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    Nana Rossa L'avatar di Save
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    Lightbulb Recensione Maksutov-Cassegrain Bresser Messier 127/1900

    Salve a tutti, di seguito vi riporto la mia personale recensione del telescopietto in oggetto.


    Specifiche tecniche:

    Marca: Bresser
    Schema ottico: Maksutov-Cassegrain
    Diametro: 127 mm
    Lunghezza focale: 1900 mm
    Rapporto focale: f/15
    Ostruzione: 31%

    Ottica: nonostante inizialmente non simpatizzassi particolarmente per questo schema ottico, dopo averlo provato mi sono dovuto ricredere. La qualità ottica è notevole e questo non deve stupire per un duplice ordine di ragioni: in primo luogo perchè tutte le superfici ottiche sono sferiche, dunque meno difficili da lavorare rispetto a superfici paraboliche o iperboliche; in secondo luogo in virtù del rapporto focale elevato, ragione per cui ho preferito il modello Bresser rispetto all'analogo Sky-Watcher. Lo star test infatti non denota particolari aberrazioni e le stelle a fuoco hanno l'aspetto di dischetti abbastanza corpulenti; ciò è dovuto all'ostruzione medio-alta dello strumento. Inoltre si può scorgere un primo anello di diffrazione abbastanza marcato, contorniato da un ulteriore anellino più debole, più o meno visibile a seconda della magnitudine della stella e della qualità del seeing. Possiamo affermare che le caratteristiche menzionate hanno come diretta conseguenza che l'osservazione delle stelle doppie non sia la specializzazione di questo telescopio, soprattutto per le coppie più strette. Tuttavia l'assenza di aberrazioni ed il buon diametro rendono piacevole anche tale genere di osservazioni, offrendo altresì una buona saturazione dei colori delle stelle. L'ingrandimento massimo del telescopio a mio giudizio si attesta sui 211x, raggiungibili con un oculare da 9 mm: questo ingrandimento è sfruttabile in un buon numero di serate e non determina il degrado dell'immagine, purchè il seeing sia discreto. Ma sono sicuro che specialmente sulla Luna, in condizioni di seeing ottimali, si possano osare anche maggiori ingrandimenti. Stando così le cose, è evidente che il telescopio permette di spingere molto con gli ingrandimenti in relazione al diametro, manifestando così la sua vera vocazione: l'osservazione lunare e planetaria. Sulla Luna in particolare è riuscito a sfoderare delle prestazioni a mio parere eccezionali, mostrando dettagli davvero molto fini. Sui pianeti è stato pure in grado di mostrare tutti i principali dettagli osservabili anche in condizioni di seeing mediocre, tra cui le bande atmosferiche e la Grande Macchia Rossa di Giove e la Divisione di Cassini di Saturno. Certo, dove fa veramente la differenza sono i dettagli altamente contrastati, mentre su quelli di basso contrasto l'ostruzione inizia a farsi sentire. Un particolare importante da menzionare è l'apocromaticità delle ottiche, che non introducono nessun residuo di aberrazione cromatica negli oggetti osservati.


    Meccanica: la culatta del telescopio è in plastica e può essere rimossa per mezzo di tre viti, dopo aver smontato la manopola di messa a fuoco; sotto di essa giace la cella dello specchio primario, in metallo. Sulla culatta è presente un filetto femmina Schmidt-Cassegrain su cui ho inserito un adattatore T2, in modo da avvitarci il diagonale prismatico Baader. Il risultato finale è perfetto, poichè riduce al minimo la lunghezza del treno ottico ed assicura la massima stabilità. Sulla culatta sono inoltre presenti tre gommini removibili, sotto ai quali si trovano le tre coppie di viti di collimazione dello specchio primario. La rotazione dell'apposita manopolina metallica permette la messa a fuoco mediante spostamento dello specchio primario: il movimento è estremamente delicato e fluido e non mi è mai capitato che si verificassero slittamenti accidentali o oscillazioni del primario. Sempre sulla culatta ho sostituito la basetta del cercatore con una universale a passo Sky-Watcher/GSO. Il tubo del telescopio è molto robusto e si percepisce che non si deforma al tatto; tra l'altro la verniciatura è ottima, si vede che ne sono state date mani sufficienti per evitare che il telescopio si rovini facilmente. Solidale al tubo è la barra a coda di rondine a passo Vixen, che pur non essendo in metallo pieno svolge correttamente la sua funzione. Ho sempre odiato questa soluzione, perchè ti costringe a tenerti una slitta tutta segnata dai ripetuti serraggi a vite della montatura, a meno di non volere aprire il telescopio per sostituirla. La Bresser evidentemente ha pensato ai maniaci come me, applicando una barretta metallica sostituibile da uno dei lati della barra, svitabile per mezzo di due viti. La cella metallica del menisco è una parte a sè stante, che si avvita direttamente sul tubo del telescopio. Il menisco presenta un trattamento antiriflesso con dominanti porpora e verde smeraldo; in questo schema ottico il centro del medesimo viene alluminato per ricavare lo specchio secondario, attorno al quale vi è un paraluce conico che assicura l'esatta convergenza della luce dal primario al secondario, purtroppo aumentando al contempo il complessivo fattore di ostruzione. L'opacizzazione interna del tubo è di buon livello, anche grazie al fatto che il tubo interno non è liscio, bensì ha una rigatura molto fitta: questa, unita ad una verniciatura nero opaco, impedisce il formarsi di riflessi. Faccio presente che tutta la viteria dello strumento non è metrica ma imperiale, quindi vi serviranno chiavi a passo in pollici.


