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  1. #31
    Nana Bianca L'avatar di Salvatore
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    Re: Sensibilità dell'occhio umano (in visuale) alle lavorazioni lambda/x

    Citazione Originariamente Scritto da Huniseth Visualizza Messaggio
    Le foto non significano niente in questa disputa... sono soggette a troppe variabili.
    Io sono dell'idea, per quanto dice la mia esperienza, che i buoni rifrattori e stiano alle costole dei buoni SC e Newton di diametro maggiore,........ i dobson non li considero o li considero nei Newton economici.
    Foto esposta solo perché richiesta. Si sa che visuale e fotografia sono un mondo a parte.
    Tra parentesi I dettagli in foto erano visibili in visuale, con molto meno contrasto ma presentiv. Fatevi una ragione se non li vedete, vuol dire che ancora non siete pronti e dovete fare più esercizio o aspettare una serata più quieta. Nel Takahashi ho sempre visto dettagli più contrastati in serate di seeing peggiore.
    Contrasto e nitidezza fanno la differenza fino un certo punto, se seeing collabora paragonare un 150 a rifrazione contro un 300 non cé competizione, manco se lo specchio é quello per radersi.

    Mi spiego meglio se capita una serata dal seeing sopra la media è osservo Marte con uno strumento da 24", come mi é capitato, Marte vomita letteralmente dettagli... Ma serve seeing altrimenti é un pallone luminoso con qualche macchia grigio scuro impastata che si definisce nei momenti di quiete.

    Sul secondo punto, non sono d' accordo per niente. Ci sono Dobson molto curati sia otticamente che meccanicamente. Il mio ha una ostruzione sotto il 19%, secondario corretto a 1/20, lo specchio che ti dico a fare... Ti inviterei a metterci un occhio dentro per capire. Che poi alcuni siano malriusciti (fino ad ora ne ho visti un paio con qualche difetto ottico), che siano alquanto scomodi da usare ecc ecc, questa é un altra cosa.

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  2. #32
    Nana Bianca L'avatar di Salvatore
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    Re: Sensibilità dell'occhio umano (in visuale) alle lavorazioni lambda/x

    @Valerio Ricciardi, sottoscrivo filo e per segno ciò che tu hai scritto.

    Se hai letto gli altri interventi infatti dicevo la stessa cosa, trovare condizioni in cui si possa sfruttare pienamente un diametro oltre i 250mm (ma anche neno) diventa cosa rara.
    A quel punto, parlando di visione di pianeti, le prestazioni si livellano, e il diametro maggiore soffre specialmente se ha una ostruzione importante. Il contrasto si abbassa e si perde in nitidezza, e quindi l' immagine del rifrattore sarà sempre più bella. Il seeing é ballerino e allora però a volte ci si rende conto che il diametro ha il suo perché anche se per brevi, pochi secondi.

    Le ho provate un po' tutte le configurazioni e diametri, una idea abbastanza chiara cé, e vedo che comunque rispecchia con quel che si legge in giro (non sempre)

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  3. #33
    SuperNova L'avatar di Valerio Ricciardi
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    Re: Sensibilità dell'occhio umano (in visuale) alle lavorazioni lambda/x

    Allora @Salvatore... tu devi sapere che io mi son potuto riavvicinare all'astronomia osservativa da amatore, godendomela un po' (non come il servizio di tazzine da té della nonna di Limòges col bordino dorato e i fiorellini dipinti sopra con minuzia, che tiri fuori due volte l'anno perché vuoi gratificare un'ospite anziana un po' di tono che ci tiene a queste piccole cose) perché nel 2010 mi è caduto l'occhio su un annuncio su Subito.It di un tipo che si vendeva un Mak 127 SkyWatcher vecchia serie di quelli azzurri chiaro metallizzati, su EQ3.2 non motorizzata e cavallettino di alluminio di serie. L'oggetto avrà avuto qualche anno ma era immacolato; il prezzo invitante.
    Ché poi il prezzo era un normale "buon prezzo di mercato" di uno che vuole toglierselo e lo vende a "un po' meno", ma non svenduto.
    A me parve letteralmente regalato, per un motivo: la EQ3.2 sembrava non troppo distante dalla ben più raffinata Vixen Super Polaris che avevo (parimenti non motorizzata).
    Lo presi per la montatura, senza riporre molta fiducia nelle prestazioni di quel makketto che pareva un barattolino da due soldi, però pensai "è piccolo, non sarà una cosa seria, ma male che vada lo metto su un cavalletto fotografico e quando vado fuori qualcosa sempre più di un binocolo vedrò".

