Discussione: Un principio di base
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05-09-2019, 15:49 #10
Re: Un principio di base
Scusate questo ultimo mio intervento col quale chiedo un ulteriore chiarimento.
Credo di aver capito (correggetemi se mi sbaglio) che la contrazione delle lunghezze per un osservatore ipoteticamente solidale alla particella in moto alla velocità della luce (come nel caso del fotone) sia totale (L’ = 0) secondo quanto previsto in base al fattore di Lorenz: L’ = L * √(1-v^2/c^2) con L = dimensione a riposo (o distanza percorsa) nel sistema S. Invece un osservatore a riposo che guarda un oggetto che si sposta idealmente alla velocità della luce dovrebbe vedere la sua dimensione nella direzione del moto uguale a zero, il che suggerisce, anche indipendentemente da altre ragioni, che un oggetto dotato di massa non può raggiungere tale velocità.
Quindi lo spazio percorso dalla radiazione luminosa non inciderebbe sul nostro discorso da questo punto di vista sia nel caso di un orologio fermo sia nel caso di un orologio in movimento rispetto al sistema di riferimento prescelto. La distanza percorsa sarebbe in entrambi i casi nulla. La contrazione delle distanze è proporzionale alla dilatazione dei tempi ed è un indispensabile fenomeno relativistico necessario per garantire la costanza della velocità della luce nel vuoto. Ciò però non toglie che lo spazio percorso dal sistema in moto sia maggiore di quello fermo. La contrazione delle distanze, nella mia ipotesi, non cambia la quantità di spazio attraversata che rimane quindi maggiore nel caso del sistema in moto (si sostiene peraltro l’ipotesi di una densità dello spazio variabile da luogo a luogo). Nel celebre esperimento di Bruno Rossi e David B. Hall, che si focalizza sul decadimento dei muoni atmosferici la contrazione della distanza muone-Terra non determina una reale riduzione dell’atmosfera terrestre lungo il percorso della particella perché credo che in questo caso i gas atmosferici lungo la traiettoria muonica dovrebbero subire una forza che li fa collidere causata dalla contrazione dello spazio immediatamente vicino alla particella in movimento determinando di conseguenza qualche fenomeno energetico oltre al decadimento del muone stesso. Non so di risultanze in tal senso emerse nello studio dei muoni atmosferici. Si tratta per me di un fenomeno relativistico che riguarda il tessuto spazio-temporale (meccanismo fisico che è di difficile comprensione oggettiva) ma che non riduce lo spazio fisico attraversato.
Inoltre non capisco pienamente il significato del cambio del sistema di riferimento come conseguenza di accelerazioni e decelerazioni che sta alla base del time shift. Se parliamo di accelerazione l’orologio che si sposta con il suo sistema di riferimento rispetto a quello fisso ha pure subito una accelerazione (da fermo ad una certa velocità v). Quindi ha comunque subito un time shift rispetto all’orologio fermo. Il time shift sembrerebbe quindi legato allo spazio percorso (se c’è accelerazione/decelerazione c’è più spazio percorso).
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