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Risultati da 21 a 30 di 115
  1. #21
    Utente rimosso
    Guest L'avatar di Gonariu

    Re: Rifrattori acromatici e aberrazione cromatica.

    Beh, giustamente unisci la teoria alla pratica! Penso che mi leggerò almeno qualcuno dei libri che mi hai suggerito, l'inglese non è un grande problema, quello scientifico è più semplice di quello letterario e già all'università per due esami ho dovuto studiare su un testo in inglese.

  2. #22
    SuperNova L'avatar di Angelo_C
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    Re: Rifrattori acromatici e aberrazione cromatica.

    Ti consiglio soprattutto l'ultimo.



    Comunque sarà un piacere leggere la tua recensione, così le aggiungiamo a quelle di Roberto Porta (photallica), Lorenzo Comolli e Luca D'Avino (tra quelle in italiano), le quali sono tutte diverse proprio a causa della incostante qualità degli esemplari.
    In ogni caso è stato proprio grazie ai pregi del Vista, se decisi di prendermi l'apetto cha ancora oggi uso con soddisfazione e ne ho ancora un più che buon ricordo.

  3. #23
    Utente rimosso
    Guest L'avatar di Gonariu

    Re: Rifrattori acromatici e aberrazione cromatica.

    E' proprio perché il Vista mi ha fatto una buona impressione che a Belseker, quando ha scritto che per osservare doveva andare su strade di montagna in certi tratti anche buie (e magari queste strade erano sentieri da capre) che a quel punto ho pensato che cadendo si sarebbe fatto male lui e la sua ragazza e allora ho scritto: "prendetevi un 80/400" perché, oltre ad essere un bello strumentino (beccando quello "fatto bene") cadendo e rompendolo avrebbero sempre speso di meno di un telescopio più blasonato, come un mak da 127 mm di specchio! Come paragone, una cosa è rompere un binocolo medio come un Konus (pazienza) un'altra è rompere un Pentax (da infarto)!
    Un "apetto" è un telescopio che uno si sfrutta molto profiquamente per sempre, bellissimo strumento!!!

  4. #24
    Nana Bruna L'avatar di Lantis
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    Re: Rifrattori acromatici e aberrazione cromatica.

    Ringrazio @Gonariu per aver aperto questo interessante thread e @Angelo_C per l'inesauribile fonte di informazioni che ci ha dato.
    Stamattina ho fatto l'alzataccia e mi sono messo ad osservare Marte (da casa mia visibile solo passato abbondantemente il meridiano) sia con il mak 127/1500 che con il 120/600 proprio per capire i limiti del rifrattore sul planetario con un confronto diretto con il mak nelle stesse identiche condizioni osservative. Ho persino usato lo stesso diagonale, lo stesso oculare e lo stesso filtro. Per l'osservazione ho usato una montatura equatoriale motorizzata (che aiuta sempre con gli elevati ingrandimenti).
    Ovviamente non era una gara per capire chi andasse meglio sul planetario ma per capire quanto non vedessi con il 120/600 ad elevati ingrandimenti.
    Premetto di non essere esperto di geografia marziana. Quest'anno è stata la mia prima osservazione di Marte e non mi ero preparato con un software su cosa avrei visto ma ho controllato solo una volta finita l'osservazione.
    Ho osservato tra le 5.30 e le 6.30. In quell'ora Marte dai 43° sull'orizzonte è sceso ai 33°. La faccia che Marte mostrava era quella con la Vallis Marineris. Il seeing era ottimo e non erano visibili turbolenze se non piccole e in rari momenti.
    Per il mak ho usato 250 ingrandimenti con un Celestron Omni da 6mm. Ho messo anche un filtro Baader Skyglow per aumentare il contrasto. Per il rifrattore so che non è quello più indicato ma è l'unico che posseggo attualmente. Su un acro sono consigliati il Contrast Booster, il Fringe Killer (meglio se abbinato allo Skyglow) e il Semi Apo: sto meditando l'acquisto di uno di loro e se avete consigli sono bene accetti.
    Sul 120/600 ho usato 200 ingrandimenti con lo stesso oculare Omni 6mm+barlow Televue 2x (e sempre il filtro Skyglow).

