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  1. #1
    Sole L'avatar di Ro84
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    Sull'allarmismo delle supernovae che ci esplodono vicino

    Ultimamente si legge tanto sul web riguardo Betelgeuse e le esplosioni di supernova in generale. E come spesso succede quando certi argomenti diventano un po' più discussi, si sconfina nel chiaro allarmismo e catastrofismo. Cerchiamo allora di fare un po' di chiarezza.

    Per determinare l'esplosione di supernovae nel passato, quando anche queste lasciassero solo tracce quasi impercettibili per l'osservazione astronomica multibanda, ci si rifà anche alle firme degli isotopi radioattivi dei metalli negli strati geologici e in particolare si ricerca il 60Fe (Ferro 60), indicatore dell'avvenuta esplosione di supernova entro un raggio di 80-100 parsec (250-300 anni luce, meno della metà della distanza di Betelgeuse) dalla Terra. Alcuni atomi di 60Fe sono stati rinvenuti nel Pacifico in uno strato a una profondità di 2 cm sotto la superficie della crosta oceanica; ciò è molto interessante perché ci segnala chiaramente che una supernova è esplosa circa 5 milioni di anni fa davvero in prossimità della Terra, a una distanza che, data la quantità di atomi di 60Fe ancora presenti, deve essere avvenuta a soli 30 parsec, ossia 100 anni luce! Veramente molto vicina (mi chiedo se si sia trattato della famosa compagna di Zeta Puppis che esplodendo avrebbe poi contribuito a generare (forse assieme ad altre esplosioni) la superbolla che ha "gonfiato" la Nebulosa di Gum, d'altra parte all'epoca stavamo intersecando la fascia di stelle massicce della Cintura di Gould e nel cielo avevamo Mirzam e Adhara con magnitudine -3!).

    Tutto questo mette, come al solito, le cose sotto un'altra luce. Secondo certi modelli, un'esplosione di supernova così ravvicinata dovrebbe avere effetti devastanti sulla vita a tutti i livelli, ma 5 milioni di anni fa, a parte qualche leggera alterazione dovuta più a eventi climatici (l'Era glaciale attuale entrava nel vivo, il Mediterraneo si chiuse e si prosciugò a più riprese (Crisi del Messiniano)), non ci furono affatto eventi di estinzione di rilievo. Ciò può significare che il sistema Sole-Terra (con relativi campi magnetici e vento solare) siano più efficaci di quanto creduto per proteggere la vita da sbalzi esterni. E in effetti, su 600 milioni di anni di vita complessa, non vi è nessuno degli eventi di estinzione che sia stato apertamente collegato all'esplosione di una supernova (a parte quella dell'Ordoviciano, ma è solo una delle ipotesi in gioco e non è la più quotata); eppure in tanto tempo il Sole è stato a spasso per la galassia a lungo, facendo quasi 3 rivoluzioni complete e attraversando bracci, zone di formazione stellare intensa, sicuramente incontrando anche molte zone caotiche e problematiche.

    Secondo certi modelli, si stima che ci sia solo il 5% di possibilità che una supernova esploda entro 30 parsec dal Sole in 5 milioni di anni. Ora, a parte che 5% non è uguale a zero, molti sostengono (compresi gli scopritori dello strato con gli atomi di 60Fe, scienziati dell'Università tecnica di Monaco) che questa possibilità non consideri il fatto che noi da alcuni milioni di anni stiamo attraversando un braccio (minore) della Via Lattea, dove quindi è più alta la possibilità di incappare in regioni di formazione stellare, supernovae e così via; d'altra parte, quegli atomi di 60Fe sul fondale oceanico non ci sono finiti lì per caso e ci ricordano che qualcosa è davvero successo.

    E poi c'è la "supernova problematica" scoperta nel 1998. Problematica perché il suo resto si trova "di fronte" (anche fisicamente) al famoso Resto di supernova delle Vele, sovrapponendosi alla sua linea di vista. Problematica perché la sua distanza sarebbe di appena 200 parsec (uguale a Betelgeuse) e, cosa ancora più strana, sarebbe esplosa attorno all'anno 1200, sebbene nessuna registrazione sia stata mai riportata di una simile esplosione, e di certo doveva essere un evento non trascurabile: l'unica giustificazione sarebbe che possa essere esplosa nei mesi estivi, quando il Sole passando ben a nord delle Vele rende questa zona di cielo visibile di notte solo a sud dell'equatore, ma un'esplosione così vicina avrebbe dovuto essere visibile (anche se bassa) anche in pieno giorno (e dalla Cina meridionale neppure così tanto bassa). Non solo, ma trovandosi a 200 parsec anche la sua stella progenitrice avrebbe dovuto essere ben nota e di certo di luminosità tutt'altro che trascurabile, ma non vi è traccia di una stella "in più" fra Gamma e Lambda Velorum neppure nelle liste di Tolomeo, che invece riporta (pur con un certo margine di errore) la posizione di stelle per lui assai basse come Canopo e tutte quelle delle Vele e parte della Carena. Ma d'altra parte i flussi di raggi X e gamma derivanti dal decadimento del 44Ti, scoperti e riscoperti indipendentemente, mostrano chiaramente che provengono da lì e che la supernova è esplosa recentemente. Senza contare che 11000 anni fa è esplosa la supernova che ha generato la stessa nebulosa delle Vele, a una distanza di 250 parsec (poco superiore a Betelgeuse, e questa sì che ha lasciato una traccia ben chiara nel cielo), eppure nulla è successo per nessuno.
    Ultima modifica di Ro84; 16-01-2020 alle 11:29
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  2. #2
    SuperNova L'avatar di Valerio Ricciardi
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    Re: Sull'allarmismo delle supernovae che ci esplodono vicino

