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  1. #1
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    Perché Marte ha due facce

    Perché Marte ha due facce
    Il forte dimorfismo fra gli emisferi settentrionale e meridionale del Pianeta Rosso è la diretta conseguenza di un impatto devastante, subito nelle prime fasi di storia del Sistema solare: un evento traumatico che avrebbe dato origine a un campo magnetico transitorio, azzerando ogni possibilità di vita
    di Davide Coero Borga




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    Marte presenta un forte dimorfismo fra i due emisferi: le pianure settentrionali fanno da contrasto agli altopiani (qui evidenziati in giallo e rosso) a sud del pianeta. Crediti: MOLA Science Team.


    Avete presente Due Facce? All’anagrafe Harvey Dent, fra i più celebri nemici di Batman, l’uomo dal volto sfigurato, tanto malvagio da guadagnarsi un posto nella top ten dei più grandi cattivi della storia del fumetto… Ebbene, la sua storia ricorda in tutto e per tutto quella vissuta da uno dei protagonisti del nostro Sistema solare: Marte. Marte che si presenta ai nostri occhi caratterizzato da un forte dimorfismo fra gli emisferi settentrionale e meridionale, diretta conseguenza di un antico e terribile impatto con un corpo celeste subito nei primi attimi della sua storia. Un trauma violento, che ha cambiato i connotati e la storia del pianeta in modo irreversibile.


    Marte come Harvey Dent. O almeno così risulta dalla sofisticata ricerca del team di geofisici dell’Eidgenössische Technische Hochschule di Zurigo (ETH), guidati da Giovanni Leone, geologo e vulcanologo planetario. Il modello utilizzato suggerisce che un corpo celeste di grandi dimensioni abbia impattato violentemente sul polo sud del Pianeta Rosso, milioni e milioni di anni fa, quando il Sistema solare viveva la sua infanzia. La simulazione mostra come questo evento traumatico sarebbe stato capace di generare un oceano di magma che si sarebbe esteso per tutto l’emisfero meridionale marziano. Con una massa forse anche superiore a un decimo di quella di Marte, il corpo celeste che ha generato energia sufficiente a innescare un processo di cui gli altopiani rocciosi, oggi ben visibili sulla superficie del Pianeta Rosso, sono il risultato finale.


    Nel corso di trent’anni di studio sono tante le teorie e le ipotesi che si sono rincorse per dare una spiegazione alla dicotomia nord-sud di Marte e sono poche le risposte conclusive agli interrogativi aperti. Ora gli svizzeri (almeno per affiliazione: Leone è italiano e firma l’articolo con un inglese, un russo, un australiano e una cinese) aggiungono qualche elemento in più. Anzitutto il corpo celeste che ha cambiato i connotati al Pianeta Rosso doveva contenere ferro in abbondanza (80%) e avere un diametro ben superiore ai 3mila chilometri. Al momento dell’impatto viaggiava a una velocità di cinque chilometri al secondo. Marte aveva un’età compresa fra i 4 e i 15 milioni di anni. Un corpo liquido, ricoperto da una sottile crosta superficiale dura e croccante. L’oggetto celeste ha bucato la superficie come fa un cucchiaio con la crema catalana, innescando un’intensa attività vulcanica che ha interessato la geologia marziana per tre miliardi di anni. Con lo spegnersi degli scambi fra mantello e superficie, Marte si può considerare “clinicamente” morto. Deprivato di campo magnetico – il modello ne data la scomparsa a circa 4,1 miliardi di anni fa, come già ipotizzato in altri studi – il pianeta è diventato definitivamente ostile alla vita.


    Secondo Leone, primo firmatario dello studio pubblicato su Geophysical Research Letters, «fin dalla sua formazione, Marte è stato caratterizzato da temperature elevate e forte attività vulcanica, che avrebbe fatto evaporare tutta l’acqua disponibile (vedi MediaINAF) rendendo altamente improbabile lo sviluppo di qualsivoglia forma di vita».


    Il forte dimorfismo fra gli emisferi settentrionale e meridionale del pianeta è stato oggetto di altri studi in passato. Il più noto è quello firmato da due ricercatori americani ed è datato 1984, pubblicato da Nature. L’ipotesi, allora, era quella di un impatto sull’emisfero nord.


    Questa ipotesi non convince Leone: «Non spiega la distribuzione irregolare dei crateri di origine vulcanica, per lo più diffusi a sud dell’equatore. Il nostro modello è in grado di riprodurre fedelmente l’evoluzione topografica nei due emisferi (vedi MediaINAF). È così che siamo arrivati a comprendere la dinamica dell’impatto nella regione polare meridionale, ricostruendo la composizione chimica del corpo che ha impattato il suolo marziano».


