Originariamente Scritto da
Valerio Ricciardi
Immagino anch'io che lo zodiaco come lo intendiamo abbia origine grossomodo mesopotamica; l'unica cosa di cui non dobbiamo dimenticarci è che il mondo non finiva oltre Gibilterra o oltre l'Indo.
Si son scoperte tracce di conoscenze o quantomeno studi di tipo astronomico in tante di quelle parti del mondo, dalla Patagonia al centramerica...
Dalle nostre parti secondo una mia ipotesi di uan ventina d'anni fa, che portai a un Convegno di archeoastronomia e che ebbe molti consensi, gli areali da cui ci giungono le prime tracce storiche di uno studio dell'astronomia, e in parallelo la nascita della filosofia presocratica, coincidono sorprendentemente con le zone in cui per prime si affermò la pastorizia.
Il pastore, di notte, deve stare pressoché sveglio, se non proprio sveglio, concedendosi qualche brevissima pennichella... con un occhio solo. La massima parte dei rischi di tipo predatorio, nonché dei tentativi truffaldini (non azioni plateali e violente) di abigeato effettivamente, è noto, avvengono di notte.
Notte che di roma un pastore del tempo trascorreva... sdraiato, sostanzialmente sveglio, con un mare di tempo da perdere (pecore e armenti di notte dormon della grossa, né si può pensare di mungerle) e tanto tempo per ragionare distrattamente o meno distrattamente. E per guardare il cielo... un cielo che nulla ha a che vedere con ciò che consociamo noi.
L'illuminazione notturna, fatto salvo qualche occasionale falò per difendersi dal freddo (e in campagna intimorire un po' i lupi) non era concepita, benché realizzabile (torce, lampade ad olio). La notte era il buio, le tenebre assolute, anche nelle prime città degne di questo nome. Bastava non fosse nuvolo... e tutto il cielo era come quello che si vede la notte dalla caldera del Pico de Fogo a Fogo (Cabo Verde), o a Lanzarote, o al Toppo di Casagrande, o nel deserto di Atacama.
Nulla di strano che seguendo idealmente allineamenti casuali di stelle, il pastore imparasse a riconoscerli; da lì, a dar loro un nome, o immaginarne delle raffigurazioni nascoste, il passo non era tanto lungo.
Una qualche mitologia già v'era, si trattava solo di proiettarla sul cielo stellato.
...poi, cambian le culture, e cambia la mitologia (cedi Orsa piuttosto che Carro).
Con molta, molta fantasia; a parte forse lo Scorpione, che effettivamente... dai, via! ci siamo quasi, alla fin fine Cassiopea al limite è una W etrusca, e il grande Carro forse più che carro (e le ruote?) è un discreto pentolino! Vederci un orsa, poi... bah.
La più vistosa delle costellazioni, poi, Orione, che è la prima cosa che puoi far riconoscere a un bambino, non raffigura... proprio niente, è un disegno geometrico molto facile da imparare, molto tipico, riconoscibile a colpo d'occhio, e basta.
15/04/2024, Ammasso globulare...
Ieri, 21:30 in Deep Sky