    Disamina corretta e ben scritta. Ma forse la sola affermazione "nulla è successo per nessuno" è un po' eccessiva.
    Penso che tutto dipenda dalla distanza, e dall'intensità e modalità specifica dell'irraggiamento.
    Ricordo a me stesso inoltre che l'acqua ed altri materiali (come ad es. la chitina costituente dell'esoscheletro degli insetti, particolarmente spessa nei coleotteri) risultano alquanto efficaci nella schermatura in particolare delle radiazioni \gamma , e che quindi ogni effetto non avrebbe interessato necessariamente allo stesso modo tutti i viventi.
    In ultimo, abbiamo traccia solo di una modesta parte delle specie passate, il fenomeno della fossilizzazione (indispensabile anche per poter parlare o meno di estinzioni) non è così automatico e scontato, richiede condizioni non infrequenti in certi ambienti, ma tuttaffatto rare in altre.
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  3. #3
    Sole L'avatar di Ro84
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    Re: Sull'allarmismo delle supernovae che ci esplodono vicino

    Questo è vero. Tuttavia il record stratigrafico è sufficientemente accurato da fornirci indicazioni più che valide dei picchi di estinzione (alla fine oltre ai 5 maggiori ce ne sono diverse decine di minori e minimi), ma quasi sempre è stato possibile provare per questi picchi una componente climatologica di lungo periodo e grande scala, a sua volta nella quasi totalità dei casi associata a particolari movimenti crostali o a configurazioni paleogeografiche che si andavano a creare, come la disposizione dei continenti e delle masse d'acqua rispetto a meridiani e paralleli, oppure per ragioni meramente tettoniche (e quindi eustatiche, di riflesso)... tutte cose pure ben evidenti in tutto il mondo dal record sedimentario (e metamorfico e vulcanico). Oppure per asteroidi.

    Non è un caso che alla fine l'ipotesi supernova spunti fuori solo come seconda scelta in quei pochi casi in cui è davvero difficile trovare una correlazione con vulcanismo, tettonica, eustatismo o... asteroidi. Come a dire, quando non si sa che pesci pigliare resta sempre il jolly supernova. Per carità, non si può affatto escludere che almeno qualcuno delle decine di eventi di estinzione/turnover flora-faunistico sia legato a un'esplosione di supernova, però... A quanto pare devono verificarsi delle condizioni davvero estreme data la rarità di questi eventi candidabili in un periodo così lungo: o una supernova nelle immediatissime vicinanze da noi, oppure qualche evento particolarmente fortuito, come potrebbe essere un orientamento dei poli di una supernova più o meno lontana esattamente in direzione della Terra, senza deviare di mezzo grado. E quindi ecco che gran parte del catastrofismo crolla e si scioglie come neve al sole.

    Poi è vero anche che il record fossilifero è molto più esiguo in terre emerse che in mare, per cui è potenzialmente più difficile tracciare i picchi di estinzione su terra emersa. Tuttavia l'ultima esplosione "veramente vicina" sarebbe di appena 5 milioni di anni fa, e di sedimenti e "trappole" di ambiente terrestre del tardo Miocene/primo Pliocene è letteralmente invaso il mondo. Inoltre, per calibrare le estinzioni a livello terrestre si utilizza non solo la megafauna quanto il micro, e in particolare pollini, spore e altre piccole forme di vita, che pur essendo di ambiente terrestre vengono intrappolate con enorme frequenza e diffusione nei sedimenti di origine continentale (frane, smottamenti, alluvioni, persino eruzioni... in Italia ne sappiamo qualcosa di tutte queste cose) e poi mai riemersi da allora (e 5 milioni di anni è pochissimo). Ed ecco che quindi da questo possiamo avere un dettaglio molto alto degli avvenimenti su terra emersa, dato che dalle radiazioni a soffrire sarebbero con grande probabilità in primo luogo le piante, sia perché esposte perennemente al cielo, sia perché una diffusa morìa di insetti impollinatori conseguente alle radiazioni avrebbe pesanti riflessi sulla stessa flora.
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  4. #4
    SuperNova L'avatar di Valerio Ricciardi
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    Re: Sull'allarmismo delle supernovae che ci esplodono vicino

    Per me, la possibilità che una fase di supernova davvero vicina, e per giunta sfortunatamente orientata come polarità, possa creare sfracelli veramente significativi a livello di biosfera c'è eccome. Impossibile negarlo. Ma sul piano probabilistico, i numeri son dalla nostra parte di parecchio. Però è suggestiva e mediatica... quindi ogni tanto ci si può fare qualche titolo o mezza puntata di una giacobbata di turno.

