopea, NGC 457 ngc 663 e ammasso Freccia (hyp zoom ad 8 mm, 175x fov 23'), poi il doppio nel perseo i quali stavano giusti giusti nel plössl 32 mm (44x e FOV 65') questo merita una menzione speciale, è la prima volta che riesco ad osservarlo così ovvero tutto nel campo a 44x, visto che con il newton 200/1650 mm è impossibile osservarlo nella sua interezza qualsiasi oculare si usi (max FOV 40'), con l'apo 80/480 mm per osservarlo nella sua interezza con lo stesso campo di circa 65', devo osservarlo ad 80x (waler zoom a 6 mm), la differenza è quindi nella "luce", col 76 mm (complice anche la sua correzione del colore "virata" sul giallo-rosso), mi restituiva quattro stelline nel campo di un rosso vivido di un giallo deciso le cinque piu luminose e le altre piu piccole di un bel bianco crema (comunque tonalita "calda" visibile), nell'80ino complice anche l'ingrandimento praticamente doppio i colori erano meno saturi, le "piccole" però erano di un bianco neutro, ve ne sono tre piccolissime che danno sul celestino tenue e le cinque maggiori che col 76 mm vedevo gialle, qui sono di un bianco crema, mentre le quattro rosse qui sono abbastanza slavate dando piu sull'ocra/aranciato che sul deciso rosso del 76 mm, portando l'80ino a 40x (hyp zoom a 12 mm, con campo di 1,5°) i colori si fanno ben piu vividi e fedeli, ma comunque rimane la tonalità piu "fredda" rispetto al 76 mm e soprattutto a questo ingrandimento la curvatura di campo si fa sentire (ingrandendo un po le stelle) già dai 3/4 di campo.
    Ho provato anche con le Iadi ma sono troppo estese non rendono come neli'80ino col suo campo da binocolo (12x e quasi 6° di campo con TMB 40 mm), mentre sulle Pleiadi, la differenza di correzione del colore dei due strumenti salta all'occhio, col 76 mm e l'oculare 32 mm ci stanno giuste giuste (ma giuste), tanto per intenderci Taygete, Celaeno ed Electre da una parte e Peione ed Atlas dall'altra quasi toccano il bordo del campo e le sette principali come colore danno sul celestino, sull'80ino a 40x (campo 1,5°) invece ci stanno molto piu comode e di un deciso colore azzurro oltre ad essere perfettamente puntiformi essendo ancora nel campo corretto (aka non sbananato).

    Per le (poche) doppie che ho osservato (le piu "alte" vista la Luna piena) mi sono orientato su separazioni medio-facili con magnitudini relativamente bilanciate utilizzato GO 6 mm (233x FOV 10/11'), ho puntato SAO23763 (sep, 12", 5ª e 6ª mag circa) nel Perseo sdoppiandola senza problemi le due stelline, poi sempre nel Perseo SAO56095 (sep, 8,6", 7ª e 8ª mag circa) anche questa senza problemi, la primaria nonostante l'ingrandimento dava su un bel giallo, poi son finito in Andromeda su SAO37481 due stelline di mag 8,6 ed 8,8 separate di poco piu di 5", un po al limite per la serata (ma abbastanza lontane dalla Luna), sdoppiate anche queste senza particolari problemi, anche se il cielo era slavato, il seeing era particolarmente buono, forse mi sarei dovuto tenere come scorta qualche doppia ben piu al limite, sarà per la prossima volta.

    Per finire una veloce occhiatina alla Luna, solo nella zona del polo sud dove qulche ombra si vede ancora, mi sono concentrato sulla zona di Clavius, Blancanus, Cysatur, Moretus, donandomi una visione ben incisa a 175x ed anche a 233x (anche se un po giallina), per confronto l'80ino mi da una Luna di un bianco neutro (seppur tendente al "caldo") anche a 240x (naglerino a 2 mm).

    Ultima nota, mentre col 76 mm ad alti ingrandimenti la messa a fuoco è sempre facile, con l'80ino la riduzione è necessaria, a partire dai 120x è utile ma non fondamentale dai 160x in poi ci si mette un'attimo a superare il punto di fuoco se non si usa la riduzione.

    09/12/2017
    Ieri sera con seeing medio andante sullo scarso (antoniadi III con periodi di IV) ho puntato un po di doppie via via piu strette fino ad arrivare ad Alnitak (ζ Ori), perseus mi dà la principale di 1,88 e la secondaria di 3,69 separazione circa 2,2" per il seeing presente era il massimo a cui si poteva aspirare, con entrambi rispettivamente a 240 e 233x (80ino+zoom a 2 mm e 76 mm+GO 6 mm) sdoppiate con fatica, si vedavano separate solo nei periodi piu "calmi" altrimenti si vedeva il classico "8", salvo nei momenti peggiori dove proprio si "mischiavano". penso che per arrivare al loro limite nominale sia necessario almeno un seeing II stabile.

    Appunto sui "colori", mentre nell'80ino le due erano di un blu piu o meno della stessa tonalità (al netto della diversa luminosità), il 76 mm mi dava la principale celestina e la secondaria bianco freddo, dando esteticamente un bello stacco di colore, ipotizzo che ciò sia dovuto alla luminosità della primaria (penso sia la prima stella blu sotto la mag 2 che ho osservato col 76 mm ed infatti cominciava a far apparire un evanescente ed ampio alone blu/indaco dovuto alla correzione particolare dell'acromatico, che corregge molto bene il giallo ed il rosso, lasciando "andare via" completamente il blu) che mi ha permesso di apprezzare parte della componente blu.
    Poi come sempre sulle doppie ad alti ingrandimenti, sul corto (tanto piu con il seeing medio/scarso) è assolutamente necessario fare il fuoco con cura, a differenza del lungo il quale permette correzioni del fuoco ben piu rare.

    Relativamente alla "sensibilita" al seeing tra rifrattori "lunghi" e "corti" di cui si parla tanto, a parità (o quasi 192x vs 175x e 240x vs 233x) d'ingrandimento il tremolio che vedo nell'80ino lo vedo anche nel 76 mm, la differenza è che nel corto devo ritoccare il fuoco piu spesso rispetto al lungo, forse è da quello che deriva l'impressione di maggiore stabilità dell'immagine di quest'ultimo, impressione che istintualmente ho avuto anche io, ma facendoci attenzione e passando piu volte da un oculare all'altro, come ho già detto, con seeing medio-scarso come trema la stellina in uno così trema nell'altro, idem con la Luna, non mi è sembrato di scorgere differenze sostanziali di microdettaglio.
    Una particolarità, col San Giorgio abbiamo puntato (a piena apertura e medio ingrandimento) la bianchissima Vega la quale era avvolta dal un ampio alone blu/indaco, a dimostrare ancora una volta la particolare correzione del colore (Cde ancora piu spinto rispetto ad un "normale" Cde, proprio come richiesto dal De Mottoni quando lo commissionò, che lo volle ottimizzato per l'osservazione di Marte) che di fatto non corregge il blu, il quale risulta un bel po fuori fuoco, anche per questo (rapporto focale a parte) per trovare il "classico" cromatismo, vanno puntati target luminosi e scendere di ingrandimento (P.U. dal millimetro in sù), ma quando lo si riesce a far apparire, questo è molto piu esteso dell'alone violetto dato da un classico ocromatico.


    NOTA:
    Gli acronimi presenti nel testo relativi a Giove e Saturno si riferiscono alla nomenclatura normata nella sezione Pianeti del sito UAI.

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    Ultima modifica di Angelo_C; 24-06-2018 alle 12:29

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