    E invece quello che si vedeva era scandalosamente troppo meno distante di quanto mi sarei potuto immaginare da quello che vedevo dentro un oggetto come questo:
    Edmund 101,6 f1524.jpg non potendomi permettere questo: 108 f1600 giapponese su EQ.jpg
    ossia avevo un 4" f 60" Edmund che mi ero intubato da solo (farmelo mandare completo avrebbe all'epoca avuto costi folli) facendomi spedire questi:
    SAM_2993.jpgSAM_2994.jpgSAM_2999.jpg
    che ho scoperto nemmeno due anni fa essere di produzione giapponese (Carton) su commissione di Edmund, e debbo dire che il focheggiatore originale faceva veramente schifo al confronto di un fok da 2" con riduzione che trovi sul'ultimo acromatichetto 102/1000 cinese...

    Bene, quel rifrattore se me lo fossi portato in uno starparty mi avrebbe fatto fare un figurone, era un Fraunhofer di quelli fatti bene anche se senza cella collimabile () e le centriche erano signore centriche. Sai quanti oculari "decenti" avevo? DUE di numero. Uno era il RKE da 1" di focale (25,4mm) che mi dava 60X, e con la Barlow Edmund acromatica (una leccornia di qualità intubata da un maniscalco tagjko strafatto di vodka) anche tra i 120X e i 180X a seconda di dove si faceva scorrere nel tubo il gruppo ottico ( e funzionava); poi per disperazione, siccome gli altri due oculari che avevo comprato nel set erano dei Ramsden da 1/2" e 1/4" di focale aka 12,7 e 6,35 mm rivelatisi rivoltanti, mi ero comprato con fatica da ragazzo (180.000 lire del tempo) un Ortho Celestron (Circle V.) 7 mm che ho tuttora nuovo nuovo.

    Direi che non mi potevo lamentare... e invece si. Vivendo a Roma, e non avendo un casaletto vicino Forche Canepine o in campagna nell'entroterra di Baunei o a Campagnatico etc, osservare significava
    1) staccare il tubo dalla montatura e posarlo delicatamente da una parte
    2) acchiappare il cavalletto con la montatura SP già contrappesata, svitare lo scomodissimo e irrazionale gallettone che Edmund aveva previsto per unire le razze delle zampe (io stupido che il sistema non me lo ero realizzato da solo), fare un primo viaggio di ascensore sino al V e poi un piano a piedi e poi attraversare tutta la terrazza per posarlo "nel pezzo buono" dove ti arrivano meno faretti maledetti di attici vicini che isi illudono di difendersi dai ladri facendo solo IL
    3) tornare giù per prendere e portare su il tubo da un metro e 60, e la borsettina con gli oculari
    4) montarlo e mettere approssimativamente in stazione verso N e a 42°.

    Alla fine finivi per farlo più se avevi invitato un amico/a a vedere la Luna o Giove che altro... se arrivavi a fine giornata stanco... di fare tutto quel traffico magari per scoprire che quella sera l'aria era proprio un frullatore "non ti reggeva la pompa".

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    Ultima modifica di Valerio Ricciardi; 18-10-2020 alle 11:17
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  4. #34
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    Re: Sensibilità dell'occhio umano (in visuale) alle lavorazioni lambda/x

    Ora, che il livello di cura e finezza di lavorazione di un ottica a lenti Carton anni '70 fosse soggetto a controlli di qualità che nella produzione di massa cinese un tempo era esclusa, e adesso non dico che te la sogni ma comunque ha maglie ben più larghe per vendere a quei prezzi, è a dir poco scontato.

    E allora quel che avrei dovuto poter vedere in un 127/1540 (focale di soli 16 mm diversa da quella del rifrattore, confronto PERFETTO!) che poi in realtà per via del dimensionamento del primario che è da 127 come la lastra (dovrebbe invece essere da 136-138) in effetti - ho saputo un quattro anni fa - ha un'apertura REALE otticamente utile di 118, e per giunta con due riflessioni, e per giunta un po' ostruito...
    avrebbe dovuto essere MOLTO distante da quello che mi offriva lo squisitissimo Fraunhofer "fatto come si deve fare un acromatico senza compromessi sia pure non APO".

    E invece no. Meglio col rifrattore. Ma di poco, tanto che se la serata non era gajarda... era un 10%, se il cielo era perfetto un 15%! SOLO??