    Utilizzo: sempre fedele alla montatura altazimutale, ho montato il telescopio sulla Sky-Watcher AZ4 con treppiede in acciaio, sulla quale per dimensioni calza veramente a pennello e si può osservare senza problemi sia lo zenit che l'orizzonte. I tempi di smorzamento delle vibrazioni sono minimi ed i tremolii causati dal classico colpetto si assestano in circa due secondi. Se la stabilità è perfetta, non altrettanto può essere detto della fluidità dei movimenti; ciò è inevitabilmente dovuto alla scarsa lunghezza del telescopio, che non permette di esercitare una leva sufficiente ad assicurare un movimento armonico. Quindi soprattutto nel movimento in altezza in certi momenti si procede un po' a scatti e bisogna acquisire una certa manualità per ovviare a tale fastidio. Uso questo telescopio principalmente dal balcone di casa per osservazioni serali, soprattutto per osservare quegli oggetti come la Luna ed i pianeti che difficilmente l'osservatore del cielo profondo si prende la briga di guardare, a causa del tempo e della fatica necessari per prepararsi all'osservazione con grossi telescopi. La sessione osservativa trascorre con sufficiente comodità. La seduta è abbastanza bassa e di altezza variabile in ragione dell'altezza dell'astro osservato, tuttavia con un set di tre sgabellini domestici ripiegabili riesco a coprire tutte le possibili inclinazioni. Non mi stancherò mai di ripetere quanto è bello osservare rimanendo seduti e quanto ne trae giovamento la capacità di discernere dettagli al limite. I tempi di acclimatamento sono notoriamente il difetto dei telescopi a tubo chiuso ed anche quello in mio possesso non fa differenza: a seconda della differenza termica da colmare ci può volere da una mezz'ora ad un'ora per raggiungere l'acclimatamento. Pur essendo al di sopra della linea di luce dei lampioni, un paraluce è d'obbligo per schermarsi dalle luci parassite, soprattutto quando il telescopio ha una lente frontale che potrebbe rifrangerle. Inoltre il paraluce difende anche dall'umidità, onde evitare appannamenti. Un difetto del telescopio consiste nel suo essere progettato per operare verticalmente, nel senso che la barra a coda di rondine deve venire a trovarsi sotto all'oculare: in tali condizioni la manopolina di messa a fuoco si viene a trovare comodamente sulla destra rispetto all'oculare, mentre il cercatore alla sinistra alla giusta altezza. Invece se montate il telescopio in una montatura con aggancio laterale, come la AZ4, ruotandolo quindi di 90° a sinistra, la manopolina viene a trovarsi proprio sopra il diagonale mentre il cercatore addirittura quasi sotto il telescopio. Alla fine ci si abitua alla posizione scomoda della manopola di messa a fuoco, mentre per il cercatore il problema può essere risolto per mezzo di un cercatore ottico angolato a 90° e ancora più facilmente con un cercatore a proiezione. In proposito ho optato per il Rigel Quickfinder, perfettamente proporzionato alla stazza del telescopio.


    Trasporto, montaggio, ingombro: ovvero i punti di forza del telescopio. Le dimensioni dello strumento sono molto contenute, così come il peso, di conseguenza basta sistemarlo in una valigetta e può essere trasportato a mano senza problemi. Per non parlare poi del montaggio, che richiede delle tempistiche cortissime. Per casa è il prototipo del telescopio mordi e fuggi, con l'unico neo dei tempi di acclimatamento. Nei periodi di intensità osservativa tengo il telescopio in casa, nella valigetta sotto la montatura, quindi lo spazio d'ingombro richiesto è unicamente quello del treppiede; invece nei periodi in cui per le più svariate ragioni non osservo porto tutto in soffitta.

    Cieli Sereni

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    Ultima modifica di Save; 13-06-2019 alle 01:20

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