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24-09-2019, 09:09 #1
Un'interessante breve cronistoria sulle tute spaziali
Aggiungerei solo (il testo non lo cita) che in fondo le tute spaziali a pressione, concettualmente, nei primi inizi si ispirarono agli scafandri per i sommozzatori.
Essendo un testo anglosassone, un po' come già accaduto per la diatriba Alexander Bell-Antonio Meucci per la paternità della telefonia dimenticano di citare anche gli esperimenti effettuati in Italia negli stessi anni, che culminarono con la tuta pressurizzata per alta quota indossata da Mario Pezzi per il suo primo record di altezza su un biplano Caproni CA161 modificato (8/5/1937, 15,635 m), e poi, dopo che già il 30 giugno successivo il Flight Lieutenant M.J.Adam raggiunse i 16.440 m con il monoplano ad ala bassa appositamente realizzato - un Bristol Type 138A, ristabilì il 22 ottobre 1938 il nuovo primato di 17.083 m, rimasto imbattuto sino addirittura al 4 agosto 1995!
In quella data infatti un monoplano tedesco sperimentale, il Grob Strato 2C, raggiunse i 18 552 m nel suo ultimo volo prima di essere musealizzato.
Notare che mentre per il record del '37 Pezzi utilizzò una antesignana della "tuta spaziale", per quello più durevole dell'anno successivo venne realizzata una cabina pressurizzata, concetto ultramoderno per i tempi (l'antesignano Junkers JU49 volò fra il 1931 e il 1936 sperimentando anche soluzioni di pressurizzazione della cabina per realizzare ricognitori d'alta quota).
https://it.quora.com/Come-hanno-fatt...uti-allinternoINQUINAMENTO LUMINOSO - segnala impianti illegali nel territorio laziale, protetto dalla L.R. n. 23/2000: www.laziostellato.org
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