    Allora ho pensato come Gene Wilder in Frankenstein Jr.: si-può-fareeee!!
    E in poco tempo, comprata una valigetta per telecamera professionale compatta, con un po' di bricolaggio gli ho organizzato questo
    P1110054.JPGP1110051.JPGP1110042.JPGP1110045.JPGP1110050.JPG

    Ora, se non avessi avuto la possibilità di decidere anche all'ultimo momento, prefigurandosi un we fuori con la famiglia (e viste previsioni meteo invitanti), l'idea di poter fare osservazioni astronomiche semplicemente mettendo in macchina non più di questo
    P1120338.jpg, adesso ancora starei usando fooorse dieci volte l'anno il mio bel rifrattorone.
    Invece grazie a un coso che sembrano due barattoli di pelati e mezzo messi in fila è ripartita l'attività osservativa, ho poi fatto vari upgrade, collaboro con un osservatorio (e con la UAI per le questioni di IL), ho cambiato molti strumenti, in questo momento di Mak-Gregory ne ho quattro da 100, 130, 150 e 182 (ne darò via uno), e quattro rifrattori, di cui ne resterà uno solo col criterio "Grab&Go del più grosso da wide field e un po' di deep che posso ancor a portare anche in treno o bus se non sto con l'auto"...

    la morale di questo (etruscastro PERDONAMI!!!) lungo OT?

    Le considerazioni sulla qualità di realizzazione delle ottiche son tutte sensate (meno una certa sinofobia che... sino a prova presentata da notaio e pure già di fiducia ipotizza che tutto ciò che non sia tedesco o nipponico debba essere dozzinale e sciatto per principio), gli aspetti tecnici teorici contano eccome, ma poiché qui grossomodo siamo tutti astrofili, non ho contezza di qualcuno che "viva professionalmente di astronomia" (al massimo qualcuno che fa piccolo commercio di materiale astronomico al di là dei propri upgrade dissimulandosi da astrofilo), i fattori che più influiscono a consuntivo "nella felicità globale dell'astrofilo" normale, che studia all'Università ed ha magari una fidanzata d'indole non molto potenzialmente astrofila, o è più grande e fa una vita normale con lavoro, famiglia, figli, se è fortunato ancora vecchi genitori e/o più spesso almeno suocera cicciona che cucina bene da andare a trovare ogni tanto, in realtà secondo me in ordine decrescente di importanza sono

    1) la coerenza del set prescelto con gli aspetti del cielo che più desideri osservare o fotografare (non scrivo e/o perché è un caso minoritario)
    2) avere un set che ti permette di godertelo senza dover dare notizia ai giornali ogni volta che lo userai
    3) il seeing dei luoghi da dove puoi CONCRETAMENTE osservare, tanto nel deserto di Atacama non ti ci portano gratis e il tempo per andare sino a lì sarà difficile che lo trovi
    4) la stabilità meccanica di ciò che ti sostiene l'ottica, perché tu prova a mettere un TEC da 110 su una EQ2 col cavalletto di alluminio di serie e goditi Giove a 280X, dai, facce vedé, facce ride che semo tristi per il Covid
    5) l'apertura da cui dipende light gathering e risolvenza massima ottenibili, scelta in modo da non castrarla col seeing reale
    6) il livello di lavorazione delle ottiche, nonché la squisitezza degli oculari (il fatto che un 5 mm sia uno stupido ma decente Plossl o un onesto e più comodo Planetary ED o piuttosto un Nagler tipo 6 o un Takahashi Abbe Ortho per dire).

    AL SESTO POSTO? Ebbene si.. E scritto da uno che ha cambiato TRE diversi Mak da 150 f/12 o 12,5 per tenersene uno da configurare per i viaggi, alla ricerca del peletto di resa in più. E che se gli capitasse un Meniscas 180/f10 (un po' apertuccio...) o forse ancora meglio un 150/2250 si presenterebbe dal vivo dal venditore entro sette ore di auto dall'annuncio (se è lontano).

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    Ultima modifica di Valerio Ricciardi; 18-10-2020 alle 11:19
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  5. #35
    Nana Bianca L'avatar di Salvatore
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    Re: Sensibilità dell'occhio umano (in visuale) alle lavorazioni lambda/x

    @Valerio Ricciardi hai scritto un monologo interessante e divertente e sincero. Mi trovo d' accordo perché alla fine ognuno sfrutta quello che può dal balcone di casa, dal giardinetto, dalla campagna o dalla montagna a 3 ore da casa o persino da una verenda con vetri blindati come meglio può.

    Ci stiamo girando intorno un po' tutti intorno ma alla fine il succo quello é, e cioé che gli strumenti odierni non sono da buttare (anzi)... A parte il mitico Seben o compagnia bella barlowati.