    Risultato sul 120/600:
    I dettagli di Marte percepibili ad un occhio non allenato erano ben individuabili. La calotta polare era evidentissima e netta; le striature e colorazioni dei mari marziani, seppure con l'inevitabile minor contrasto rispetto al mak, erano visibili.
    Sul cromatismo:
    Intorno al pianeta era presente un ampio ma non vistoso alone bluastro/violetto. Si notava appena mettevi l'occhio all'oculare ma nel giro di qualche secondo neanche lo notavo più tanto fosse effimero (per i miei parametri). Diversa cosa era per un alone più vistoso e concentrato di colore rosso visibile subito oltre il bordo del pianeta su uno dei due emisferi. Dalla parte opposta, sempre oltre il bordo del pianeta, era presente un alone blu ma molto più contenuto.
    L'unica cosa che secondo me potrebbe disturbare l'osservatore (ma non l'osservazione) era l'alone rossastro. Se si ignora l'alone rosso (per me era tollerabile) il pianeta era osservabile e godibile. A ripensarci, siccome avevo il problema della deriva in declinazione perché non avevo avuto il tempo di stazionare la montatura se non grossolanamente, credo che l'alone rosso fosse localizzato in direzione del centro dell'oculare (ma devo riverificare) e mi domando se una buona centratura e un buon inseguimento potrebbero ridurre la vistosità dell'alone ma c'è anche da dire che in genere questi rifrattori si usano su altazimutale e quindi il pianeta difficilmente sarà centrato.
    Voglio aggiungere che Marte era di magnitudine -2.2! Su Saturno, che è decisamente meno luminoso (mag.0.3), qualche giorno fa, sempre a 200x nella medesima configurazione ottica, non ho notato alcun alone e se c'era non gli ho proprio prestato attenzione.

    È ovvio che non sono strumenti equivalenti sul planetario, il mak vince a mani basse e mi sembra stupido dirlo ma se non lo dico è sicuro che qualcuno penserà che stia affermando che sono equivalenti. L'immagine del mak è una favola ed è in linea con quello che ci si aspetterebbe da uno strumento votato al planetario al limite dell'ingrandimento massimo e con un oculare tutt'altro che costoso. Aggiungo che ho trovato molto più piacevole con il mak, alla fine del test, gustarmi Marte con un Baader Hyperion da 13mm a 115x. Un 8 o 9mm forse sarebbe stato meglio ma non lo posseggo.

    Conclusioni del tutto personali.
    In definitiva io non definirei l'immagine del (mio) 120/600 a 200x impastata ma meno contrastata e secondo me non commette alcun reato chi vuole usare un rifrattore a corto fuoco per dare una sbirciata ai pianeti. Sarà lui stesso a giudicare la bontà di ciò che gli offre lo strumento: se trae piacere nell'usarlo continuerà a usarlo, se non ne trae non lo userà più. Del resto credo che la maggior parte dei fruitori del forum siano astrofili che non devono portare a casa nessun risultato. Alla fine il 120/600 fa esattamente quello che chiedevo da uno strumento da portare, insieme a mille bagagli, in vacanza in un posto buio: farmi osservare campi estesi e deep ma se voglio dare una sbirciata ai pianeti posso dargliela pur sapendo che non sarà di certo la visione migliore.

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  5. #25
    Utente rimosso
    Guest L'avatar di Gonariu

    Re: Rifrattori acromatici e aberrazione cromatica.