    Ma la probabilità che una grande estinzione - sia pure in ogni caso, come sempre, selettiva - possa essere innescata casomai da cosucce molto più domestiche, come un parossismo del supervulcano che sonnecchia sotto il parco dello Yellowstone...

    al confronto del quale gli eventi al Krakatau del 535 d.C. e del 1883 o quelli al Tambora 1815 o St.Helens 1980 o Pinatubo 1991 o Novarupta 1912 fan la figura di un pò di miccette fatte scoppiare da uno scugnizzo,

    la trovo ad esempio molto più cogente e degna, a pensarci, di pacata preoccupazione.

    Oppure pensiamo alle immagini dell'immane "gioco dello Shanghai" coi tronchi della foresta siberiana nelle poche fotografie giunte sino a noi dopo l'evento di Tunguska.

    Insomma, certo che potremmo schiattare poco dignitosamente e in gran copia per un gamma-burst nel gruppo locale particolarmente ben dotato di mira, ma come la massima parte delle violenze alle donne vengon perpetrate fra le quattro mura domestiche e non nei vicoli bui di cui tutte hanno istintivamente più paura, allo stesso modo prima di angosciarmi più di tanto per le fluttuazioni di Betelgeuse cercherei di aumentare precocità e precisione nell'individuazione e ricostruzione dei parametri orbitali dei NEO, tanto più a portata di mano e prima o poi a naso ("daje e daje..." come si dice a Roma) assai più concretamente rischiosi.
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  5. #5
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    Re: Sull'allarmismo delle supernovae che ci esplodono vicino

    Proprio così, il mio discorso è questo: devono verificarsi troppe coincidenze nefaste perché una supernova possa arrecare danno. La possibilità ci può certo sempre essere, ma probabilmente è remotissima. Tant'è che appunto la geologia ci insegna che ci può anche esplodere una supernova alla distanza di Vega e non avere effetti di rilievo a livello globale, e anzi le probabilità che questa supernova sia pericolosa è molto bassa a causa proprio della sua angolazione.
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  6. #6
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    Re: Sull'allarmismo delle supernovae che ci esplodono vicino

    Concordo con entrambi, ma voi vi riferite alla situazione attuale. Il fatto è che il Sole attraversa diverse zone della galassia nella sua orbita, e se dovesse trovarsi in una zona più densamente popolata di stelle, una esplosione di supernova potrebbe avvenire nelle condizioni adatte a creare disastri sul nostro pianeta.
    Che poi i mass media usino una probabilità remota per fare cassa è un altro paio di maniche...

  7. #7
    Sole L'avatar di Ro84
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    Re: Sull'allarmismo delle supernovae che ci esplodono vicino

    Potrebbe, certo, anch'io infatti ho citato il fatto che il Sole può attraversare zone problematiche, ma in 600 milioni di anni non è successo. Se anche sono esistiti danni causati da supernovae, questi sembrerebbero non aver lasciato alcuna traccia evidente nel percorso evolutivo, per cui finora sembra più che altro che si sia trattato di piccoli "incidenti di percorso" senza gravi conseguenze. Questo, proprio in considerazione del fatto che come abbiamo detto la probabilità che ci esploda una supernova vicino è più alta di quanto dicano molti modelli, ci fa capire che avere le condizioni giuste affinché queste creino gravi danni sono più remote di quanto pensabile.

    Poi più remote non significa inesistenti.
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  8. #8
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    Re: Sull'allarmismo delle supernovae che ci esplodono vicino

    Volevo fare una domanda: oltre che a livello biologico, una supernova potrebbe creare problemi a livello tecnologico od è più probabile che sia il nostro sole a recare danno in tal senso? In un mondo dove tutto viaggia tramite dati, compresi i nostri soldi, forse anche questo potrebbe essere un problema...

  9. #9
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    Re: Sull'allarmismo delle supernovae che ci esplodono vicino

    Potrebbero esserci problemi dipendenti dai raggi cosmici che ci raggiungerebbero decenni dopo l'esplosione. I raggi cosmici influiscono negativamente sui microchip.
    Inoltre ionizzerebbero l'atmosfera, il che potrebbe aumentare i fulmini sia in termini di numero che di intensità, provocando danni a qualsiasi apparecchiatura elettrica.

    E' comunque molto difficile dire qualcosa di certo...

  10. #10
    Sole L'avatar di Ro84
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    Re: Sull'allarmismo delle supernovae che ci esplodono vicino

    Molto di recente ci sono degli studi che stanno riuscendo a mettere in relazione l'aumento delle radiazioni cosmiche con l'aumento della copertura nuvolosa. Anche questo potrebbe influire, naturalmente solo nel breve/brevissimo termine (geologico).
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