    Poi a me sta bene così vivo la mia passione da casa esaltondomi a provare piacere a provare a vedere anche quel 10% in più che in qualcos'altro che non lo fa vedere... O almeno ci provo

    Gusti sono gusti.
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  6. #36
    Nana Bruna L'avatar di halpanweton
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    Re: Sensibilità dell'occhio umano (in visuale) alle lavorazioni lambda/x

    Non ho detto che i telescopi a lavorazione lambda 4 siano da buttare, ho solo detto che si osserva meglio ovviamente in quelle lavorate a lambda 8 10 16 20.
    Il bello del nostro hobby è che con inventiva,passione,tenacia ed esperienza si può spremere lo strumento e tirarne fuori il meglio.
    Le grandi scoperte sono state fatte con modesti strumenti ma da uomini dotati di genio e ragionamento.
    In effetti, nella mia zona, nel Lazio, è difficile usare un diametro superiore ai 200mm. Forse una quarantina di giorni all'anno più o meno.
    Resta il discorso dell'ingombro notevole del barile, che,
    sinceramente,a me fa perdere la voglia, ma se uno se la sente , nulla gli impedisce di portarlo sotto un cielo degno, .
    Il punto che mi trova in disaccordo è quello della qualità di immagine, si io con il 200'"percepisco qualche cratere di plato in più di un 90"ma il prezzo da pagare c'è ed è la visione di insieme , piu godibile, più tranquilla nel 90, senza grande sforzo per gli occhi, questo conta, e tanto, in una osservazione.
    Buona domenica a tutti
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  7. #37
    Nana Rossa L'avatar di Lorenzogibson
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    Re: Sensibilità dell'occhio umano (in visuale) alle lavorazioni lambda/x

    Aggiungo che un dobson da 300 in versione collassabile si può anche usare con torretta binoculare, senza correttore. Sicuramente si toglie qualità dove già ce n'era poca, ma la visione di certi oggetti è spettacolare, e il diametro compensa la perdita di luce della torretta.

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  8. #38
    Buco Nero L'avatar di Huniseth
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    Re: Sensibilità dell'occhio umano (in visuale) alle lavorazioni lambda/x

    Si parlava giusto di correzioni lamba alla 10-20-30 .... e poi si osserva con torretta binoculare ficcata nel focheggiatore di un newton ??????
    Con quello che pesa e la lunghezza dell'ambaradan hai voglia assialità perfetta.. sempre che la torretta sia perfettamente collimata e i prismi fatti da Carl Zeiss in persona.
    Interminati spazi io nel pensier mi fingo, ove per poco il cor non si spaura.
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  9. #39
    Nana Rossa L'avatar di Lorenzogibson
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    Re: Sensibilità dell'occhio umano (in visuale) alle lavorazioni lambda/x

    Il mio dobson in particolare , è a traliccio con secondario scorrevole, ed oltre la torretta monto anche un 80/400 come cercatore. Praticamente osservo col dobson piegato in due
    Però la torretta è stata collaudata personalmente dal nonno di Carl Zeiss

    A parte gli scherzi, eseguo la collimazione a dobson inclinato con tutti gli accessori montati, quindi compenso un pochino la flessione. Secondo me ne vale la pena, poi dipende anche dal soggetto, m42 è stata indimenticabile. Comunque non voglio dilungarmi ed andare OT, lascio lo spazio ad altre impressioni di astrofili più esperti di me, e con strumenti molto meglio realizzati e ( sicuramente ) collimati.

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  10. #40
    SuperNova L'avatar di Valerio Ricciardi
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    Re: Sensibilità dell'occhio umano (in visuale) alle lavorazioni lambda/x

    Citazione Originariamente Scritto da halpanweton Visualizza Messaggio
    Non ho detto che i telescopi a lavorazione lambda 4 siano da buttare, ho solo detto che si osserva meglio ovviamente in quelle lavorate a lambda 8 10 16 20.
    Ma certo! Però per fortuna la lavorazione lambda/4 praticamente non esiste più sul mercato. Forse i marchi Seben di sicuro, e parecchia robetta superandante strdozzinale venduta a marchio Orbinar e cose simili.
    Né Sinta né Guang Sheng si sognano di lavorare a lambda/4 come target, perché significherebbe come detto lambda/2 ancor prima dell'oculare... a Taiwan hanno un target da offrire di lambda/12 per tenersi margine.
    Ricordo a me stesso che, per dire, i Newton di Orion UK che garantiscono una correzione P/V uguale o migliore di lambda/8 devono per forza di cose garantire sia il primario che il secondario uguali o migliori di lambda/16
    Cosa che si fanno però paghicchiare ben di più di quanto la differenza in termini di difficoltà di lavorazione potrebbe far presupporre.
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