    Confronto osservativo interessante su due strumenti specializzati in campi opposti, il Maksutov su Luna e pianeti, il 120/600 sugli oggetti del cielo profondo. Su quest'ultimo è stato detto nei consigli dati a Belseker che uno poteva vedere anche il cielo profondo ma non con la bellezza di uno strumento dedicato come un acromatico a corto fuoco; a quanto pare vale anche il contrario, cioè osservare i pianeti con uno strumento specifico per gli oggetti deep-sky che su di essi rende sì ma il mak è superiore. Col Vista (con un obiettivo di diametro più piccolo essendo un 80/400) ho fatto delle osservazioni della Luna e di Marte che non dispiacciono, le differenze coll'osservazione di Lantis sono: 1) la barlow 2X usata da me è acromatica, quindi di resa ottica minore della Tele Vue apocromatica usata da Lantis, 2) mi manca l'osservazione con un Maksutov se non di pari diametro (ne esistono da 80 mm di specchio? Mai sentito), almeno da 90 mm che non ho. Col mio 120/600 su Marte ci ho visto poco o niente, forse il balcone di casa a Quartu non si prestava e poi non ho fatto adattare termicamente lo strumento, stranamente ho visto di più col Vista su Marte; riproverò sul terrazzo che ho qui ad Orotelli seguendo tutti i canoni. Chiaramente un telescopio che vada bene per tutto non esiste, io guardo un po' di tutto ma mi piacciono anche i panorami, e lì i rifrattori sono avvantaggiati sui riflettori ed i catadiottrici per la mancanza dello specchietto secondario che genera la macchia cieca; ma qui ognuno valuta i pro ed i contra in base alle sue preferenze ed i suoi gusti.

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  6. #26
    Nana Bruna L'avatar di Lantis
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    Re: Rifrattori acromatici e aberrazione cromatica.

    Ti do una notizia @Gonariu, la Televue è "solo" acromatica. Però è un'acromatica fatta bene.

  7. #27
    Utente rimosso
    Guest L'avatar di Gonariu

    Re: Rifrattori acromatici e aberrazione cromatica.

    Non lo pensavo proprio, credevo che ditte molto blasonate come la Tele Vue producessero solo barlow apocromatiche; visto il prestigio di tale ditta non può che essere fatta molto bene!

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  8. #28
    SuperGigante L'avatar di Mulder
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    Re: Rifrattori acromatici e aberrazione cromatica.

    È la qualità delle lenti nella barlow a fare la differenza, non la quantità. Le hanno chiamate così in base al numero di lenti (forse per comodità o per marketing) ma non funziona come nei telescopi, dove sono classificati acro, Ed od apo in base al tipo od al numero di lenti che ne correggono l'abberrazione cromatica. Una signora barlow anche a due lenti non introduce cromatismo, al massimo amplifica quello già presente.

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  9. #29
    SuperNova L'avatar di Angelo_C
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    Re: Rifrattori acromatici e aberrazione cromatica.

    Vi do una notizia, come dice giustamente Mulder, non esistono barlow acromatiche ne apocromatiche, queste definizioni stanno ad indicare come e quanti colori dello spettro vengono portati al fuoco, quindi è cosa che può valere esclusivamente per sistemi ottici "convergenti"; la barlow è un sistema ottico "divergente" (altrimenti come farebbe ad allungare la focale?), quindi NON può essere ne acro ne apo.

    Queste dicuture sono esclusivamente commerciali (come ormai lo sono anche i vari apo, ed, ud, sd, ecc), stanno solo ad indicare (alla circamenoquasi) di quanto degradano (o non degradano) l'immagine originale.

    Poi come sempre, nella correzione generale (ovvero di quanto potrebbero degradare l'immagine) conta tanto la focale (negativa in questo caso essendo un sistema ottico divergente) della barlow.
    Se ci fate caso, le ottime barlow televue sono tutte "lunghe", oltre ad essere ovviamente progettate e fatte bene, ciò le permette di dare ottime performance (come lo era la eccellente meade 140); ora vanno di moda le shorty con focali da -55 a -70 mm al massimo (ma mediamente si sta sui -60 mm), che lasciano qualcosa per strada, quindi sono nate quelle a tre o più elementi (la capostipite delle "corte" a tripletto è stata l'eccellente celestron ultima), per cercare di ritornare (non sempre con successo) alle prestazioni di quelle "lunghe".

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  10. #30
    Buco Nero L'avatar di Huniseth
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    Re: Rifrattori acromatici e aberrazione cromatica.

    Interessante confronto, favorito a quanto pare da un buon seeing .. (ma esiste? Da me no) - però credo che, senza nulla togliere alla bontà e onestà del test, che sia un pochino viziato dal desiderio inconscio di comprovare la validità dell'acromatico corto ad alto ingrandimenti e specie su Marte, come dire, si vede quello che cerca.
    Dopodichè, può benissimo essere di avere trovato le condizioni favorevoli.

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    Interminati spazi io nel pensier mi fingo, ove per poco il cor non si spaura.
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