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    Meteora L'avatar di andstar
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    Dal secondo piano col binocolo

    Ciao,
    mi permetto di condividere l'esito di una serata dal secondo piano con un binocolo 15x70 su cavalletto. Spero sia di gradimento.


    Antefatto: un paio di sere fa, cielo orrendo, vagavo pigramente nella zona sud del Cigno alla ricerca di qualche doppia. Quando la visibilità fa schifo, le doppie sono l'unica consolazione: i cluster sono infatti mortificanti, le nebulose inesistenti. Mi metto a caccia di 79 Cyg, che tengo annotata a matita col numero di Flamsteed sul mio pocket atlas (è parte di un programma osservativo che ho preso dall'Astronomical League).

    La ricerca è sempre un fatto molto divertente col binocolo; si fa con una tecnica banale ma con nome vagamente fantascientifico: star-hopping. In pratica si seguono i puntini come in un gioco enigmistico partendo da stelle note e più visibili, e tenendo conto sommariamente dell'ampiezza del campo visuale.

    Parto da Deneb, quindi, e scendo fino a beccare la coppia σ e τ, quindi un po' più giù verso un avvallamento delimitato da 70 72 e 74. Stesso fov leggermente a sud trovo l'obiettivo. Carina e di facile risoluzione, essendo composta da una 6 e una 7 a circa 150'' di separazione. Mentre me la guardo, torno un attimo sull'atlante e mi accorgo che di fianco c'è un puntino più o meno di settima mag indicato così: "(c)".

    Cerco la legenda delle abbreviazioni. Non la trovo, visto che sono anche lievemente impedito nei movimenti, col cavalletto quasi addosso, gli occhiali sulla fronte, la maglia in testa, la matita fra le labbra. Insomma un presepio. Termino la magra sessione con insoddisfatta curiosità.

    La mattina dopo, intento ad occupazioni tipicamente propedeutiche alla giornata, invece "di leggere Dostojevski" (cit. Il Grande Freddo), scorro le pagine iniziali dell'atlante e mi imbatto dopo un po' nel seguente periodo: "For a special observing treat, try hunting down some of the 55 carbon stars identified by (c)... Their vivid red hue can be quite striking in a large amateur telescope."

    Ora, un grande (ma pure piccolo) telescopio amatoriale attualmente mi manca. C'è invero un'idea dobsoniana che ho in testa da un po', ma deve maturare ancora. Però, il fido 15x sempre là sta, e alla settima mag arriva a occhi chiusi (ehm...). Decido il programma per la prima sera di cielo decente. E arriviamo così al 4 luglio, chiudendo questo ignobilmente lungo antefatto.

    Con cieca (si fa per dire) determinazione punto il binocolo su Alfa Cyg e scendo fino a trovare la 79 e piazzo al centro del fov la stellina al carbonio, un punto di un rosso cupo quasi preoccupante. Dopo un po' che la fissavo, mi sono venuti in mente pensieri sauronici, da occhio di Mordor. Ho fatto un po' di ricerche: si tratta di RV Cyg, una variabile semiregolare con un periodo medio di 230-260 giorni. In magnitudine visuale si attesta a 8.2, ma poiché si tratta di una gigante rossa, di fatto ha una magnitudine B più elevata (meno splendente) nella banda centrata sul blu.

    Dopo di che ci ho preso gusto e me ne sono andato a qualche grado più giù a cercare V460. Più grande dell'altra, a circa 6 nel visuale, anche lei di colore decisamente rosso, pur forse con una sfumatura meno cupa.
    E siccome non c'è due senza..., ne ho trovata un'altra a nord di Deneb. A questa però non sono riuscito a dare un nome con Stellarium, però è là, inequivocabilmente rossa.

    Fra le altre bellezze conquistate, o meglio, prese a prestito per qualche minuto, segnalo:

    • ξ Cyg: un bel sole giallo, rintracciabile alla fine di una formazione a punta di freccia di cui fa parte 57
    • OΣΣ178: una doppia con nella classica accoppiata giallo-azzurra. La prima di 6a, la seconda di 8a mag
    • IC 4756: detto anche Ammasso di Graff, nella Coda del Serpente, un ammasso aperto nel quale si contano una decina di stelle di 8 e 9a, delimitato, a sud, da un sole giallo di 6a o 7a
    • θ Ser: Alya, una doppia in stile Albireo, anche più stretta. Il catalogo WDS ne assesta la separazione a 22''. Conto di riosservarla nelle prossime sere, perché studiandola a tavolino ho capito che vi è una terza componente, molto più in là, a una distanza apparente di 7', che fa parte del sistema anche si tratta di una compagna ottica. Le due più strette, invece, sono un sistema binario vero e proprio in cui le stelle "si orbitano" a vicenda.


    Dopo tante soddisfazioni stavo per avviare la procedura di disingaggio (smonta il cavalletto, la staffa, metti a posto le sedie sul balcone, rimetti l'asta della tenda, etc.) quando noto che Saturno è già ad un'altezza di circa 20°. Lo tengo sotto controllo già da diverse sere, ma non ne ho cavato un granché. Tenevo delle disco-pretese, ma bisogna saper stare al proprio posto. La sagoma è certamente allungata, poniamo rispetto a Giove, e quindi il taglio degli anelli ai bordi del pianeta produce un effetto sulla visione, ma nessun dettaglio è percepibile. Mentre sposto il binocolo mi viene in mente che prima o poi potrebbe passare molto vicino a una stella di fondo e quindi con rinnovata curiosità lo metto al centro del campo visuale. In effetti ci sono tre punti piuttosto vicini: il primo sulla destra separato di almeno un grado, è il più grande. A occhio valuto che è intorno alla 7a. Sotto il pianeta ce ne sono due più piccoli. In particolare scorgo un luccichio nell'angolo sudoovest. E' una cosa piccola, ancora afferrabile in visione diretta, ma quasi al limite dello strumento. Una roba di 9a a una distanza penso di qualche primo, troppo piccola per essere riportata dall'atlante pocket che si ferma a poco meno dell'8a. Rientro in soggiorno e apro Stellarium per capire con chi abbiamo a che fare e... carramba!... è Titano.

    Ora, non so voi, ma io non avevo proprio idea che fossero visibili al binocolo altre lune del Sistema Solare. Voglio dire, mi ero accontentato, anche con serenità, del fatto di averne 5 a disposizione: la nostra Luna e i 4 medicei di Giove. Qualche sera, la scorsa estate, avevo anche fissato a lungo Marte, ma poi leggendo qua e là avevo concluso che Phobos e Deimos erano decisamente fuori portata (non so se con un telescopio amatoriale si riesca, non ho approfondito). Mai avrei pensato che Titano fosse grande al punto tale da farsi vedere a quasi un miliardo e mezzo di km di distanza.

    Beh, ora è davvero tutto. Vorrei aggiungere, in chiusura di questo lungo pezzo, una considerazione che mi fa stare bene e spero possa essere di sprone: queste meraviglie del cielo - e sono meraviglie nel vero senso della parola, perché ti sorprendono - sono alla portata di una spesa molto modesta (il bino €100, e un cavalletto fotografico sufficientemente robusto si può trovare usato anche sotto i €60) e di un cielo piuttosto inquinato, quale è quello di una media città italiana con irrisolti problemi freudiani di illuminazione notturna.

    Cieli sereni... ma anche lunga vita e prosperità 🖖

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