    Per saperne di più: Leone G, Tackley PJ, Gerya TV, May DA, Zhu G (2014). Three-dimensional simulations of the southern polar giant impact hypothesis for the origin of the Martian dichotomy, Geophysical Research Letters, 41.

    Rticolo originale QUI.

  2. #2
    Utente rimosso
    Guest L'avatar di NeOFiTa

    Re: Perché Marte ha due facce

    Non è stato un vero e proprio impatto ma qualcosa di più sconvolgente, volevo aprire una discussione proprio su questo argomento, ma prima di farlo ho controllato se vi era già un accenno da qualche parte

  3. #3
    Utente rimosso
    Guest L'avatar di NeOFiTa

    Re: Perché Marte ha due facce

    Nella parte di spazio tra la Terra e Marte vi è una fascia di asteroidi, questo in precedenza era un pianeta che chiamerò TYR che sarebbe il nome di un equivalente di Marte ma nella mitologia Nordica, l'eccessivo avvicinamento dei due pianeti ha scatenato energie tali da provocare la distruzione dei due contendenti, Marte vinse ma a caro prezzo rimanendo ferito e sfigurato indelebilmente, questa energia distruttrice creò questo dislivello di ben 4 km tra un polo e l'altro, e creò il più grande vulcano del sistema solare, il monte Olimpus ...
    Ultima modifica di NeOFiTa; 02-05-2015 alle 09:10

  4. #4
    Utente rimosso
    Guest L'avatar di NeOFiTa

    Re: Perché Marte ha due facce

    Marte inizialmente era un pianeta molto simile alla terra, gli ultimi studi affermano la presenza di fiumi e mari, ma quella devastazione oltre il dislivello abbassò la pressione a tal punto che praticamente l'acqua non poteva più esistere come liquida ma solo come ghiaccio o vapore.. E anche il campo magnetico fu stravolto, incredibilmente Marte riuscì a mantenere un po della propria atmosfera, non per nulla vi sono visibili fenomeni meteorologici come nubi e tempeste di sabbia..

  5. #5
    Utente rimosso
    Guest L'avatar di NeOFiTa

    Re: Perché Marte ha due facce

    Questo evento secondo gli studiosi e i teorici non è avvenuto milioni di anni fa, ma in un periodo incredibilmente più vicino, un tale cataclisma ebbe la sua ripercussione anche sulla terra, ora secondo l archeoastronomia nello studio degli antichi documenti in tutte le religioni si fa riferimento ad un diluvio universale sulla terra, si presuppone che fu causato da un inclinazione repentina dell asse terrestre.. Le due cose "Marte Terra" possono essere collegate in un periodo di riferimento e posto tra i 13000 ai 17000 anni fa...

  6. #6
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    Re: Perché Marte ha due facce

    abbiamo qualche testo scientifico a riguardo?

  7. #7
    Utente rimosso
    Guest L'avatar di NeOFiTa

    Re: Perché Marte ha due facce

    Certo, per i riferimenti scientifici bisogna fare riferimento a Graham Hancock dove nel suo libro l'enigma di Marte viene spiegato proprio sotto questo profilo, la parte dell archeoastronomia è una mia ipotesi fatta nella ricerca svolta in svariati anni e che trova concordi anche molti ricercatori scientifici al di fuori di questa "considerata" pseudo scienza

  8. #8
    Nana Rossa L'avatar di SANDRO
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    Re: Perché Marte ha due facce

    Senza mettere zizzagna, ma vi dovreste chiedere perchè veniva chiamato dio della guerra....
    Dobson Skywatcher 10" truss goto. LXD 55 SN 8' trattamento UHTC. Sito: www.astrofili-tau.org

  9. #9
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    Re: Perché Marte ha due facce

    Citazione Originariamente Scritto da NeOFiTa Visualizza Messaggio
    Certo, per i riferimenti scientifici bisogna fare riferimento a Graham Hancock
    a me risulta giornalista e scrittore scozzese.....
    io parlo di testi scientifici!

  10. #10
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    Re: Perché Marte ha due facce

    Citazione Originariamente Scritto da NeOFiTa Visualizza Messaggio
    Certo, per i riferimenti scientifici bisogna fare riferimento a Graham Hancock dove nel suo libro l'enigma di Marte viene spiegato proprio sotto questo profilo, la parte dell archeoastronomia è una mia ipotesi fatta nella ricerca svolta in svariati anni e che trova concordi anche molti ricercatori scientifici al di fuori di questa "considerata" pseudo scienza
    Il mistero del Sacro Graal, Impronte degli dei, Custode della genesi, L'enigma di Marte, Lo specchio del cielo, Civiltà sommerse, Talismano. Le città sacre e la Fede segreta, Sciamani, La spirale del tempo...
    Davvero uno scienziatone, questo Hancock....
    Per favore, @NeOFiTa, lasciamo perdere le fantasie e restiamo nella scienza.....

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